Inizia il conto alla rovescia per il lancio di Danganronpa Decadence, compilation per Nintendo Switch realizzata per celebrare il decimo anniversario del franchise Spike Chunsoft. All’interno della raccolta saranno presenti una speciale Anniversary Edition dei tre capitoli principali della saga più un nuovo, inedito gioco spin-off chiamato Danganronpa S: Ultimate Summer Camp, versione ampliata e migliorata del minigioco da tavolo sbloccabile finendo Danganronpa V3 che aggiunge eventi inediti, nuove interazioni e sprite ridisegnati per tutti i protagonisti della serie (anche quelli di Ultra Despair Girls) in tenuta estiva. Tutti questi giochi possono essere ottenuti in due modi: o in una singola collection fisica che li include tutti, o acquistabili separatamente dal Nintendo Store.
Come se la cava questa corposa collection nel suo sbarco sulla console Nintendo? Sarà stata una mossa ben pianificata o soltanto un disperato tentativo di mungere una serie abbastanza prolifica? Armatevi di speranza e leggete attentamente la recensione.
- Titolo: Danganronpa Decadence
- Piattaforma: Nintendo Switch
- Versione analizzata: Nintendo Switch (EU)
- Genere: Visual Novel
- Giocatori: 1
- Publisher: NIS America
- Sviluppatore: Spike Chunsoft
- Lingua: Inglese (testi), Giapponese (doppiaggio)
- Data di uscita: 3 dicembre 2021
- Disponibilità: retail, digital delivery
- DLC: nessuno
- Note: all’interno di Danganronpa S sono presenti delle microtransazioni opzionali per facilitare la componente gacha
Abbiamo recensito Danganronpa Decadence con un codice Nintendo Switch fornitoci gratuitamente da Spike Chunsoft.
Era l’ormai lontano 2010 quando, su Playstation Portable, approdò una simpatica visual novel investigativa chiamata Danganronpa, a cura della software house allora nota come Spike (oggi diventata Spike Chunsoft dopo essersi unita con la longeva software house Chunsoft). Questo titolo, palesemente ispirato alla serie di Ace Attorney, era un perfetto miscuglio di atmosfera claustrofobica, personaggi eccentrici e solo all’apparenza monodimensionali, intricati omicidi, un gameplay intrigante ricco di minigiochi frenetici, e spietate esecuzioni a metà strada fra il sadico e l’assurdamente cartonesco. L’antagonista/mascotte della serie, Monokuma, si è creato un posto d’onore fra i personaggi più iconici del topos videoludico, un po’ per il suo design riconoscibilissimo, un po’ per la sua voce originale giapponese (la stessa di Doraemon!).
Dapprima relegata unicamente in Giappone, divenne in seguito nota al pubblico occidentale dapprima con una discreta serie anime ed un’ottima e professionalissima traduzione amatoriale in inglese, per poi essere ufficialmente localizzata da NIS America nel 2014 e approdare sulla sfortunata Playstation Vita col nome di Trigger Happy Havoc: Danganronpa. Il suo successo gli permise di avere poi un seguito nel 2012 (Arrivato in occidente nel settembre del 2014 su Vita), l’ottimo Danganronpa 2: Goodbye Despair, che oltre ad introdurre alcuni dei personaggi più iconici ed amati dell’intera serie, allaccia alcuni punti del primo che erano rimasti in sospeso nel finale. Questa duologia ebbe un enorme successo sia in madrepatria che all’estero, con persino diverse rerelease su svariate piattaforme, fra cui un ottimo porting sia su PC che su PS4, oltre che l’ovvio merchandising e persino stage teatrali, oltre che un titolo di allaccio fra il primo e il secondo gioco, ovvero Danganronpa Another Episode: Ultra Despair Girls, che abbandona il formato novel in favore di uno shooter in terza persona.
