Nel mondo dei videogiochi, quanto degli anime e dei manga, il nome Fate porta a trascorsi piacevoli quanto deludenti, complice anche la presenza di numerosi archi narrativi che non hanno mai reso semplice la fruizione dei numerosi “what if?” di questo universo. Sono passati quasi vent’anni dall’uscita della primissima visual novel Fate/stay night, e ad oggi il franchise può contare più di settanta opere tra videogiochi, visual novel, anime, OVA, riedizioni, reboot, manga e light novel. È però nel 2018 che le carte in tavola vengono definitivamente cambiate, con la collaborazione del creatore di Fate/stay night, Kinoko Nasu, con il caposaldo della serie Hiraku Sakurai, noto per Fate/Grand Order e Yuichiro Higashida, noto per Fate/Apocrypha, per la scrittura del gioco. Nasce così Fate/Samurai Remnant, che promette non solo di introdurre una storia del tutto inedita per l’universo di Fate, ma anche di spostare l’attenzione su uno dei periodi più interessanti della Storia giapponese. Abbiamo potuto così giocare il titolo in anteprima, e siamo pronti a raccontarvi nel dettaglio la nostra esperienza tra Master e Servant. Buona lettura e buona Guerra del Santo Graal!
- Titolo: Fate/Samurai Remnant
- Piattaforma: PlayStation 5, PlayStation 4, Nintendo Switch, PC (Steam)
- Versione analizzata: PlayStation 5 (EU)
- Genere: Azione
- Giocatori: 1
- Publisher: KOEI TECMO GAMES
- Sviluppatore: Omega Force
- Lingua: Inglese (testi), Giapponese (doppiaggio)
- Data di uscita: 29 settembre 2023
- Disponibilità: retail, digital delivery
- DLC: non annunciati
- Note: pre-ordinando il gioco otterremo il costume bonus Phantasmal Dress
Abbiamo recensito Fate/Samurai Remnant con un codice PlayStation 5 fornitoci gratuitamente da KOEI TECMO GAMES via PLAION.
Anno quarto dell’era Keian del periodo Edo. Sono passati molti anni dalla fine di un’era turbolenta e intrisa di sangue. La popolazione conduce un’esistenza pacifica e tranquilla. Tuttavia, sta per scatenarsi una guerra tra sette coppie di Master e Servant. Nell’ombra, intanto, si celebra il “Waxing Moon Ritual“. Ad Asakusa il giovane Miyamoto Iori si ritrova coinvolto nella violenza di una Guerra del Santo Graal, scoprendosi presto uno dei sette Master che ne prenderà parte…
Rituale della Luna Crescente
Prima di addentrarci nel vivo della recensione, parliamo brevemente di cosa accumuna i vari capitoli e media di Fate, così che anche chi solo incuriosito da questo ultimo titolo possa seguire con più facilita ciò di cui parleremo tra poco. La serie di Fate si concentra principalmente su trame legate a eventi chiamati Guerre del Santo Graal, dove sette Master (generalmente maghi o guerrieri esperti) coi rispettivi Servant (manifestazioni di spiriti eroici passati da loro evocati) combattono tra di loro finché l’ultima coppia rimasta ottiene il Santo Graal e la possibilità di esaudire un qualsivoglia desiderio. Negli anni sono molteplici le opere derivate dal primissimo Fate/stay night, alcune che si pongono come diretti sequel/prequel, altre che invece sono ambientate nel medesimo universo che però differisce da quello originale in diversi punti. Ad accumunare le storie troviamo sempre la Guerra del Santo Graal e il rimando alle classi principali di Servant che si possono incontrare: Saber (Spadaccino), Archer (Arciere), Berserker, Rider (Cavaliere), Lancer (Lanciere), Assassin (Assassino) e Caster (Mago/Evocatore). Anche l’ultima opera dello studio, Fate/Samurai Remnant, non si allontana dai caratteri comuni della serie, se non per qualche piccola (e giusta) novità. Ritroveremo anche qui il rapporto Master-Servant, l’incantesimo di comando, le sette classi principali e una guerra fuori scala.
