Pubblicato originariamente nel lontano 2006, Dead Rising è stato uno dei primissimi titoli zombie a offrire un contesto meno cupo e dark rispetto gli standard dell’epoca, creando il giusto compromesso tra divertimento e terrore. Dopo diverse edizioni dello stesso titolo (nel 2009 per Wii e nel 2016 per PS4 e Xbox One) e numerosi sequel, l’opera principale è pronta a tornare in una versione tutta nuova, la Dead Rising Deluxe Remaster.
Questa versione non promette solo di offrire un remake aggiornato dell’avventura di Frank West, ma bensì offrire anche ai giocatori di lunga data diverse migliorie di gameply che permetteranno di tornare sul titolo anche a distanza di vent’anni dalla versione originale. Sarà davvero così? Scopritelo con noi in questa nostra recensione.
- Titolo: Dead Rising Deluxe Remaster
- Piattaforma: PlayStation 5, Xbox Series X|S, PC (Steam)
- Versione analizzata: PlayStation 5 (EU)
- Genere: Azione, Avventura
- Giocatori: 1
- Publisher: CAPCOM
- Sviluppatore: CAPCOM
- Lingua: Italiano (testi e doppiaggio)
- Data di uscita: 19 settembre 2024 (digital delivery), 8 novembre 2024 (retail)
- Disponibilità: retail, digital delivery
- DLC: non annunciati
- Note: nessuna
Abbiamo recensito Dead Rising Deluxe Remaster con un codice PlayStation 5 fornitoci gratuitamente da CAPCOM tramite PLAION.
La storia di Dead Rising Deluxe Remaster ruota attorno al protagonista principale Frank West, un fotoreporter freelance che ha fatto carriera raccontando guerre e atrocità. Seguendo uno dei suoi tanti scoop si ritrova nella sonnolenta cittadina di Willamette, Colorado, dove le cose sembrano essere andate terribilmente male. I convogli militari bloccano tutte le strade che portano alla città e tutti i dispositivi di comunicazione risultano completamente bloccati. Dopo essere stato informato degli eventi in corso, Frank noleggia un elicottero e vola in città per ottenere quella che potrebbe potenzialmente essere lo scoop della sua carriera. Ciò che trova è un gran caos di zombie che stanno devastando la città e i suoi cittadini, ma ciò non lo spaventa. Decide così di raggiungere il tetto del centro commerciale locale, un enorme e decadente emporio che sembra quasi più grande della città stessa…
Bentornati a Willamette
Il viaggio di Frank attraverso il Willamette Park View Mall è piuttosto complicato. La premessa di base del gioco è che Frank ha 72 ore di gioco per ottenere la sua storia e fuggire, ma il modo in cui raggiungeremo il nostro obiettivo, per quanto lineare, sarà sempre scandito dalle nostre stesse azioni. La trama principale è costituita da una serie di “fascicoli” (che nel gioco corrispondono all’equivalente delle “missioni principali”), ognuno dei quali si svolgerà in orari e luoghi prefissati. Mancare l’appuntamento con una delle missioni principali farà fallire in automatico il suo proseguo, senza possibilità di ripresa, ma questo non significa che saremo giunti necessariamente ad un “game over”. Nel titolo sono presenti infatti una serie di missioni e attività secondarie che ci permetteranno di ottenere più informazioni su cosa stia succedendo all’interno della cittadina, o che ci permetteranno di ottenere alcuni punti bonus per Frank. Data la struttura di gioco (di cui più avanti sottolineeremo le differenze con la versione originale) non c’è purtroppo modo di vedere ogni missione disponibile e di portare a termine tutti i vari (e in gran parte difficili) obiettivi del gioco in una singola run attraverso la modalità storia.
