Il mio povero pancreas – Recensione

Abbiamo recensito Il mio povero pancreas, l’ultima opera di Kabi Nagata, un altro racconto autobiografico che narra le esperienze di vita della pluripremiata mangaka

Il mio povero pancreas – Recensione

Celebre per le sue opere autobiografiche quali La mia prima volta, Lettere a me stessa e La mia fuga alcolica, Kabi Nagata è una mangaka pluripremiata che, con il suo ultimo capolavoro dal titolo Il mio povero pancreas, ci racconta gli sviluppi del suo rapporto di dipendenza dall’alcool e di come è riuscita ad affrontare tutti i problemi che da essa ne sono derivati. Questo volume, proprio come i precedenti, è autoconclusivo e viene portato in Italia dalla casa editrice J-POP Manga. Uscito nelle librerie lo scorso aprile, ha subito incuriosito noi di Akiba Gamers, che lo abbiamo letto e recensito per voi! Siete pronti a scoprire qualcosa di più in merito?

La protagonista di questo manga, come già accennavamo, è l’autrice stessa che si trova, ancora una volta, a dover fare i conti con l’alcolismo: il suo abuso di alcool, infatti, le causa una grave pancreatite e così lei viene ricoverata in ospedale, oltretutto durante il periodo della pandemia da Coronavirus, che come sappiamo non è stato un momento facile per nessuno. Isolata da tutto e da tutti (o quasi), Kabi Nagata dovrà fare i conti con se stessa e provare a combattere una delle sfide più dure della vita: abbattere i propri demoni interiori e ritrovare un po’ di amor proprio.

Il mio povero pancreas – Recensione

  • Titolo originale: 膵臓がこわれたら、少し生きやすくなりました。(Suisou ga kowaretara, sukoshi ikiyasuku narimashita.)
  • Titolo italiano: Il mio povero pancreas
  • Uscita giapponese: 2022
  • Uscita italiana: 10 aprile 2024
  • Numero di volumi: volume unico
  • Casa editrice: J-POP Manga
  • Genere: Slice of life, drammatico, autobiografico
  • Disegni: Kabi Nagata
  • Storia: Kabi Nagata
  • Formato: 15×21, sovraccoperta, b/n, colori
  • Numero di pagine: 136

Abbiamo recensito Il mio povero pancreas tramite volume stampa fornitoci gratuitamente da J-POP Manga.

Come un diario

Il mio povero pancreas si focalizza su un unico personaggio: la protagonista che, come dicevamo, è l’autrice stessa. Infatti, ad eccezione dei medici che la assistono e la curano durante la sua degenza ospedaliera, e i genitori che la sostengono nei momenti più difficili, durante la lettura non incontriamo altri personaggi significativi. Trattandosi di un’opera autobiografica, il volume appare come una sorta di diario, incentrato sugli eventi che caratterizzano un preciso lasso di tempo della vita dell’autrice: quello appunto del ricovero ospedaliero dovuto a una “ricaduta” nell’alcool, che le fa ritornare la tanto temuta pancreatite già sofferta ne “Le mie fughe alcoliche”.

Così Kabi Nagata si racconta: ci parla del significato che il “bere” riveste per lei, di quanto questo la faccia sentire adulta, ma anche di come un gesto tanto semplice quanto pericoloso possa a volte farci dimenticare per un istante i nostri problemi, alleviando i sensi di colpa e lo stato di inadeguatezza che spesso possiamo provare. Ma tutto questo, proprio come tutte le altre dipendenze, crea un effetto illusorio nella vita dell’uomo, peggiorando in realtà le sue condizioni fisiche e psicologiche, spesso facendogli toccare davvero il fondo. La guarigione non è impossibile, ma è una strada tutta in salita, e Nagata ci insegna che, sovente, una grande forza di volontà non basta ed è l’aiuto della nostra famiglia e di chi ci vuole bene a farci rialzare da una rovinosa caduta.

Molteplici sono le tematiche trattate: tra tutte spicca sicuramente il concetto di dipendenza, ma l’autrice con quest’opera si sofferma anche sul concetto di solitudine, di felicità e autorealizzazione, nonché sulle problematiche legate ai disturbi alimentari e al disagio sociale in generale. Il punto di forza di questa autobiografia risiede proprio nel saper parlare di temi così delicati e personali con una spontaneità e lucidità tale che è come se l’autrice si guardasse e analizzasse dall’esterno, da un punto di vista diverso, con più consapevolezza. Quella che abbiamo davanti è dunque una coraggiosa denuncia dei propri limiti e delle proprie debolezze, nella speranza che condividere con il pubblico qualcosa di così intimo come un momento difficile della nostra vita possa magari aiutare qualcuno che si trovi ad affrontare esperienze simili.