Nel 2016, Spike Chunsoft colse tutti di sorpresa con un doppio annuncio: rivelò infatti di essere al lavoro su ben due progetti legati al brand di Danganronpa, ovvero l’anime Danganronpa 3: The End of Hope’s Peak Academy e Danganronpa V3: Killing Harmony. Il primo, diviso in due archi narrativi separati, spiegava importanti retroscena che legavano i primi due giochi e concludeva effettivamente l’arco che riguardava gli eventi legati alla famigerata Accademia della Speranza. Il secondo avrebbe segnato una svolta dagli eventi della serie, presentandoci un gioco con una nuova ambientazione più tecnologica, e un cast completamente nuovo (tralasciando l’onnipresente Monokuma), oltre che tematiche che sembrano più incentrate sul contrasto bugia/verità che su quello di speranza/disperazione che da sempre ha caratterizzato la serie. Mentre l’anime ha avuto non poche critiche nei suoi sviluppi, il gioco è sicuramente ben riuscito, sebbene diverse persone fossero decisamente rimaste deluse dalla svolta finale (no, non vi dirò qual è, niente spoiler in questa recensione, spiacente!), anche perché V3 aveva chiaramente fatto capire che sarebbe stato il capitolo conclusivo di tutta l’epopea di Danganronpa, e che da lì la serie non sarebbe mai più continuata.
Quindi sì: la serie di Danganronpa è ufficialmente conclusa… ma non per questo è stata dimenticata: appare ancora in svariati crossover su app mobile, e gode ancora di un fandom fortemente affezionato (se la mole di cosplayer alle fiere non indica qualcosa…), con fanpage e gruppi ancora attivi sui social, sia nel bene che nel male. E Spike Chunsoft questo lo sa bene. Sa che è una delle serie più prolifiche che hanno creato. E quindi, con l’arrivo del decimo anniversario dal concepimento della serie, potevano non cogliere la palla al balzo e sfruttare l’occasione? Certo che no! Cogliendo tutti di sorpresa, ecco che all’ultimo Tokyo Game Show, arriva di colpo l’annuncio di Danganronpa Decadence. Non solo questa raccolta celebra l’importante traguardo del franchise, ma si tratta anche del debutto della saga su Nintendo Switch.
Caccia al colpevole
La premessa di tutti i giochi della serie è praticamente la stessa: un manipolo di studenti, ognuno con un proprio particolare talento in cui è eccelso, viene rapito e imprigionato in uno spazio chiuso, in cui è costretto dal sadico orsetto bianco e nero Monokuma a prendere parte ad uno spietato gioco mortale, in cui gli studenti saranno costretti a uccidere un loro compagno per poter riottenere la libertà. Ovviamente, dovranno curarsi di non venire scoperti dagli altri studenti. Ogni volta che avverrà un delitto, il giocatore e il protagonista da lui controllato dovranno girare per la mappa in cerca degli indizi che li portino alla risoluzione del caso, che poi si svolgerà nei Processi di Classe, dove tutti gli studenti saranno messi gli uni contro gli altri alla ricerca della verità, e un verdetto sbagliato vuol dire la morte per tutti tranne che per il colpevole, che sarà libero di lasciare il gioco, e che verrà giustiziato solo se verrà correttamente identificato.
I Processi sono tutti caratterizzati da una serie di minigiochi che interromperanno la corposa mole di testo e che ci richiederanno un buon mix di prontezza di riflessi e intelligenza per essere risolti. Dovremo ad esempio mirare e colpire le incongruenze con la prova giusta che le smentisca, mettere insieme parole inserendo le lettere al posto giusto, schivare gli ostacoli e prendere la strada giusta su uno skateboard o in macchina e così via. La giocabilità è la stessa che ha caratterizzato i titoli dal loro concepimento, sia nel bene che nel male, con il livello di difficoltà che non è stato minimamente cambiato. E questo da un lato è anche un po’ un malus, perché se Trigger Happy Havoc risulta decisamente facile anche a difficoltà massima, Danganronpa 2 presenta invece dei minigiochi che sono decisamente difficili e che con molta probabilità penalizzeranno il vostro punteggio finale (VERO, Hangman’s Gambit del 2?!). Si potrebbe dire che dei tre, sia proprio il V3 a brillare per giocabilità, con un livello di difficoltà e dei minigiochi né troppo semplici né troppo frustranti.
