Dalla stessa autrice dell’ormai famosa opera Dosei Mansion, destinataria del Grand Prize al Japan Media Arts Festival nel 2011, arriva in Italia l’ennesimo capolavoro di Hisae Iwaoka, intitolato Aomanjū. La foresta degli spiriti, uscito in Italia lo scorso 11 novembre per la collana Aiken di BAO Publishing. Abbiamo letto e recensito per voi il primo volume e, qui di seguito, troverete le nostre impressioni.
Partiamo innanzitutto dalla trama: nella foresta di Hoshigahara vi è una casetta abitata da personaggi alquanto bizzarri, che sono in realtà tutti spiriti in grado di aprirci gli occhi sui molteplici aspetti dell’esistenza umana. Basta infatti incontrarli, osservarli e ascoltarli, per capire che tutto ciò che ci circonda ha un’anima. È questo il filo conduttore che lega Soichi, Mughi, Citrino, Sapienza e tutti gli altri personaggi di questa storia.
- Titolo originale: Hoshi ga Hara Aa Manjuu no Mori
- Titolo italiano: Aomanjū – La foresta degli spiriti
- Uscita giapponese: 2008
- Uscita italiana: 11 novembre 2022
- Numero di volumi: 5 (in corso)
- Casa editrice: BAO Publishing
- Genere: Fantasy, sentimentale
- Disegni: Hisae Iwaoka
- Storia: Hisae Iwaoka
- Formato: 12.6 x 18, brossurato, sovraccoperta
- Numero di pagine: 208
Abbiamo recensito Aomanjū – La foresta degli spiriti tramite volume stampa fornitoci da BAO Publishing.
Gli spiriti sono intorno a noi
I personaggi che incontriamo durante la lettura di questo primo volume sono numerosi e, salvo il protagonista principale e poche altre figure umane, sono quasi tutti spiriti: per prima cosa abbiamo Sōichi, il proprietario della casetta-locanda al centro della foresta, un ragazzino accogliente, premuroso e gentile che ospita chiunque nella sua piccola dimora. Poi c’è la sua fidata amica Mughi, spirito di una pianta di mughetto ormai soppressa, ora nelle vesti di una bambina dolcissima con i capelli lunghi e voluminosi; Citrino, il gallo che fu chiamato così perché al momento della sua nascita era tutto giallo, e poi ancora Sapienza, lo spirito dell’Enciclopedia che sa moltissime cose. Tra i personaggi secondari troviamo la Rana, il Vento, le Porte (due uomini gemelli di mezza età vestiti di tutto punto), e altri ancora. In generale possiamo affermare che anche i personaggi che ricoprono un ruolo marginale risultano perfettamente caratterizzati sotto ogni punto di vista.
Un viaggio onirico alla scoperta di sé e dell’altro
Il punto di forza di questo josei risiede nel saper sviluppare la trama intorno alla tematica del viaggio e dell’esplorazione, intesi sia in senso concreto, sia in senso figurato: il lettore, infatti, sfogliando le pagine di questo manga, sarà portato a immergersi totalmente nella storia e verrà rapito da luoghi incantati e affascinanti, che scoprirà in maniera graduale, immergendocisi in punta di piedi. Si tratta quindi di un percorso onirico alla scoperta di sé e dell’altro, che può anche simboleggiare la crescita e l’acquisizione di una maggiore consapevolezza: i personaggi mostrano le loro insicurezze, le loro paure, ma pian piano riescono anche a vincerle e accettarle. Ancora una volta Hisae Iwaoka ci sorprende con la sua delicatezza, con la quale affronta tematiche proprie della psicanalisi rendendole magicamente alla portata di tutti; degna di nota la creazione di un “mondo parallelo” popolato da soggetti, elementi naturali e oggetti che, se all’apparenza sono i più comuni e banali, a un occhio più attento si rivelano essere animati e personificati ciascuno da uno spirito diverso e con precise caratteristiche.
