Da qualche anno a questa parte CAPCOM sta seguendo una mentalità che non si può che definire particolare, qualcosa che potremmo definire un approccio “passato/presente” per cercare di fare presa sia sui fan di vecchia data che su quelli nuovi, e dal gusto marcatamente agrodolce. Del resto, per un fan longevo di questa casa di sviluppo giapponese, se da una parte si prova tristezza per la consapevolezza del fatto che le probabilità di vedere nuovi episodi di quelle produzioni secondarie che non si chiamano Street Fighter, RESIDENT EVIL o Monster Hunter ma che hanno comunque cementato per CAPCOM un posticino nel cuore di tantissimi fan siano praticamente prossime allo zero, fa al contempo sentire di non essere stati completamente dimenticati quando si vede la software house rilasciare delle ottime compilation delle sue vecchie glorie, rendendole facilmente disponibili a prezzi modici e con un’ottima resa grafica e materiale in abbondanza da far sicuramente piacere ai fan più sfegatati. È questo il caso di CAPCOM FIGHTING COLLECTION.
Dai vecchissimi arcade, ai picchiaduro a scorrimento, alle varie iterazioni di Mega Man (per ora serie classica e X, aspettando con impazienza l’arrivo della compilation dedicata a Battle Network), all’ormai storica epopea di Street Fighter: ognuno di questi ha ricevuto le loro collection contenenti svariate versioni dei vari titoli della serie, più tipicamente la possibilità di giocare la versione occidentale o quella giapponese. In tutto questo mare di titoli, vi era un insieme di giochi che erano più che validi ma che sembravano destinati a finire nel dimenticatoio o a essere solo un leggero barlume nella memoria di qualche vecchio nostalgico del genere: un insieme di fighting games 2D CAPCOM che, sebbene davvero ben fatti e abbastanza riconosciuti dai fan, non hanno poi avuto lo sfarzo e la longevità della sua serie di combattimento portabandiera. Serie che, per nostra fortuna, ci vengono riproposti con questa nuova, ultima compilation fatta apposta per i patiti del genere.
- Titolo: Capcom Fighting Collection
- Piattaforma: PlayStation 4, Xbox One, Nintendo Switch, PC / Steam
- Versione analizzata: Xbox One (EU)
- Genere: Fighting Game, Antologia
- Giocatori: 1-2
- Publisher: CAPCOM
- Sviluppatore: CAPCOM
- Lingua: Italiano (menu), Inglese (testi)
- Data di uscita: 24 giugno 2022
- Disponibilità: digital delivery
- DLC: Nessuno
- Note: Itemi e musiche aggiuntive forniti come pre-order bonus
Abbiamo recensito Capcom Fighting Collection con un codice Xbox One fornitoci gratuitamente da CAPCOM tramite Koch Media.
Vi chiederete innanzitutto, che titoli storici porta in tavola questa nuova compilation? I titoli in questione sono in tutto ben dieci, coprendo un arco temporale che va dal 1994 al 2003. Partiamo dall’orrorifica (ma non troppo) e folle trilogia di Darkstalkers (che ci viene portata in formato integrale e con tutte le sue versioni migliorate), in cui vedremo diverse tipologie di mostri del topos classico (vampiro, licantropo, mummia, mostro di Frankenstein e chi più ne ha più ne metta) che si pestano selvaggiamente usando attacchi che spesso sfociano nel cartonesco e nel demenziale, e con un roster che con gli anni diventa non solo più corposo, ma che ci ha regalato alcuni dei personaggi più iconici della storia CAPCOM (per esempio la sensuale succube Morrigan o l’adorabile zombie cinese Hsien-Ko).
Abbiamo poi Cyberbots: Full Metal Madness, uno stranissimo miscuglio fra un gioco di combattimento 2D e un mech simulator, dove invece di combattenti marziali tipici del genere, avremo un manipolo di personaggi che si pesteranno a bordo di avveniristici robottoni di vario genere e che si incentra molto sulla trama (del quale i più ricorderanno il possente mech Blodia e la dispotica principessa Devilotte). Proseguiamo poi con Red Earth, uno dei titoli arcade più strani (oltre che meglio animati sulla piazza) dove un gruppo di eroi fantasy era chiamato a sconfiggere svariate creature mostruose che terrorizzano la popolazione. Restando in tema demenzialità, come non citare la doppietta “Pocket” formata dal simpatico Super Puzzle Fighter II Turbo e da quel piccolo capolavoro di pazzia che è Super Gem Fighter Mini Mix (Meglio noto qua da noi e in Giappone col nome di Pocket Fighter)? A completare l’antologia abbiamo Hyper Street Fighter II, che si potrebbe benissimo definire la versione non plus ultra del classico cult arcade che tutti conosciamo, con tutti gli extra e le variazioni nell’equilibrio di gioco e nel gameplay.
Mostri o non mostri… tutti a scuola (di pestaggi!)
Quella che abbiamo fra le mani è un’antologia variegata con stili di gioco che sono per certi versi simili, ma anche con svariate differenze, tutti facili da imparare ma veramente ostici da padroneggiare al 100%. Se la serie di Darkstalkers è caratterizzata da scontri frenetici in una chiave decisamente più tradizionale (tralasciando la possibilità di usare le Dark Force nel 3 per ottenere un power up momentaneo), poi avremo titoli come Cyberbots o Red Earth, che hanno le loro regole ben precise. Il primo sarà molto tecnico, e bisognerà calcolare bene come non solo gli attacchi fisici ma anche capire come far funzionare tutte le armi del proprio mech, mentre il secondo è una vera e propria modalità survival con elementi da RPG quali magie e potenziamenti.
