La maschera del Nō e La spada di Sanada sono i primi due libri della tetralogia scritta da Camille Monceaux e pubblicata da L’ippocampo edizioni a partire dal 2021, dal nome Le cronache dell’acero e del ciliegio. Al momento, oltre ai due titoli sopracitati, non si hanno notizie dei successivi se non che dovremo attendere qualche tempo ancora, sta di fatto che il fenomeno ha spopolato sui social ed è stato apprezzato, decisamente, da tutta la critica letteraria. Quest’oggi abbiamo l’onore di parlarvi del primo di questi 4 volumi, anche finalista al Premio Strega Ragazzi e Ragazze 2022 nella categoria Migliore Libro d’esordio.
Il costo dei volumi è di € 15,90 l’uno e sono in vendita presso tutte le librerie e numerosi rivenditori fra cui il sito web ufficiale L’ippocampo edizioni e Amazon. Vale davvero la pena dedicare del tempo e del denaro per dare una possibilità a questa saga? Scopriamolo insieme!
- Titolo originale: Les chroniques de l’érable et du cerisier – La Masque de Nō
- Titolo italiano: Le cronache dell’acero e del ciliegio – La maschera del Nō
- Uscita originale: 27 agosto 2020
- Uscita italiana: 13 maggio 2021
- Numero di volumi: 1 di 4 (in corso)
- Casa editrice: L’Ippocampo Edizioni
- Genere: Narrativa storica
- Autore: Camille Monceaux
- Formato: 14 x 22 cm, b/n
- Numero di pagine: 416
Abbiamo recensito Le cronache dell’acero e del ciliegio – La maschera del Nō tramite volume stampa fornitoci da Ippocampo Edizioni.
“Qual è la regola che prevale in ogni combattimento? Una spada fa nascere diecimila spade. Tienilo sempre a mente.”
Giappone, XVII secolo. Ichirō è un ragazzo dal passato complicato che si è ritrovato a condurre la vita solitaria, tra le montagne, almeno finché non giunge dopo mille avversità a Edo (antica Tokyo). Qui cercherà di trovare un suo posto nella società, guidato da sentimenti di smarrimento, confusione e vendetta, scoprendo le mille sfumature dei quartieri della città e immergendosi nel mondo del teatro Kabuki. Ciò che sconvolgerà del tutto la sua esistenza è, però, l’incontro con Hiinahime, la sconosciuta con la maschera del Nō, la cui amicizia determinerà una svolta nel suo cammino e che lo aiuterà ancora di più alla scoperta della sua storia.
Nel volume che abbiamo avuto il piacere di esaminare per la recensione, l’Io narrante è proprio Ichirō, il quale ci racconterà della sua vita in principio isolata nel cuore della natura selvaggia, e di seguito le vicende nelle quali si ritroverà coinvolto, le mille identità che dovrà assumere per sopravvivere, le difficoltà che affronterà ma anche i momenti di appagamento e serenità, a partire dalla sua infanzia particolare alla sua adolescenza difficile.
Difatti, Ichirō fu abbandonato da coloro che avrebbero dovuto amarlo e cresciuto da un ignoto samurai che, nel corso degli anni, gli ha insegnato come sopravvivere e lo ha condotto alla via della Spada.
“Sai cosa c’è di strano, I-chan? Il piccolo solco che vedo tra le tue sopracciglia. È stato uno spirito maligno del bosco a cucirti insieme le sopracciglia? Su, guardiamo cosa si può fare, disse posando l’indice tra le mie sopracciglia. (…) Miracolo! Il brutto solco è sparito. E, con esso, tutti i tuoi pensieri!”
