Innanzitutto mettiamo in chiaro le cose. In questo articolo ci saranno una valanga di spoiler su My Hero Academia. Perciò se come me siete soliti seguire il manga settimanalmente, avrete già capito di cosa andremo a discutere, altrimenti, se seguite l’edizione italiana edita da Star Comics, chiudete immediatamente questa pagina. E, fidatevi, non rovinatevi uno dei migliori momenti mai scritti dell’intera produzione di Shonen Jump.
My Hero Academia sta giungendo al termine, la guerra finale continua senza esclusione di colpi e Kohei Horikoshi dimostra ogni capitolo di riuscire a tirare fuori il meglio dalle situazioni, dai personaggi e dagli scontri. Ma cosa sta rendendo davvero grande questo arco finale? Tutto. Letteralmente tutto. L’autore, infatti, col suo stile di disegno unico che strizza l’occhio ai comics americani, una scrittura profonda, densa ed estremamente dettagliata, un universo di personaggi che prendono vita per quanto ben caratterizzati, una drammaticità unica per un fumetto a target shonen e infine un coraggio immenso.
Perché per uccidere un personaggio come Bakugo ci vuole coraggio, soprattutto quando la fan base è una delle più solide e grandi al mondo e Bakugo stesso è uno dei personaggi più di successo in assoluto per il manga. Ma analizziamo bene la situazione, cosa c’è di veramente grande nella morte di un personaggio apparentemente insacrificabile?
La tensione dell’ultima guerra
A cavallo tra il 2021 e il 2022 My Hero Academia è arrivato a un punto di svolta. La grande guerra tra l’esercito di All For One e Shigaraki e gli eroi protagonisti della serie è cominciata e segna definitivamente l’inizio della fine del manga. Una saga carica di tensione emotiva, di riscatto, di coraggio e soprattutto, una saga che non ha paura di sacrificare i pezzi più importanti della scacchiera per vincere e realizzare un finale ben equilibrato, preciso e potente.
Dallo scontro di Tomura Shigaraki contro Stars and Stripes la storia è diventata ormai carica di epicità, ogni scontro, ogni colpo, ogni parola detta non è lasciata al caso e il tutto crea un’atmosfera davvero unica pur non avendo soluzioni particolarmente originali o plot twist eclatanti. La storia procede linearmente ma gestita con una maestria unica, l’ennesima prova che non serve scervellarsi a trovare un contenuto originale ma uno che funzioni, che sia armonico, e che sia soprattutto ben scritto. Perché un contenuto ben scritto ti fa ridere, piangere ed emozionare, e io ho pianto e riso a iosa negli ultimi mesi.
Negli ultimi capitoli abbiamo assistito a una serie di eventi che preparano il terreno per lo scontro finale, e mentre tutti i fan aspettano l’arrivo di Deku, l’autore prende occasione per donare ai secondari, ai comprimari e ai villain uno spessore unico e permetterà loro di emergere come fossero protagonisti. Horikoshi è infatti un autore che riesce a dare importanza a tutti i suoi personaggi senza tralasciarle neanche uno, ognuno ha un percorso ben definito, uno sviluppo preciso e un’evoluzione sostanziale che raggiunge l’apice nell’ultima saga.
Dunque mentre l’assenza di Deku accresce la tensione emotiva del lettore, vediamo fiorire a mano a mano il percorso personale e psicologico di ogni singolo attore, dimostrazione di una scrittura e un character design dettagliato, preciso e meticoloso.
Il riscatto di Endeavor e Shoto, i quali riescono a riemergere dai propri errori, dalle proprie insicurezze e, nel caso di Endeavor, dal proprio passato oscuro, il triplo gioco di Aoyama, personaggio creato per essere odiato e artefice di uno dei più grandi atti eroici dell’ultimo atto, il risveglio del potere di Sun Eater, il riscatto di Stain e infine l’inutile morte di Bakugo che assume il carattere di una vera e propria morte tragica, un sacrificio inutile atto a dimostrare l’ineluttabilità di Shigaraki stesso, un villain dal percorso estremamente violento e nichilista, con una psiche ormai disgregata in mille pezzi, un’identità annacquata e un corpo virtualmente invincibile.
Katsuki Bakugo, l’altro protagonista della serie
Katsuki Bakugo è in assoluto il personaggio più cazzuto dell’intero fumetto. Nasce come controparte a Deku e, a differenza di quest’ultimo, possiede un quirk potentissimo. È infatti capace di ricreare esplosioni tramite il sudore fatto di nitroglicerina. È inoltre dotato di un costume in grado di raccogliere il sudore e accumularlo per potenziare i suoi colpi. Bakugo è, ancora più di Shoto, il mancato protagonista del manga. Egli è in tutto e per tutto, dotato della stessa determinazione di Deku e, a differenza di quest’ultimo, anche di un talento estremo. Bakugo rappresenta chi ha avuto fortuna fin dalla nascita ma non si è mai adagiato sugli allori.
