Horror Theater – Recensione del primo volume

La nostra recensione del primo volume di Horror Theater, raccolta di storie brevi del mangaka horror Kazuo Umezu

Horror Theater – Recensione del primo volume

Gli amanti dei manga horror, avranno sicuramente già sentito il nome di Kazuo Umezz, uno dei maestri del genere che è stato attivo soprattutto tra gli anni ’60 e ’90, conosciuto con titoli come Io sono Shingo e Aula alla deriva. Nonostante abbia sperimentato con manga fantascientifici, romantici o action, Umezz resta principalmente conosciuto per il suo talento nella sceneggiatura di storie horror, grazie al suo stile riconoscibile per ambientazioni e personaggi particolari, inserendo spesso distorsioni della realtà e critiche sociali. Horror Theater è una raccolta di varie storie brevi di Umezz, edito da Star Comics, la quale con la sua Umezz Collection, ha aiutato a far riscoprire questo importantissimo autore anche in Italia.

Horror Theater – Recensione del primo volume

  • Titolo originale: Kyōfu Gekijō
  • Titolo italiano: Horror Theater
  • Uscita giapponese: 1992
  • Uscita italiana: 16 febbraio 2022
  • Numero di volumi: 1 (in corso)
  • Casa editrice: Star Comics
  • Genere: Horror
  • Disegni: Kazuo Umezu
  • Storia: Kazuo Umezu
  • Numero di pagine: 320

Abbiamo recensito Horror Theater tramite volume stampa fornitoci da Star Comics.

Antichi racconti

In questo primo volume di Horror Theater sono presenti sei racconti che Umezz scrisse su varie riviste mensili di manga tra gli anni ’60 e ’80. Le storie raccontate in questo primo volume, vanno a toccare più parti dell’horror con racconti più psicologici o altri puramente basati sulla componente gore e splatter, creando poi misteri attorno a strani esseri umani e creature deformi, mettendo in risalto anche una forte componente caratteriale per i propri personaggi, soprattutto quando i veri mostri saranno gli umani stessi. Possiamo vedere come l’autore si è cimentato con opere di diversa lunghezza, partendo dalla prima storia che occupa la metà del volumetto, fino alle restanti storie brevi. Il primo racconto è “La ragazza bebè”, ed è probabilmente anche il più interessante della raccolta: una ragazzina, separata dai genitori da piccola, riesce a ritrovarli e a ricongiungersi a loro, ma farà la conoscenza della sua sorellina, ancora in fasce, la quale ha un’aspetto tutt’altro che umano; la storia usa un’espediente semplice ma sempre efficace, e grazie alla maggiore longevità del racconto possiamo immergerci meglio nell’atmosfera e nei personaggi. Umezz riesce a trasmettere non solo il senso di smarrimento e di impotenza della protagonista, ma anche i sentimenti e le problematiche della madre e della sorellina, alle cui azioni terrificanti si aggiunge un aspetto ben più triste e profondo di quanto possa sembrare.

Nella seconda metà del volume invece, ci sono le storie più corte, che hanno principalmente il feeling di una tipica leggenda urbana; nonostante la brevità di queste storie, possiamo notare comunque una particolare cura nella psicologia dei personaggi, che approfondisce il loro passato e le loro paure. Emerge soprattutto una critica a vari aspetti della società, come la troppa attenzione data all’aspetto esteriore e la corruzione dell’essere umano causata dall’estremizzazione di alcuni sentimenti: una delle prime storie “Il desiderio“, ci mostra la solitudine di un bambino e il suo esprimere un innocente desiderio per avere degli amici, che tuttavia gli si ritorcerà contro, mentre in “Il serpente” avremo di nuovo un ragazzino come protagonista, il quale, si metterà nei guai a causa di un gesto avventato, ma quasi traendone un insegnamento in un finale ironico. Dai contenuti più forti sono le storie come “Il digiuno” e “Il cuore rubato”, in cui l’autore inserisce molti più elementi di puro gore, senza però tralasciare l’orrore psicologico e la critica sociale, concludendo, con un’unione di tutti questi elementi, nel racconto finale “La casa degli insetti“, in cui vediamo come l’ira, la gelosia e l’ossessione abbiano influenzato la percezione della realtà stessa dei protagonisti. In alcuni casi, alle tinte horror si aggiungono toni simili a un giallo o a una storia di fantascienza, tipici di Umezz, in quanto l’autore è ben abituato a sceneggiare storie di generi differenti, cosa che aggiunge un tocco di varietà in più.

