Lucca Comics & Games 2023 – La nostra intervista a Tony Valente

Lucca Comics & Games 2023 - Intervista a Tony Valente

Cosa sarebbe ormai il Lucca Comics & Games senza Tony Valente? Il celebre mangaka europeo è stato ancora una volta ospite fisso al padiglione di J-POP, la casa editrice che pubblica la sua opera in Italia, Radiant, giunta al diciassettesimo volume questo maggio. Le file per incontrarlo erano eterne anche sotto la pioggia, perché l’autore ha saputo conquistare anche gli italiani con il suo magnifico stile di disegno e di narrazione. Siete curiosi di sapere quali sono i segreti del suo successo o cosa lo ha influenzato? o semplicemente vorreste saper qualcosa di più su questo mondo permeato di Fantàsia? Scopritelo in questa intervista esclusiva che J-POP ha gentilmente concesso a noi di Akiba Gamers.

Intervista a Tony Valente

Siamo qui con Tony Valente, il famoso autore di Radiant e primo mangaka europeo ad aver pubblicato la sua opera in Giappone. Partiamo con una domanda che è scontata: come ci è riuscito?

Personalmente non ho fatto nulla in particolare. Ho pubblicato il mio manga in Francia ed è successo che alcuni produttori stranieri se ne sono interessati: uno di loro era appunto giapponese (probabilmente sta parlando di un rappresentante di Ankama, ndr) e così è ho potuto pubblicare la mia opera anche in Giappone.

Cosa l’ha spinta a cimentarsi con un mondo fatto di bianco e nero, diverso dal classico standard francese, e generalmente europeo, che è invece caratterizzato da illustrazioni a colori?

La verità è che questo era il format che leggevo di più, e credo che ciò abbia influenzato la mia scelta di produrre tavole in bianco e nero.

Quindi aveva intenzione di lavorare in questo modo già dagli inizi, prima di ricevere la proposta dal Giappone?

Certamente! Avevo già ideato Radiant come un’opera in formato manga e non come un fumetto a colori. Infatti, quello che avevo in mente di creare era esattamente un manga.

Nelle passate interviste ha raccontato di essere stato ispirato da mangaka come Akira Toriyama e Rumiko Takashi e da opere come Naruto e Bleach. Ma ora, si facendo influenzare anche da nuovi titoli nel proseguo della sua opera?

Credo che tutto ciò che mi piaccia veramente finisca per avere una qualche suggestione su di me. Raramente vengo però condizionato nell’aspetto della creazione da qualcosa che ho letto. Se dovessi fare dei nomi tuttavia credo che My Hero Academia mi abbia particolarmente influenzato, allo stesso modo di tante altre serie che mi piacciono: Dandadan per esempio, che sto tuttora deguendo e che mi piace molto, allo stesso modo Dungeon Meshi (da noi noto come Dungeon Food, ndr), ma ci sono anche altri titoli.

E per quanto riguarda le opere europee? Ci sono fumetti, cartoons, graphic novel o qualche altra tipologia che le piace seguire o che l’ha ispirata?

Leggo tuttora alcuni fumetti europei, ma non credo ci siano elementi di questi lavori che abbiano particolarmente influenzato nel mio lavoro; mi diverto a leggerli, e non voglio fare un paragone tra i manga e questi ultimi, o con qualsiasi altra tipologia, ma il formato utilizzato per i manga è ciò che preferisco, e lì ci sono cose che non troviamo nei comics. In sostanza è per questo che credo di essere stato condizionato da opere europee.

Nelle sue storie troviamo riferimenti alle fiabe dei fratelli Grimm, come per l’omonimo personaggio o l’arco narrativo di Hameline. Sono dovuti al fatto che le piacciono le loro storie o si tratta puramente di un’operazione di ricerca?

Mi piace molto l’idea di inserire del folklore europeo nel mio manga. Quello che adoro di molti titoli giapponesi è il modo in cui usano le loro leggende, tradizioni e costumi per arricchire le storie, come in Naruto. I manga sono pieni di questi riferimenti, e noi finiamo per conoscerli partendo dall’esterno, perché quando ci interessiamo ai personaggi andiamo a scavare tra queste informazioni folkloristiche. Mi piace pensare che i lettori provino le stesse cose anche con Radiant.

I lettori si chiedono spesso quanto duri un’opera, ed è così anche per Radiant. Ha già programmato un finale e delle tempistiche precise, oppure decide di volta in volta?

Ho già un piano per il finale sin dall’inizio, mi do però la libertà di riprogrammarlo o di posticiparlo man mano che scrivo la storia. Continuerò a procedere in questo modo, ma ho già una visione generale di ciò che dovrà accadere.

Parlando del finale, può dirci se il Radiant (ovvero il luogo cercato da Seth dove si dice abbiano origine i Nemesis) sarà qualcosa di concreto oppure un ambiente astratto?

No! (Risponde ridendo)

Riguardo all’ambientazione, come è nato questo mondo composto da isole appoggiate su un fondale ignoto risalente all’età industriale? Ci sono rifermenti alla situazione attuale di sfruttamento delle risorse del pianeta Terra?

