Parte il conto alla rovescia per l’arrivo di LOOP8: Summer of Gods in Europa! Il nuovo titolo sviluppato da Marvelous! in collaborazione con SIEG Games unisce la narrazione interattiva di una visual novel a un sistema di combattimento in stile RPG per offrire un’esperienza di gioco che, sulla carta, sembra davvero interessante. Ambientato all’inizio degli anni ’80 in una Terra sull’orlo della distruzione a causa di terrificanti creature chiamate Kegai, il titolo ha come protagonista un ragazzo di nome Nini che si troverà a vivere nell’apparentemente tranquilla cittadina giapponese di Ashihara. Il sistema creato dalla software house ci permetterà di stabilire il destino dell’intero pianeta in base ai legami che stabiliremo nel corso della nostra permanenza nella cittadina, offrendo ai giocatori una serie di finali differenti in base alle proprie scelte.
Ma sarà riuscita la software house a bilanciare bene gli elementi che compongono il gameplay? Scopritelo nella nostra recensione di LOOP8: Summer of Gods!
- Titolo: LOOP8: Summer of Gods
- Piattaforma: PlayStation 4, Xbox One, Nintendo Switch, PC (Steam)
- Versione analizzata: Nintendo Switch (EU)
- Genere: RPG, Visual Novel
- Giocatori: 1
- Publisher: Marvelous Europe
- Sviluppatore: Marvelous, SIEG Games
- Lingua: Inglese (testi), Giapponese o Inglese (doppiaggio)
- Data di uscita: 6 giugno 2023
- Disponibilità: retail, digital delivery
- DLC: nessuno
- Note: l’edizione fisica del gioco è disponibile esclusivamente per Nintendo Switch, sulle altre piattaforme il titolo è disponibile solamente in digitale
Abbiamo recensito LOOP8: Summer of Gods con un codice Nintendo Switch fornitoci gratuitamente da Marvelous Europe.
1983. L’umanità è sull’orlo dell’estinzione dopo la comparsa dei Kegai, delle misteriose creature provenienti dall’oltretomba portatrici di morte e distruzione. Alcuni dei superstiti hanno cercato di ricostruire la vita su colonie spaziali in orbita tra le stelle, in modo da poter far ripartire l’umanità lontani dalla minaccia dei Kegai. Tra questi c’è anche Nini, un ragazzo cresciuto nello spazio che si dovrà tornare sulla Terra per passare l’estate in uno dei pochi baluardi dell’umanità: la cittadina rurale giapponese di Ashihara. Grazie alle barriere che la circondano infatti la popolazione può vivere in tranquillità, o almeno così si pensava.
Quella che doveva essere una tranquilla vacanza estiva si trasformerà in un incubo quando i Kegai inizieranno d impossessarsi delle persone vicine a Nini, che si troverà così costretto a usare il misterioso potere del Demon Sight che possiede fin dalla nascita per cercare di proteggere la città. Dopo una brutale sconfitta però il giovane si risveglia nuovamente al giorno del suo arrivo ad Ashihara. Cosa causa questo loop spaziotemporale e perché i Kegai hanno iniziato ad attaccare proprio ora? Ha così inizio un’avventura estiva che deciderà l’esito dell’umanità.
Summertime Sadness
Dal punto di vista del gameplay LOOP8: Summer of Gods va ad unire aspetti di una visual novel a quelli di un RPG, risultando però in un miscuglio un po’ troppo approssimativo. Se l’idea di creare un sistema di combattimento che viene influenzato dai legami che costruiremo con il cast di co-protagonisti può essere interessante, questa non viene sfruttata al meglio per via dell’aspetto marginale che le battaglie avranno all’interno del gioco. Abbiamo visto sistemi simili funzionare alla perfezione in altri titoli, basti pensare ai Confidenti di Persona, ma questa volta non c’è una base abbastanza solida per supportare una struttura di gioco simile.
Le battaglie infatti saranno praticamente del tutto opzionali, ad eccezione di quelle contro i boss. In combattimento andremo a controllare direttamente solo Nini, ma potremo portare con noi altri due personaggi che verranno controllati dall’IA. L’idea di base è che le loro azioni in battaglia saranno influenzate dai loro rapporti interpersonali, ma considerato il numero davvero limitato di tecniche a loro disposizione ci capiterà di vedere ripetute le stesse due o tre azioni per tutta la durata dello scontro. Lo stesso discorso è legato ai boss, anche loro dovrebbero agire in base ai legami che abbiamo stabilito ma il più delle volte andranno a ripetere a prescindere lo stesso pattern di attacchi.
