MOBILE SUIT GUNDAM BATTLE OPERATION Code Fairy – Recensione

Un plotone di Zeon tutto al femminile difende la base californiana dell'esercito nel corso della Guerra di Un Anno. Questo è Code Fairy, il nuovo titolo di Gundam per PS4 e PS5: cosa potrebbe mai andare storto?

MOBILE SUIT GUNDAM BATTLE OPERATION Code Fairy – Recensione

Il brand di Mobile Suit Gundam è certamente uno dei più prolifici di sempre per il panorama nipponico, che da oltre quarant’anni sforna costantemente nuove produzioni animate, a fumetti e presto anche live action, nonché innumerevoli model kit ogni mese e iniziative che coinvolgono anche il mondo reale. Il mercato dei videogiochi non è certo esente dal camminare mano nella mano con la saga ideata da Yoshiyuki Tomino e il team di Sunrise che risponde al nome di Hajime Yatate, con diverse produzioni attualmente in sviluppo e già rilasciate che appagano il desiderio dei fan, soprattutto giapponesi, di combattere a bordo di un Mobile Suit. Mentre su PC attendiamo l’ibrido fra mecha e FPS arena e su console la prossima iterazione del franchise di EXTREME VS. e il nuovo Gundam Breaker, da novembre le due attuali console PlayStation ospitano un nuovo, inaspettato prodotto. Parliamo di MOBILE SUIT GUNDAM BATTLE OPERATION Code Fairy, che come il nome stesso suggerisce è una sorta di spin-off del free-to-play GUNDAM BATTLE OPERATION 2, disponibile ora su PS4 e PS5.

Code Fairy può essere considerato una sorta di campagna single player a pagamento per la simulazione di combattimento mecha appena citata, una storia in tre volumi rilasciati a cadenza periodica che ci farà vivere le inedite vicende di un plotone di Zeon tutto al femminile, dispiegato in California nel corso della Guerra di un Anno. Scopriamolo insieme nella nostra recensione.

MOBILE SUIT GUNDAM BATTLE OPERATION Code Fairy – Recensione

  • Titolo: MOBILE SUIT GUNDAM BATTLE OPERATION Code Fairy
  • Piattaforma: PlayStation 5, PlayStation 4
  • Versione analizzata: PlayStation 5
  • Genere: Simulazione, Combattimento
  • Giocatori: 1
  • Publisher: BANDAI NAMCO Entertainment
  • Sviluppatore: B.B. Studio Co., Ltd
  • Lingua: Inglese (testi), Giapponese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 5 novembre 2021 (volume 1)
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • DLC: costumi, unità, operatori e token
  • Note: distribuito in tre volumi disponibili dal 5/11, 19/11 e 3/12, acquistabili in bundle assieme a oggetti bonus

Abbiamo recensito MOBILE SUIT GUNDAM BATTLE OPERATION Code Fairy con un codice PlayStation 4/PlayStation 5 fornitoci gratuitamente da BANDAI NAMCO Entertainment.

The Beauty and the Zaku

Distribuito unicamente in formato digitale in tre pacchetti di episodi, MOBILE SUIT GUNDAM BATTLE OPERATION Code Fairy è un esperimento alquanto particolare se consideriamo tutti i giochi di Gundam usciti fino a questo momento. Diversamente dalle serie di EXTREME VS. e Gundam Breaker, appartiene al filone “simulativo” che in passato ha visto esponenti iconici come Federation VS. Zeon su PS2, ma anche non troppo brillanti come Target in Sight, titolo di lancio di PlayStation 3 definito da molti come uno dei peggiori titoli della lineup della console. Come può un gioco con ambientazione sci-fi ad essere una simulazione? Semplicemente, replicando in maniera verosimile il più possibile il comportamento di una macchina da guerra alta circa diciotto metri e pesante quasi ottanta tonnellate. Dimenticatevi i combattimenti rapidi ed entusiasmanti vissuti nei titoli succitati e preparatevi a salire a bordo di uno Zaku come se vi trovaste a comandarlo nella vita reale. Più o meno.

MOBILE SUIT GUNDAM BATTLE OPERATION Code Fairy – Recensione

Protagonista di Code Fairy è la giovane Alma Stirner, pilota di Mobile Suit che si ritroverà ben presto a capo della fanteria del piccolo esercito noto come Noisy Fairy dell’esercito di Zeon, di stanza sulla Terra e più precisamente in difesa del fronte nordamericano. Più che una caserma, la base operativa delle Noisy Fairy sembra una vera e propria villa d’altri tempi in stile europeo, e persino l’atmosfera che si respira al suo interno sembra più quella di un collegio femminile piuttosto che di una struttura militare. Al fianco di Alma troveremo un cast tutto al femminile, formato dalle compagne sul campo Mia Brinkman e Helena Hegel, dal comandante Killy Garrett, dalla fredda stratega Barbara Hahari e dall’ingegnere Irmela Gruber, che si occuperà del tuning e della manutenzione delle nostre unità.

