Sembra che tu abbia accettato di sottoporti a una pericolosa trasfusione di sangue. Durante di essa sarai in grado di osservare visioni spaventose… ma si tratterà solo di folli frutti della tua mente o saranno forse reali?
Queste sono le premesse su cui si fonda Bloodborne, il nuovo successore della saga Souls a cui ha dato i natali Demon’s Souls nel 2009, proseguita poi con Dark Souls e Dark Souls 2, usciti rispettivamente nel 2011 e nel 2014. Questa serie, seppur di nicchia, è riuscita a ottenere un grandissimo successo in tutto il mondo per via della sua unicità in campo videoludico. Come caratteristiche principali, tutti i giochi del franchise possono godere di un’altissima dose di esplorazione, la non tolleranza agli errori dei giocatori e atmosfere davvero molto ispirate. Tutto questo ha catturato l’amore di molti giocatori che, capitolo per capitolo, hanno superato innumerevoli sfide. Riuscirà Bloodborne a ottenere il medesimo successo dei suoi predecessori e a soddisfare le altissime aspettative degli appassionati? Scopritelo leggendo la nostra recensione.
- Titolo: Bloodborne
- Piattaforma: PlayStation 4
- Genere: Action RPG
- Giocatori: 1-5 (multiplayer online)
- Software house: Sony Computer Entertainment
- Sviluppatore: From Software, SCE Japan Studio
- Lingua: Italiano (testi e doppiaggio)
- Data di uscita: 25 marzo 2015
- Disponibilità: retail, digital delivery
- DLC: skin aggiuntive per i Messaggeri
- Note: disponibile anche nelle versioni Nightmare e Collector’s Edition
Dopo il nsotro risveglio ci ritroveremo disarmati in una camera buia di una clinica: qui inizierà il tutorial nel solito stile che abbiamo potuto osservare negli altri giochi che hanno preceduto Bloodborne, dove tutte le indicazioni ci verranno date attraverso messaggi lasciati sul pavimento e seguendole ci imbatteremo nel primissimo nemico del gioco. Se avete giocato Demon’s Souls o i due Dark Souls saprete già come andrà a finire: verremo brutalmente massacrati in uno scontro che non avevamo quasi nessuna chance di vincere e che ci darà un’idea ben chiara della tipologia di gioco che ci ritroviamo davanti. Senza bisogno di disperarci, dopo il nostro primo game over ci ritroveremo catapultati in una delle novità di Bloodborne, il Sogno del Cacciatore. Questo luogo sarà il nostro “quartier generale” fra una missione e l’altra ma, per il momento, non ci saranno molte funzioni disponibili e l’unica cosa che potremo fare sarà seguire i messaggeri che ci proporranno di scegliere un’arma da fuoco e una per il corpo a corpo fra le sei disponibili, spiegandoci finalmente i comandi di gioco. Attraverso una lapide potremo poi tornare alla clinica per ottenere finalmente la nostra vendetta. Tuttavia, non è ancora tempo di cantar vittoria: sarà qui che la nostra avventura inizierà davvero.
Benvenuti a Yharnam
I comandi di Bloodborne sono molto simili e grossomodo invariati rispetto a quelli già visti nei già citati titoli di From Software, tuttavia sono state apportate alcune piccole migliorie per rendere l’esperienza di gioco più intuitiva e fruibile. Una delle principali novità riguarda la gestione delle pozioni di cura rispetto al resto degli oggetti, che in questo titolo si trovano in un apposito slot completamente separato, che sarà possibile utilizzare tramite un comando dedicato assegnato al triangolo, mentre gli altri tipi di oggetti continueranno a poter essere utilizzati attraverso un secondo pulsante. Un’altra modifica sui comandi inoltre riguarda il tasto L1, precedentemente utilizzato per gli attacchi con l’arma impugnata nella mano sinistra (azione ora riservata al pulsante L2), utilizzato per effettuare la trasformazione delle armi, una nuova e accattivante funzionalità introdotta dai developer in questa nuova IP. Le armi che troveremo sul nostro cammino dispongono infatti di due configurazioni, che le rendono adattabili alle svariate situazioni che ci troveremo a dover fronteggiare; per esempio l’ascia, che ci sarà proposta nelle fasi iniziali di gioco, si potrà trasformare allungando la sua impugnatura e coprendo così un più vasto raggio d’azione a discapito della velocità dei fendenti, oppure ancora più avanti potremo ottenere una spada che, una volta trasformata, prenderà la forma di un martello per ottenere un potere di attacco spaventoso. Tuttavia, la varietà di armi non sarà vasta come nei già citati Dark Souls: ciascuna di esse risulterà utile, e in questo modo è stato evitato il considerevole numero di armi-cloni; ciò non toglie che sarebbe stata comunque apprezzata una maggiore possibilità di scelta per l’equipaggiamento.