Quando decideremo di utilizzare un’abilità di attacco potremo scegliere una tra tre emozioni, Friendship, Affection e Hate, che andranno ad influenzare la potenza di quella tecnica. Se le differenze in quanto a danni effettuati saranno davvero minimali, utilizzare Hate troppo spesso rischierà di aumentare l’odio che i nemici covano nei nostri confronti rendendoli più aggressivi e più potenti. Grazie ai poteri esclusivi di Nini potremo inoltre andare a prevedere il corso della battaglia, sfruttando l’abilità Foresight infatti potremo vedere le azioni che alleati e nemici utilizzeranno durante un turno mentre con Celestial Sight potremo tenere conto di buff e debuff attivi in quel momento.
Erase/Rewind
I legami che riusciremo a costruire durante le nostre giornate ad Ashihara andranno a influenzare direttamente la crescita dei protagonisti di LOOP8: Summer of Gods. I personaggi infatti non andranno a guadagnare esperienza, ma le loro statistiche cambieranno in base a come decideremo di spendere il nostro tempo. Man mano che rafforzeremo il legame con un determinato personaggio le sue statistiche andranno a migliorare gradualmente con il passare dei giorni. Inoltre potremo invitarlo ad effettuare diverse attività in nostra compagnia, da allenamenti di coppia fino a veri e propri appuntamenti, per migliorarle ulteriormente. Per Nini invece il discorso sarà un po’ differente. Sparsi per Ashihara ci saranno infatti dei punti di interesse con cui potremo interagire per accrescere una determinata statistica del protagonista. Ad esempio allenandoci con gli attrezzi che troveremo nel cortile scolastico la sua forza crescerà, se invece ci fermemo ad ascoltare una lezione scolastica sarà la nostra intelligenza ad aumentare.
Tutte queste azioni comporteranno però il passare del tempo, starà quindi al giocatore decidere a cosa dare priorità nell’arco di una giornata senza dimenticare però il conto alla rovescia entro il quale dovremo sconfiggere il boss di turno. Un altro modo per accrescere le potenzialità dei personaggi è tramite i Blessing, vere e proprie benedizioni delle Divinità che ci verranno donate automaticamente dopo aver vissuto determinati eventi o dialoghi. Queste potranno sia accrescere le statistiche di un personaggio che migliorare i suoi rapporti personali con gli altri protagonisti.
Questa sarà l’unica caratteristica che verrà mantenuta dopo aver scatenato un Loop. Questo avvenimento accadrà ogni qualvolta verremo sconfitti, ma potrà persino essere avviato grazie ad un dialogo speciale con uno dei personaggi presenti nel gioco. Il Loop ci permetterà di ripartire dall’inizio di agosto, aumentando la velocità con cui i nostri rapporti interpersonali e le nostre statistiche cresceranno, ma costringendoci ad affrontare nuovamente tutti i nemici precedentemente sconfitti. Grazie a questa funzionalità potremo potenziare più facilmente i protagonisti e trovare così un modo per salvare quei personaggi che eventualmente sono caduti per mano dei Kegai nel Loop precedente.
Stuck on Repeat
Dal punto di vista tecnico LOOP8: Summer of Gods è forse un po’ troppo altalenante, con un senso di ripetitività che si ripercuote in tutti i suoi aspetti. Il comparto grafico del gioco è stato realizzato con una direzione artistica davvero piacevole, che ci riporta indietro nel tempo alle serie animate dei primi anni ’80. Il problema è che mentre i protagonisti possiedono un aspetto unico, non si può dire lo stesso dei nemici e delle ambientazioni. L’Underworld infatti sarà caratterizzato solamente da un cambio di tonalità rispetto alla Ashihara che visiteremo nell’arco della giornata, e i nemici comuni avranno tutti la stessa forma seppur con colorazioni differenti.
