Rise of the Ronin – Le nostre prime impressioni

Abbiamo provato in anteprima Rise of the Ronin, ultima fatica del Team NINJA che uscirà il prossimo 22 marzo su PlayStation 5

Rise of the Ronin – Le nostre prime impressioni

Con uno sviluppo iniziato circa dieci anni fa, Rise of the Ronin nacque con lo scopo di raffigurare il Giappone nei suoi tempi più bui, durante gli ultimi anni del Periodo Edo, dando vita al progetto più ambizioso che il Team NINJA abbia mai sviluppato secondo le parole di Fumihiko Yasuda, director del titolo. In uscita il prossimo 22 marzo su PlayStation 5, abbiamo avuto occasione di provare il titolo in anteprima e, in attesa della recensione completa, vi parleremo di tutto ciò che il titolo ci ha offerto nelle prime due ore di gioco, esprimendo già qualche nostra prima impressione sul sistema di combattimento, l’open world, la crescita del personaggio e la sua natura soulslike. Prima di proseguire vi avvertiamo che non saranno in alcun modo presenti spoiler di trama sulle prime ore di gioco, così da non rovinarvi la futura esperienza.

Rise of the Ronin – Le nostre prime impressioni

Il gioco è ambientato in Giappone durante il periodo Bakumatsu, famoso per aver segnato la fine dello shogunato, oltre l’inizio di una nuova era nello scontro tra Oriente e Occidente. All’interno di questa rivoluzione, avremo modo di incontrare figure chiave di entrambe le fazioni, aiutandole a plasmare il corso della storia e guidare i cittadini che cercano una fonte di speranza all’interno di questa tumultuosa oscurità. Il titolo inizia permettendoci di creare il nostro personaggio, o dovremmo dire “personaggi”, visto che avremo occasione di creare anche la nostra controparte maschile/femminile a seconda del sesso che sceglieremo come protagonista. La personalizzazione è profonda e accurata, e non mancano riferimenti ad altre opere della software house, come le fattezze del famoso William Adams, protagonista del primissimo Nioh.

Il tutorial lascia subito trasparire come l’avventura si baserà su tutti i punti cardine dei precedenti titoli della software house, in particolar modo nel combattimento. Ritroviamo infatti la deviazione vista nel più recente Wo Long: Fallen Dynasty, la rigenerazione del Ki e gli stili di combattimento già apprezzati in Nioh, così come l’equipaggiamento fornito dai nemici e dagli scrigni che rimane su una linea molto più simile ai loot game. Inizialmente potremo avere accesso ad armi di stampo più nipponico, come katana, doppie spade, ōdachi, lance e alabarde orientali, ma già nella prima ora di gioco diverranno disponibili anche sciabole americane, spadoni o baionette. Non mancano anche armi dalla distanza, come i più comuni archi e fucili, ma fanno la loro comparsa anche pistole di manifattura occidentale e letali shuriken. I più cauti potranno affrontare l’avventura anche con un approccio maggiormente stealth, con la possibilità di accucciarsi e colpire il nemico con letali attacchi critici alle spalle, ma anche utilizzare il formidabile rampino per raggiungere punti elevati e lanciare casse esplosive contro i nemici. Il combattimento è frenetico e ricco d’azione, permettendovi di attaccare con quadrato, schivare con cerchio, parare con L1, deviare con triangolo e usare R1 per cambiare arma o stile. Potremo anche sfruttare particolari tecniche con la combinazione R1 + quadrato o R1 + triangolo, che mireranno ad esaurire il Ki dell’avversario per infliggere un potente attacco critico.

Rise of the Ronin – Le nostre prime impressioni

L’open world offerto da Rise of the Ronin non sarà invece atipico, presentando scelte di game design molto simili al noto Ghost of Tsushima. Il gioco è caratterizzato da una mappa divisa in aree, ognuna con la sua lista di collezionabili e icone rosse che indicano luoghi presidiati dai nemici. Potremo spostarci a cavallo o attraverso l’aliante, che fin dai primi trailer ha incuriosito la maggior parte dei giocatori. Quest’ultimo ricorda una versione più agile della paravela vista all’interno dei due ultimi The Legend of Zelda, e potremo usarlo premendo il tasto X durante la fase di salto, iniziando così a librare in aria e consumare Ki (ovvero la barra del vigore) per tutta la durata del volo. In caso finissimo il vigore, andremo incontro ad una repentina caduta, ma nulla ci vieterà di riaprire l’aliante all’ultimo secondo per evitare danni. La sua utilità non è però relegata al solo spostamento, ma potremo utilizzarla per uccidere silenziosamente i nemici su cui sorvoleremo.

Rise of the Ronin – Le nostre prime impressioni

Il mondo aperto offre la possibilità di raccogliere diversi materiali (alcuni unici per determinate aree) per creare consumabili dallo speziale o dai mercanti, come pillole mediche, frecce infuocate/avvelenate o vasi esplosivi/accecanti. Il gioco presenta diverse attività secondarie e brevi sotto trame, ma anche la possibilità di partecipare a eventi casuali come aiutare persone in pericolo o donare qualche moneta ai poveri mendicanti. Nel caso si attivi invece una vera e propria missione principale o secondaria, avremo la possibilità di organizzare il nostro inventario, rivedere il nostro equipaggiamento e scegliere i nostri alleati prima di proseguire. Avviata la missione l’open world sparirà, riducendo le porzioni della mappa ad una piccola area obiettivo.