Un’altra novità introdotta in Bloodborne è la presenza delle armi da fuoco: la loro utilità non sarà quella di arrecare danni pesanti ai nemici, bensì di riuscire a limitarne o bloccarne i movimenti e aprirci la strada per colpire con le nostre armi principali. Frequenti sono infatti gli attacchi dei mostri normali, boss e mini boss che potranno essere interrotti da un proiettile sparato al momento giusto, che lascerà il nemico inerme per alcuni secondi dandoci la possibilità di colpirlo. Esistono varie tipologie di arma da fuoco, anche loro con caratteristiche del tutto diverse l’una dall’altra, ma anche qui riscontriamo il problema della non particolarmente esagerata varietà messa a disposizione dei giocatori. Da tenere a mente il fatto che i proiettili non sono infiniti, e dovremo quindi cercare di averne sempre una buona scorta nell’inventario e nel deposito; nei momenti di difficoltà, se avremo urgente bisogno di proiettili e ne saremo sprovvisti, potremo crearne cinque utilizzando un comando sul D-Pad, ma dovremo prestare attenzione a non abusare di questa funzione dal momento che ci costerà una buona dose di punti vita.
Tra sogno e realtà
I due Dark Souls, sul fronte dell’esplorazione, avevano abbandonato la struttura con il Nexus di Demon’s Souls, dal quale si poteva partire per poi esplorare qualsiasi dungeon, a favore di un mondo completamente interconnesso senza una vera e propria hub di provenienza. In Bloodborne le cose sono parzialmente tornate alle origini: i principali NPC e i luoghi in cui potremo inserire le rune (altra novità di cui parlerò più avanti), potenziare le armi o depositare gli oggetti, si trovano tutti nel Sogno del Cacciatore, la hub dedicata verso cui potremo tornare sfruttando le lanterne sparse per il gioco, che vanno a sostituire i celeberrimi falò di Dark Souls. Al nostro primo accesso, che con molta probabilità avverrà dopo il primo incontro col nemico, non troveremo molto da fare: l’automa a cui è relegata la funzione di level up del personaggio sarà completamente inattivo e le porte dell’edificio principale saranno sbarrate, ma durante le nostre prossime visite noteremo che verranno messe a nostra disposizione sempre più funzioni con le quali sviluppare il nostro alter-ego.
Il sistema di livellamento reso un classico dai precedenti titoli è il modo più veloce e immediato per ottenere potenziamenti, le numerose statistiche presenti in essi sono state ridotte e ora è molto più semplice scegliere la tipologia di build da utilizzare durante le nostre partite. Altri metodi per personalizzare armi e protagonista sono le gemme del sangue e le rune, entrambe utilizzabili solo dopo aver raggiunto un determinato punto della storia; importantissime per la nostra sopravvivenza, ci faciliteranno il gioco e andranno a sostituire alcuni degli upgrade dei precedenti giochi di From Sofware: le prime consistono in pietre di varie tipologie, forme e con gli effetti più disparati, che potranno essere incastonate in alcuni slot specifici dell’arma, tenendo conto della forma che dovrà coincidere con quella messa a disposizione dall’arma. Le rune dovranno invece essere equipaggiate sul personaggio e, in un certo senso, sostituiscono gli anelli a cui eravamo tanto abituati i precedenza: per queste non dovremo tener conto di forme e simili, e potremo indossarle senza problema alcuno al nostro avatar, permettendoci di godere di svariati effetti positivi.
