Era il 1990 quando sui tavoli di un giovane ma affermato Studio Ghibli arrivò la prova di ammissione di un talentuoso studente universitario: il suo nome era Masashi Ando. Con gli anni tale firma alle animazioni divenne una garanzia, ma dopo numerosi successi come Principessa Mononoke, La città incantata, Paprika e Your Name, Ando sentì il bisogno di nuove sfide. Fu così che nel 2018 venne ufficializzato il suo nuovo ruolo nell’adattamento animato dei romanzi di The Deer King di Nahoko Uehashi: ad attendere l’animatore vi era la sedia della regia, condivisa con un altro allievo del maestro Miyazaki, Masayuki Miyaji. Dapprima previsto per il 2020, The Deer King – Il Re dei Cervi debuttò soltanto nel 2021, approdando nei cinema giapponesi a febbraio 2022. Quattro mesi più tardi è stata la volta del Bel Paese, dove il film di Ando e Miyaji è stato proiettato nelle sale il 27, 28 e 29 giugno.
Un uomo coraggioso, Van, si è opposto alle mire espansionistiche dell’Impero di Zol, divenendone così uno schiavo costretto a lavorare in miniera. Una notte però le miniere vengono attaccate dai lupi neri, creature portatrici di una terribile malattia chiamata mittsal, grazie ai quali Van riesce a fuggire, in compagnia di una giovanissima orfana, Yuna. Sebbene le zanne dei lupi conducano alla malattia, e quindi alla morte, sia Van sia Yuna, pur morsi, non contraggono il morbo, divenendo così oggetto del desiderio del medico Hohsalle, il quale è alla ricerca di una possibile cura al mittsal. Le loro storie sono dunque destinate ad intrecciarsi in un’intricata tela di giochi di potere e scontri, alimentata dai sentimenti contrastanti del soggiogato Regno di Aquafa, il cui destino è indissolubilmente legato al passato del valoroso Van e al futuro della piccola Yuna.
- Titolo originale: Shika no Ō: Yuna to yakusoku no tabi
- Titolo inglese: The Deer King
- Titolo italiano: The Deer King – Il Re dei Cervi
- Uscita giapponese: 4 febbraio 2022
- Uscita italiana: 27 giugno 2022
- Genere: fantasy, slice of life, azione
- Durata: 114 minuti
- Studio di animazione: Production I.G.
- Adattato da: romanzi di Nahoko Uehashi
- Lingua: giapponese, italiano
Abbiamo recensito The Deer King – Il Re dei Cervi tramite invito alla proiezione riservata alla stampa di Koch Media e Anime Factory.
Una storia di legami
L’avventura narrata in The Deer King – Il Re dei Cervi non può in alcun modo prescindere dai propri protagonisti. Il cuore pulsante dell’intera pellicola è infatti il rapporto incredibilmente dolce e toccante tra Van e Yuna, estranei nel sangue, padre e figlia nell’anima. Van è un guerriero invidiabile, un tempo facente parte dei temuti Corni Solitari, ma, persa la guerra e gli affetti, sembra non rimanergli nulla. Persino la libertà gli viene sottratta, salvo poi venir nuovamente concessa grazie all’arrivo dei lupi neri nella miniera di sale dove veniva rinchiuso. Questo avvenimento illumina una nuova possibilità, perché nella fuga Van ha modo di salvare Yuna, una giovanissima orfana, ridente e solare, la quale gli cambierà la vita. In Yuna, Van trova la luce che lo risveglierà dalle tenebre; in Van, Yuna incontra un padre affettuoso e gentile. I legami di sangue non contano.
Un sangue, quello di Van e Yuna, che si rivela però incredibilmente interessante per il cerusico Hohsalle, il quale spera di poter studiare gli anticorpi sviluppati dai due, sopravvissuti al mittsal, trovando così una cura alla malattia. Il medico, venerato da molti per aver in passato salvato la seconda consorte dell’imperatore di Zol, è un uomo affabile e gentile, completamente estraneo ai giochi di potere dei sovrani. La sua vicenda inizia in sordina, per poi conquistarsi completamente la scena nella seconda parte del film, che risulta però meno riuscita della precedente. Mentre la semplicità del rapporto tra Van e Yuna garantisce grande chiarezza al primo filone narrativo, la ricerca della cura al mittsal, accompagnata dai movimenti imperiali e dalla conseguente trama di carattere politico, rendono la matassa talvolta troppo complessa. La risoluzione finale degli eventi non risulta curata a dovere, lasciando così lo spettatore parzialmente deluso al termine dei 114 minuti. Il ritmo dell’opera è quindi altalenante, ad ottime premesse seguono sviluppi non altrettanto brillanti, con protagonisti che, per quanto ben caratterizzati, avrebbero meritato un’attenzione maggiore, come nel caso del passato di Van, al quale è dedicato un racconto sintetico e frammentato.
