Goodbye, DonGlees! – Recensione

La nostra recensione di Goodbye, DonGlees!, il film animato da Madhouse portato in Italia da Anime Factory in Blu-ray e DVD

Goodbye, DonGlees! – Recensione

È disponibile anche in Italia Goodbye, DonGlees!, opera del 2022 prodotta dalla Madhouse che proponeva un’avventura fatta di azione, emozioni e paesaggi mozzafiato, senza però scordare importanti insegnamenti su come affrontare la vita e i suoi momenti più difficili. Anche noi, grazie ad Anime Factory (PLAION Pictures), abbiamo avuto la possibilità di vedere la nuova e originale storia diretta da Atsuko Ishizuka, e siamo certi che potrebbe sorprendere anche i più prevenuti. Come? Scopritelo come sempre leggendo la nostra recensione!

Goodbye, DonGlees! – Recensione

  • Titolo originale: グッバイ, ドン・グリーズ! (Gubbai, Don Gurīzu!)
  • Titolo inglese: Goodbye, DonGlees!
  • Uscita giapponese: 18 febbraio 2022
  • Uscita italiana: 20 aprile 2023
  • Genere: Viaggio, Slice of life, Psicologico
  • Durata: 1 ora e 38 minuti circa
  • Produzione: Madhouse
  • Sceneggiatura: Atsuko Ishizuka
  • Adattato da: Soggetto originale

Abbiamo recensito Goodbye, DonGlees! grazie all”edizione limitata Blu-ray fornitaci da Anime Factory e PLAION Pictures.

Goodbye, DonGlees! – Recensione

Viaggiare lontano per sentirsi vicini

Una chiamata ad una cabina telefonica in un luogo misterioso. In questo modo affascinante inizia Goodbye, DonGlees, prima di spostare l’attenzione sul teatro principale costruito in Giappone: Roma e Hokuto sono due bambini un po’ emarginati, che però hanno fondato il loro club personale, chiamato proprio DonGlees (significato poi spiegato dal film) con una base dove si ritrovano regolarmente durante i pomeriggi. Trascorrono gli anni nelle campagne di Tokyo e il gruppetto, giunto ormai alle superiori, si amplia col l’arrivo di uno studente straniero, che porta maggiore brio nel duo di amici: tra le tante trovate decidono di comprare un drone per filmare lo spettacolo pirotecnico della festa, che non riescono mai a vedere dai posti migliori. Per colpa del forte vento il piccolo arnese finisce però per allontanarsi troppo, tutto questo mentre un incendio divampa nei boschi circostanti, del quale i ragazzi (che si erano comprati anche dei botti per festeggiare) vengono ingiustamente accusati. C’è solo un modo per provare la propria innocenza: partire per un viaggio alla ricerca del filmato che può scagionarli: un percorso nella natura incontaminata che metterà a nudo tutte le loro incertezze, i loro problemi, e le loro debolezze, e anche qualcosa di più. Se questo rafforzerà o lenirà i loro legami potrete scoprirlo solamente guardando il film.

In Islanda c’è una cabina rossa

Che la regia abbia le abilità per rendere piacevole e interessante un viaggio che potrebbe persino essere inutile si capisce sin dalle prime battute: iniziare sulle note fantastiche della leggenda della cabina rossa, situata alla fine di una cascata in Islanda, è davvero poetico. Qui si narra infatti che una chiamata possa rivelare quale tesoro insostituibile stiamo cercando nelle nostre vite. Poi tutto viene messo in standby, virando su una serie di scene da slice of life, tra avventura e pause tranquille, passando da discorsi mondani a una serie di considerazioni che potrebbero fare tranquillamente da conclusione: guardando il film senza controllare i minuti si fa davvero fatica a capire quanto manca al finale, e questo è probabilmente un pregio. La trama ti rilassa e ti confonde, tra momenti toccanti, insegnamenti e successive riprese di azione, sino a un punto dove tutto poteva tranquillamente finire: è lì che la sceneggiatura cambia nuovamente registro, sorprendendoti con una conclusione da brividi.

Goodbye, DonGlees! – Recensione

Parlando cinicamente, bisogna inoltre dare atto a questo film di riuscire ad attirare l’attenzione senza avere una ragazza come protagonista o co-protagonista. L’onere viene in questo caso raccolto da dei personaggi certamente stereotipati (anche se a tratti hanno carattere e caratteristiche già viste e riviste), ma ben assemblati e piacevoli sia da ascoltare che da seguire: Toto, la voce della ragione che non vuole fare cose inutili e che punta alla città, con coscienza, utilizzando la scuola e le strade da lui progettate; Roma, il sognatore, che però non osa mai troppo e che sembra sempre aver bisogno di una spinta; e infine il misterioso ragazzo arrivato dall’Islanda, Shizuku (Drop), che vuole fare tutto subito e senza ragionare troppo sulle conseguenze. Insomma un gruppo eterogeneo in grado di catturare le nostre simpatie.