Rise of the Ronin non prende però solo spunto dai suoi predecessori, ma riesce fin dalle prime ore a trovare una propria anima con meccaniche inedite, come lo scambio personaggio. Se infatti vagheremo soli all’interno del vasto open world, potremo affidarci all’aiuto di diversi compagni durante lo svolgimento delle missioni. Questi saranno controllabili dal giocatore, e si potranno usare i loro set unici di equipaggiamento (e non modificabili) per provare differenti approcci alla missione proposta. Potremo portare un massimo di due compagni al nostro seguito e, nel caso venissimo sconfitti, il controllo passerà immediatamente ad uno degli altri personaggi. Inoltre ogni alleato presenterà un livello di legame unico che aumenterà a seconda del rapporto e del tempo passato assieme in missione.

Rise of the Ronin – Le nostre prime impressioni

Non basteranno forza e velocità per sopravvivere, ma sarà la tecnica a far superare le sfide più ardue, attraverso i differenti stili di combattimento. Potremo equipaggiarne solo tre alla volta per ogni arma primaria e, attraverso una piccola freccia sulla barra vita del nemico, potremo renderci conto della sua reale efficacia (freccia blu efficace, freccia rossa inefficace, freccia bianca equilibrato). Ogni classe d’arma possiede anche il proprio livello di competenza, che aumenterà in base alla frequenza d’uso della rispettiva arma, donando diversi bonus passivi quando equipaggiate. Potremo portare con noi due armi primarie, due secondarie e dodici consumabili (una tipologia per slot). L’armatura coprirà invece gli slot di elmo, busto, braccia, gambe e accessori. Sia le armi che gli accessori disporranno di un proprio livello equipaggiamento, ma potranno essere utilizzati anche se fossimo di livello inferiore, con un aumento delle statistiche dell’arma o dell’armatura quando raggiunto il livello richiesto. Ogni pezzo di equipaggiamento sarà inoltre dotato di un livello di rarità influenzato dal numero di bonus passivi presenti su esso.

La domanda che però è riecheggiata sin dall’annuncio è  in particolare una: “Rise of the Ronin è un soulslike?“, beh la risposta è un sonoro “ni”, ma vediamo il perché. Rise of the Ronin presenta meccaniche soulslike, nel senso stretto del termine, solo durante lo svolgimento delle missioni, dove troveremo delle bandiere a fungere da più comune falò, permettendoci di ricaricare i nostri HP e far tornare in vita i nemici sconfitti in precedenza. Nel caso di morte perderemo le nostre anime, che qui assumono il nome di Karma, e saremo costretti a sconfiggere il nemico che ci ha uccisi per riottenerlo. La difficoltà presenta un alto tasso di sfida e andare avanti potrebbe richiedere più di un tentativo, soprattutto durante gli scontri boss. Ma allora perché diciamo “ni” in risposta alla sua natura “soulslike”? La risposta risiede nell’open world e nelle meccaniche di avanzamento. Tutte le meccaniche che infatti ho sopracitato le ritroverete anche nell’open world messo a disposizione da Team NINJA, ma dimenticate un mondo aperto e brutale come quello visto in Elden Ring. Al di fuori delle missioni la barra vita si ricaricherà in autonomia dopo gli scontri e le bandiere non avranno più la funzione di falò, bensì quella di punti di spostamento rapido.

Rise of the Ronin – Le nostre prime impressioni

Il titolo inoltre vi permette di scegliere la difficoltà con cui affrontare l’avventura, quindi si potrà anche optare per la difficoltà facile. Per finire, ciò che lo differenzia maggiormente, è il sistema di avanzamento personaggio. Il Karma servirà ad acquisire punti talento, con i quali progredire in uno dei quattro alberi delle abilità (Forza, Destrezza, Fascino e Intelletto). Liberando completamente le aree della mappa e completando determinate missioni secondarie si potranno ottenere punti abilità unici, che vi permetteranno di sbloccare abilità ben più rare, come la possibilità di persuadere o intimidire il vostro interlocutore. Sconfiggendo i nemici e completando le missioni si otterranno anche punti esperienza che faranno salire di livello il protagonista, ricompensando con punti talento e un aumento delle statistiche. Queste ultime potranno prediligere un determinato ramo a seconda della scelta di classe effettuata ad inizio gioco, dopo la creazione del personaggio.

Rise of the Ronin – Le nostre prime impressioni

Il titolo per il momento ci sta sorprendendo e una nota di merito va alla possibilità di settare il doppiaggio completamente in italiano, ma per il nostro giudizio definitivo su Rise of the Ronin toccherà attendere ancora un po’ di tempo. Come già ribadito la data di uscita del titolo è fissata per il prossimo 22 marzo, dove l’ultima fatica di Team NINJA vedrà il suo esordio solo su PlayStation 5.

Amante dei videogiochi fin dalla tenera età, ama perdersi nella scrittura ascoltando le OST di FINAL FANTASY e KINGDOM HEARTS. Convinto fieramente che la bellezza di un equip sia più importante delle sue statistiche, è sempre alla ricerca di nuovi oggetti da aggiungere alla sua collezione videoludica.

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