Un figlio eccezionale – Recensione

Abbiamo recensito Un figlio eccezionale di Miki Yamamoto, l'opera che si è aggiudicata il "Premio Eccellenza" al Japan Media Arts Festival

Un figlio eccezionale – Recensione

Quando decidiamo di avere un figlio siamo effettivamente pronti per quello che dovrà sostenere? È giusto che veda un mondo dove violenza e orrori si nascondono dietro ogni angolo, difficile da controllare e propenso al caos? La risposta ce la fornisce Un figlio eccezionale, volume unico di Miki Yamamoto, portato nel nostro paese grazie alla prolifera collana del “cane dorato” della casa editrice BAO Publishing. Ecco cosa dovete sapere prima di comprare questo volume!

Un figlio eccezionale – Recensione

  • Titolo originale: かしこくて勇気ある子ども (Kashikokute Youki aru Kodomo)
  • Titolo italiano: Un figlio eccezionale
  • Uscita italiana: 10 marzo 2023
  • Uscita giapponese: 2020
  • Numero di volumi: unico
  • Casa editrice: BAO Publishing
  • Genere: Psicologico, Drammatico, Slice of Life, Sperimentale 
  • Disegni: Miki Yamamoto
  • Storia: Miki Yamamoto
  • Formato: 15 x 21 , colori
  • Numero di pagine: 168

Abbiamo recensito Un Figlio Eccezionale tramite volume stampa fornitoci gratuitamente da BAO Publishing.

224 giorni alla nascita

Un figlio eccezionale, a differenza di quello che potrebbe sembrare, non è l’allegra storia che racconta la vita di un ragazzo bravo a far tutto, come potrebbero suggerire i disegni fanciulleschi delle prime pagine o la copertina accattivante, né una commedia basata sulle gag scaturite nell’allevare un figlio, ma un volume introspettivo sui dilemmi che potrebbe affrontare qualsiasi coppia affiatata che vuol fare questo importante passo. I nostri protagonisti sono due lavoratori professionisti di nome Sara e Kota, i quali scoprono che presto avranno un figlio; da qui inizia tutto l’iter di preparazione al lieto evento: lista degli acquisti, dove iscriverlo, come chiamarlo, come dividersi i compiti tra genitori, gli annunci, le visite e così via.

A tutto ciò si aggiungono poi i voli pindarici, ma comprensibili, che riguarderanno il futuro del figlio. Che lavoro farà? Sarà uno studente modello? Compirà grandi gesta? Domande che tutti si possono fare, ma per le quali solo in pochi si preparano. In questo caso è la madre che inizia a informarsi su come crescere appunto “un figlio eccezionale” e se dapprima questo comporta solo felicità e teatrini familiari, scavando più a fondo tra libri e notizie, si finisce per scorgere i lati più oscuri della vita, tra pericoli, problemi sociali, terrore, ingiustizie e tanto altro. Informazioni che portano la donna all’estrema convinzione: desiderare di non aver più il figlio che tanto attendeva. Se riuscirà questa coppia a rimanere consolidata di fronte agli inconvenienti della maternità, e se questo bimbo vedrà finalmente la luce, potrete scoprirlo solamente leggendo questo volume!

Un’attesa snervante

I giorni che separano l’inizio della storia dalla presunta nascita della creatura è uno degli aspetti più controversi e “tossici” di questo volume, passando da un “countdown” felice delle prime pagine, come quello nelle classiche attese del primo giorno dell’anno tra i fuochi d’artificio, sino alla “scadenza” della seconda parte del volume, terribile come il termine di una rata del mutuo. La narrazione è quindi molto profonda, quasi opprimente mi verrebbe da dire, e va a toccare tematiche parecchio distanti dai pensieri che comunemente dovrebbero riguardare tale evento: problemi legati ai metodi di crescita e agli sbalzi di umore; paranoie più o meno giustificate dagli ormoni e dalle esperienze quotidiane; aspettative dapprima esaltanti che diventano poi pesanti come macigni sulla coscienza della madre.

Tutto questo calderone di emozioni sempre più torbido si riversa sulla coppia, incrinando inizialmente l’armonia perfetta che li distingue, per poi spaccarla completamente. La ragazza che dirige questo manga (il marito non viene nemmeno mai chiamato per nome) è una spugna che raccoglie decine di piccoli dubbi razionalmente risolvibili in un unica e inamovibile “lucida pazzia”, finendo per scuotere tutto il suo credo come un fulmine a ciel sereno.

L’ossessione di una madre

L’autrice è certamente conscia del problema delle nascite che affligge il Giappone così come avviene in Italia, eppure non esita a scrivere una storia che instilla il dubbio negli aspiranti genitori. In parte è vero, bisogna essere consci di quello che accade nel mondo, e la mangaka ci mostra questo lato al quale si da poco peso, pescando da fatti realmente accaduti, come in molti one-shot: non solo le scene dell’attesa sono più che realistiche, ma anche un fatto di cronaca come quello che riguarda l’attentato a Malala del 2012 si presta a fare da mezzo per riunire tutto il male che il modo può fare a un figlio eccezionale. D’altra parte però questo volume sembra essere soprattutto una critica all’iperprotettività che molti genitori manifestano ancor prima della nascita delle proprie “creature”.