Nel Sogno del Cacciatore è inoltre presente un baule dove potremo inserire tutti gli oggetti, equipaggiamenti, gemme e rune che non intendiamo utilizzare, o che eccedono la quantità trasportabile, rendendo così più fruibile e immediato lo spostamento di oggetti nell’inventario: una manna dal cielo, data la mancanza della possibilità di mettere in pausa il gioco, come la saga dei Souls ci ha insegnato; il gioco non si fermerà nemmeno se uscirete dall’applicazione tramite il tasto home del DualShock 4, ricordiamoci sempre o di appostarci in luoghi sicuri oppure di uscire dalla partita e salvare il gioco prima di lasciare la console e il nostro personaggio alla mercé dei nemici.
Pony e arcobaleni? Meglio epidemie e mostri
Bloodborne non è certo un magico e colorato regno di marzapane, è un luogo cupo, colpito da un epidemia che ha fatto completamente impazzire la maggior parte degli abitanti, con i pochi sopravvissuti rinchiusi in casa nella speranza di sopravvivere. In questa ambientazione sono moltissime le creature che dovremo affrontare, ognuna con i suoi comportamenti, set di attacchi e debolezze. L’approccio alle battaglie è leggermente cambiato rispetto al passato, soventi sono le situazioni in cui dovremo affrontare più di un nemico alla volta e l’approccio di un tempo in cui potevamo attirare un nemico e sconfiggerlo per poi passare agli altri non sarà sempre la strategia migliore. Se aspetteremo l’occasione perfetta per colpire, rischieremo di venire assaliti dagli altri nemici e questo, insieme alla possibilità una volta colpiti di recuperare buona parte dell’energia persa colpendo i nemici, rende il gameplay un tantino più concitato e accentua le doti del giocatore di valutare la situazione e reagire di conseguenza.
Probabilmente, superata la prima decina di ore, vi sarete ormai abituati alle movenze di buona parte dei nemici incontrati, ma ad un certo punto accadrà qualcosa di strano: mentre staremo attaccando un gruppo di nemici di cui conosceremo a memoria i comportamenti, uno di loro utilizzerà improvvisamente una mossa che non abbiamo mai visto e, cogliendoci di sorpresa causerà la nostra prematura dipartita. Possibile che per tutto questo tempo non l’abbiamo notata? La risposta è sì, alcuni degli attacchi nemici cambieranno con il tempo in base a un nuovo parametro: i punti intuizione. Questi punti ci verranno assegnati ogni volta che raggiunteremo l’area di un boss, ogni volta che ne sconfiggeremo uno, oppure quando utilizzeremo un particolare oggetto, o ancora, quando parleremo con determinati NPC. Una volta raggiunta una determinata quantità, i nemici attiveranno nuovi comportamenti, alcuni oggetti si sposteranno liberando nuovi passaggi e nuovi NPC compariranno nel mondo di gioco per dare accesso a nuovi oggetti o fornirci utili informazioni. Questi punti rendono quello di Bloodborne un mondo in continuo mutamento e inoltre possono essere spesi per avviare partite in cooperativa e non andranno persi con la morte del personaggio, come invece avviene per gli echi del sangue (la valuta del mondo di gioco tramite la quale potremo potenziare il personaggio e le sue armi armi e acquistare oggetti).
Random is better
Come già anticipato da From Software e Sony, a un certo punto della storia un certo boss, dopo esser stato sconfitto, ci farà ottenere un oggetto che potrà essere utilizzato per accedere a una nuova meccanica di Bloodborne: i Dungeon del Calice. Si tratta di dungeon molto particolari, localizzati sotto Yharnam, la grande città gotica in cui si svolge il gioco: una volta eseguito il rituale in presenza degli opportuni altari nel Sogno del Cacciatore, e avendo utilizzato gli appositi materiali, sarà possibile entrare nei Dungeon del Calice che offrono ambientazioni, trappole, nemici e boss non presente nelle normali partite. Avremo a disposizione svariati calici che apriranno luoghi diversi e più o meno impegnativi e, ovviamente, più sarà difficile il dungeon, migliore sarà la ricompensa ottenuta.
