È passata poco più di una settimana da quando mi sono approcciato alla demo di World’s End Club, rimanendo incuriosito dalla storia narrata da Kotaro Uchikoshi e Kazutaka Kodaka e completamente impreparato a ciò che mi sarei trovato tra le mani da lì a poche ore per scriverne la recensione. Perché World’s End Club è qualcosa perfettamente in linea con lo stile degli autori della Zero Escape Trilogy e di Danganronpa, ma allo stesso tempo cambia alcuni dei clichè dei loro precedenti racconti, quasi arrivando a prendere in giro quelli che li hanno giocati in passato.
Dopo diciotto ore passate in compagnia del Go-Getters Club, posso finalmente gettarmi alle spalle questa nuova avventura, tra pregi e difetti, parlandovene in occasione dell’uscita di domani, 28 maggio, in esclusiva console su Nintendo Switch.
- Titolo: World’s End Club
- Piattaforma: Nintendo Switch, Apple Arcade
- Versione analizzata: Nintendo Switch (EU)
- Genere: Avventura Grafica, Platform
- Giocatori: 1
- Publisher: NIS America
- Sviluppatore: Too Kyo Games
- Lingua: Italiano, inglese (testi), Giapponese (doppiaggio)
- Data di uscita: 28 maggio 2021
- Disponibilità: retail, digital delivery
- DLC: nessuno
- Note: l’edizione fisica contiene un booklet e un codice per scaricare la colonna sonora originale
Abbiamo recensito World’s End Club con un codice Nintendo Switch fornitoci gratuitamente da NIS America tramite Koch Media.
Come vi avevo riportato in sede di anteprima, se avete giocato la demo di World’s End Club, una volta avviato il gioco completo, ci verrà chiesto dalla sadica Pielope se vogliamo proseguire dalla fine del prologo o ricominciare da capo. Questo è il primo grande scherzo dei due autori, selezionando “continua da dove ero rimasto”, Pielope ci consiglierà di ripartire da zero perché sono magicamente apparsi degli sticker collezionabili. A questo punto potrete decidere nuovamente se ricominciare il gioco o se proseguire, consci che dovrete ripetere comunque gli eventi se vorrete completare l’album.
È solo uno dei tanti momenti meta testuali a cui Uchikoshi e Kodaka ci hanno abituato negli anni passati. World’s End Club non fa eccezione e racconta una storia di amicizia condendola con mistero e sovrannaturale. Mi è difficile darvi un’infarinatura generale della trama di gioco, soprattutto perché quello che accade nella demo non è che un assaggio di ciò che i nostri giovani protagonisti dovranno affrontare.
Alla fine del mondo avrai sempre me.
Il Gioco del Destino di Pielope sarà solamente l’atto introduttivo, la goccia che porterà il Go-Getters Club a mettersi in viaggio verso Tokyo, cercando di scoprire cosa è successo al mondo durante il loro peregrinare. L’avventura grafica ideata da Uchikoshi e Kodaka questa volta è un misto tra un road movie nelle località più importanti del Giappone tinto dal mistero che li contraddistingue. L’intreccio tra i dodici protagonisti, le loro vite e i loro poteri speciali, sarà legato a doppio filo con la fine del mondo e verrà svelato man mano che ci si avvicina ai titoli di coda.
Una trama che tocca qualche cliché (e che per lunghe distanze ricorda molto Stand By Me) ma che è in grado da sola di valere il prezzo del biglietto. Strutturata ad atti e bivi, permette di intraprendere diverse route per arrivare ai titoli di coda. Le route rappresentano ovviamente degli scenari alternativi e sono spesso composte dal gruppo che si divide o che decide di andare in una direzione piuttosto che nell’altra. Per raggiungere il vero finale però, dovrete aver completato ogni singolo ramo della storia (il tutto sarà anche giustificato egregiamente con un escamotage della trama) e completando in seguito un evento del passato (la strada secondaria non presa) scoprirete ulteriori dettagli sul passato dei giovani protagonisti e sul destino del mondo.
Sulle orme del Club dei Perdenti Temerari
Il cast è ben caratterizzato e ogni personaggio avrà il suo momento di gloria per poter brillare in mezzo al gruppo. Ovviamente anche in World’s End Club i due autori pescano negli stereotipi della narrativa globale, non portandoli però all’eccesso come già accaduto ad esempio in Danganronpa. Ogni membro del Go-Getters Club ha un’abilità segreta, che otterrà solo in una determinata occasione. I poteri dei ragazzi sono i più vari, dallo sparare palle di fuoco all’inventare bombe sul momento, passando per scosse telluriche, barriere e capovolgimenti di gravità.