Completare la trama di gioco porterà via dalle 15 alle 20 ore la prima volta, ma successivamente si ottiene l’accesso ad alcune modalità sbloccabili, una classifica online e anche numerosi finali multipli da tenere in considerazione. I personaggi secondari incontrati si rivelano inoltre un ottimo pretesto per approfondire la trama di gioco, infondendo nel giocatore anche un legittimo senso di rischio e pericolo. Questa sensazione si basa sulla difficoltà assoluta di alcune delle missioni, così come sull’assurdo numero di zombi che il gioco lancerà contro di noi e contro gli altri sopravvissuti, che non impiegheranno molto per lasciarsi sopraffare e morire di conseguenza. Il focus delle missioni sarà infatti costantemente sulle persone ancora vive all’interno del centro commerciale, comportando il loro salvataggio e il loro trasporto al rifugio nella sala di sicurezza. Non mancheranno anche sopravvissuti avversari, o “psicopatici”, come li chiama il gioco. Per quanto riguarda i fascicoli principali, seguono uno schema simile, con missioni di salvataggio, sequenze di combattimento contro i sopravvissuti nemici e alcune missioni di recupero cucite insieme per far andare avanti la trama.
Gli zombi all’interno di Dead Rising non sono eccessivamente aggressivi, presentandosi per lo più lenti e schivi, anche se la situazione cambia leggermente quando cala l’oscurità. Di notte gli zombi diventano nel complesso notevolmente più violenti, ma più di ogni altra cosa mettono in evidenza la loro reale natura, ovvero non essere altro che un “ostacolo” per il giocatore. Il loro numero elevato impedirà i nostri progressi in modo tale che il centro commerciale diventi essenzialmente una pista a ostacoli per zombi. Ciò significa che dovremo uccidere migliaia di nemici man mano che il gioco procede, ma senza la clausola di essere costretti a ucciderli per sotto-obiettivi aggiuntivi. Con questa progettazione, Dead Rising mantiene un ritmo abbastanza elevato, riuscendo anche a impedire che il combattimento con gli zombie degeneri in una routine ripetitiva. Tra il tempo che scorre e la quantità di lavoro necessario per le missioni, non c’è molto tempo libero (tranne per alcuni periodi specifici) per girovagare, uccidendo zombi senza motivo. Questo non significa però che Dead Rising eviti completamente la sensazione di ripetitività. Il combattimento rimane avvincente per tutta l’esperienza, ma alcune missioni iniziano a trascinarsi già dopo un po’. In particolare il numero copioso di missioni di scorta che il gioco propone diventa velocemente noioso. Il gioco cerca di cambiare un po’ le cose impostando scenari specifici e unici, con alcuni sopravvissuti che possono maneggiare le armi combattendo al nostro fianco, mentre altri sono troppo spaventati e devono letteralmente essere tenuti per mano per riuscire a fuggire dalla zona. Alcuni devono persino essere trasportati a causa delle ferite (queste sono, di gran lunga, le missioni più frustranti del gioco). Ma tutto si riduce a portare una persona dal punto A al punto B, più e più volte.
Frank West non invecchia mai
Il Willamette Park View Mall è un vero e proprio parco giochi per il consumatore medio, che può contare non solo su un’enorme quantità di immobili a sua disposizione, ma anche su ogni tipo di bene e servizio che si possa desiderare. Tuttavia, data la situazione attuale, il centro commerciale è passato dall’essere un parco giochi a una zona di guerra e i vari prodotti di consumo al suo interno sono passati da inutili cianfrusaglie ad armi di distruzione. Frank può usare quasi ogni oggetto immaginabile con cui entra in contatto come una specie di arma. Ci sono un sacco di cose più scontate, come lame e armi da fuoco, così come i tipici oggetti contundenti (come tubi di piombo e mazze da baseball). Ma non finisce qui. Manichini, piante, padelle, CD, lattine di soda, tosaerba, motoseghe, pesi, panchine, taser, carrelli della spesa, questi sono solo alcuni degli oggetti di uso quotidiano che potremo usare per fermare le orde di zombi che hanno infestato il centro commerciale. Ci sono inoltre un sacco di modi bizzarri e divertenti per usare questi oggetti. Trovare ad esempio una maschera per il viso ci permetterà sia di usarla come arma per colpire gli zombi, sia mettergliela in testa e guardarlo barcollare alla cieca, completamente incapace di vederci. Frank possiede anche un certo numero di tecniche di combattimento corpo a corpo davvero folli che potrà acquisire man mano che avanzeremo nel corso del gioco. Dal colpire uno zombi nello stomaco e sventrarlo con un singolo colpo a stravaganti mosse di wrestling. I controlli aggiornati rendono l’uso di queste mosse il più immediato che mai, rendendo la guerra ai non morti un vero e proprio gioco da ragazzi. Le mosse in sé sono semplicistiche e non ci sono combo o altre complicazioni di cui preoccuparsi.