Il giovane dai poteri esplosivi sviluppa un rapporto di estrema rivalità con Deku, in particolar modo da quando Deku riceve il One For All e inizia a farsi strada nel mondo degli eroi. Bakugo è infatti un personaggio arrogante e presuntuoso in superficie, ma allo stesso tempo sa riconoscere perfettamente il valore di Deku, e rivede in lui una caparbietà che rivaleggia con la sua. Per questo il suo ruolo nel manga assomiglia moltissimo al ruolo di Sasuke Uchiha in Naruto. Egli rappresenta un’alternativa al protagonista, spesso dotato di più caratteristiche da protagonista rispetto al protagonista stesso e tramite un inteso rapporto di rivalità si instaura un processo di grande crescita per entrambi.
Bakugo rappresenta allo stesso tempo un rivale e un mentore per Midoriya, e tra loro si sviluppa un rapporto di amicizia estremamente umano. Un rapporto in grado di costruire col tempo una fiducia forte e permettere a entrambi di non sentirsi mai soddisfatti del proprio livello combattivo. Il loro rapporto è quindi un bellissimo rincorrersi, testarsi, scontrarsi, superare i propri limiti e gareggiare per tendere entrambi a quel simbolo di speranza che è All Might.
Sarà solo alla fine, arrivati all’arco finale, che Bakugo sembra finalmente riconoscere il valore e la forza del compagno, questo rappresenta in assoluto l’apice dello sviluppo del personaggio e permette all’autore di metterlo fuori di scena donandogli una morte tragica, piena di significato e speranza, una morte inutile ai fini della battaglia ma che rende Bakugo per soli tre capitoli, un vero protagonista. E che protagonista…
La morte tragica di un eroe
La guerra ormai volge al termine. Sul campo di battaglia le forze schierate sono ormai allo stremo e ognuno si trova faccia a faccia con il suo avversario, ognuno si sta scontrando con la propria nemesi. Le forze in gioco però sono completamente sbilanciate. Mentre i nostri eroi sembrano in generale avere la meglio sui cattivi, Tomura Shigaraki riesce senza fatica a respingere l’imboscata che gli hanno teso e, con un corpo ormai invincibile e una mente votata alla distruzione più totale, sta mettendo in ginocchio i più grandi eroi della U.A. High School.
Ma ecco che, durante lo scontro con Shigaraki, nel quale persino Best Jeanist si trova in grande difficoltà, arriva Bakugo a smuovere gli animi. Il nostro eroe è cambiato, ha ormai compreso il suo ruolo di supporto nello scontro contro Shigaraki, decide dunque di dare il tutto e per tutto, anche se sa che questo comporterà la sua morte, anche solo per riuscire ad aprire una piccola falla nell’invincibilità del villain.
Bakugo si presenta con un costume in grado di massimizzare la raccolta e il rilascio del suo sudore: il Suppressive Heavy Mobile Unit: Strafe Panzer, con cui accresce esponenzialmente la sua potenza esplosiva. Nonostante il livello di potenza raggiunto, Bakugo non è nemmeno in grado di scalfire il corpo del mostro, ma Bakugo è diverso, non si arrabbia, non si sorprende. Rimane concentrato sullo scontro e mentre Sun Eater si lancia all’attacco donandogli un attimo di respiro, Bakugo nota che la rigenerazione di Shigaraki è più lenta sul lato destro del corpo. Dopo aver realizzato che anche un essere invincibile come lui possiede una debolezza, Bakugo si lancia nuovamente all’attacco, e ottiene un power up improvviso a causa di un effetto collaterale del suo potere: l’accumulo di piccole sfere esplosive nelle ghiandole che vengono trattenute si spargono infatti in tutto il corpo causando esplosioni interne che potenziano le sue caratteristiche.
Ma anche questo non basta, Bakugo raggiunge un livello strabiliante ma perisce nel tentativo: Shigaraki è troppo forte, praticamente è invincibile. Horikoshi sacrifica il suo personaggio più forte e più amato per dimostrare l’ineluttabilità di un potere incontenibile come quello di Tomura e All for One. Bakugo giace a terra dunque, prima di morire rivede il simbolo che lo ha guidato per tutti questi anni, rivede All Might nella sua mente e con aria sollevata sorride tra sé e sé, conscio di essere parte di quel simbolo di speranza che gli eroi rappresentano.
Quello che è davvero strabiliante della morte di Bakugo è che si fa uso del tragico, di una sconfitta che prende al cuore per realizzare un trionfo di vita e speranza. Katsuki Bakugo diventa finalmente l’eroe che ha sempre desiderato essere, un eroe capace di combattere fino a che il corpo non è più in grado di muoversi e viene reso portatore del più grande insegnamento del manga. Ovvero che non è la vittoria, non è il trionfo sul male, ma la capacità di non demordere, di mantenere viva quella speranza rappresentata da All Might che rappresenta il vero scopo di ogni eroe. Per questo ci commuove, per questo Bakugo sorride tra sé e sé, perché ammette la superiorità di Shigaraki ma non la sconfitta, lasciando tutto in mano all’amico Deku, lasciando tutto in mano a un simbolo di cui lui stesso è entrato ormai a fare parte.