Proprio quando pensavo che, con l’avvento di PlayStation 5 e Xbox Series X|S, avremmo potuto beneficiare a 360° della mai troppo richiesta retrocompatibilità, ecco che Sony si è divertita a tarpare in parte le ali ai giocatori. Adottando un approccio diametralmente opposto a quello dello Smart Delivery di casa Microsoft, difatti, il gigante nipponico ha pensato bene di rendere relativamente obsolete e meno attraenti le versioni old gen di alcuni suoi titoli, così da invogliare nuovamente i player all’acquisto. Un trend iniziato sommessamente con lo Spider-Man di Insomniac, passando per l’estesa avventura del buon Jin Sakai, e raggiungendo (al momento) l’apice con DEATH STRANDING DIRECTOR’S CUT per PlayStation 5, quella che viene spacciata come la versione definitiva del capolavoro firmato Hideo Kojima.
- Titolo: DEATH STRANDING DIRECTOR’S CUT
- Piattaforma: PlayStation 5
- Versione analizzata: PlayStation 5 (EU)
- Genere: Azione/avventura
- Giocatori: 1
- Publisher: Sony Interactive Entertainment
- Sviluppatore: KOJIMA PRODUCTIONS
- Lingua: Italiano (testi e doppiaggio)
- Data di uscita: 24 settembre 2021
- Disponibilità: retail, digital delivery
- DLC: nessuno
- Note: coloro che possiedono la versione PlayStation 4 del gioco possono effettuare l’upgrade alla DIRECTOR’S CUT per PS5 al costo di 9,99 €
Abbiamo recensito DEATH STRANDING DIRECTOR’S CUT con un codice PlayStation 5 fornitoci gratuitamente da Sony Interactive Entertainment.
Odi et Amo
No, lo dico subito, giusto per non lasciare spazio ad eventuali dubbi o sgradevoli equivoci: se non avete amato l’avventura di Sam Porter Bridges nella sua incarnazione originale, difficilmente DEATH STRANDING DIRECTOR’S CUT potrà farvi cambiare radicalmente idea. Già, perché la nuova release di questa particolare opera, difatti, non è stata concepita con l’intento di stravolgerne brutalmente le meccaniche, bensì (oltre al prevedibile desiderio di altri denari) con lo scopo di ampliarne e raffinarne alcuni aspetti, sia tramite lo smussamento di piccole criticità, sia fornendo al giocatore nuovi elementi ludici da esplorare e sbloccare. A dispetto dei proclami, difatti, l’impresa che porterà l’alter ego digitale di Norman Reedus a riconnettere tra di loro gli abitanti degli Stati Uniti proseguirà ancora una volta lungo i suoi compassati e peculiari binari, in quella che rappresenta la più riuscita e divertente glorificazione delle mai troppo disprezzate fetch quest care ai titoli ruolistici.
Ancora una volta ci ritroveremo ad essere dei meri fattorini, chiamati a girovagare in lungo ed in largo attraverso una complessa ed estesa mappa di questa America futuribile, con tutti i pregi e i difetti riscontrati in occasione della recensione originale. Lontano dall’azione frenetica di uno Zone of the Enders, ma anche dalla strategia cara ad un Metal Gear Solid pre-scissione da Konami, calarsi nei panni di Sam rappresenterà un’esperienza quanto mai divisiva, capace di annoiare dopo pochissimi istanti, ma anche di catturare letteralmente il giocatore, se questi avrà la pazienza e la volontà di lasciarsi rapire ancora una volta dalla visione creativa di Kojima-san.
Correre non fa per te, Sam
Se è vero, come già detto, che DEATH STRANDING DIRECTOR’S CUT non cerca in alcun modo di rendere più mainstream la creatura del designer nipponico, dove è che va ad intervenire nei confronti della release datata 2019? Come avrete sicuramente avuto modo di scoprire qualche settimana fa, in occasione della comparsa delle prime notizie dedicate al titolo in questione, questa nuova incarnazione ha il merito di introdurre gadget e veicoli inediti, una manciata di missioni mai viste, delle limature al combat system, oltre ad alcune sezioni ludiche nuove di zecca, anche se non tutte (ahinoi) degne di nota. Dato che amo togliermi sempre dai piedi i fastidi, inizierò questa piccola analisi mettendo immediatamente sul piatto ciò che non ho proprio apprezzato tra le new entry, ovvero le gare su circuito. Questa improbabile, ai fini di lore, aggiunta, ci permetterà di sfrecciare lungo alcuni circuiti, a bordo dei veicoli presenti nel gioco, così da gareggiare contro i tempi fatti registrare dagli altri giocatori.
