Strizzando l’occhio al passato, Koumajou Remilia: Scarlet Symphony ci mette nei panni di Reimu Harukei, che armata di frusta partirà in viaggio per scoprire le origini della Scarlet Mist fino ad arrivare alla Devil Mansion e combattere le orde di creature demoniache che le sbarreranno la strada. Com’è solito in titoli di questo genere, la trama è puramente accessoria. Vediamo quindi se questa fusione con lo stiloso Touhou Project e un gameplay vecchio stile riuscirà a fare breccia nel cuore dei videogiocatori. Il gioco sarà disponibile su Nintendo Switch e PC tramite Steam a partire dal 27 luglio.
- Titolo: Koumajou Remilia: Scarlet Symphony
- Piattaforma: Nintendo Switch, PC (Steam)
- Versione analizzata: Nintendo Switch
- Genere: Azione a scorrimento orizzontale
- Giocatori: 1
- Publisher: CKF Co., Ltd.
- Sviluppatore: Frontier Aja, CKF, Co., Ltd.
- Lingua: Inglese (testi), Giapponese (doppiaggio)
- Data di uscita: 28 luglio 2022
- Disponibilità: digital delivery
- DLC: Nessuno
- Note: Nessuno
Abbiamo recensito Koumajou Remilia: Scarlet Symphony con un codice Nintendo Switch fornitoci gratuitamente da Frontier Aja tramite CKF Corporation.
Reimu contro le forze del male
Non appena si prenderà il controllo della nostra beniamina Reimu saremo catapultati nel centro dell’azione. Le mosse della protagonista sono poche e studiate in modo apposito per dare una sensazione di immediatezza al gameplay, a scapito però di varietà e restituendo tutt’al più una mobilità limitata. A tal proposito sorprenderà infatti sapere che sebbene Reimu sia in grado di volare, mentre lo fa non sarà possibile cambiare direzione verso la quale saremo rivolti, rendendo ostico sparare in direzione dei nemici. L’unico modo per farlo sarà di tornare a terra, riposizionarsi e tornare in volo. In oltre, i nostri movimenti in aria sono rallentati, nonostante (come si è detto) sia possibile difendersi sparando laser, anche se dalla breve gittata, nella direzione dove siamo rivolti.
Per terra siamo dotati invece di una scivolata dalle strane tempistiche, che in un bullet hell (che mostra il suo volto durante i combattimenti contro i boss) risulta essere una delle nostre poche mosse evasive, dato che schivare i proiettili in altro modo (saltando o volando) risulterà quantomeno difficile data la grandezza del modello del personaggio e quindi della sua hitbox fin troppo generosa. Anzi, a volte ci si chiede proprio perché un gioco del genere non abbia seguito la via di una giocabilità più reattiva e in generale più veloce così da favorire il ritmo e sostenerne meglio la struttura.
Se si aggiunge inoltre che il titolo prende e mescola meccaniche più o meno rodate da altri titoli, ma senza alcun guizzo o particolare inventiva, il tutto scivola in un anonimato che purtroppo non è salvato neanche dai carismatici personaggi di Tohou Project. Quello che comunque migliora la situazione generale è una certa varietà di nemici, che non si limitano a essere semplici reskin, ma vere e proprie sfide sempre diverse, provando a rimescolare le (poche) carte in tavola e proponendo alcune variazioni sul tema, purtroppo però invalidate dalle meccaniche stesse del gioco: volare è purtroppo una capacità così versatile e sotto un certo punto di vista “rotta” da rendere vane certe stanze di gioco che sono state invece così meticolosamente costruite intorno al piazzamento e alla scelta dei nemici. Bisognerà quindi rinunciare volutamente a tale meccanica per apprezzare davvero certe situazioni.
Una serie di scivoloni
I combattimenti contro i boss citati in precedenza dovrebbero in teoria essere il punto focale dell’esperienza, offrendo un tipo di sfida diversa rispetto al resto del normale gameplay. Fondamentale per queste battaglie è utilizzare le alleate di Reimu, che si andranno ad aggiungere al “party” e che saranno richiamabili tramite un apposito tasto, potendo anche scegliere tra chi evocare per un attacco speciale e ognuno con caratteristiche e aree di effetto uniche. Data però la goffa implementazione del bullet hell, tali combattimenti non fanno che essere una semplice sfida a tempo per battere il boss prima che ci bombardi di attacchi a volte davvero impossibili da evitare date le poche opzioni a nostra disposizione. Da precisare è che ciò non rende mai veramente difficile il gioco, ma solo frustrante e incomprensibile in alcune delle sue scelte.
Parlando di difficoltà, l’esperienza in tal senso sarà personalizzabile non solo nella scelta tra modlità facile, normale e difficile, ma anche nelle vite a nostra disposizione, da un minimo di tre a un massimo di venti prima di dover ricominciare l’intero livello. Morire contro un boss, invece, ci farà ricominciare direttamente all’inizio del combattimento se avremo a disposizione vite. Purtroppo non c’è nulla di rilevante da segnalare neanche sulla longevità del titolo, che si attesta tutt’al più su un paio di ore, o tre se proprio si vogliono ottenere gli achievement e qualche extra, che però non sono particolarmente accattivanti se non ai fan più sfegatati di Tohou Project.
Appare quindi chiaro che più di ogni cosa Koumajou Remilia risulti essere un gioco fatto con poca ambizione e il cui budget modesto non sia il vero colpevole, quanto la scelta di portare avanti una costruzione del titolo non supportata da delle meccaniche adeguate. Sia chiaro: nessuna delle situazioni che si andranno ad affrontare sono brutte o mal fatte, ma risultano invece trascurabili e che rischiano di finire nel dimenticatoio non appena verranno portate a termine. Un vero peccato, contando che si aveva avuta la possibilità di portare a casa un titolo carino e con un tocco di nostalgia a contornare il tutto.
A chi consigliamo Koumajou Remilia: Scarlet Symphony?
È davvero difficile consigliare Koumajou Remilia: Scarlet Symphony. Gli unici che infatti ne trarranno un reale e pieno giovamento sono le persone che seguono in maniera fedele Tohou Project oppure chi è alla espressa ricerca di un gioco d’azione a scorrimento in vecchio stile. Tuttavia, la durata e il prezzo dovrebbero far ben riflettere a chi lo acquista, anche se si tratta delle categorie di videogiocatori sopracitati.
- Esperienza smaccatamente old school
- Buona varietà di nemici e situazioni
- Breve e poco rigiocabile per il prezzo a cui è venduto
- Un gameplay più reattivo avrebbe giovato al ritmo di gioco
- Il suo essere derivativo lo fa risultare anonimo
Koumajou Remilia: Scarlet Symphony
Un viaggio dimenticabile
Il più grave problema di Koumajou Remilia: Scarlet Symphony è l’essere poco ambizioso e memorabile, risultando quindi tragicamente anonimo. La sua durata irrisoria, il prezzo a cui è venduto e la giocabilità a volte un po’ troppo legnosa inficiano troppo su quella che è una produzione tutto sommato armata di buone intenzioni sebbene modesta, e che vuole celebrare un genere old school mescolandolo con una spruzzata di Touhou Project. Non bastano però un paio di extra sbloccabili e una difficoltà personalizzabile a salvare un gioco che dopo essere stato portato a termine dal giocatore, finirà irrimediabilmente nel dimenticatoio.