Comparto visivo e sonoro, croce e delizia
Le animazioni curate da Production I.G., celebre per cult del cinema giapponese quali Ghost in the Shell e Jin Roh: Uomini e lupi, mantengono uno standard qualitativo nella media. Complice una regia discutibile, le scene più concitate non vengono rappresentate a schermo al meglio, anzi. L’ampissima palette cromatica selezionata offre infatti la possibilità di creare scenari affascinanti, ma alle volte genera contrasti fin troppo azzardati, come quando entrano in scena le forze magiche operanti nel mondo di The Deer King. Il character design, curato dallo stesso Masashi Ando, offre spunti interessanti, ma si rivela troppo poco incisivo, non riuscendo nell’ardua impresa di rendere indelebile il ricordo dei lineamenti dei personaggi di questa storia.
Se fino ad adesso la descrizione tecnica dell’ultima fatica di Ando e Miyaji è quella di un film mediocre, la musica è destinata a cambiare con il comparto sonoro. In una parola: sontuoso. Le composizioni orchestrali della pianista Harumi Fuuki contribuiscono infatti ad una totale immersione nel mondo feudale nipponeggiante di Van e Yuna, conferendo un’aurea di grandiosità a paesaggi naturali incontaminati ed evocativi. Di grande impatto anche il tema principale dell’opera, One Reason, firmato milet, cantante J-POP già nota nel mondo degli anime per Drown, seconda ending della prima stagione di Vinland Saga. Infine, un’esclusiva tutta italiana: il doppiaggio. Ad un buon adattamento segue infatti una recitazione vocale oltre ogni aspettativa, con voci azzeccate, armoniose tra loro e credibili.
Malattia e guerra, piaghe degli uomini
La trama fantasy di The Deer King potrebbe sembrare, ad una prima lettura, priva di originalità. Il world-builing, quanto meno nell’adattamento animato dei romanzi di Uehashi, si limita a fornire poche informazioni essenziali: un mondo antico, una società di stampo feudale, delle forze naturali misteriose, un forte impero desideroso di conquista. In questa cornice si collocano i due elementi negativi a cardine della storia: la malattia e la guerra, l’una originata da e per l’altra. La condanna degli autori alla guerra è chiara, evidente, così come la necessità di cooperare per vincere la malattia, il mittsal. Inoltre vengono affrontate anche tematiche religiose e mediche, con riflessioni che trascendono lo spazio e il tempo del film stesso. L’introduzione degli elementi fantasy avviene in maniera atipica, seguendo una spiritualità intrinsecamente giapponese, ma trasmettendo un messaggio di denuncia universale, che potrebbe celare diverse critiche al nostro presente.
A chi consigliamo The Deer King – Il Re dei Cervi?
The Deer King – Il Re dei Cervi non è certo un film adatto al grande pubblico, un’opera troppo complessa, articolata e condensata per essere usufruita con spensieratezza. Eppure, nonostante difetti innegabili, primo fra tutti la perdita di identità a seguito dell’allontanamento tra Van e Yuna, l’adattamento dei romanzi di Nahoko Uehashi conserva un fascino esotico che potrebbe guadagnarsi il favore di una nicchia di appassionati. Non aspettatevi i colori dello Studio Ghibli o la semplice brillantezza di Hayao Miyazaki, perché i due allievi, per ora, possono soltanto guardare al maestro con ammirazione. Le buone premesse della vigilia non si sono concretizzate del tutto: da un romanzo pluripremiato ecco a noi una pellicola gradevole ma non indimenticabile, un’avventura nuova, che mostra un certo potenziale rimasto purtroppo inespresso.
- Colonna sonora splendida
- Tematiche profonde ed innovative
- Doppiaggio in italiano azzeccatissimo
- Protagonisti ben caratterizzati e facili da amare…
- …Ma il loro passato è appena abbozzato
- Personaggi secondari poco incisivi
- Regia e animazioni non sempre all’altezza, specie nei momenti più concitati
- Ritmo altalenante e, talvolta, confuso
The Deer King - Il Re dei Cervi
Grandiosità e sentimento
The Deer King – Il Re dei Cervi, distribuito in Italia da Koch Media con l’etichetta specializzata Anime Factory, arrivava nei nostri cinema come un’incognita, con un cast di spessore sebbene privo di nomi altisonanti, adattamento di una serie omonima di romanzi pluripremiata in Giappone, ancora inedita nel nostro paese. L’epopea fantasy narrata potrebbe essere assai affascinante e densa di riflessioni profonde, ma risente di un minutaggio ridotto rispetto a quanto la materia letteraria originale avrebbero potuto offrire. Il risultato finale non riesce ad esprimere appieno il potenziale di questa storia, che risulta così gradevole ma anche dimenticabile. Sono presenti molti spunti, anche ottimi, basti pensare alle tematiche affrontate, dalla religione alla medicina, e alle riflessioni offerte. Un’opera incompleta, che poteva essere molto più di un lungometraggio di esattamente 114 minuti. Un viaggio imperfetto tra rapporti umani e scontri di potere, che comunicherà molto a chi saprà ascoltare.