Questi poteri sono i protagonisti delle sezioni platform di World’s End Club. Decisamente meno riuscite rispetto alle fasi di avventura grafica, richiederanno al giocatore di recarsi dal punto A al punto B di un determinato percorso, guidando uno o più membri del Go-Getters Club e utilizzandone le abilità speciali. Queste fasi purtroppo sono la parte più debole del gioco, e potrebbero divenire un ostacolo alla fruizione del prodotto. Scialbe, senza un vero e proprio livello di sfida ma limitate a un trial and error che ci porterà a una simbolica schermata di Game Over.
Nelle rivelazioni conclusive, World’s End Club fornisce anche una spiegazione a queste fasi platform e alle sconfitte ripetute del Go-Getters Club, dando anche qualche guizzo creativo relativo al racconto. Il vero motivo però dietro questo sviluppo povero è il poter proporre il prodotto alla più ampia fascia di pubblico possibile, comprendendo anche coloro che non vogliono solamente leggere. Purtroppo, una volta concluso il gioco, nonostante qualche boss e ambientazione mi sia anche piaciuta, avrei preferito che Uchikoshi e Kodaka si fossero buttati completamente sull’aspetto narrativo. Le fasi di platforming sono state più una tortura per arrivare a scoprire la risposta successiva, che una forma di intrattenimento.
Tecnicamente, World’s End Club non brilla, ma non arranca quasi mai dando il meglio di sé in modalità portatile. Un ottimo lavoro è stato fatto con il character design dei personaggi, fumettosi al punto giusto da risultare comunque credibili, e soprattutto facilmente riconoscibili. È uno stile che si dissocia dai lavori precedenti dei due autori e che segna una novità anche per la neonata Tookyo Studios. Il doppiaggio giapponese è completo, e anche le battute durante le fasi platform hanno il voice over. Torna anche una vecchia conoscenza di Danganronpa, Megumi Ogata, che presta la voce a Pochi. Il doppiaggio è disponibile anche in inglese, ma come spesso accade vi invito a usufruire dell’audio originale. Diversa invece la questione dei sottotitoli: il gioco è tradotto anche nella nostra lingua ma spesso risulta fuorviante, soprattutto nel caso di battute o di termini strani. Questo perché con molta probabilità la traduzione non è stata affidata a un professionista ma a un sistema automatizzato. Vi consiglio perciò di giocarlo coi sottotitoli inglesi, se ci tenete a cogliere ogni sfumatura del racconto.
A chi consigliamo World’s End Club?
Consiglio World’s End Club a tutti gli appassionati delle avventure grafiche di Uchikoshi e/o Kodaka. Dovete però mettere sul piatto anche un gameplay scialbo che cerca di allargare gli orizzonti del genere anche a chi non vi è mai entrato in contratto proponendo altro oltre il mero testo. Purtroppo l’offerta delle parti giocate non è allo stesso livello delle fasi di lettura, ma è uno sforzo necessario per poter godere dell’ottimo racconto.
Nel loro ultimo gioco, Kotaro Uchikoshi e Kazutaka Kodaka abbandonano l’oscurità dei loro precedenti lavori e offrono una storia più leggera e piena di speranza accessibile a tutti!
Il “Go-Getters Club” è composto da un gruppo di studenti disadattati provenienti da tutto il Giappone, che si ritrovano intrappolati in uno strano parco a tema durante una gita scolastica. Per svelare il mistero e trovare una via di fuga, devono prendere parte a un “Gioco del Destino” che metterà alla prova i loro legami di amicizia! Con immagini coloratissime, personaggi affascinanti, un gameplay accessibile e una storia avvincente, questa è un’esperienza che non dimenticherai mai!
World’s End Club arriverà su Nintendo Switch™ il 28 maggio 2021.
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- Trama interessante e ricca di colpi di scena
- Personaggi convincenti e in linea con lo stile degli autori
- Colonna sonora molto buona
- Perfetto in portatilità
- Fasi platform scialbe e semplici
- Traduzione italiana ignobile
World’s End Club
Uchikoshi e Kodaka firmano un altro racconto adolescenziale ricco di misteri
World’s End Club inizia quasi come uno scherzo. Un richiamo ai precedenti lavori dei due autori che si tramuta in qualcosa di più. Pur cambiando le carte in tavola, proponendo una formula diversa dal solito, il racconto non perde i tratti distintivi degli sceneggiatori. L’unico inciampo, oltre una traduzione italiana ignobile ma fortunatamente sostituibile, sta in un gameplay platform non troppo convincente, scialbo e privo di qualsiasi tasso di sfida. Se si sorvola questo aspetto e si prende il gioco per l’avventura grafica che è, però, vi ritroverete tra le mani un ottimo racconto d’amicizia con personaggi riusciti e carismatici. Uno Stand by me nipponico, che strizza più di un occhio alle avventure estive hollywoodiane.