Inoltre tutti coloro che temono di non potersi godere il gioco, perché magari non abbastanza informati sull’universo principale di Fate, possono tirare un sospiro di sollievo visto che Samurai Remnant non presenta in alcun modo collegamenti con altre opere, ponendosi come ottimo punto di inizio per chi voglia scoprirla dopo questo primo capitolo. Il gioco spiegherà già dai primi capitoli tutto ciò che c’è bisogno di sapere per fruire al massimo l’avventura, strizzando anche l’occhio ai fan di vecchia data con riferimenti ad altre opere dello studio, come ad esempio il rapporto tra il protagonista e la sua Saber che ricorderà non poco quello già visto in Fate/stay night tra Shirō Emiya e la propria Saber, oppure il ritorno (senza fare spoiler) di diversi personaggi già apprezzati in passato.
In Fate/Samurai Remnant controlleremo Miyamoto Iori, un Master che per anni ha padroneggiato lo stile di combattimento Niten Ichiryu, e il suo Servant, Saber, che come da tradizione in Fate, avrà capacità ben fuori dall’ordinario, come una padronanza elevata dell’elemento acqua. Caratteristica principale del titolo sarà la possibilità di non poter controllare direttamente solo Iori, ma anche Saber, come tanti altri Servant appartenenti alle varie classe presenti. Nel gioco avremo anche la possibilità di esplorare la città di Edo, dove ci ritroveremo tra residenze di famosi samurai, angusti vincoli e persino bordelli, tutti disegnati in pieno stile giapponese. Qui, per le strade della città, potremo interagire con i vari personaggi non giocanti per scoprire segreti sul Rituale della Luna Crescente e la città di Edo, accarezzare animali per ottenere bonus salute, esplorare un’ampia varietà di aree e affrontare una vasta gamma di sfide (alcune specifiche per l’area in cui ci troveremo) mentre combattiamo per la sopravvivenza nell’imminente Guerra del Santo Graal. Non mancheranno anche piccoli momenti di fuga dalla storia principale, come la curiosità di Saber nel vedere per la prima volta il mondo in cui si ritrova o minigiochi da affrontare, come ad esempio dover fermare una rissa per strada.
Il gioco non presenta però solo una ricca trama principale, ultimabile in circa 50 ore, ma anche numerose missioni secondarie chiamate “Digressioni”, che vi permetteranno di far salire l’ammontare di ore facilmente verso il centinaio. Progredire attraverso le varie Digressioni offrirà numerosi vantaggi, come approfondire i legami con i Rogue Servant (ovvero dei Servant privi di Master), aumentare il legame con Saber o ricevere semplicemente punti esperienza e materiali utili alla creazione. Queste missioni non saranno disponibili per sempre e potranno essere mancate, ma riceveremo una notifica nel caso giungessimo fin troppo vicino a un punto di non ritorno che ci avviserà che abbiamo lasciato delle missioni secondarie in sospeso e che le perderemo avanzando nella trama principale. Per provare appieno ciò che ha da offrire Fate/Samurai Remnant non basterà però una singola run, ma almeno due, con un New Game + attivabile in qualsiasi momento dopo aver finito il titolo e che vi permetterà di ricominciare l’avventura direttamente dal secondo capitolo, ma attenzione, troverete ad aspettarvi tante curiose novità rispetto alla prima avventura.
I resti di un Samurai
In Fate Samurai/Remnant il nostro protagonista dovrà avere molta cura di sé e del suo equipaggiamento, portandoci a passare molto tempo all’interno del suo skill tree dedicato e del menù inerente l’assemblaggio delle sue doppie spade. Quest’ultimo ci permetterà di collezionare diversi componenti durante gli scontri e l’esplorazione, per poi assemblarli come meglio preferiamo e ottenere interessanti bonus. Potremo così cambiare il fodero, la guardia, l’impugnatura o le decorazioni su di essa. Non mancheranno anche minigiochi dedicati, come la pulizia delle lame per ottenere più esperienza nei successivi scontri o scolpire piccole statue del Buddha per ottenere bonus legati agli stili di combattimento.