Il primo volume di questa saga, presentata sia con Copertina Flessibile che in formato Kindle, è composto da 34 capitoli, dove gli eventi prendono vita tramite il racconto dell’autrice. La copertina si presenta di carta goffrata, decisamente delicata (difatti, purtroppo, nel mentre abbiamo avuto il piacere di immergerci nella storia, si è consumata sulla costa perdendo colore) ma anche ruvida e gradevole al tatto, e le pagine sono interamente in fibre naturali, il che rende questo libro completamente riciclabile. A disegnarla è Olivier Balez che, con colori semplici ci dà già un’impressione di ciò che andremo ad affrontare nella narrazione, senza però rovinare la sorpresa e svelare ciò che poi andremo a scoprire durante la lettura. I tagli del volume poi sono arricchiti da un motivo geometrico ricorrente a cura di Gabrielle Monceaux (disegnatrice anche della mappa all’interno del libro e del logo), che si ripete in un azzurro delicato e dona un certo fascino all’edizione.
Ma ciò che rende questo libro un qualcosa di cui non fare a meno nella propria collezione è il racconto vero e proprio. Dalle parole dell’autrice, traspare tutta la sua cultura e la sua ammirazione nei confronti della storia e della tradizione giapponese, adattate molto bene dal traduttore italiano Fabrizio Ascari e se sceglierete di proseguire l’analisi con noi, scoprirete il perché. La narrazione è in prima persona e l’autrice, grazie a questo espediente, aiuta il lettore a immergersi completamente, profondamente nella storia e a restare incollati per ore e ore sulle pagine, vivendo assieme a Ichirō tutte le vicende di cui è protagonista dal suo punto di vista. Il linguaggio usato è semplice, fluido, coinvolgente, ma anche crudo, preciso, vero, lascia poco spazio ai fraintendimenti e segue la crescita e lo sviluppo del personaggio, che va quindi perfezionandosi con lo scorrere del tempo (all’incirca una quindicina d’anni).
Nel corso della narrazione saremo rapiti sia dalla poesia che dalla crudeltà, dall’arte e dalla guerra, che trovano un equilibrio sottile, si intercambiano all’interno della vita di Edo in maniera bilanciata. Ichirō si presenta come un giovane buono, generoso, talvolta ingenuo, riservato, taciturno e solitario ma anche curioso e volenteroso, di una forza non solo fisica ma soprattutto spirituale che gli permette di non arrendersi davanti a niente e a nessuno. Il suo personaggio è in continua evoluzione, nonostante la sua educazione particolare e molto curata, si percepisce sia una persona umana, poco perfetta, che un momento ha tutte le certezze e il momento dopo non ne ha più ma non si dà per vinto, ricomincia daccapo, senza mai fermarsi, anzi, mettendo tutto in discussione, si reinventa di continuo per trovare la sua strada e adattarsi al mondo che gli si presenta. Tutto ciò ci permette, da lettori, di immedesimarci a tal punto da provare le stesse emozioni da lui provate, facendoci trasportare dagli eventi e non è difficile immaginare gli ambienti e le caratteristiche dei personaggi, sognare di essere fra i vicoli di Edo, spostarsi dal quartiere rosso a Ōtemachi, e nelle foreste circostanti con la presenza costante, imponente e ammaliante del monte Fuji, anche perché le descrizioni sono minuziose, ricche di dettagli, nonostante l’utilizzo ricorrente di termini e concetti appartenenti alla cultura giapponesi.
Di grande aiuto le note a piè di pagina, che spiegano non solo i significati di alcuni termini scritti in lingua nipponica, ma anche alcuni concetti che nella cultura occidentale risultano desueti. La narrazione quindi non è solo un racconto frutto della mente e della passione della scrittrice, ma è legata a doppio filo con la storia reale del Giappone, ci permette di viaggiare in un’epoca lontana, difficile, instabile, l’epoca dello Shogunato di Tokugawa Ieyasu, dove usi e costumi erano totalmente diversi dall’attuale società e soprattutto un periodo storico poco studiato sui banchi di scuola occidentali dove si predilige un approfondimento maggiore per la storia europea, a meno che non si è appassionati del genere (epoca tanto affascinante da essere di riferimento anche per diversi videogiochi). Il lettore cresce, scopre, impara e vive tutto ciò dagli occhi di Ichirō, dall’infanzia all’adolescenza, come se la sua vita per qualche ora fosse quella del protagonista.