Un’impronta storica

Una piccola nota che potrebbe far storcere il naso a chi non è abituato a letture più vecchie, può trovarsi nell’uso di molti dialoghi che, soprattutto nei racconti brevi, danno l’effetto di un’esposizione della trama delle volte eccessiva, rendendo il tutto molto meno misterioso e criptico in favore di una spiegazione più chiara della vicenda; seppur non rallentino il ritmo di lettura e il coinvolgimento della storia, alcuni dialoghi possono sembrare quasi superflui, in quanto lascia che i personaggi spieghino a voce l’intento delle loro azioni, le quali sono perfettamente comprensibili dai disegni stessi.

Il disegno di Umezz è sporco ma chiaro allo stesso tempo, permettendoci di vedere con attenzione i dettagli delle creature mostrate, immerse in ambientazioni costantemente buie e claustrofobiche. Lo stile utilizzato per i personaggi è chiaramente derivativo da autori come Osamu Tezuka, e soprattutto con quelli femminili si crea un particolare contrasto tra i mostri disgustosi e l’estetica aggraziata delle protagoniste, che risultano quasi fuori posto in un contesto tanto distorto. Ha un forte peso l’espressività dei personaggi, sia che si tratti di un volto terrorizzato dalla paura e dalla follia, o di mettere ancora più in risalto le terrificanti smorfie dei mostri. Come gli altri manga della collana Umezz Collection, abbiamo anche per Horror Theater una copertina con colori accesi che attira subito l’occhio.

Una ragazza separata dalla famiglia in tenera età si ricongiunge ai genitori, ma nella nuova casa si troverà a convivere con uno strano bebè che renderà la sua vita uno spaventoso incubo a occhi aperti. Quale sarà la sconvolgente verità sull’infante? Desiderare che una bambola di legno prenda vita può dare esiti edificanti, come in una nota favola, ma anche assolutamente nefasti. Fate attenzione ai desideri che esprimete! Nella società dell’immagine ogni cosa è rapportata all’apparenza esteriore, ed è facile quindi che una ragazza poco fortunata in amore finisca con l’incolpare il proprio aspetto fisico e decida di seguire una dieta eccessivamente ferrea pur di far colpo sul ragazzo di cui è innamorata. Ma quanto potrà resistere alla fame? Lo scontro psicologico di una coppia assume connotati inquietanti quando lei sembra autoconvincersi di essere diventata un insetto. Dove finisce la suggestione e dove inizia la terrificante realtà?

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Se siete curiosi anche sul lato storico dei manga, Kazuo Umezz è un autore sicuramente importante da scoprire, le cui opere hanno influenzato innumerevoli artisti, sia per le storie che per stili di disegno, e questa antologia è un ottimo inizio per recuperarsi i racconti del mangaka.

Un’interessante raccolta da scoprire

Non fatevi intimorire dal gran numero di pagine, perché Horror Theater è una lettura che scorre piacevolmente veloce, che tiene il lettore attaccato alle pagine grazie ad un ritmo incalzante e misteri intriganti; le storie narrate, seppur ottime, possono risultare semplici o dare un senso di già visto, se non si è abituati a letture più vecchie, ma rimangono racconti che hanno fortemente influenzato il panorama dei manga horror di quegli anni, pertanto consigliamo di approcciarvici comunque. Se siete amanti delle opere di altri mangaka dello stesso genere, come il celebre Junji Ito, vi consigliamo di iniziare a conoscere Kazuo Umezz con questo e i tanti manga editi da Star Comics con la collana Umezz Collection, a cui si aggiungerà, prossimamente, il secondo volume di Horror Theater.

Per gli amanti dell’horror

Creatura notturna appassionata di animazione, fumetti e videogiochi, tende a evitare le persone ma otterrete la sua totale attenzione se vi sente parlare di Ero Guro. Acculturata di film grotteschi e documentari storici, è veramente esperta in cinema trash. Abilità speciale: saper raccontare la storia di Walt Disney a comando.

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