MOBILE SUIT GUNDAM BATTLE OPERATION Code Fairy – Recensione

La struttura del gioco ricorda in tutto e per tutto quello di una classica serie animata: ciascun capitolo partirà con una porzione introduttiva, seguita dalla sigla di apertura. Dopo le scene ambientate nella villa di Tír na nÓg e la parte di gameplay vero e proprio ritroveremo ogni volta la sigla di chiusura e l’anticipazione del capitolo successivo. Sotto questo punto di vista, devo dire che il team di sviluppo ha riposto una cura notevole per rendere il prodotto quanto più simile a un anime, e le animazioni curate da Sunrise sono la ciliegina sulla torta. Se vogliamo considerare questi gli elementi più importanti MOBILE SUIT GUNDAM BATTLE OPERATION Code Fairy, possiamo giudicarlo positivamente. Tuttavia, il gioco di B. B. Studio si porta dietro un pesante fardello: eredita il gameplay di Battle Operation 2.

I fiori sbocciano anche tra le fiamme della guerra?

La risposta è semplice: no. Come Gundam stesso ci ha insegnato in quarant’anni di serie animate, la guerra non porta quasi mai a nulla di buono, meglio le battaglie fra GUNPLA (i kit di montaggio in plastica, per i profani). Purtroppo in questo caso la guerra non porta a nulla di buono anche dal punto di vista del gameplay, dato che le parti in cui ci ritroveremo alla guida del nostro Zaku, unità con la quale Alma farà i suoi primi passi sul campo di battaglia, si rivelano la più grossa spina nel fianco della produzione.

MOBILE SUIT GUNDAM BATTLE OPERATION Code Fairy – Recensione

Come già confermato e sottoscritto dal publisher, Code Fairy nasce come progetto collaterale (e collegato, in un certo senso) a GUNDAM BATTLE OPERATION 2, il titolo giocabile gratuitamente su PlayStation 4 e PlayStation 5. Da questo free-to-play eredita quindi il comparto tecnico e quasi ogni meccanica di gameplay sul campo di battaglia. Il problema che accomuna i due giochi, tuttavia, è l’estrema legnosità del sistema di controllo in relazione al gioco, reso estremamente ostico da scelte di game design decisamente opinabili. Ad esempio, diversamente da altri titoli, ci ritroviamo con due comandi diversi per attivare i propulsori in piano, per eseguire una spinta in avanti, oppure in verticale, e salire su una posizione più elevata risulta difficile a causa del fatto che il “salto” andrà caricato per qualche secondo.

Ma quei tre-quattro secondi necessari a caricare la propulsione verso l’alto non sono niente se paragonati ai tempi di cooldown di ciascuna delle armi che potremo equipaggiare al nostro Mobile Suit, sia che si tratti di armi da fuoco, sia armi da mischia. Se da un lato posso capire che per caricare un colpo nel bazooka sia necessario qualche secondo, è impensabile progettare il combattimento corpo a corpo con asce o beam saber con un cooldown necessario dopo ogni fendente. Ho trovato davvero molto frustrante combattere sparando un colpo e fuggendo a nascondermi per evitare di essere massacrato da gruppi di nemici. L’unica cosa che rimane da fare in questi casi è spintonare i nemici tramite il tasto triangolo (ma arrecando davvero pochissimo danno) oppure cambiando arma al volo con R1 e sfruttando tutte le secondarie equipaggiate fino a rimanere senza munizioni per ciascuna di esse. Come se non bastasse, la ricarica delle munizioni avviene unicamente per l’arma attiva in quel momento. Un sistema davvero macchinoso e in grado di mettere in difficoltà anche il giocatore più paziente.

