The Legend of Heroes: Trails to Azure – Recensione

Dopo anni, la saga di Crossbell giunge a conclusione in Europa. Scoprite di più nella recensione di The Legend of Heroes: Trails to Azure

The Legend of Heroes: Trails to Azure – Recensione

In attesa di scoprire il futuro che aspetta la serie The Legend of Heroes, anche se le recenti uscite giapponesi ne ha un po’ delineato la direzione, finalmente anche in Europa fa il suo debutto un titolo che per tanti anni è stato richiesto dai fan per completare l’arco narrativo di Crossbell. Dopo il porting di Trails from Zero, arrivato lo scorso settembre (qui la nostra recensione di The Legend of Heroes: Trails from Zero), è finalmente ora di chiudere le avventure di Lloyd e della SSS in attesa di luglio e del ritardatario debutto di Into Reverie anche nel nostro paese. L’intero brand, infatti, non viene del tutto trattato in maniera equa in Occidente in quanto i capitoli vengono rilasciati con notevole ritardo, basti pensare che Ao no Kiseki (titolo originale di Trails to Azure) farà il suo debutto ufficiale nel nostro paese (senza quindi contare patch fanmade) solo dodici anni dopo l’effettiva uscita giapponese. La serie Falcom inizia a godere di un notevole seguito anche su suolo italiano e questo potrebbe portare cambiamenti nell’effettiva disponibilità futura. In attesa di questa aspettata rivoluzione, siamo lieti di portarvi nuovamente a Crossbell e parlarvi di The Legend of Heroes: Trails to Azure a breve disponibile in Europa su PlayStation 4, Nintendo Switch e PC.

The Legend of Heroes: Trails to Azure – Recensione

  • Titolo: The Legend of Heroes: Trails to Azure
  • Piattaforma: PlayStation 4, Nintendo Switch, PC
  • Versione analizzata: PlayStation 4 (EU)
  • Genere: RPG
  • Giocatori: 1
  • Publisher: NIS America
  • Sviluppatore: Nihon Falcom
  • Lingua: Inglese (testi), Giapponese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 14 marzo 2023 (PC), 17 marzo 2023 (PS4, Switch)
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • DLC: nessuno
  • Note: pubblicato per la prima volta in Giappone nel 2011 su PlayStation Portable, sbarcato nel 2014 su PS Vita con una versione migliorata. Entrambe le versioni non sono mai state distribuite in Occidente

Abbiamo recensito The Legend of Heroes: Trails to Azure con un codice fornitoci gratuitamente da NIS America.

L’importanza della guerra

The Legend of Hereos: Trails to Azure si pone temporalmente alcuni mesi dopo la fine di The Legend of Heroes: Trails from Zero, la Special Support Section si ritrova al momento smembrata per l’assenza di due membri fondamentali come Tio e Randy. Non per questo il team si scompone, in quanto due vecchie conoscenze come Noel e Wazy – introdotti nel capitolo precedente – entreranno a farne parte ufficialmente. Le prime ore di gioco si svolgeranno tranquille con la SSS che si ritroverà a gestire alcune faccende interne e piccoli lavoretti in giro per Crossbell, presentati sotto forma di incarichi secondari che verranno affidati al team. Tutto, però, cambierà nel corso dell’avventura, in quanto inizieranno a muoversi i piani di Gilliath Osbourne (che abbiamo avuto modo di conoscere nella serie Trails of Cold Steel) per annettere Crossbell all’Impero e, allo stesso tempo, gli Ouroubous faranno la loro comparsa per portare avanti il proprio piano, perpetuato e messo in azione già da Trails of Cold Steel IV. L’introduzione di due nuovi personaggi nel team e la mancanza di due pedine fondamentali come Tio e Randy non si sente particolarmente: Wazy tende a riempire il buco per i siparietti lasciato libero dal secondo, mantenendo al contempo la sua imponenza e il ruolo da rassicuratore dell’intero gruppo. Non colpisce particolarmente, almeno all’inizio, la presenza di Noel che sembra quasi un tentativo mal riuscito di rimpiazzare Tio, senza però riuscire a entrare particolarmente nel cuore del giocatore.