Uno stile basilare, ma espressivo

Dal punto di vista tecnico possiamo ammirare uno stile piuttosto basilare, caratterizzato da linee e forme semplici, per non dire elementari; anche gli sfondi risultano appena abbozzati, senza troppi dettagli e spesso confusionari. La mangaka punta tutto sull’espressività dei volti, ritraendo momenti drammatici e persino imbarazzanti attraverso tracce decise e qualche spruzzata di colore che salta all’occhio e rimane impressa nella mente. I dialoghi sono perlopiù monologhi interiori, flussi di coscienza che danno libero spazio a pensieri e osservazioni della protagonista, in una sorta di autoanalisi sincera e priva di filtri che consente al lettore di empatizzare con lei, inducendolo a una spassionata riflessione.

Il prezzo del volume è di 12,00 €, probabilmente un po’ troppo alto per un volume unico relativamente breve, giustificato forse dal fatto che comunque il supporto cartaceo sul quale esso è stato stampato è decisamente spesso e appare dunque di ottima qualità. Le illustrazioni, poi, presentano inserti a colori e la sovraccoperta lucida, anch’essa colorata, risulta curata nei minimi dettagli, con il titolo in rilievo.

In questo nuovo manga dell’autrice de “La mia prima volta”, Nagata Kabi prosegue il racconto delle sue vicende più intime, svelando senza compromessi i propri umanissimi limiti e il coraggio con il quale, ogni volta, si ritrova ad affrontarli. I suoi precedenti con l’alcol hanno causato alla nostra una grave pancreatite, con conseguente ricovero in ospedale. La diagnosi non lascia dubbi: per lei non rimane altra scelta che smettere del tutto di bere. Un’impresa non facile da portare a termine, in special modo nel bel mezzo della pandemia da Coronavirus. L’esigenza di dover migliorare a tutti i costi la propria salute condurrà finalmente Kabi ad amare se stessa?

Acquista Il mio povero pancreas su Amazon attraverso questo link e supporta Akiba Gamers!

A chi consigliamo Il mio povero pancreas?

Se vi piacciono le autobiografie e i racconti drammatici che trattano problematiche sociali quali, in questo caso, l’alcolismo e i disturbi psicologici e alimentari, quest’opera fa al caso vostro: lo stile diretto dell’autrice fa sì che ogni dettaglio, anche quello più crudo, così come ogni debolezza, vengano messi a nudo in maniera del tutto umana e autentica. In un certo senso questo manga è l’ideale per voi anche se vi piacciono i racconti di formazione: la protagonista affronta infatti un percorso, fatto ovviamente di alti e bassi, ma ciascun ostacolo le serve per imparare qualcosa di nuovo su stessa e sul mondo che la circonda.

  • Argomenti attuali
  • Stile diretto e autentico
  • Ben curato dal punto di vista editoriale

  • Illustrazioni molto semplificate
Il mio povero pancreas
3.8

Tra realismo e speranza

Il mio povero pancreas è un’opera realistica, un’autobiografia che mette a nudo la sua autrice in tutto e per tutto, ma che sa anche sdrammatizzare. I toni sono quelli di chi racconta qualcosa che è successo davvero, ma al contempo ci dimostrano come una situazione che sembrava senza via d’uscita si è poi ribaltata. Una storia di dolore, ma anche di rinascita e di speranza. Kabi Nagata si rivela, ancora una volta, una mangaka senza censure: racconta la propria esperienza con sincerità e coraggio, come già fatto precedentemente e lascia un segno con le sue particolari illustrazioni. Queste risultano forse atipiche rispetto alla maggior parte dei disegni facenti parte del panorama nipponico, e proprio per questo finiscono per catturare l’attenzione in quanto originali, riuscendo nella loro semplicità a lasciare un impatto visivo ed emotivo nel pubblico.

Collezionista sfegatata, ama disegnare fan art a tema Sailor Moon e Toradora. Quando non legge ascolta musica a tutto volume perdendosi tra i fiori del proprio giardino. Puoi facilmente corromperla con del cioccolato, delle patatine fritte, oppure entrambi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà reso pubblico.I campi obbligatori sono contrassegnati con *

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.