Chi di speranza vive, disperato muore
Passando poi al comparto tecnico… come se la cavano le Anniversary Edition di queste tre novel? Voglio dire, stiamo parlando di una serie che del resto gira benissimo anche sui PC più vecchiotti, gradevolissima da giocare in tutte le sue salse, anche su PS Vita malgrado gli scarsi 30 FPS e i filmati dalla risoluzione discutibile del V3, e di sicuro, dopo tutti questi anni, NIS America si sarà curata di appianare i problemi testuali che hanno caratterizzato la serie, quindi questa compilation avrà una resa sicuramente perfezionata, giusto?
Sfortunatamente non è minimante il caso. Ogni singolo gioco della trilogia presentava una qualche magagna non indifferente. Trigger Happy Havoc è contaminato da un frame rate ballerino (specie in portatile) e da problemi testuali di svariato genere, da errori di punteggiatura al fatto che il testo venga completamente troncato ogni volta che nella finestra di dialogo appare il simbolo %. Danganronpa 2 ha un frame rate ancora più instabile, con rallentamenti anche nei mini-game e la totale assenza di quel bellissimo effetto di transizione da un personaggio all’altro che ha da sempre caratterizzato la serie rendendola così dinamica e intrigante. Stendiamo poi un velo pietoso sulla resa di V3, dove abbiamo sia errori testuali ogni tre per due, filmati sgranati come su Vita, 30 FPS neanche troppo stabili e, peggio ancora, parecchi glitch grafici, come grafiche che appaiono e scompaiono o che non caricano affatto.
Se poi sommiamo il fatto che sia l’1 che il 2, durante le fasi di esplorazione nelle mappe girabili a 360 gradi hanno la manovrabilità di un carrello per la spesa (cosa che perlomeno il terzo gioco non ha, unico punto a favore di quest’ultimo rispetto agli altri due), ci rendiamo conto che chiunque abbia curato il porting per Switch l’abbia fatto senza la benché minima cura del prodotto finale. Unica speranza è che gli sviluppatori se ne rendano conto e rettifichino con una qualche patch correttiva, perché così decisamente non ci siamo.
Tutti al mare, tutti al mare
Tralasciamo un momento la trilogia ufficiale, e soffermiamoci un secondo sul nuovo spin-off, Ultimate Summer Camp. Come già specificato, è una versione ampliata e messa a lucido dei minigiochi presenti su Danganronpa V3, in cui i vari protagonisti della serie verranno catapultati in una realtà virtuale dove sperimentare un’avventurosa estate a Jabberwock Island, la stessa che è teatro degli avvenimenti di Danganronpa 2, socializzando con gli altri, fortificando i loro talenti e sconfiggendo le insidiose creature lasciate lì da Monokuma per mettergli i bastoni fra le ruote.
Ancora una volta, ci troveremo davanti un enorme tabellone con tutte quante le aree che caratterizzano il piccolo arcipelago, e in cui il nostro personaggio potrà avanzare lanciando i dadi, e con ogni casella che sortisce un effetto diverso. Potremo ad esempio accrescere le nostre statistiche salendo di livello, sbloccare eventi in cui il personaggio interagirà con altri personaggi della serie (senza dubbio la parte che farà più gola ai fan!), prendere oggetti, sconfiggere i nemici e così via, con ogni turno che segna una delle 50 giornate che segneranno la permanenza all’interno del mondo virtuale. I personaggi sviluppati alla fine del tragitto, potranno essere usati per affrontare i nemici nella modalità Battle e ottenere ricompense sempre più alte. Le ricompense ci permetteranno di comprare ulteriori carte personaggio da utilizzare sul tabellone principale per svilupparle.