Un’altra qualità unica del gameplay è il sistema di oggetti, in particolare i consumabili per la salute e gli oggetti dedicati allo sblocco delle abilità. I consumabili per la salute si presentano sotto forma di cibo e bevande, che sono sparsi nei vari ristoranti e aree ristorazione del centro commerciale. Di per sé questi cibi possono già essere molto potenti, tuttavia il gioco dà la possibilità di potenziare questi oggetti in alcuni modi interessanti. I cibi freddi che sono pensati per essere mangiati caldi possono essere cucinati in un forno o nel microonde e resi significativamente più efficaci. Possiamo anche mescolare più cose insieme per creare nuovi intrugli che forniscono un elevato numero di potenziamenti per la salute, così come abilità speciali. Alcuni forniscono l’invincibilità, altri ti trasformano in un’esca ambulante, rendendo più facile mantenere in vita gli altri sopravvissuti mentre gli zombi si concentrano su di te. Ci sono anche consumabili che insegnano nuove abilità inerenti il combattimento o l’uso di veicoli.
Alcune abilità e potenziamenti si riveleranno anche specifici per alcune missioni, come quando dovremo imparare il giapponese per convincere un paio di turisti nipponici a unirsi a noi. Il gioco offre molte opportunità per guadagnare punti prestigio che aumentano le abilità del nostro protagonista, senza mai costringerci a doverci fermare per “livellare” prima di una missione particolarmente ostica. I punti provengono da una varietà di cose, tra cui il completamento delle missioni, convincere i sopravvissuti a seguirci, uccidere le orde di zombi e persino scattare foto. Poiché Frank è un fotoreporter, potremo semplicemente prendere la macchina fotografica in nostro possesso e scattare foto di qualsiasi cosa, da scene drammatiche a scene decisamente più macabre. Proprio come i sistemi di miscelazione del cibo e dei libri, potremo andare avanti per l’intero corso del gioco scattando solo una manciata di foto e cavarcela comunque alla grande, ma come attività parallela vale la pena provarla per i punti bonus che si accumulano e per l’intrinseca stranezza di molte delle foto che si possono scattare. Tutto questo è indicativo del tono generale di Dead Rising, che evita il tipico stile basato sui survival horror e punta a qualcosa di decisamente più simile al cinema horror americano.
Nuova edizione, vecchi problemi?
Dead Rising Deluxe Remaster non punta a offrire solo una versione tecnicamente migliorata dell’avventura di Frank West a tutti coloro che non hanno potuto viverla originariamente nel lontano 2006, ma anche offrire una serie di migliorie ludiche in modo da rendere il titolo appetibile per coloro che hanno già passato diverse ore all’interno del centro commerciale di Willamette.
Iniziamo dall’ambito tecnico. Uno dei punti forti di Dead Rising, sin dalla sua pubblicazione originale, è il suo stile. Il titolo infatti punta all’esatto opposto di ciò che i giochi di zombi, come la serie Resident Evil, puntano a fare, scambiando paesaggi oscuri, umidi e malinconici con ambienti luminosi, colorati e dall’aspetto quasi piacevole. Dopotutto, essendo la location principale un centro commerciale, sarà facile imbattersi in locali adibiti ai bambini, un’enorme e pittoresca area parco all’aperto, un’area ristorazione scadente in stile western, e tanto altro che non vediamo l’ora scopriate da soli. Gli ambienti si presentano particolarmente nitidi, così come le tonnellate di oggetti in essi contenuti. I modelli dei personaggi, rispetto al passato, sono ora impressionanti come la location che fa da sfondo all’avventura, risultando ben dettagliati sia durante le scene di intermezzo che durante le fasi di gioco.
