Se si pensa a Hayao Miyazaki di solito vengono subito in mente i suoi film realizzati presso lo Studio Ghibli, quasi tutti capolavori senza tempo dell’animazione giapponese. Pochi però sono a conoscenza del percorso di crescita, la gavetta per così dire, del regista di Tokyo negli anni ’70, un periodo dove Miyazaki si è distinto come animatore, regista e sceneggiatore di opere di eccezionale valore come Conan Il Ragazzo del Futuro. Risale proprio a quegli anni il suo debutto alla regia di un lungometraggio animato. Nel 1979 Hayao Miyazaki scrive e dirige Lupin III: Il Castello di Cagliostro, secondo film incentrato sulle avventure del celebre personaggio nato dalla penna di Monkey Punch. In occasione dell’arrivo della nuova edizione home video a cura di Yamato Video e Anime Factory, disponibile in Blu-ray 4K Ultra HD e DVD a partire dal 17 giugno 2021, ecco la nostra recensione di un’opera che, a più di quarant’anni dalla sua uscita, rappresenta ancora una delle migliori storie aventi come protagonista il mitico ladro gentiluomo. Un capolavoro imprescindibile per tutti i fan di Lupin III e di Miyazaki e non solo, finalmente di nuovo disponibile per l’acquisto.
- Titolo originale: Rupan Sansei – Kariosutoro no shiro
- Titolo italiano: Lupin III – Il Castello di Cagliostro
- Uscita giapponese: 15 dicembre 1979
- Uscita italiana: 17 giugno 2021
- Versione home video: Anime Factory, Yamato Video
- Genere: avventura, azione, commedia
- Durata: 100 minuti
- Studio di animazione: TMS Entertainment
- Lingua: italiano, giapponese con sottotitoli
Abbiamo recensito Lupin III – Il Castello di Cagliostro tramite la versione home video fornitaci gratuitamente da Anime Factory.
Ambientata verso la fine degli anni ’60, questa avventura comincia con Lupin III che scappa assieme al suo fido compagno Jigen a bordo di una Fiat 500 F, dopo aver messo a segno l’ennesimo colpo ai danni del Casinò di Monte Carlo. Ben presto però il ladro si accorge che tutto il denaro rubato è opera del “Capro”, un falsario di eccellente abilità. I due decidono quindi di indagare su di lui e si recano nell’Arciducato di Cagliostro (ispirato al paese italiano realmente esistente di San Leo), la sua base operativa. Giunti sul posto, Lupin e Jigen assistono all’inseguimento in macchina di una giovane ragazza a opera di un gruppo di malintenzionati. Dopo essere accorsi in suo aiuto in modo alquanto rocambolesco, i protagonisti scoprono che la ragazza è in realtà Clarisse, la dolce e bella duchessa di Cagliostro, promessa sposa contro la sua volontà del temibile e malvagio Conte di Cagliostro.
Queste sono le premesse di una storia semplice e lineare, in piena aderenza ai canoni del franchise, che rappresenta ancora oggi, nonostante gli anni sulle spalle, una delle migliori iterazioni animate del ladro gentiluomo, anzi, la migliore in assoluto per quanto riguarda i lungometraggi. I motivi sono molteplici, ma quello più importante è senza dubbio il suo incredibile staff. Lupin III – Il Castello di Cagliostro nasce infatti dall’unione di un vero e proprio team di leggende dell’animazione giapponese, riunitesi presso lo studio d’animazione TMS Entertainment (all’epoca ancora Tokyo Movie Shinsha): oltre al già menzionato Miyazaki alla regia, è doveroso ricordare il contributo del direttore dell’animazione e character designer Yasuo Otsuka, recentemente venuto a mancare, e dell’immancabile compositore Yuji Ono, autore di quasi tutte le musiche degli anime di Lupin III a cominciare dal celebre tema principale.
Il risultato dell’unione di questi artisti straordinari è un’opera immortale, un film fuori dal tempo, fresco e godibile anche ai giorni nostri. Lupin III, qui rappresentato come un eroe maldestro e galante a differenza del carattere più cinico e spietato del manga (aspetto che attirò numerose critiche all’epoca da parte dei puristi), è ancora una volta il mattatore di un’avventura divertente, senza fronzoli e ricca d’azione, in perfetto equilibrio tra dramma e commedia. Oltre al protagonista, anche i personaggi secondari riescono a lasciare il segno a dispetto di una presenza su schermo abbastanza ridotta. Oltre agli altri membri della banda e all’ispettore Zenigata, sempre spassoso nelle sue interazioni con Lupin, è impossibile non citare le new entry della pellicola: Clarisse, nonostante l’inevitabile aderenza ai canoni della tipica principessa da salvare, possiede alcuni tratti che sembrano anticipare quelli delle future eroine miyazakiane (inevitabile poi notare l’estrema somiglianza dei suoi lineamenti con quelli di Nausicaa); mentre il Conte di Cagliostro è un villain che, pur nella sua caratterizzazione basilare, risulta detestabile e convincente al punto giusto.