The Legend of Heroes: Trails to Azure – Recensione

A livello narrativo The Legend of Heroes: Trails to Azure è paragonabile a Trails of Cold Steel III, l’inizio calmo e tranquillo – pieno di side quest da fare – da un certo punto in poi lascia spazio all’azione, tendendo a rimanere un gioco adatto principalmente ai fan degli RPG e della serie, lasciando fuori il pubblico più casuale. Il collegamento con la serie Cold Steel è evidente e alcuni avvenimenti si sovrappongono alle avventure della Classe VII, garantendo però ai giocatori una visione più chiara avendo un quadro più allargato rispetto al passato. Parliamo ad esempio di fatti vissuti tra il primo e secondo capitolo della serie che ricevono finalmente una spiegazione (anche se dopo anni e anni e probabilmente la maggior parte del pubblico se ne è dimenticato): l’errore di Falcom è stato quello di arrivare al 2023 per raccontare questa porzione di saga, fondamentale per poter assimilare meglio gli avvenimenti degli ultimi capitoli di Cold Steel e guidare consapevolmente i giocatori verso Trails into Reverie, che promette di essere il gioco più importante dell’intera serie.

The Legend of Heroes: Trails to Azure – Recensione

Il dialogo è fondamentale

Come il suo predecessore – Trails from ZeroThe Legend of Heroes: Trails to Azure nasce in origine su PlayStation Portable per essere successivamente affinato dopo qualche anno su PS Vita e la sua natura portatile si sente. I dungeon sono costruiti in maniera semplice, adattando quindi la loro natura a quella della console di riferimento, con enigmi non molto complessi e allo stesso tempo in grado di impegnare il giocatore con molte sezioni di backtracking in grado di allungare il brodo, pur senza penalizzare l’esperienza. Lato gameplay, invece, si mantiene lo stile a turni che caratterizza la serie con anche l’introduzione dei Master Quartz. Questi sono dei quartz particolari in grado di fornire statistiche e bonus in combattimento (grazie ad alcune abilità specifiche) che si possono equipaggiare a ogni personaggio, ognuno di essi potrà equipaggiarne solo uno alla volta al contrario di quanto accade nei titoli più moderni. Ogni Master può essere livellato con l’esperienza ottenuta nei combattimenti e una volta raggiunto il livello massimo è garantito l’ottenimento di una Master Art e l’accesso – quindi – a una potente risorsa utilissima a livelli di difficoltà elevati.

Un’altra funzionalità introdotta in The Legend of Heroes: Trails to Azure è la Burst Mode: danneggiando i nemici e colpendoli di spalle per dare inizio al combattimento, si può attivare questa modalità specifica che garantisce agli alleati di agire indisturbati da qualsiasi nemico e castare tutti gli incantesimi senza dover attendere. La Burst Mode non è attivabile in qualsiasi scontro, infatti sarà disponibile solo durante le intere parti finali di ogni capitolo ma garantisce un ottimo boost per sconfiggere i nemici più forti, infatti, per la difficoltà Difficile sarà fondamentale utilizzarlo alla perfezione per uscire indenni dall’intera esperienza.

Il sistema di combattimento a turni è gioia e dolore della serie Trails e con Zero e Azure si capisce quanto a fondo siano dovuti andare con i Trails of Cold Steel per trovare il giusto equilibrio. Il fatto che siano così “vecchi”, infatti, tende a mostrare il grandissimo lavoro fatto da Falcom nei tempi per aggiornare il sistema di combattimento mantenendo però sempre fede al proprio lavoro. L’aggiunta della Burst Mode e dei Master Quartz è qualcosa che in qualche modo (vedasi l’Overdrive di Trails of Cold Steel II simile alla Burst Mode) è stata riproposta dal team di sviluppo in un modo diverso e più elaborato.