Tornando invece allo skill tree, questo sarà disponibile sia per Iori che per Saber, e sarà ricco di bonus passivi quanto di nuove abilità attive. Tra le abilità sbloccabili troviamo ad esempio “Risposta“, una delle primissime che sarà possibile ottenere. Usando infatti col giusto tempismo il tasto dedicato alla schivata, potremo eseguire un potente contrattacco e immobilizzare il nemico. Come per altre abilità, questa però non sarà utilizzabile solo dal nostro protagonista (anche se appartenente al suo skill tree), bensì da tutti gli altri personaggio giocabili, rendendo decisamente più interessante lo sblocco delle abilità più potenti per permettere a tutti di poterne fare uso. Sarà presente all’interno della nostra casa, nonché hub principale di gioco, un personale laboratorio di magia, che permetterà con i giusti materiali di sbloccare particolari bonus utili per l’intero gioco. Tra questi possiamo trovare “On the Wind” (disponibile all’inizio del capitolo 2), che permetterà di sbloccare la “posizione del vento” durante i combattimenti, oppure “At your Beck and Call” che fornirà la possibilità di cambiare i Rogue Servant alleati da qualsiasi luogo.
Il combattimento in sé sarà invece composto da due diverse tipologie. La prima riguarda il combattimento diretto, dove potremo utilizzare il protagonista all’interno di “arene” che si verranno a creare nell’apposita zona di scontro e che consentiranno l’uso della spada, del Servant o delle proprie abilità/magie. Facendo riferimento alla versione PlayStation da noi testata, potremo con attaccare con quadrato e triangolo con un colpo rispettivamente leggero o pesante, con X saltare, con cerchio attingere al colpo speciale di Iori, con L1 più uno dei tasti azione usare una delle nostre abilità o magie, con L1 più la croce direzionale scegliere quale stile di combattimento utilizzare tra quelli disponibili (un po’ come nella serie Yakuza), con R2 scattare o schivare, mentre con L1+R1 potremo passare al controllo del nostro Servant quando la barra d’affinità avrà raggiunto il pieno potenziale.
Nei panni del Servant i comandi rimarranno i medesimi e potremo combattere nei loro panni finché la barra d’affinità non si consumerà del tuto. Sia durante il controllo di Iori che del Servant, potremo attingere ai colpi speciali di quest’ultimo attraverso la pressione di R1 più uno dei stati azione. Questi colpi saranno utilizzabili solo se in possesso di sufficienti punti affinità, cumulabili attaccando normalmente i nemici, e saranno facilmente selezionabili all’interno del menù dedicato. Durante gli scontri non sarà raro imbattersi anche in brevi sequenze quick time event, dove potremo respingere un attacco nemico o collaborare con il nostro Servant per uno speciale attacco ad area. Durante gli scontri non affronteremo mai nemici troppo ostici, anche perché le regole per affrontarli saranno quasi sempre le medesime, con finestre di attacco e contrattacco sempre ben visibili (il nemico brillerà rispettivamente di verde o di rosso).
La seconda tipologia di scontro riguarda invece le battaglie per le fonti di potere distribuite lungo tutta la città. Qui il combattimento si sposterà su un tabellone a turni, dove lo scopo del giocatore sarà quello di catturare la fonte magica nemica. Avremo sempre un numero prestabilito di mosse e per sconfiggere i nemici avremo due diverse possibilità. La prima è quella di ritrovarci sulla loro stessa “casella”, così da affrontarli in modo diretto, la seconda opzione è invece catturare un punto di loro passaggio precedente, così da interrompere il flusso magico in arrivo e sconfiggerli senza necessità di scontro diretto. Non mancheranno all’interno del gioco anche scontri contro nemici giganti o altri possessori di Servant, ed è proprio in queste occasioni che il gioco darà irrimediabilmente il meglio di sé.