Puzzle Fighter II è un altro gioco ostico, che richiede di ribaltare la propria concezione dei puzzle game classici a blocchi (non potrete far scoppiare le gemme dello stesso colore a meno che non li facciate collidere con un globo di energia del medesimo colore). Pocket Fighter presenta invece una variabile meno complicata dei picchiaduro convenzionali con mosse più variegate e semplici da eseguire e un sistema di level up delle mosse per mezzo delle gemme colorate. Ogni singolo gioco presenta diversi gradi di sfida, ma tutti loro sono caratterizzati da un’IA che è ormai fin troppo tipica nei giochi arcade CAPCOM, che non si fa problemi ad aumentare di colpo la difficoltà sparando spesso dei colpi bassi quando meno ve lo aspettate (specie ai livelli standard). Fortunatamente, al giocatore viene data ampia scelta su come impostare sia la difficoltà che la velocità degli scontri per ogni singolo gioco, in modo da poter prendere le cose con più calma se vede che battere la CPU è troppo ostico.
Fluidità, spalanca le tue braccia
La resa tecnica è rimasta pressoché quella che abbiamo imparato a conoscere e ad amare sui cabinati arcade, con quella rapidità, quel dettaglio e quella magica fluidità 2D che contraddistingueva i titoli CAPCOM negli anni ’90 (senza quelle brutte riduzioni di frame e del dettaglio generale che aveva contaminato dei port che altrimenti sarebbero stati sopraffini su PlayStation). Unico neo è probabilmente il fatto che la prima volta che avvieremo un qualunque gioco, questo partirà con un filtro grafico di scanline per simulare l’effetto cabinato, che a seconda di quanto preferiate vedere le cose nitidamente, potrebbe far storcere il naso. Si tratta tuttavia di un problema completamente minore che si può ovviare semplicemente selezionando un altro filtro nelle opzioni di gioco, niente di veramente grave.
Parlando di fluidità, non si può non tirare in ballo le ottime funzionalità online, aiutate da un netcode di prim’ordine che permette scontri fluidi e senza singhiozzi dovuti a problemi di connessione o server ballerini. Quello che però dà veramente fastidio, tuttavia, è la totale assenza delle opzioni di cross-play, che per una compilation acquistabile sulle varie piattaforme moderne si fa decisamente sentire (specie quando si hanno amici appassionati di uno dei titoli in generale e che vorrebbero giocare con te, ma non può perché giocate su piattaforme diverse).
A chi consigliamo Capcom Fighting Collection?
Capcom Fighting Collection è un titolo che farà principalmente la gioia di chi, come chi vi scrive, è cresciuto a pane e sala giochi nella sua infanzia e adolescenza, buttando monetine su monetine sia da solo che con gli amici, e che troveranno non solo giochi che hanno adorato ma tanto materiale per fan fra bozzetti e manuali di istruzioni illustrati, ma è senza dubbio da consigliare ai fanatici dei picchiaduro in generale, anche quelli che hanno conosciuto solo i moderni giochi in 3D e vorrebbero vedere da dove è partito l’intero fenomeno. Se poi siete appassionati della pura animazione in pixel art e volete vedere in azione alcuni degli sprite più dettagliati e variegati che esistano. Tenete tuttavia presente, giocando in single player, che la difficoltà è la stessa che si presentava in sala giochi, con tutti i pro e i contro, quindi non sorprendetevi se vi ritroverete più volte a sbraitare contro lo schermo quando pensavate di aver la vittoria in pugno e al computer prendono i cinque minuti di pazzia e deciderà di pulirvi il pavimento quando meno ve l’aspettate. Sono giochi frenetici ,ma impegnativi, che richiedono una grande pazienza per essere padroneggiati.
- Alcuni dei migliori titoli arcade CAPCOM
- Grafica 2D fra la migliore del genere
- ben dieci giochi diversi da scegliere…
- …Di cui due però sono versioni alternative degli stessi
- La difficoltà elevata dell’arcade potrebbe scoraggiare i neofiti
- Mancato supporto per il cross-play
Capcom Fighting Collection
Ma quanto erano belli i picchiaduro da sala giochi?
Capcom Fighting Collection è una di quelle antologie che si potrebbero, sì, definire per vecchi nostalgici, ma che sono talmente solide e impegnative da poter piacere tranquillamente anche ai più giovincelli (specie con tutto il revival del 2D che abbiamo da qualche anno a questa parte grazie al mercato indie), una vera lettera d’amore a un tipo di gioco che con l’avvento del 3D è stato forse ingiustamente ignorato. Ogni gioco presenta una sfida diversa, ma ognuno dà enormi soddisfazione quando si riesce a prenderci la mano. Non c’è niente da fare, CAPCOM è una delle migliori quando si tratta di fare questo genere di antologie. A questo punto, non resta che sperare che si ricordino anche dei loro vecchi picchiaduro 3D e facciano una bella compilation anche di quelli. Ci piacerebbe rigiocare a titoli come Rival Schools, Tech Romancer e Power Stone.