Preciso subito una cosa: il mondo di Radiant non è il nostro mondo nel futuro. Durante la sua creazione però mi sono chiesto “Perché non inserire qualcosa di post apocalittico?” ma questa volta legato al fantasy, e non solamente alla classica ambientazione giapponese catastrofista e desolata, che non riesco a farmi piacere. Ho quindi creato un mondo fantasy, ma con l’idea che ci sia stata una età industriale in precedenza, che tuttavia un giorno è cessata a causa di una catastrofe. Non tutte le aree sono però state intaccate da questo cataclisma. In questi luoghi (si riferisce quasi certamente solo alle isole, ndr) la società è rinata, ma molta della tecnologia del passato è andata persa. Questa è stata per me una costruzione del mondo voluta per dare una spiegazione coerente della geografia e della storia rappresentate in Radiant.

Molti pensano (e sottoscrivo) che la bellezza di Radiant sia dovuta alla sua abilità di saper inserire tematiche forti e moderne a supporto degli scontri tra Nemesis, Stregoni, Domitor e Inquisizione: troviamo discriminazione, razzismo, fondamentalismo, povertà, politica, etc. La domanda è questa: è mai stato criticato per queste tematiche?

Non penso, e se per caso è accaduto non ne sono a conoscenza. Può essere che qualcuno abbia smesso di leggere il mio manga per qualche ragione, forse se sono razzisti (commenta ridendo), ma in ogni caso non mi sono giunte voci a riguardo.

I suoi personaggi sono tutti ottimamente caratterizzati e facili da riconoscere, un po’ come in ONE PIECE oserei dire. Si è affezionato a qualcuno di loro in particolare? E in tal caso per quale motivo?

In realtà non sono affezionato a qualche personaggio in particolare, poiché ciò che preferisco è il modo in cui interagiscono tra di loro. Per questo sono sempre felice quando creo individui originali che risultano differenti dai precedenti: non tanto per il loro aspetto, ma perché so che ci saranno nuove e interessanti conversazioni. Adoro veramente quando questo accade: per esempio con il re di Bôme, ero davvero entusiasta di aggiungerlo alla storia, perché conoscevo il suo modo di fare e sapevo che avrei creato qualcosa di incredibile e divertente da leggere non solo per i lettori, ma anche per me stesso. Come avete visto non si tratta solo del suo modo di essere, ma del suo modo di rapportarsi con tutti gli altri individui, ed è questo ciò che cerco ogni volta che rappresento nuovi personaggi.

Sempre riguardo alle sue creazioni, le piace disegnare qualcosa in particolare? c’è qualche rappresentazione che le risulta facile da fare e altri che invece le risultano complicate?

Generalmente mi trovo meglio nel disegnare persone rispetto ai fondali, ma cerco di farmi piacere il più possibile anche la rappresentazione di sfondi e di ambientazioni… anche se mi risulta difficile. Quando disegno i personaggi mi risulta più facile, soprattutto negli attimi in cui li faccio interagire tra loro, in modi buffi o interessanti. Anche in questo caso non c’è un’individuo particolare che adoro disegnare, ma ci sono alcune scene che adoro: per esempio amo prendere Melie e Seth e farli parlare tra di loro. Non è che non mi piaccia disegnare l’uno o l’altro singolarmente, ma quando sono assieme diventa tutto più divertente perché so che la loro conversazione lo sarà; per questo quando lavoro sul manga attendo con impazienza queste scene. Quindi, rispondendo alla domanda, mi piace disegnare le interazioni tra i personaggi.

Nel 2018 è stato rilasciato l’anime di Radiant. Ha supervisionato la sua creazione? Le è piaciuto? E quanto ha inciso sulla popolarità del manga?

Ho supervisionato l’anime, ma non ho disegnato nulla, ne scritto nulla; ho solamente ricevuto il design dei personaggi e dei fondali, sui quali avrei potuto agire: potevo commentarli, correggerli, scrivere note, etc. Non ho visto l’anime a lavori in corso o prima della sua conclusione, ma come tutti l’ho guardato quando è uscito, mentre in anteprima ho ricevuto il design e gli script, ma non ho fatto nulla, né influenzato le varie scelte. Riguardo alla popolarità di Radiant, non posso essere sicuro di quanto sia stata influenzata dall’anime, perché già prima della sua uscita se ne parlava assiduamente in davvero moltissimi stati: non so dire quale tra i due abbia avuto un ruolo maggiore nella sua crescita, ma credo il merito principale vada al fatto di aver venduto milioni di copie e merchandising.

In conclusione, vorresti dire qualcosa ai lettori italiani che ti seguono?

Solamente grazie per il sostegno che mi hanno dimostrato in questi lunghi anni, anche quando hanno dovuto aspettare del tempo prima dell’uscita di un nuovo volume. Sono sempre stato accolto in modo fantastico quando vengo qui, c’è tanto supporto e coinvolgimento; questo è anche il motivo per cui mi piace scrivere il manga e spero che i miei lettori possano davvero divertirsi leggendo la storia. Vi ringrazio tutti!

Grazie mille per l’intervista e speriamo di vederla ancora il prossimo anno qui a Lucca!

Ci spero!


PS: Precisiamo che l’intervista riportata qua sopra è stata condotta in lingua inglese con Tony Valente, e si tratta di una traduzione più fedele possibile nei limiti della sua leggibilità.

Scrittore per passione, dopo aver scoperto la pozione che preserva i capelli e l’anima, la usa su di sé per terminare il dottorato in ingegneria ambientale. Utilizzando la magia infusa nelle parole tenta da anni di convertire gli eretici alla cultura giapponese. Adora il metal, i videogiochi, manga e fumetti, l leggende celtiche, e tutto ciò che si può fare mangiando cioccolata all’ombra di una montagna.

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