La funzione più interessante di questi labirinti è la caratteristica di essere generati casualmente ogni volta che il rituale viene eseguito, offrendo sempre sfide e ricompense differenti. Nel gioco sono presenti vari altari presso cui effettuare il rituale e ognuno di questi ci permetterà di tenere memorizzato un particolare dungeon e, nel caso ne trovassimo uno che ci piacerà particolarmente, sarà possibile condividerlo online con gli amici attraverso un codice che ci verrà fornito all’interno del gioco. I Dungeon del Calice offrono una longevità potenzialmente infinita, sempre se il giocatore avrà voglia di esplorare continuamente ogni nuova ambientazione proposta.
Mondi che si intrecciano
Il comparto online del titolo si divide in due parti: il multiplayer asincrono e quello cooperativo e, per accedere a entrambi, sarà necessario un abbonamento PlayStation Plus. Il primo permetterà ai giocatori di lasciare messaggi per indicare scorciatoie, debolezze dei nemici oppure semplicemente per divertirsi lasciando messaggi-trabocchetto o simili, e di questo tipo di multiplayer fa anche parte la funzionalità delle lapidi che i giocatori si lasceranno dietro dopo la morte: toccandone una sarà possibile vedere un replay del malcapitato, e quindi cercare di indovinare la causa del decesso; se ci imbatteremo in luoghi pieni di lapidi, un pizzico di attenzione in più non farà di certo male.
Il multiplayer cooperativo invece è decisamente più profondo, permette la cooperazione in tempo reale con altri giocatori e richiede due oggetti per essere attivato: la campana del richiamo e la campana echeggiante piccola. La prima servirà al giocatore per iniziare la partita online, e suonarla richiederà un punto intuizione; la seconda invece permetterà fino a un massimo di altri tre giocatori di unirsi all’host per aiutarlo a completare le parti più difficili della zona in cui verranno evocati. Una volta sconfitto il boss, i giocatori ritorneranno nel proprio mondo intascando il bottino, mentre se l’host perderà la vita, ritorneranno a casa a mani vuote. È stata inoltre facilitata la possibilità di giocare con altre persone della lista amici: nelle impostazioni, infatti, inserendo una determinata password, potremo abbinarci ad altri giocatori tramite la medesima parola chiave, rendendo così molto meno impegnativo il poter giocare con gli amici senza aspettare ore alla ricerca del segnale sul pavimento (che potrebbe anche non apparire mai) come accadeva nei precedenti giochi. È stato inoltre ridotto il lag presente nelle partite online, che ora si verifica davvero raramente e mai per un tempo troppo prolungato.
Di tanto in tanto, dopo aver evocato un fantasma, una campana potrebbe suonare e avviare così la possibilità, per un massimo di altri due giocatori, di invadere il mondo di gioco e cercare di uccidere l’host della partita; come nella modalità coooperativa, chi riuscirà nell’impresa otterrà una ricompensa, mentre se l’host raggiungerà la zona del boss o morirà per altre cause, gli invasori non otterranno nulla. Per compensare la possibile minoranza numerica rispetto agli aiutanti dell’host, gli invasori avranno il grandissimo vantaggio di potersi alleare con i mostri presenti nel mondo di gioco, che non li attaccheranno e gli permetteranno di tendere moltissime trappole ai danni dei loro bersagli, rendendo ogni invasione una vera e propria lotta per la sopravvivenza.
L’eco del sangue
Uno degli aspetti principali che ha reso Demon’s Souls così celebre è stata l’atmosfera del gioco e delle ambientazioni. La sensazione di essere continuamente braccati e di ritrovarsi in una missione più grande delle possibilità del giocatore era un’immancabile costante. Con Bloodborne le cose non sono cambiate: l’ansia durante le fasi esplorative è sempre accentuata dai moltissimi effetti sonori: spesso ci capiterà di sentire dei passi nelle vicinanze che ci spingeranno a muovere velocemente l’inquadratura per capire da dove provengono, oppure verremo colti di sorpresa da grida inaspettate che ci faranno saltare sulla sedia, temendo attacchi a sorpresa da parte dei nemici. La città di Yharnam non è mai un posto dove stare tranquilli. La colonna sonora inoltre si amalgama perfettamente con l’atmosfera e rende le boss battle delle sfide che non dimenticheremo facilmente.