Passando al lato tecnico, Il Castello di Cagliostro è un’autentica meraviglia e potrebbe tranquillamente entrare nei libri di testo come testimonianza di come si realizza un’opera animata in maniera esemplare. La sola sequenza dell’inseguimento in macchina nei minuti iniziali, realizzata dal celebre animatore Kazuhide Tomonaga, vale da sola la visione, ma in generale l’intera pellicola è una continua orgia (perdonatemi il termine volgare, ma non posso farne a meno) di sequenze visivamente ineccepibili realizzate in tecnica tradizionale che, agli occhi dello spettatore moderno, acquisiscono ancora più valore. Il tutto ammirabile in alta definizione, anche in 4K, e con i colori originali grazie alla versione restaurata presente all’interno dell’edizione home video oggetto di questa recensione.
Edizione che è possibile acquistare in tre formati differenti – DVD, Blu-Ray e 4K UHD – e che si presenta con il tipico packaging di molte pubblicazioni di Anime Factory (amaray + confezione di cartone). All’interno della custodia troviamo il disco, o i dischi nel caso dell’edizione 4K che include anche il Blu-Ray standard, e una cartolina raffigurante la locandina originale giapponese del film. Per quanto riguarda i dati tecnici, l’edizione include l’audio in italiano e in giapponese, entrambi nella versione Master DTS-HD 5.1, e i sottotitoli italiani a opera di Francesco Nicodemo. Il doppiaggio italiano presente è quello del 2007, realizzato in occasione della prima distribuzione del lungometraggio nei cinema italiani, che vede il compianto Roberto Del Giudice nei panni di Lupin III. Gli extra all’interno del disco, infine, includono la sigla di apertura, il trailer originale, una galleria di disegni preparatori e i crediti dello staff. Insomma, un’edizione nel complesso più che buona ma che poteva essere ancora migliore a livello di contenuti, soprattutto per il 50° anniversario della prima serie animata.
Saccheggiare il casinò di Montecarlo o rubare il cuore a una bella donna? Non c’è futuro impossibile per Lupin III, ladro, gentiluomo, casanova e maestro dei travestimenti. Questa volta Lupin e il fedele Jigen hanno rintracciato la fonte delle banconote false che stanno mettendo in ginocchio l’economia mondiale: il piccolo paese di Cagliostro, governato dall’omonimo conte. Tra le mura di pietra del suo castello, il conte tiene imprigionata la bella principessa Clarisse, che conosce la chiave per un tesoro inimmaginabile. E dove c’è Lupin con i suoi amici, non sono lontani né Fujiko né Zenigata. Lupin vuole liberare la ragazza, punire i malvagi e naturalmente prendersi il tesoro. Basteranno tutte le forze dell’Interpol, una banda di ninja dalle unghie a sciabola e una cospirazione internazionale per fermarlo?
In occasione del 50° anniversario della serie animata originale di Lupin III, per la prima volta in formato 4K UHD con nuovi master video il film che ha incrociato il destino di due leggende: Lupin III e il futuro premio Oscar Hayao Miyazaki, qui alla sua prima regia cinematografica, per uno dei film d’animazione più famosi di sempre.
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Un capolavoro imprescindibile
Difficile dire qualcosa di nuovo su un’opera così celebrata e fondamentale per la carriera artistica di un genio assoluto dell’animazione giapponese, e per il medium in generale. Lupin III – Il Castello di Cagliostro, a più di quarant’anni dalla sua uscita, si conferma oggi più che mai un autentico capolavoro, una visione imprescindibile per qualsiasi appassionato e un prodotto in cui possiamo ritrovare in forma seminale alcuni temi e scelte artistiche che diventeranno i futuri marchi di fabbrica della carriera di Hayao Miyazaki. E poco importa se la caratterizzazione del protagonista si stacca in modo netto dall’opera originale di Monkey Punch, visto che questo cambio funziona a meraviglia. Adesso che il film è nuovamente disponibile per il mercato home video, grazie all’edizione di Anime Factory forse un po’ povera di contenuti, se vi ritenete dei veri appassionati di animazione non avete più alcun valido motivo per non acquistare una pietra miliare della cultura pop nipponica.
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