Sulla carta un’idea tutto sommato piacevole, capace di spezzare la routine della produzione, ma che pad alla mano si è rivelata davvero raffazzonata e poco divertente. In primis a causa del rudimentale modello di guida chiamato a gestire i mezzi (tra cui troviamo la new entry Roadster) che, una volta accompagnato dal pessimo senso di velocità trasmesso dagli stessi, rende il percorrere i circuiti un vero supplizio. Aggiungiamo che non sono presenti power up o potenziamenti di sorta, ed ecco che ci troveremo davanti ad un’aggiunta quanto mai piatta e priva di mordente, buona solo per portar via una manciata di minuti all’esperienza complessiva. Fortunatamente si tratta di un unicum all’interno di DEATH STRANDING DIRECTOR’S CUT, dato che tutto il resto delle nuove introduzioni ha l’indubbio pregio di incunearsi in maniera omogenea nella struttura ludica del titolo, ampliandone le possibilità senza snaturarne la progressione.
Ampliare gli orizzonti
Tutto ruota attorno a un misurato equilibrio, dato che ciascuno dei gadget inediti a disposizione di Sam non risulta essere progettato per sostituirsi a quelli già presenti in origine, bensì come semplici modalità alternative per raggiungere lo scopo. Nessun problema di rottura delle meccaniche, pertanto, bensì soltanto la volontà di rendere più vario e creativo il processo di consegna. Tanto le catapulte di lancio del carico, così come i ponti chirali, giusto per fare un piccolo esempio, godono di pro e contro, capaci di controbilanciare in modo efficace il loro impatto all’interno della struttura ludica del gioco. A voler essere pignoli, in senso buono, potremo dire che questo elenco di gadget ha lo scopo di rendere più morbida la curva di apprendimento, che risulta così smussata e meno intransigente di come ricordassimo in origine. Non mancano, inoltre, nuove missioni con cui intrattenersi e, perché no, sperimentare tali possibilità aggiuntive, ma che avranno anche lo scopo di estendere la narrativa generale del titolo Kojima Productions, che saprà offrire nuovi punti di vista per quanto riguarda la nascita dei Bridge Baby, ma anche approfondire altri aspetti generali, grazie a nuovi documenti e interviste.
Un escamotage utile anche per intrattenere tutti coloro che credevano di aver già sviscerato a dovere la mitologia della produzione, e che nonostante non si assista a chissà quali sconvolgenti rivelazioni, sarà in grado di rendere relativamente intrigante il ritornare a percorrere i passi di Sam. Questa voglia di coinvolgere anche i fattorini veterani è evidenziata anche dall’introduzione del poligono di tiro e dalla possibilità di rigiocare gli scontri con boss e CA, oltre che dalla presenza degli ordini classificati. Si tratta di tre modalità che troveranno il loro sfogo più potente nel confrontarsi, in modo asincrono, con gli altri giocatori sparsi per il globo, grazie alla possibilità di caricare online i propri tempi, e scalare le classifiche generali. Il poligono di tiro, inoltre, servirà anche per prendere confidenza con la nuova arma introdotta in questa DEATH STRANDING DIRECTOR’S CUT (un fucile stordente), ma anche per ripassare l’utilizzo di tutti i vecchi strumenti di difesa, grazie ad una serie di tutorial dedicati ed alcune missioni che ricordano le VR Mission di Metal Gear Solid.
Più bello che mai
Trattandosi di un’edizione riservata ai possessori di PS5, era lecito aspettarsi alcune migliorie in grado di esaltare le caratteristiche hardware della nuova console Sony. Ed in questo senso il lavoro svolto con DEATH STRANDING DIRECTOR’S CUT non delude certo le aspettative, in primis per quanto riguarda l’impatto estetico. Già notevole nella sua versione originale, la grafica della produzione nipponica risulta adesso ancora più definita, grazie ad una maggiore pulizia di texture ed effetti, capaci di rendere ancora più affascinante il vagare per questo mondo desolato. Il tutto potendo contare sul classico dualismo per quanto riguarda le opzioni di visualizzazione, con i consueti settaggi che premieranno performance o risoluzione, con il frame rate che rimarrà più ancorato ai 60 fotogrammi a seconda della scelta.