Goodbye, DonGlees! – Recensione

Lieto fine? No grazie!

Anche riguardo alle tematiche Goodbye, DonGlees! mette subito in chiaro il suo scopo: bastano poche battute per capire che non sarà un film leggero, parlando di morte e delle difficoltà dell’adolescenza. Lo stesso trailer non fa nulla per nasconderlo, ma non si tratta di un’opprimente spada di Damocle che pende costantemente su un film drammatico, viene invece trattata quasi a margine, perché tutta la concentrazione è rivolta verso la spensierata ricerca del tesoro e all’esito dell’avventura. Oltre al lieto fine è il concetto di “vita” a prevalere, e di cosa la rende degna agli occhi di un ragazzino: lasciare la propria impronta nel mondo, cercare una via di uscita anche quando ogni cosa sembra remare contro di te, combattere il “mondo degli adulti” che asfalta i sogni con la realtà, lasciando pochi spiragli per trascorrere giornate spensierate. Ci sono delle deviazioni lungo il cammino? Sempre! Possono queste difficoltà portare a qualcosa di buono? Solo se siamo in grado di accettarle e proseguire oltre!

Riguardo allo scenario, per descrivere un viaggio simile i riferimenti alla vita rurale del Giappone sono stati quasi d’obbligo: troverete molte delle ambientazioni del nostro immaginario (strade di campagna percorse in bici, negozi familiari, treni caratteristici, feste con lo yukata e fuochi d’artificio) che però, in questo caso, possono essere anche viste negativamente, come delle catene. L’azzardato paragone con l’Igdrasill (l’albero mitologico) riguardo a come uno dei ragazzini intende la vita, il desiderio di vedere il mondo dall’alto (come in Fireworks), e tutta la difficoltà di uscire dai binari prefissati, spesso piacevoli e tranquilli, stabiliti dal luogo di nascita e dai genitori. Questo sogno di volare ed esplorare altri stati accompagna i protagonisti dall’immagine del primo aereo sino all’ultimo, senza lasciarli mai veramente.

Goodbye, DonGlees! – Recensione

Let’s rock the world

Sul lato tecnico si trattava di un’anime molto atteso per i nomi di rilievo inclusi nel progetto, a partire da Atsuko Ishizuka: la regista nota per aver lavorato a importanti progetti, tra i quali A place further than the universe e No game No life, si cimenta come sceneggiatrice per la prima volta con questo titolo. Ad affiancarla sul lato del character design troviamo il navigato Takahiro Yoshimatsu (già all’opera in Hunter x Hunter, The slayers, Overlord Trigun, mica briciole). Si può dire che le scelte dello studio Madhouse (lo stesso che si è recentemente occupato di ottimi esempi di animazione, come Frieren, My Love Story with Yamada-kun at Lv999e Takt op. Destiny, abbiano portato a un risultato più che soddisfacente.

Le rese dei colori, soprattutto per quanto riguarda le superfici colpite dal sole, sono favolose e capaci di rendere delle scene stupide quasi epiche (l’unico difetto è forse l’effetto offuscato a volte fastidioso). Lo stesso si può dire riguardo ai giochi di luce notturni, come per la parte dei fuochi d’artificio, che strizzano l’occhio alle atmosfere fantasy dei grandi classici. La cura per i dettagli, parzialmente in contrasto con i personaggi decisamente più “piatti” e puliti, rende inoltre le ambientazioni ancor più evocative e lucenti: le campagne del Kanto con i suoi aspetti rurali, i boschi ammalianti, la notte stellata con la sua magica canzone. A tal proposito anche la componente “Audio” è di qualità: i dialoghi in HD sono naturali e puliti (sentendo i discorsi in giapponese possiamo anche constatare il buon livello del doppiaggio) e gli effetti ambientali azzeccati, ma è a colonna sonora probabilmente il punto forte: le musiche che accompagnano il viaggio sono energizzanti e rassicuranti quanto serve, e sostengono le relative scene con armonia, anche negli attimi più sentiti e concitati.

Il cofanetto al microscopio

Come già elencato nella nostra presentazione, il Blu-ray in edizione ultra-limitata (1000 copie) contiene parecchi accessori in grado di rendere l’acquisto appetibile ai fan più esigenti: per prima cosa troviamo un simpatico booklet di 28 pagine a colori, con la descrizione dei personaggi, un’introduzione al film e le interviste allo staff e al cast del film, con varie curiosità sull’opera e sulla sua produzione; dopodiché c’è lo storyboard di 164 pagine, in bianco e nero, dove sono raffigurate le bozze del film; materiale che vi consigliamo ovviamente di maneggiare dopo la visione della pellicola, sia per evitare spiacevoli spoiler che per apprezzarlo meglio. Come ultime chicche troviamo infine 3 poster e 6 cartoline con le immagini più iconiche del film.