Sul fronte grafico, purtroppo, ho riscontrato qualche problema: mentre gli elementi in primo piano (o più generalmente quelli che potremo esplorare) sono ricchi di dettagli e sono stati creati alla perfezione, lo stesso non si può dire per gli elementi di sfondo, di qualità non eccelsa e spesso dotati di texture non all’altezza di tutto il resto. È un peccato vedere alcune scene rovinate da questo difetto, a cui si aggiungono inoltre alcuni problemi con gli effetti di luce, che presentano anche loro alti e bassi in alcune aree. Il frame rate invece, sebbene non arrivi sessanta fotogrammi al secondo, riesce a rimanere costante e non sono presenti i soliti cali che invece affliggevano alcune aree dei precedenti giochi di From Software. L’ultimo problema di natura tecnica riguarda i lunghissimi caricamenti: nonostate il mondo di gioco sia totalmente interconnesso, ogni volta che torneremo al Sogno del Cacciatore o partiremo da esso per un dungeon, saremo costretti ad aspettare un lunghissimo caricamento che, per certe aree, raggiungerà quasi il minuto. Considerando la frequenza dei game over e il numero di volte in cui bisognerà tornare nella hub di gioco, questo non è assolutamente un problema minore; From Software ha però annunciato di essere a lavoro di una patch che speriamo possa risolvere questo problema.
A chi consigliamo Bloodborne?
Sebbene Bloodborne sia un gioco ottimo sotto moltissimi punti di vista, non è purtroppo un titolo adatto a tutti. La sua notevole difficoltà (anche se più che difficoltà sarebbe meglio dire “la sua tendenza a punire molto severamente gli errori anche banali dei giocatori”) non lo rende adatto a chi cerca un gioco tranquillo o per chi non ha pazienza e calma durante gli scontri o nell’esplorazione. Le caratteristiche che un giocatore deve avere per godere appieno di quello che offre Bloodborne sono la pazienza e la voglia di vagare per gli ambienti; se cercate un frenetico action game o non avete moltissima voglia di esplorare (e credetemi, in questo gioco ci sono tante cose da scoprire) passate oltre, Bloodborne non fa per voi.
- Riprende e migliora l’atmosfera classica della saga Souls
- Musiche e ambientazioni ispiratissime
- Immense possibilità di esplorazione
- Livello di sfida elevato
- Gameplay migliore sotto molti aspetti
- I Dungeon del Calice aumentano esponenzialmente la longevità del gioco
- I caricamenti, attualmente, sono lunghissimi
- Non vi è la stessa mole di armi dei precedenti titoli
- È stata limitata la possibilità di sviluppo delle armi
- Alcuni problemi di natura tecnica
Bloodborne
Il sogno (o l'incubo?) di ogni giocatore che si rispetti
Bloodborne è in un certo senso la fine e l’inizio di un percorso: prende l’esperienza che il team ha ottenuto con i precedenti giochi e la sintetizza in un videogioco totalmente nuovo che, pur prendendo la maggior parte delle caratteristiche dei precedenti, non ha paura di sperimentare e aggiungere così nuove funzioni al suo repertorio. Seppur con qualche difetto sporadico, si rivela un titolo davvero ottimo e un perfetto punto di partenza per continuare a espandere ciò che la serie vuole offrire al pubblico, ovvero un gioco ricchissimo di passaggi segreti da scoprire, eventi inaspettati, un’atmosfera da brivido e una trama non esplicitamente narrata, ma che stimola la curiosità e la fantasia del giocatore, portandolo a voler scoprire sempre di più, leggere ogni descrizione degli oggetti ottenuti e prestare attenzione ad ogni discorso con gli NPC. Questo è Bloodborne, uno dei motivi per cui molti giocatori hanno scelto PlayStation 4.