Il numero di personaggi sullo schermo contemporaneamente in Dead Rising è ancora oggi un risultato di per sé molto alto, soprattutto se contiamo che gira in modo eccezionalmente fluido. Le meccaniche che concernano la fotografia sono ancora immensamente soddisfacenti e i controlli migliorati (come la possibilità di muoverci mentre miriamo) rendono più facile avvicinarsi ai non morti senza diventare la loro cena. Eccellente anche il lavoro svolto sul comparto audio, grazie in gran parte ai fantastici effetti sonori. Le armi in particolare sono di prim’ordine: le pistole rimbombano in modo appropriato e le lame tagliano e sminuzzano la carne degli zombi con effetti sempre più realistici. Tuttavia sono gli oggetti contundenti la star dello spettacolo con ogni arma che produce un suono completamente diverso, come il tonfo vuoto prodotto colpendo uno zombi con un torso di manichino oppure il suono di una chitarra elettrica che colpisce il cranio di un non morto è semplicemente uno dei migliori. Anche il doppiaggio è di alta qualità, ma non avevamo dubbi dopo tutto il lavoro svolto per riproporlo praticamente da zero.
Differenza sostanziale con l’opera originale è inoltre il sistema di salvataggi. Ora viene creato un salvataggio automatico ogni volta che entriamo in una nuova area, il che significa che ci viene data una seconda possibilità di attraversare il parco a tutta velocità. È un cambiamento fantastico e, oltre a creare una rete di sicurezza generale, rende più facile ricaricare ogni volta che l’IA traballante di un sopravvissuto decide inspiegabilmente di servirlo come pasto ai nostri cari zombi. Frank adesso può anche passare il tempo nei punti di salvataggio, senza essere costretti a vagare per il centro commerciale in attesa che si attivi la successiva missione principale. La nuova versione di Dead Rising cerca di trarre tutto il meglio da questi anni di maturata esperienza, ma se proprio dovessimo trovare il pelo nell’uovo, non ci sarebbe dispiaciuto vedere un’intelligenza artificiale nemica decisamente più attiva e pronta a rispondere alle nostre azioni.
A chi consigliamo Dead Rising Deluxe Remaster?
Dead Rising Deluxe Remaster è consigliato a tutti gli amanti della versione originale, nonché dei suoi sequel usciti in questi anni. Un titolo consigliato anche ai fan di lunga data, che troveranno finalmente una nuova versione dell’opera che siamo certi soddisferà tutte le loro esigenze.
- Ampia varietà di armi e mosse da guerra contro gli zombie
- Stilisticamente unico nel suo genere
- Gameplay rinnovato e nuove funzionalità di gioco che lo rendono maggiormente accessibile…
- …Ma ancora presente qualche incertezza legata all’intelligenza artificiale dei nemici e dei comprimari
- La meccanica delle 72 ore potrebbe non risultare appetibile per moltissimi giocatori
- Alcune missioni risultano eccessivamente monotone
Dead Rising Deluxe Remaster
Il ritorno di cui avevamo bisogno
Dead Rising si può considerare ad oggi un titolo ormai di culto, e questa nuova versione Deluxe Remaster permette di riportare il titolo nelle nostre case in un formato del tutto nuovo. L’opera, ora rivisitata sia sul fronte audio che visivo, possiede un sistema di mira revisionato, un nuovo sistema di salvataggio, un nuovo bilanciamento dell’IA, nuova modalità bonus e tantissime altre novità che lo rendono un acquisto indiscusso sia per i nuovi fan della serie che i per i giocatori di lunga data. La possibilità di sperimentare centinaia di armi diverse è ancora oggi impagabile, ma la monotonia delle missioni secondarie è un Tallone d’Achille che l’opera si porterà oramai per sempre con sé. La meccanica delle 72 ore lo può rendere proibitivo per chi non vuole cimentarsi in questa formula ludica, ma la semplicità dei comandi e il divertente gameplay permettono di indirizzare il gioco verso un pubblico sicuramente più ampio rispetto il passato. Un titolo consigliato e soprattutto da provare, almeno una volta nella vostra vita.