La colonna sonora riesce a rialzare un po’ l’asticella del comparto tecnico, assieme a un ottimo doppiaggio sia in giapponese che in lingua inglese. I problemi più grossi sono purtroppo legati all’aspetto narrativo del gioco. La trama principale manca del tutto di coesione, con avvenimenti che rimarranno abbozzati per tutta la durata del gioco e che, anche dopo averlo finito diverse volte, ci lasceranno con più domande che risposte. Il background della storia è davvero fin troppo vago, specialmente per un titolo nel quale grazie ai Loop temporali che lo caratterizzano si sarebbe potuto creare un senso di esposizione graduale capace di mostrare al giocatore progressivamente diversi aspetti della trama.
Questo discorso riguarda anche i protagonisti. Nonostante i Loop i dialoghi che effettueremo non cambieranno, e spesso ci troveremo a dover mandare avanti velocemente i testi per non rileggere la stessa conversazione già vista nei precedenti Loop. Un altro problema del cast è la mancanza di originalità, dato che quasi tutti i personaggi richiameranno fortemente un trope differente. Dalla ragazza semi-imparentata col protagonista che mostrerà segni di un affetto più profondo nei suoi confronti, al ragazzo otaku un po’ sfigato ma dal cuore tenero, fino al cliché della guerriera-sacrificale che non può permettersi di innamorarsi perché sarebbe una distrazione per la sua missione, ogni caratterizzazione non va a portare nulla di nuovo a quella tipologia di personaggio. Il cast non è stato realizzato in un modo così profondo da farci empatizzare o provare qualcosa per loro, un dettaglio trascurato che sarebbe dovuto essere uno degli elementi cardine di un titolo che pone i rapporti interpersonali al centro di tutto.
Vesti i panni di Nini, che torna in Giappone per visitare il pittoresco villaggio di Ashihara nell’agosto del 1983. Esplora il villaggio, fai amicizia con i suoi abitanti e affronta i Kegai in battaglie a turni, il cui esito dipende dalle relazioni strette e dalle decisioni prese. Usa il legame speciale di Nini con gli dèi per riavviare il mondo: con ogni ciclo, Nini e i suoi alleati potranno rivivere all’infinito l’ottavo mese dell’anno fino a ottenere la vittoria… o finché i Kegai non li avranno sopraffatti.
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A chi consigliamo LOOP8: Summer of Gods?
Nonostante le premesse interessanti, LOOP8: Summer of Gods è costellato da una serie di difetti che farebbero storcere il naso anche a chi in genere apprezza RPG e visual novel. È difficile capire a che target sia pensato, dato che entrambi gli elementi non riescono veramente a spiccare. Se fosse stato rilasciato ad un prezzo inferiore si sarebbe potuto chiudere un occhio su alcuni dei difetti, ma è il caso di aspettare una buona offerta prima di acquistarlo.
- La direzione artistica è davvero interessante
- Ottima colonna sonora e doppiaggio giapponese
- La premessa del gioco è davvero buona…
- …Ma la realizzazione lascia a desiderare
- Trama abbozzata e dai dialoghi ripetitivi
- Un cast di personaggi cliché che non spicca
LOOP8: Summer of Gods
Un'estate problematica
Parlare negativamente di un gioco non è mai facile, specialmente se lo si attendeva con curiosità. Bisogna però essere obiettivi, nonostante le interessanti premesse LOOP8: Summer of Gods purtroppo non riesce a colpire come dovrebbe. L’idea di Marvelous è del tutto valida, creare una visual novel con elementi RPG legati al rapporto tra i protagonisti è qualcosa che potrebbe funzionare perfettamente, ma purtroppo il risultato è un po’ disastroso. Tralasciando il fatto che la porzione giocoruolistica del titolo è davvero esigua e semplicistica, di per se anche la trama principale non funziona benissimo per via del modo confusionario di esporre gli eventi di gioco. Senza considerare che la premessa della software house di vedere dialoghi variare in base alle relazioni tra i personaggi non si nota praticamente mai, e andando ad affrontare diversi loop ci troveremo a dover rileggere gli stessi dialoghi più e più volte dando un senso di ripetitività che non dovrebbe esistere in un titolo improntato proprio sulla diversificazione dei vari loop. Persino la direzione artistica, per quanto interessante, risulta davvero ripetitiva e basilare. In definitiva LOOP8: Summer of Gods non soddisfa le aspettative create, un titolo che lascia un po’ l’amaro in bocca per quello che sarebbe potuto essere.