Buonissima anche la resa sonora, che potrà vantare sull’eccellente sfruttamento dell’audio 3D, oltre che su di una manciata di nuovi brani che andranno ad impreziosire ulteriormente la già ricca colonna sonora. Spazio, fortunatamente, è stato riservato anche al DualSense, che ha nel feedback aptico una buonissima implementazione, capace di rendere ancora più vero il nostro rapporto con Sam e Lou, grazie anche al supporto all’altoparlante presente nel pad. Ovviamente non poteva mancare lo sfruttamento dei trigger adattivi, che sapranno aumentare la loro resistenza a seconda del peso del carico del nostro eroe, così come di reagire alle differenti armi impiegate.
Riconnetti una società in frantumi nell’esperienza definitiva di DEATH STRANDING per PlayStation 5. Supera le difficoltà nei panni di Sam Bridges con un sistema di combattimento avanzato, ulteriori azioni dei personaggi e un sistema di classifica competitivo per speciali sfide in questa esperienza definitiva di DEATH STRANDING. Vivi una trama estesa attraverso nuove missioni in un’area ampliata. Utilizza armi e veicoli aggiuntivi, affronta nuovi tipi di nemici ed esplora nuovi luoghi come il poligono di tiro e il circuito, con missioni e minigiochi extra. Resta in contatto con altri giocatori di tutto il mondo. Dona risorse preziose per ricostruire le strutture nel tuo mondo e in quello degli altri utenti sostenendone le creazioni con dei “mi piace” per ricompensarli dell’impegno.
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A chi consigliamo DEATH STRANDING DIRECTOR’S CUT?
Rispondere a quanto campeggia nel titolo di questo paragrafo non è mai stato così semplice, visto il modo in cui DEATH STRANDING DIRECTOR’S CUT riesce ad ampliare, senza snaturarla, l’essenza del titolo sviluppato da KOJIMA PRODUCTIONS. Un’edizione che, per la stessa peculiare natura del suo esordio originale, non potrà che essere consigliata a tutti coloro che hanno saputo apprezzare una delle opere più divisive degli ultimi anni. Ritornare a vestire i panni di Sam Porter Bridges, difatti, presenta anche in questo caso tutti i suoi pregi e i suoi difetti, che emergono ancora più rafforzati (nel bene come nel male) dall’incontro con le nuove funzionalità pensate da Kojima. Chiunque abbia amato perdersi in questa epica missione di connessione, pertanto, avrà a disposizione nuovi stimoli per rivivere uno dei viaggi più affascinanti della storia del gaming, mentre chi proprio non è riuscito a metabolizzarne l’esperienza, avrà davvero pochissimi motivi per cambiare idea. Inutile, inoltre, sottolineare come DEATH STRANDING DIRECTOR’S CUT rappresenti il modo migliore per approcciarsi al gioco, anche per tutti coloro che ancora non hanno provato a riconnettere questi Stati Uniti devastati.
- Comparto tecnico sensibilmente migliorato
- Ottimo supporto al DualSense
- Le nuove feature si integrano alla perfezione…
- …Ma le gare su circuito sono dimenticabili
- Chi ha odiato l’originale non cambierà certo idea
DEATH STRANDING DIRECTOR'S CUT
Fattorino 2.0
Potente e divisiva, la visione ludica di Hideo Kojima riesce a emergere con ancor più efficacia grazie a DEATH STRANDING DIRECTOR’S CUT, che si configura come la versione Subsistance della sua ultima fatica. Capace di ampliarne struttura e meccaniche in maniera organica e omogenea, la nuova edizione del titolo del 2019 mette in risalto con ancor più veemenza la bontà delle intuizioni ludiche del designer che, per quanto non certo adatte a tutti, riescono a trarre nuova linfa dalle introduzioni presenti nel restyling delle avventure di Sam Porter Bridges. Un titolo affascinante come e più di ieri, complesso da metabolizzare e capire, ma proprio per questo degno di essere vissuto almeno una volta.