Non tutto quello che si fa per il bene del proprio bambino è realmente il meglio per lui o lei, sembra sussurrarci Miki Yamamoto. Da ragazzo cresciuto tra strade di paese e natura, assiduo consumatore di cerotti, ho veramente apprezzato la morale trasmessa (perlomeno a me) delle ultime pagine, che fanno intendere come il futuro non possa essere programmato, ma solo indicato: un figlio ha tutto il diritto e il dovere di imparare sulla propria pelle, anche in un mondo complesso e a tratti pauroso come quello dei giorni nostri; il dovere dei genitori di fare da “bravi maestri” e di insegnare il rispetto e il coraggio ai propri figli viene affrontato di petto, tutto il resto non è controllabile. Insomma, ogni cicatrice è una medaglia, se si è abbastanza preparati per crescere e sopravvivere!

Sangue e polvere

L’autrice, Miki Yamamoto, è docente di Arte in Giappone, all’università di Arte e Design di Tsukuba, e questo si vede sicuramente da molte delle scelte stilistiche prese, a partire dalla decisione di pubblicare il testo alla “occidentale”, sia per le vignette che per il senso di lettura, quasi volesse raggiungere con il suo messaggio più persone possibili. C’è poi tutta la parte che riguarda grafica e colori: un rosso dilagante accostato a diverse tonalità di grigio, tinte che sono in grado di infondere nel lettore tutta l’ansia e la frustrazione della battaglia interiore della donna; la testardaggine di un toro che parte per la sua strada che lo porterà a mangiare la polvere.

Anche i disegni e le linee adoperate, nello stile che userebbero dei bambini, sono funzionali a trasmettere le emozioni di questa storia a cavallo tra realtà e immaginazione, come se questa storia fosse stata ricostruita a partire da una serie di disegni appesi nella sala d’attesa dell’ospedale. Il racconto infatti potrebbe tranquillamente rappresentare l’estremizzazione del disagio e delle difficoltà che quasi ogni coppia si trova ad affrontare nel periodo che precede la nascita. Sarà forse anche per questa normalità trasformata in follia che il volume della BAO risulta così disturbante e snervante alla lettura, trasmettendo tutto il disagio di un’incidente provocato dagli ormoni e dall’ansia, la cui soluzione riecheggerà solamente nelle parti finali.

La mangaka e illustratrice Miki Yamamoto, vincitrice del Creative Award con l’opera “Sunny Sunny Ann” del 2011, ritorna con un’opera ricca di psicologia e sentimento, che sa ben raccontare i dubbi e le paranoie dietro alla nascita di un bambino. Un volume unico che scaverà sia nella coscienza di chi crede che questo sia un mondo terribilmente pauroso per avere un figlio, sia in quella di chi apprezza ancora le piacevolezze della vita, e che vi farà dubitare persino della felicità che si può provare nel diventare genitori.

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A chi consigliamo Un figlio eccezionale?

Vista la tematica molto puntuale, che strizza l’occhio ai potenziali genitori, sembrerebbe essere un volume indicato soprattutto a chi sta per decidere se aver figli, ma personalmente non sono sicuro degli “effetti” che potrebbe avere una lettura del genere! Una considerazione che rivolgo sia a chi ha qualche dubbio che agli inamovibili. Per tutti gli altri invece può essere un riscontro interessante, scorrevole e veloce, ma si tratta comunque di un fumetto molto riflessivo e che vi farà rimuginare per qualche giorno. Non è quindi di certo un volume leggero, ma potrebbe piacervi. Il prezzo non è poi un fattore secondario: 18 euro è probabilmente un prezzo altino considerando i formati simili di altre case editrici, ma c’è da considerare che si tratta di un volume unico e quindi unica spesa. A voi la scelta!

  • Colori e disegni quasi sperimentali
  • Una storia poco discorsiva che si legge velocemente
  • Un fiume in piena di tematiche e pensieri

  • Situazioni a tratti troppo esasperanti e fastidiose
  • Pecca narrativamente in alcune fasi della storia
Un figlio eccezionale
3.3

Una favola moderna

Un figlio eccezionale è certamente un’opera che brilla sotto molti aspetti, ma che forse esagera in altri: un marito che sopporta praticamente tutto e un’isteria talmente eccessiva da turbare anche chi legge sono solo due tra questi fattori, che sono comunque funzionali a una narrazione che amplifica tutte le preoccupazioni di chi sta per avere un figlio. A tutti gli aspiranti genitori e a tutti i figli ormai in grado di seguire la propria strada da soli, questa “favola” moderna, con le sue tinte particolari, fa ricordare quante difficoltà abbiamo superato per essere vivi in questo momento. Quanto sia stato semplice, ma anche complicato, crescere sotto lo sguardo vigile e ricco di speranze dei nostri genitori, che non può essere e non sarà mai onnipresente. Una storia molto psicologica e disturbante, in grado però di trasformarsi in un dolce insegnamento.

 

Scrittore per passione, dopo aver scoperto la pozione che preserva i capelli e l’anima, la usa su di sé per terminare il dottorato in ingegneria ambientale. Utilizzando la magia infusa nelle parole tenta da anni di convertire gli eretici alla cultura giapponese. Adora il metal, i videogiochi, manga e fumetti, l leggende celtiche, e tutto ciò che si può fare mangiando cioccolata all’ombra di una montagna.

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