Ciò che si cela dietro il rituale
Tecnicamente il lavoro svolto su Fate/Samurai Remnant non rende giustizia al suo lato ludico/narrativo. Graficamente infatti il titolo sembra rispecchiare più un titolo old gen che nuova generazione, data anche la presenza dei sporadici cali di frame durante l’esplorazione. Ad aver ricevuto maggior cura troviamo le numerose cutscene e sequenze di scontro (così come le abilità speciali dei Servant) che trasportano letteralmente il giocatore nel vivo del campo di battaglia.
Il comparto sonoro è invece tra le parti maggiormente degne di nota, dove ritroviamo all’opera Keita Haga, noto per il suo lavoro su Tsukihime e Melty Blood, nonché le precedenti opere dell’universo di Fate, così come Daisuke Shinoda, conosciuto per il suo contributo ad opere del calibro di Wild Hearts e NieR Replicant. La sequenza animata di apertura è infine prodotta da CloverWorks, studio d’animazione giapponese e apprezzatissimo già per i suoi precedenti lavori a Fate/Grand Order: zettai majū sensen Babylonia e Persona 5: The Animation.
Nota dolente l’assenza della traduzione italiana per i testi che, soprattutto in un titolo così longevo e con caratteristiche da visual novel, alla lunga porta inevitabilmente il giocatore a dover prendersi una pausa pur di non perdere preziosi frammenti di trama. Ottimo invece il doppiaggio giapponese, dove ritroviamo anche i famosi doppiatori Anri Katsu e Satoshi Mikami.
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A chi consigliamo Fate/Samurai Remnant?
Fate/Samurai Remnant è consigliato, indubbiamente, a tutti fan dell’universo principale del media e che aspettavano, come il sottoscritto, fin da troppo tempo un nuovo titolo che potesse rendere giustizia all’intero franchise. Il gioco è consigliato anche a tutti loro che hanno sempre guardato con curiosità l’universo di Fate, senza sapere bene da dover poter iniziare con un primo approccio, trovando in Samurai Remnant il prodotto perfetto per porre le prime basi.
- Ottimo come primo approccio all’universo di Fate
- Gameplay semplice e divertente in ogni suo particolare, soprattutto nell’uso dei Servant
- Lato artistico che rende giustizia a un altrettanto ottimo lato ludico/narrativo…
- …Ma la cura riguardo il fronte tecnico e grafico è nettamente inferiore
- Alla lunga gli scontri possono dare un senso di ripetitività
- L’assenza dell’italiano non permette di godersi appieno la lunga trama
Fate/Samurai Remnant
Il miglior gioco di Fate mai creato
Fate Samurai/Remnant è indubbiamente il miglior prodotto videoludico a tema Fate mai giunto fra le nostre mani, capace non solo di donare una trama avvincente e perfettamente in linea con i più noti e precedenti media, ma anche ricco di un gameplay semplice e intuitivo, che mostra il meglio di sé proprio negli emozionanti scontri tra Master e Servant. La possibilità di poter utilizzare diversi Servant rende l’esperienza ancora più varia, facendo sentire raramente la sensazione di monotonia tra i numerosi scontri. Il lato artistico mantiene senza riserva le alte aspettative, ma il lato tecnico lascia invece trasparire una cura decisamente più altalenante. La mancanza dell’italiano rende inoltre l’esperienza più difficile da apprezzare nella sua totalità, data anche la sua natura ereditaria da visual novel. Se però siete disposti a dargli una possibilità, vi ritroverete sicuramente davanti uno dei migliori capitoli dell’universo di Fate, in particolare per chi decide di viverlo come primo approccio al franchise, senza dimenticare i fan di lunga data che si divertiranno molto a scovare tutti i riferimenti alle passate opere. Indubbiamente un gioco da non lasciarsi sfuggire.