Quella di Trails è una delle saghe più prolifiche del mondo attuale dei JRPG, anche grazie a numerosi capitoli che non sono ancora arrivati nel nostro continente. Basti pensare alla serie dedicata a Calvard, annunciata come Trails throug Daybreak, o il nuovo titolo annunciato poche settimane fa e previsto per il 2024 in Giappone. Un altro motivo per il quale l’intera serie è conosciuta al mondo è l’enorme quantitativo di porting che vengono rilasciati per ogni capitolo: dopo aver parlato di Ao no Kiseki (per noi Trails to Azure) e di Trails into Reverie, la giornata di oggi è dedicata all’arrivo su PlayStation 5 di The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel III e IV, di cui abbiamo parlato approfonditamente nelle nostre recensioni sia della versione PlayStation 4 che Nintendo Switch.
Nel corso di questa recensione parleremo di entrambi i titoli nella loro facciata migliore, con note sulle modifiche del gameplay dal punto di vista del combattimento e soprattutto del lato tecnico. Prima di proseguire, però, è necessario ricordarvi i numerosi approfondimenti presenti sul sito riguardanti la saga The Legend of Heroes, dalla retrospettiva che ripercorre tutta la storia del brand ai riassunti di Zero no Kiseki… oltre che le recensioni dei già citati Trails to Azure e Trails into Reverie che hanno fatto il loro debutto nel 2023.
ATTENZIONE: questo articolo conterrà spoiler di alcuni avvenimenti della saga, specialmente del terzo capitolo. Cercheremo di tenere al minimo le informazioni rivelate, ma non possiamo garantire la totale assenza di anticipazioni.
- Titolo: The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel III/ The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel IV
- Piattaforma:
- Versione analizzata: PlayStation 5 (EU)
- Genere: RPG
- Giocatori: 1
- Publisher: NIS America
- Sviluppatore: Nihon Falcom
- Lingua: Inglese (testi), Inglese o Giapponese (doppiaggio)
- Data di uscita: 16 febbraio 2024
- Disponibilità: retail, digital delivery
- DLC: include costumi alternativi e oggetti cosmetici
- Note: la Deluxe Edition fisica include un artbook da collezione
Abbiamo recensito The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel III/ The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel IV con un codice PlayStation 5 fornitoci gratuitamente da NIS America tramite PLAION.
Storie da un altro mondo
In Trails of Cold Steel III sono passati oltre due anni da quando Rean Schwarzer e i suoi compagni hanno scongiurato una crisi politica e civile nel grande impero di Erebonia, sconfiggendo dapprima l’alleanza dei nobili e successivamente i misteriosi Ouroboros, evitando così il peggio. Il nostro eroe è ora conosciuto con il nome di Ashen Chavalier ed è diventato un nuovo istruttore della Thors Academy, la ex scuola che tanto gli ha dato nel corso degli anni passati al suo interno. Dopo la sua distruzione, infatti, l’accademia è stata totalmente ricostruita e rinnovata abbracciando una mentalità più militare, fino ad arrivare a costruire una sede secondaria posizionata a Leeves. Proprio qui Rean diventa il professore della nuova Classe VII, composta solamente da tre studenti: Juna Crawford da Crossbell, Kurt Vander e Altina Orion, ex membro di Ouroboros già affrontata in passato. Il gioco ci porterà a scoprire alcune verità riguardanti ciò che è successo nei due anni di stacco dal secondo al terzo capitolo e ci catapulterà in quello che dovrebbe essere il vero finale della saga di Erebonia, salvo poi l’arrivo di Trails into Reverie.
Trails of Cold Steel IV, invece, inizia dove il predecessore interrompe la sua corsa. Il team deve ora recuperare dopo gli scontri avvenuti nel Graal e l’inizio dell’operazione Jormugand, dichiarando guerra alla Repubblica di Calvard. Sebbene il gioco rappresenti la chiusura della saga di Erebonia, l’intera avventura si pone anche come capitolo conclusivo delle varie sottotrame rimaste in sospeso sin dal 2004 – l’inizio di Trails in the Sky – dando vita a uno dei worldbuilding più importanti e complessi del mondo dei JRPG. I due giochi forniscono una conclusione quasi definitiva a tutto, dando modo ad Hajimari no Kiseki (Trails into Reverie) di fungere da titolo dedicato ai fan di lunga data, in modo da chiudere un’intensa avventura prima di passare ad altri lidi e proseguire con quanto Kondo ha in serbo per noi.
