Pochi giorni fa, quasi per caso, mi sono imbattuto in un nuovo anime sportivo a tema calcistico, capace di attirare presto la mia attenzione. Sto parlando di Aoashi, anime realizzato a partire dal manga omonimo, il quale ha finalmente ricevuto la propria trasposizione animata, disponibile in simulcast su Crunchyroll a partire dallo scorso aprile. Scritto e disegnato da Yūgo Kobayashi, questo spokon debuttò in Giappone nell’ormai lontano 2015, dove ancora oggi la pubblicazione prosegue tra le pagine di Big Comic Spirits.
Interessante notare come tutte le opere di Kobayashi siano ancora inedite nel nostro paese, compresa, ovviamente, Aoashi. L’autore aveva già contribuito alla stesura della sceneggiatura di Tenman à la carte nel 2012, per poi cimentarsi in Short Peace e Fermat No Ryouri, eppure il suo fiore all’occhiello è senza dubbio l’opera incentrata sul calcio di tre anni più tardi, il cui successo ha generato persino le condizioni per uno spinoff intitolato Brotherfoot. Passando invece all’anime realizzato da Production I.G. e supervisionato dal mangaka stesso, Aoashi rispetta fedelmente quanto raccontato tra le pagine dell’opera originale.
Qui infatti, similmente alle premesse di Captain Tsubasa, il nostro protagonista, Ashito Aoi, è un vero e proprio genio del calcio, pur rivelandosi, a differenza del dieci della Nankatsu, una vera e propria testa calda. Il talento non gli manca certo, ma il suo modo di giocare risulta spesso individualistico. Classica punta d’attacco vecchio stile, che mai ripiega in difesa e, putando al goal più di ogni altra cosa: insomma, restando in tema anime sportivi, non così dissimile dall’attaccante tanto desiderato da Ego in BLUE LOCK.
Il primo episodio si apre così con il classico incontro di qualificazione ai campionati nazionali fra la piccola squadra di provincia in cui milita Aoi e un’avversaria molto più blasonata. Sul punteggio di 3 a 3, il portiere provoca Ashito, tirando in ballo la sua famiglia, argomento particolarmente sensibile al protagonista, il quale reagisce con una testata degna di Zinedine Zidane. Ovviamente, il risultato è il medesimo del 2006: cartellino rosso ed espulsione, condannando la propria squadra alla sconfitta nel torneo. Sfumata dunque questa vittoria, per il giovane sembrano chiudersi le porte del calcio, poiché senza una borsa di studio mai riuscirà ad entrare in una squadra liceale.
Così come accadde al celebre Tsubata, sarà anche qui un allenatore, incontrato quasi per caso al termine del match, a cambiare la vita di Aoi. Fukuda, questo il suo nome, passerà infatti la notte sulla spiaggia con il ragazzo, insegnandogli nuove tecniche di gioco. Dopo tante ore di pratica, il giovane calciatore può allora superare la sua prova, analizzando quindi con Fukuda gli errori dovuti al suo egoismo nella precedente partita. Aoi darà quindi prova del proprio carattere, spiegando come quella della precedente partita era stata una scelta voluta e ponderata: restare in avanti era infatti un vero e proprio schema, possibile proprio grazie alla grande fiducia riposta nei suoi compagni.
Stupito dal talentino locale, l’allenatore si presenterà ufficialmente, invitandolo a prendere parte ad un provino per entrare nella Tokyo City Esperion, realtà della prima divisione giapponese che fa del settore giovanile il suo principale punto di forza. Ultimo test allora: i provinati dovranno affrontare i pari età della Tokyo City Esperion, i quali certo non si risparmieranno, mettendo anzi a dura prova fisica e mentale i propri avversari. Una dinamica decisamente realistica, ripresa anche in opere come Giant Killing e Hungry Heart.
In sostanza, Aoashi è un buon mix fra i classici anime sportivi incentrati sul talento di un singolo ed un contesto realistico. Inoltre, la grande determinazione di Aoi nel voler diventare un professionista, valorizzando i sacrifici fatti dalla propria famiglia, metterà in risalto anche il suo carattere, mostrandoci come dietro a quel grande talento si nasconda in realtà un ragazzo fragile e con una grande paura di fallire.