Unica “pecca” che rende difficile la comprensione, almeno all’inizio della lettura, è la scelta stilistica dei dialoghi nei quali scarseggia la presenza di caporali (segni di punteggiatura) ad indicare che una frase declamata dai personaggi è terminata o solo momentaneamente interrotta. È stata una bella sfida e all’inizio non eravamo molto entusiasti, non eravamo molto convinti fosse una decisione saggia impostare in questo modo i dialoghi, ma dopo i primi capitoli ci si abitua, sorprendentemente e quel leggero fastidio dato dall’incertezza svanisce tranquillamente. Man mano che si prosegue con la lettura diventa facile adattarsi al ritmo del racconto.
“Come una ruota, la vita è instabile. Come una ruota, la vita è intollerabile. La ruota del karma continua a girare. Retaggio delle azioni della mia vita passata, la mia angoscia gira in tondo.”
Le cronache dell’acero e del ciliegio formano una tetralogia ambientata nel Giappone del XVII secolo. Seguiamo due eroi, Ichirō, giovane samurai dal favoloso destino, e la misteriosa Hiinahime, una sconosciuta che si nasconde dietro una maschera nō. Nei primi due volumi l’io narrante è Ichirō, negli altri due toccherà all’eroina Hiinahime raccontare la vicenda. Il primo tomo, intitolato La maschera del Nō, ripercorre la vita di Ichirō dall’infanzia all’adolescenza. Abbandonato, Ichirō viene cresciuto come un figlio da un ignoto samurai che gli insegna la via della spada. Il ragazzo vivrà un’esistenza solitaria tra le montagne, nel cuore di una natura selvaggia e al ritmo delle stagioni, tra momenti di beatitudine e spensieratezza e un apprendistato che richiede costanza e coraggio. Ma in una tragica notte, la vita di Ichirō viene sconvolta dall’attacco di loschi samurai. Il destino lo porterà allora a Edo (l’antica Tokyo), dove inizierà a esibirsi nei teatri kabuki; lì stringerà le prime amicizie e incontrerà Hiinahime, la sconosciuta con la maschera Nō.
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Camille Monceaux, nata nel 1991 e di origini francesi, già dalla tenera età ha una gran passione per cavalieri e leggende. In particolare, dopo la maturità, si dedica agli studi letterari a Parigi per inseguire il suo sogno di diventare scrittrice e, inoltre, si approccia allo studio della lingua giapponese. La sua ispirazione per la saga la raggiunge poi nel 2017, quando il suo interesse per la lingua nipponica la porta a viaggiare in lungo e in largo per il Giappone per un anno intero, periodo nel quale si immerge totalmente nella cultura del posto e si dedica alla scoperta di miti e leggende.
Ed è proprio durante questo viaggio che inizia ad elaborare una storia, a partire dal misterioso personaggio, fulcro di questa tetralogia, ancora grezzo nella sua idea ma che si rivelerà la chiave del racconto: l’affascinante e riservata ragazza costretta a nascondere la sua identità dietro una maschera del teatro Nō. La storia vera e propria sarà poi scritta in un camper in Nuova Zelanda, a detta dell’autrice, una parte di Giappone sempre in viaggio con lei.
L’ippocampo Edizioni, responsabile dell’edizione italiana, è una casa editrice indipendente, specializzata in libri illustrati di arte, design, fotografia, cucina e lifestyle. Pubblica col marchio L’ippocampo Ragazzi una selezione di libri dedicati alla letteratura per bambini e adolescenti fra cui la saga in questione e tantissimi manuali sulla didattica Montessori. Inoltre, è partner di editori internazionali come Phaidon e Gestalten. Ha prodotto diversi libri interessanti per chi, come Camille Monceaux, noi della redazione di Akiba Gamers e voi lettori, ha una grandissima passione per il Giappone in tutte le sue sfaccettature.