Goodbye, DonGlees! – Recensione

Per quanto riguarda la conformazione del Blu-ray, una volta acceso abbiamo una bellissima schermata iniziale, accompagnata da una musica altrettanto fantastica: ho visto poche presentazioni tanto belle e colorate. Il menù è intuitivo e semplice, con la possibilità di scegliere tra audio italiano e giapponese, con i sottotitoli italiani. I più esigenti apprezzeranno la possibilità di guardare i 3 teaser e le 3 preview presenti nella sezione degli extra (oltre al  filmato di lancio vero e proprio e ai classici credits), ma soprattutto la sezione che permette di visionare tutti gli altri trailer dei film portati in Italia da Anime Factory in questi anni.

A chi consigliamo Goodbye, DonGlees?

Diciamolo chiaramente, per quanto le premesse siano ottime si tratta di un anime che, inconsapevolmente, in molti potrebbero scansare: un titolo del genere ispira poco a un primo impatto, e sia il trailer che i primi minuti del film potrebbero farlo sembrare troppo noioso o introspettivo. In parte è vero, le scene iniziali procedono lentamente, ma come in altre opere a cui ha lavorato la regista (vedasi A place further than the universe) sono funzionali a rendere migliore il finale, lasciando il tempo ai personaggi di essere apprezzati. Consigliato agli amanti degli slice of life e a chi sa aspettare, sapendo apprezzare quei titoli in grado di sorprendere  con classe. Riguardo al cofanetto il costo sicuramente incide, ma offre anche del buon materiale per i collezionisti, fateci un pensiero!

Roma è un ragazzo che vive in una città di campagna a poca distanza da Tokyo. Non riuscendo a familiarizzare con chi gli è attorno forma un team di due sole persone, i “DonGlees”, con un soggetto poco integrato come lui, Toto. Anche se Toto è andato in una scuola superiore di Tokyo e si sono separati, il loro rapporto non è certo cambiato. Vacanze estive della prima superiore. Tutto iniziò da un commento estemporaneo di Drop, che si era appena unito ai “DonGlees”. Roma e Toto, che per essersi fatti trascinare dalle parole di Drop sono stati incastrati come colpevoli di un incendio montano, si vedono costretti ad andare alla ricerca di un drone sparito al di là del cielo per trovare una prova della loro innocenza. La piccola avventura di un’estate si evolverà infine in una grande avventura che cambierà radicalmente la vita dei ragazzi.

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  • Sviluppo narrativo entusiasmante
  • Il messaggio di fondo viene trasmesso in modo incantevole
  • Cura per i dettagli grafici e musicali

  • Inizio a rilento e poco incisivo
  • Una CGI non sempre azzeccata
Goodbye, DonGlees!
3.5

Un inaspettato e colorato insegnamento sulla vita

Non sarà il film del secolo, ma Goodbye, DonGlees! si propone come uno di quegli anime in grado di lasciare qualcosa nel cuore di chi l’ha visto. Le sensazioni che lascia sono come quelle di uno dei tanti viaggi in montagna fatti da ragazzino: non ti ricordi il tragitto, né chi hai incontrato, né tantomeno quanto è durato, ma ciò che è rimasto è la consapevolezza di aver raggiunto traguardo e quella sensazione di aver imparato qualcosa di più sul mondo. I paesaggi evocativi e la narrazione a tratti ironica, pur rischiando di risultare noiosa, distolgono magnificamente l’attenzione da un finale inaspettato, tenendo sulle spine quanto basta. Tra tematiche moderne appena sfiorate (social, scuola, bullismo) e le ever-green (vita e avventura) quest’anime offre una storia non innovativa, ma nemmeno banale, che se non incanta narrativamente lo fa di certo attraverso le musiche, i disegni, e sicuramente tramite l’esplosione emotiva conclusiva. Forse è uno di quei film che non riguarderesti una seconda volta, ma la prima è d’obbligo!

Scrittore per passione, dopo aver scoperto la pozione che preserva i capelli e l’anima, la usa su di sé per terminare il dottorato in ingegneria ambientale. Utilizzando la magia infusa nelle parole tenta da anni di convertire gli eretici alla cultura giapponese. Adora il metal, i videogiochi, manga e fumetti, l leggende celtiche, e tutto ciò che si può fare mangiando cioccolata all’ombra di una montagna.

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