Ed è qui che entra in gioco uno degli elementi decisamente più discutibili di questo spin-off: la componente gacha. Ogni personaggio ha diverse versioni (normale, rara, super rara e ultra rara) che si differenziano in potenza e parametri, e per ottenere nuovi personaggi (o meglio, nuove carte), dovremo visitare la bottega studenti, dove sono presenti diverse tipologie di macchinette, ognuna che usa una diversa valuta per funzionare, e ognuna con un grado di rarità diverso. Sarà inoltre possibile, come in un qualunque gioco gacha su mobile, acquistare una valuta con soldi veri per aumentare le probabilità di ottenere un personaggio dal raro in su senza dover sgobbare per guadagnare le monete da usare sulle varie macchinette. Considerando che si tratta di un gioco che già bisogna acquistare, sembra una mossa un po’ eccessiva.
Affonda in una decade di disperazione con Danganronpa Decadence, raccolta realizzata per celebrare il 10° anniversario del franchise. In Danganronpa 1, 2 e V3 tu e i tuoi compagni di classe dovrete partecipare in un gioco la cui posta in palio è la tua stessa vita. L’unico modo per sopravvivere è quello di identificare il vero colpevole durante i Processi di Classe, e scoprire così la verità su ciò che sta accadendo. Ogni capitolo avrà al suo interno una Galleria che ci permetterà di vedere illustrazioni, scene di gioco e persino riascoltare le linee di dialogo! All’interno della raccolta sarà presente anche Danganronpa S: Ultimate Summer Camp, versione espansa del minigioco presente nel terzo capitolo del franchise.
Acquista Danganronpa Decadence per Nintendo Switch seguendo questo link al prezzo di 59,99 €. Il titolo è disponibile per l’acquisto dal 3 dicembre. Sostieni Akiba Gamers acquistando il gioco su Amazon attraverso questo box!
A chi consigliamo Danganronpa Decadence?
Per quanto io adori la serie di Danganronpa, la reputi una delle migliori novel in circolazione a mani basse e pensi che sia uno di quei titoli che bisogna assolutamente provare almeno una volta, ora come ora non me la sento minimamente di consigliare questa particolare versione della serie. Presenta davvero troppi problemi tecnici per essere goduta appieno, e sia i fan che i neofiti possono sicuramente mirare a delle versioni fatte con molta più cura, oltre che più economiche se si acquistano i giochi separatamente. Se proprio volete godervi questa serie nella sua veste migliore, vi consiglio caldamente di comprare invece la versione per PC tramite Steam, che è decisamente a buon mercato, ha un’ottima resa grafica e la si può trovare frequentemente scontata. Ma se proprio siete fan sfegatati della serie e volete qualcosa di relativo su Seitch, allora sarebbe meglio comprare separatamente solo Danganronpa S, che non presenta tutte le magagne tecniche degli altri titoli ed è gradevolissimo per quei fan che desiderano qualcosa di puramente fan service con i loro personaggi preferiti. Ma finché non appianano tutti i problemi con qualche patch, meglio lasciar perdere questa versione dei giochi standard.
- La versione fisica presenta insieme tutti e quattro i giochi
- Le interazioni di Danganronpa S strapperanno più di un sorriso ai fan
- La giocabilità non è stata intaccata…
- …Ma la raccolta presenta bug grafici, testuali e problemi di frame rate
- Pessima manovrabilità nelle esplorazioni per i primi due capitoli
- Le microtransazioni in Danganronpa S fanno storcere il naso
- Assenza della localizzazione in italiano
Danganronpa Decadence
La speranza di un buon porting sfocia nella disperazione
Alla fine della fiera, non c’è assolutamente modo che, allo stato attuale, si possa definire Danganronpa Decadence un buon porting, o anche solo un porting decente. Per carità, la serie è sempre e comunque buona, una delle migliori in assoluto, ma è una ragione in più per cui vederla trattata in una maniera così superficiale senza la benché minima cura per una compilation che dovrebbe essere commemorativa fa veramente male al cuore. Si salva in parte forse solo Danganronpa S, che però è contaminato dal fattore gacha/microtransazioni e dalla totale assenza di una componente RPG come nella controparte originale di V3. Insomma, si poteva fare di più, decisamente molto di più, specialmente per quanto riguarda il comparto tecnico che, viste le mancanze e le magagne che si porta dietro, abbassa notevolmente il voto dell’intera collezione.