The Legend of Heroes: Trails to Azure – Recensione

Un’ancora del passato

The Legend of Heroes: Trails to Azure è, purtroppo, figlio dei suoi tempi e con un ritardo eccessivo (parliamo di oltre dodici anni dalla release PSP e nove da quella PS Vita) si tende a notare tutto il peso del tempo che si porta alle spalle. Nessun lavoro particolare è stato fatto dal punto di vista dei modelli e dei fondali, solo un piccolo aggiustamento riguardo la risoluzione dei primi per cercare di restare visibili in maniera decente anche su console di attuale generazione. Un’aggiunta molto gradita dedicata alla quality of life, è la High Speed Mode che velocizza tutto quanto (simile alle modalità “x3” disponibili nei recenti porting di FINAL FANTASY su Nintendo Switch) in modo da tediare meno i giocatori in certe sezioni. La High Speed Mode si attiva facilmente con la pressione di un trigger e si disattiva nella stessa identica maniera, dando modo di annullarlo facilmente in alcune sezioni e usarlo per accumulare punti esperienza ad alte difficoltà.

Per quanto riguarda il resto, invece, confermiamo quanto detto nella recensione di Trails From Zero: il gioco è graficamente povero, le animazioni sono inesistenti e tendenti comunque a non sottolineare in un modo particolarmente coinvolgente momenti che, invece, lo dovrebbero essere. Purtroppo la coppia di Crossbell avrebbe meritato più del semplice porting (magari pensando a un remake che potesse includerli entrambi in una sola versione) ma, al momento, ci dobbiamo accontentare che siano finalmente arrivati nel nostro paese, seppur solo in lingua inglese per la localizzazione e giapponese per il doppiaggio.

La storia dell’aspirante eroe Lloyd Bannings continua in Trails to Azure! Una pace temporanea si è stabilita su Crossbell e la Special Support Section ora si ritrova con nuova fama e status. Tuttavia, la pace viene presto interrotta con l’ascesa di molteplici organizzazioni con secondi fini! A incorniciare queste crescenti tensioni c’è la crescente pressione dell’Impero Ereboniano e della Repubblica del Calvard. La SSS ha le carte in regola per opporsi a questi destini incombenti? Cosa c’è in serbo per lo stato di Crossbell?

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A chi consigliamo The Legend of Heroes: Trails to Azure?

Consigliamo The Legend of Heroes: Trails to Azure prima di tutto ai fan della serie, sembra qualcosa di scontato e banale ma è bello vedere come si sia arrivati all’esplosivo finale di Cold Steel IV e i due titoli di Crossbell sono un ottimo modo per collegare gli ultimi puzzle rimasti nella mente dei giocatori. Il consiglio viene esteso più in generale verso l’intera serie The Legend of Heroes, dato che Trails to Azure è un capitolo che ben si piazza nel suo essere un sequel diretto e una pedina fondamentale di un programma molto più grande.

The Legend of Heroes: Trails to Azure – Recensione

  • Sistema di combattimento rifinito
  • Dopo 12 anni è finalmente disponibile anche in Europa
  • Trama eccitante…

  • …Ma con una partenza al rallentatore
  • Tecnicamente non impressionante
  • Il peso degli anni di sente tutto
The Legend of Heroes: Trails to Azure
4

La saga di Crossbell è ora completa

The Legend of Heroes: Trails to Azure è un must buy per i fan della saga, la possibilità di mettere finalmente le mani su un capitolo mai arrivato nel nostro paese è invitante, anche se il peso degli anni si sente abbastanza, soprattutto nella sua classicità. Il sistema a turni rielaborato da Falcom è ancora uno tra i migliori in circolazione e, nonostante la lenta narrazione, Trails to Azure mostra tutto il meglio della scrittura della compagnia giapponese. Orecchie ora tese a luglio con Into Reverie che dovrebbe finalmente mettere un punto su una serie di storyline iniziate e proseguite nel corso degli ultimi quindici anni.

Gamer di vecchia data che ha iniziato con Hercules sulla prima PlayStation ed è arrivato a fare milioni di ore sui più improbabili JRPG. Fan di Neptunia e del suo universo, Yakuza e appassionato di folle di One Piece. Ma anche dei difetti.

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