I turni rimangono la via
Inutile soffermarsi più di tanto sul gameplay dei due giochi, abbondantemente analizzati nelle recensioni delle versioni PlayStation 4 e Nintendo Switch dei due giochi. In breve, però, i titoli si rifanno perfettamente alla classica filosofia dei JRPG a turni, in cui è presente una timeline posta a lato dello schermo che permette di visualizzare le varie turnazioni in tempo reale, con segnalati anche i cambiamenti dovuti a particolari skill o – purtroppo – a morti dei protagonisti in campo in quel determinato momento. Una volta arrivato il turno, è possibile sfruttare i classici attacchi fisici, utilizzare magie o tecniche speciali (chiamate rispettivamente Arts e Craft) per porre fine allo scontro. Le Arts sono apprendibili tramite oggetti speciali, chiamati orbment, che se equipaggiati permettono di utilizzare magie e aumentare le proprie statistiche, attivando effetti secondari che permettono di affrontare al meglio gli scontri avanzati. Gli orbment possono essere cambiati in qualsiasi momento fuori dagli scontri ed è possibile potenziarli (o potenziare gli slot dell’ARCUS II in nostro possesso) sia negozi specializzati, sia davanti a particolari colonnine trovate in prossimità di boss o svincoli importanti della trama.
Una delle novità di questi due capitoli riguardano gli Order, veri e propri effetti che permettono di ribaltare le sorti di una battaglia con un semplice click. Ogni unità, infatti, potrà utilizzare uno o più ordini da impartire alla squadra – al costo di determinati BP – fornendo così a tutti buff temporanei. È possibile recuperare il 10% dei propri HP e EP (utili per lanciare le magie) e diminuire i danni subiti del 50% oppure aumentare il proprio output offensivo. L’utilizzo dei Brave Order è fondamentale soprattutto alle difficoltà più alte, dove il combat system viene utilizzato al massimo delle sue possibilità offrendo ore e ore di divertimento.
Un port per domarli tutti
Arriviamo così al momento più atteso di questa recensione: come si comportano tecnicamente questi due giochi su PlayStation 5? La risposta è molto semplice e, in realtà, neanche così sorprendente: molto bene e senza alcun problema. La collection gira a 60 fps senza alcun calo, neanche in momento più concitati, e non abbiamo riscontrato alcun tipo di bug, nonostante fossero presenti alla release dei porting PC e Switch. L’upgrade grafico è netto ed è possibile raggiungere le vette viste in Trails into Reverie su PlayStation 5, con una pulizia su schermo mai vista nella saga, spremendo il motore di gioco fino all’ultimo per proporre il porting definitivo dei due capitoli più importanti della serie di Erebonia.
Dal punto di vista del comparto audio, invece, non abbiamo nulla da dire in quanto le melodie presenti nel titolo originale sono state mantenute, senza nessun taglio o rifacimento. La colonna sonora del quarto capitolo è una delle migliori mai sentite in ambito JRPG, perfette per esaltare le scene presenti a schermo e dare la carica durante i combattimenti. Promossi anche i doppiaggi, anche se la preferenza va inevitabilmente a quello giapponese per maggiore affinità con i personaggi e i loro caratteri.
A chi consigliamo The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel III e IV?
I due giochi sono ovviamente la conclusione di una saga partita nel 2004 ma, al contempo, facente parte di una quadrilogia nata più di dieci anni fa. È quindi è naturale suggerire i due port a coloro che hanno giocato l’intera serie (o l’hanno recuperata nel corso del tempo), approfittando della versione PlayStation 5 e dell’inclusione di entrambi i giochi nel bundle per recuperare e completare la narrazione di Erebonia. I due precedenti titoli sono stati rielaborati e portati in Europa nel 2019 su PlayStation 4, rendendo quindi la piattaforma Sony un riferimento per il recupero dell’intera serie, comprendendo l’arco di Crossbell (Trails from Zero e Trails to Azure) e il futuro Trails Through Daybreak che inizierà la storia di Calvard.
- Versione PlayStation 5 ben realizzata
- RPG divertentissimi da più di 100 ore ciascuno
- Storia tra le migliori del genere
- Questi nuovi port non aggiungono nulla
- Difficile da capire se non siete appassionati alla saga
- Manca l’italiano
The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel III e IV
La fine del viaggio... ancora
The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel III e IV è un ottimo modo per recuperare i due titoli se non doveste mai aver avuto la possibilità precedentemente. La storia è la continuazione di una narrazione durata vent’anni, sin dal primo Trails in the Sky, pur facendo parte della saga di Erebonia con l’uscita del primo Cold Steel nel 2013. Il gameplay rimane sempre uno dei migliori per quanto riguarda l’ambito RPG giapponesi con ore e ore di divertimento assicurato oltre che una narrazione più profonda del classico “cattivo vuole, cattivo conquista”.