Nel loro catalogo, infatti, troviamo titoli quali Spiriti e Creature del Giappone (Illustrato da Benjamin Lacombe, scritto da Lafcadio Hearn e Benjamin Lacombe), Storie di fantasmi del Giappone (a cura di Lafcadio Hearn, Benjamin Lacombe), Racconti dei saggi del Giappone (scritto da Pascal Fauliot), Notti di Tokyo – L’arte del disegno di Mateusz Urbanowicz (illustrato e scritto Mateusz Urbanowicz), Imperatore del Giappone – La storia dell’imperatore Hiroito Vol.1 e 2 (un manga a cura di Kazutoshi Hando, Issei Eifuku, Junichi Nojyo) e tanti altri interessanti che vi invitiamo a ricercare sul loro sito ufficiale.
- Narrazione coinvolgente e intrigante
- Ambientazione storicamente accurata e dettagliata
- Crescita del protagonista imprevedibile e mai scontata
- Edizione originale e ben studiata…
- …Ma la copertina tende a rovinarsi facilmente
- Assenza di caporali nei dialoghi
Le cronache dell’acero e del ciliegio. La maschera del Nō
Un esordio d'impatto, fra storia e poesia
Le cronache dell’acero e del ciliegio – La maschera del Nō è un racconto immersivo nell’epoca feudale giapponese che sa prenderti come pochi racconti di impronta storica, grazie all’intreccio di fantasia ed eventi realmente accaduti. Un minuto prima sei nel mondo reale, poi apri il libro, cominci a leggere la prima frase e subito la mente vaga per le notti incantate nelle foreste giapponesi e sogni lanterne luminose, soba profumata, invitante, echeggi di spade e chiacchiericci di samurai e rōnin, paesaggi incredibili, respirando la poesia e magia che solo il Giappone può donare. Ichirō non è solo un personaggio di fantasia, diventa tuo amico, quasi uno specchio che ti ricorda cosa vuol dire crescere e affrontare la vita vera, ti fa sentire meno solo e meno incapace. Personalmente, non solo è stata occasione di approfondire un mondo visto finora da lontano, parte di storia internazionale che conoscevamo solo a grandi linee, ma ne abbiamo amato ogni particolare. Una volta cominciato a leggere non è possibile fermarsi, il desiderio di ricercare e imparare nuove nozioni ti accompagna per tutta la durata della lettura, quasi fosse un viaggio nel tempo. Il susseguirsi delle vicende è sì dal ritmo cadenzato, ma molto coinvolgente, trascinante, non si fa in tempo ad abituarsi a una situazione che tutto viene messo in discussione, rendendo attiva la lettura. Abbiamo amato le ambientazioni, le descrizioni dei personaggi e soprattutto come l’autrice è riuscita a rendere reali e tangibili le relazioni fra di loro, tanto da commuoverci per determinati eventi, sentirci tranquilli in altri momenti e provare terrore e smarrimento in altri ancora, come se fossimo realmente accanto ad Ichirō e ai suoi “compagni d’avventura”.
Consiglieremmo la lettura non solo agli appassionati del mondo nipponico ma anche a chi voglia accingersi a scoprire nuove realtà. È adatto a nuovi lettori, coloro che in giovane età si prestano a scoprirsi e sperimentare diversi generi di lettura ma anche a chi legge da tanto e ha desiderio di qualcosa di nuovo e inesplorato, un po’ fuori dalle proprie corde e soprattutto a tutti coloro che hanno bisogno di ricomporsi, in un periodo difficile, poiché questa storia può essere catartica, un buon espediente per consolarci, farci sentire meno inetti, riscoprire il bello della vita ed aiutarci a trovare il coraggio di superare ogni avversità. Non vediamo l’ora di conoscere come andrà la storia con il secondo volume, trepidanti alla prospettiva di ritornare a Edo con Ichirō e scoprire cosa ci aspetta ancora da vivere insieme.