Semplicità e raffinatezza
Dal punto di vista tecnico possiamo ammirare un tratto pulito e preciso delle illustrazioni, che vanno a comporre tavole estremamente raffinate, le quali lasciano il pubblico a bocca aperta: linee semplici ma decise danno vita a figure tondeggianti e armoniche. A differenza delle precedenti opere, nelle quali la mangaka si era concentrata per lo più sulla realizzazione di architetture particolareggiate, con questo nuovo lavoro la Iwaoka ha voluto lanciare a se stessa una sfida che, nonostante qualche piccola difficoltà, l’ha vista vincitrice: illustrare una foresta composta da elementi naturali quali piante, fiori, foglie, rami, il tutto nei minimi dettagli e reso da varie prospettive, compresa quella dall’alto verso il basso, che ormai sappiamo essere una peculiare caratteristica dell’autrice.
A livello di qualità-prezzo possiamo dire che 8,90 € sono forse un po’ troppi per ciascun volumetto dei cinque che compongono la serie; d’altro canto però, quello che ci troviamo davanti è sicuramente un prodotto di qualità sia per lo spessore della carta con la quale è stato realizzato, sia per la bellezza delle illustrazioni (comprese quelle di copertina) e gli emozionanti messaggi che intende veicolare, pertanto sarebbero comunque soldi ben spesi quelli utilizzati per acquistare l’opera completa.
A chi consigliamo Aomanjū – La foresta degli spiriti?
Se amate le storie che contengono sempre un pizzico di magia, se vi piace la natura e se credete anche voi che ogni cosa, anche la più semplice e inaspettata, abbia un’anima, allora non potrete fare a meno di leggere “Aomanjū – La foresta degli spiriti”. Il primo volume qui preso in esame ci presenta quella che sarà una serie dolce, emozionante e in grado di far riflettere, con insegnamenti velati in ogni sua pagina. Un capolavoro di introspezione psicologica dalle illustrazioni mozzafiato, assolutamente da non perdere se siete fan di Hisae Iwaoka, ma anche se ancora non conoscete questa mangaka e volete approcciarvi ai suoi contenuti per la prima volta.
C’è una casa-locanda, al centro della foresta, e un ragazzo affabile e gentile vi accoglierà se ci passate. Solo che la casa è invisibile all’occhio delle persone normali, e i suoi ospiti sono tutti, in un modo o nell’altro spiriti. E cosa cerca quel ragazzo, disposto a – anzi, ansioso di – aiutare chiunque lo incontri? Iwaoka Hisae racconta una storia rimossa di pochi passi dalla quotidianità metropolitana moderna, ma intrisa di poesia e di tenerezza, ma anche di profondità di analisi dell’animo. Se il pollo che si rammarica di essere cresciuto, perché crede che se fosse rimasto pulcino non sarebbe stato abbandonato dai suoi umani non vi commuoverà, be’, siete più forti di noi.
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- Stile immediato e delicato
- Illustrazioni semplici, ma allo stesso tempo dettagliate
- Temi della psicanalisi alla portata di tutti
- Ritmo piuttosto piatto
Aomanjū - La foresta degli spiriti
Il principio di una serie da collezionare
Da sempre paragonate a quelle di A.A. Milne (creatore di Winnie The Pooh), le opere di Hisae Iwaoka sono caratterizzate da uno stile inconfondibilmente tenero e immediato, dove la semplicità e al contempo l’attenzione per i dettagli si fondono in un tutt’uno, dando vita a illustrazioni e narrazioni che dipingono una vita quotidiana impregnata di onirismo e magia. Anche per quest’ultima opera dell’autrice vale lo stesso: Aomanjū – La foresta degli spiriti è un vero e proprio inno al folklore giapponese, una sorta di favola moderna in cui elementi realistici e fantastici si completano a vicenda. Un primo volume destinato ad essere il precursore di una serie da collezionare, sia dal punto di vista estetico, sia da quello contenutistico.