MOBILE SUIT GUNDAM BATTLE OPERATION Code Fairy – Recensione

Soldiers of Sorrow

Con un unico acquisto dei pacchetti digitali, BANDAI NAMCO Entertainment ci permette di acquistare in un solo colpo le versioni PlayStation 4 e PlayStation 5 del gioco, ma avendole testate entrambe su una console Sony di nuova generazione posso dirvi con certezza che risultano assolutamente identiche, con la unica differenza che la seconda offre un ottimo supporto al controller DualSense. I propulsori, i grilletti delle armi da fuoco, gli spari e le esplosioni verranno resi ancora più realistici dal feedback aptico, dai controller adattivi e dagli speaker integrati e risultano uno degli aspetti maggiormente curati del gameplay. Lo stesso non possiamo dire della risoluzione, che anche su PS5 non risulta soddisfacente, ma per fortuna il frame rate risulta fluido e raggiunge i 60 FPS senza troppa fatica.

I modelli poligonali dei Mobile Suit risultano estremamente dettagliati nonostante il comparto tecnico datato, così come quelli dei personaggi utilizzati nei filmati ambientati nell’accademia e nei cockpit dei rispettivi MS. Non mi sarebbe dispiaciuto poter esplorare la base militare nei panni delle protagoniste e partecipare ad eventi o mini-game anziché assistere sempre e solo a lunghe sequenze di dialogo fra una missione e l’altra. Oltre alla trama principale potremo affrontare una folta schiera di missioni secondarie di “allenamento” tramite le quali potremo utilizzare unità non presenti nella modalità Storia e sbloccare componenti utili a rendere più forti e resistenti i nostri Mobile Suit.

MOBILE SUIT GUNDAM BATTLE OPERATION Code Fairy – Recensione

A chi consigliamo MOBILE SUIT GUNDAM BATTLE OPERATION Code Fairy?

In questi ultimi tempi gli appassionati di Gundam hanno a disposizione ben poche alternative alle esperienze arcade offerte, ad esempio, da titoli come MOBILE SUIT GUNDAM EXTREME VS. MAXIBOOST ON per PlayStation 4, e gli amanti duri e puri della Guerra di Un Anno attendevano con trepidazione un’alternativa a Battle Operation 2. Tuttavia, MOBILE SUIT GUNDAM BATTLE OPERATION Code Fairy non può essere considerata tale, dato che pesca quanto più possibile dal titolo gratuito citato poc’anzi, risultando un prodotto il cui intero budget sembra sia stato impiegato nella realizzazione delle sequenze animate. A questo punto avrei preferito vedere una nuova produzione anime piuttosto che partecipare alle frustranti missioni a cui Code Fairy ci mette davanti. Non posso consigliarlo a occhi chiusi se non a chi già conosce e apprezza Battle Operation 2 e ci gioca abitualmente. Per tutti gli altri appassionati di Gundam, volgete lo sguardo verso altri esponenti del brand.

  • Splendide cutscene animate
  • Deliziosamente costruito come una serie TV
  • Ottimo supporto al DualSense

  • Comparto tecnico scadente
  • Nessuna grossa differenza fra PS4 e PS5
  • Gameplay legnoso e frustrante
  • Rapporto qualità/prezzo decisamente sbilanciato
MOBILE SUIT GUNDAM BATTLE OPERATION Code Fairy
2.6

L’esercito di Zeon subisce un’altra, pesante sconfitta

Da grande appassionato di Gundam, provo una fitta al cuore pensando a come sarebbe potuto essere MOBILE SUIT GUNDAM BATTLE OPERATION Code Fairy se non fosse basato sul titolo free-to-play da cui prende il nome, che ho reputato tremendo in termini di gameplay sin dai primi passi mossi sul campo di battaglia. L’ottima direzione artistica, le splendide cutscene realizzate da Sunrise e il taglio da serie TV non possono, purtroppo, sopperire le mancanze dal punto di vista del gameplay, che a conti fatti risulta costantemente frustrante, un passo indietro persino rispetto al buon vecchio Federation VS. Zeon DX arrivato anche da noi in Europa su PS2. Trovarci alla guida dello Zaku di Alma ci fa sentire tutto il peso delle ottanta tonnellate di acciaio e proiettili che faremo fatica a muovere come vorremmo nel corso delle missioni, crepando inesorabilmente sotto i colpi delle unità nemiche. Un titolo che si posiziona in maniera diametralmente opposta all’arcade giocato un anno e mezzo fa su PS4, che a modo suo risultava divertente e appagante per gli amanti di Gundam di ogni generazione. Purtroppo, Code Fairy è un bersaglio mancato e il suo prezzo elevato non ci permette di consigliarlo se non coi prossimi saldi utili offerti dal PlayStation Store.

Trent’anni passati a inseguire il sogno giapponese, fra un episodio di Gundam e un match a Street Fighter II. Adora giocare su console e nelle sale giochi di Ikebukuro che ormai, per quanto lontana, considera una seconda casa.

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