Dallo scorso aprile, la serie anime di BLEACH col doppiaggio italiano è finalmente disponibile su Prime Video grazie a Dynit, e la seconda stagione arriverà fra pochissimi giorni, il 24 maggio. Se c’è una cosa che oramai è diventata evidente è che il doppiaggio italiano crea molte discussioni, e non solo tra le case di produzione. In passato, per quel che ricordo, non si attribuiva tanta importanza al doppiaggio degli anime: era più un feeling del tipo “Lo hanno doppiato? Ottimo, me lo posso guardare mentre faccio altro (oppure apprezzare meglio i disegni)” accostato al classico “Non lo doppiano? Che seccatura, mi tocca leggere!” — ma tutto finiva lì. La discussione “meglio il doppiaggio italiano o quello giapponese?” non è mai stata così attuale e BLEACH rientra certamente tra quei casi che fanno discutere.
Non lo negherò, BLEACH è uno dei miei manga preferiti, per questo sono restio a parlare di un doppiaggio fatto su una serie animata che troverà la sua conclusione solamente dopo il 2022 (anno per il quale è stata annunciata). BLEACH infatti si era interrotto al 366esimo episodio, attorno al volume 54, successivamente alla grande (e favolosa) saga degli Arrancar, con due tragici mini archi narrativi: quello dell’esercito invasore delle tredici Brigate, un filler di 25 episodi mixato a tratti che nel manga introducevano il gruppo dell’Xcution, sul quale terminava mestamente la serie.
Con l’annuncio dell’ultima stagione che coprirà l’ultimo arco narrativo, quello dei Quincy, l’anime ha però ripreso vigore, con l’annuncio da parte della Dynit della trasposizione italiana, a ormai 17 anni di distanza dall’uscita giapponese. Un azzardo, considerando quanto sia passato in termini temporali e culturali, e la stessa casa editrice ha annunciato che il doppiaggio potrebbe interrompersi alla quinta stagione se non riscuotesse un adeguato successo. Eppure, nonostante le critiche, non possiamo che essere felici che un’opera di questo livello abbia finalmente raggiunto il panorama italiano.
BLEACH: i doppiatori italiani
Sulla qualità del doppiaggio italiano si è spesso discusso: un panorama di livello elevatissimo, soprattutto in passato, e forse proprio per questo molti rimangono restii all’introduzione di nuove voci, creando però anche situazioni estreme e talvolta ridicole (vedasi doppiaggi dei personaggi più giovani). Senza entrare in una discussione eterna (non essendo questo l’argomento) è palese che si tenda poco all’innovazione, una sorta di “boicottaggio” che però non riguarda BLEACH e il suo doppiaggio italiano.
Chi sono i doppiatori incaricati del difficile compito di non scontentare i fan? Ve ne avevamo già parlato in un articolo precedente, e sono principalmente i seguenti:
- Ichigo Kurosaki: Federico Viola
- Rukia Kuchiki: Martina Tamburello
- Uryu Ishida: Ruggero Andreozzi
- Isshin Kurosaki: Claudio Moneta
- Karin Kurosaki: Giulia Bersani
- Yuzu Kurosaki: Veronica Cuscusa
- Orihime Inoue: Giada Bonanomi
- Yasutora “Chad” Sado: Marcello Moronesi
- Don Kan’onji: Luca Ghignone
- Kon: Stefano Ferrari
- Keigo Asano: Giuseppe Palasciano
- Zangetsu: Mattia Bressan
- Kisuke Urahara: Matteo De Mojana
- Renji Abarai: Davide Fazio
- Byakuya Kuchiki: Alessandro Fattori
- Gin Ichimaru: Stefano Pozzi
- Kenpachi Zaraki: Marco Balzarotti
Doppiaggio sì o doppiaggio no?
Si sa, ciascuno ha i suoi gusti per ciò che riguarda sia le voci originali che quelle italiane. Per gli episodi che ho potuto vedere e per il mio personale parere posso darvi alcuni giudizi. Il primo è che trovo il livello del doppiaggio decisamente ottimo, considerando soprattutto l’età dei doppiatori. Martina Tamburello, già piuttosto nota, è per esempio solo del 1996.
Il secondo è che ho trovato le voci femminili forse più azzeccate di quelle maschili, almeno a livello di immagini mentali che mi ero fatto solamente leggendo il manga (con il culmine raggiunto forse con Gin… e con quella del gatto). Il terzo è che ogni doppiatore mi è sembrato in grado di caratterizzare bene il proprio personaggio. Cercando di essere sintetici, perché potrete constatarli da voi, ecco alcuni brevi commenti su quelli che più mi hanno attirato:
- Federico Viola, per quanto non riesca a identificarlo nella voce di Ichigo (soprattutto dopo aver visto la versione giapponese) riesce sicuramente a renderlo riconoscibile. E poi, come non apprezzarlo dopo i doppiaggi di Bakugo di My Hero Academia?
- Luca Ghignone è il Don Kanonji che ho sempre desiderato!
- Martina Tamburello, dopo averla sentita in Miyo un amore felino nei panni della protagonista (e per i videogiocatori nel ruolo di Coco Bandicoot) dà solo certezze. Sicuramente un ottima duttilità, e la trovo ottima per il ruolo.
- Giada Bonanomi allo stesso modo risulta più che attinente al ruolo, trasmettendo bene il carattere di Orihime.
- Marcello Moronesi (Chad) è forse il più attinente al ruolo, con quella voce profonda e cupa.
- Ruggero Andreozzi, da navigato doppiatore di anime (Dracula nella quarta stagione di Castelvania) è sempre ottimo per quei ruoli di personaggi che oscillano tra il sembrare buoni o cattivi.
- Marco Balzarotti, che doppia forse il mio personaggio preferito, mi ha dato una piccola gioia… già temevo una voce squillante.
Lo ripeto, si tratta di considerazioni di un fan e non di un esperto doppiatore, quindi consideratele tali! Concludiamo con il quarto e ultimo giudizio, che è sicuramente quello più significativo: un doppiaggio può piacere oppure no, ma, salvo casi estremi, un’opera che viene tradotta in italiano è sempre un valore aggiunto per la diffusione di un anime nel nostro paese. Quindi se volete guardarle in italiano fatelo, le emozioni non cambieranno!
White Dragon
Anche io trovo il doppiaggio italiano ben fatto, quantomeno finora. Solo le voci di Orihime, Urahara e Byakuya non mi convincono troppo, mentre Balzarotti sarà certamente un ottimo Zaraki.
Ma quando si parla di anime, e di doppiaggio italiano degli anime, la nostalgia in me prevale… E se Bleach fosse stato doppiato quando doveva, ovvero ai tempi dell’anime night di Mtv (o più presumibilmente di Rai 4), avrebbe avuto un doppiaggio ai livelli di InuYasha, Code Geass, Gurren Lagann, Soul Eater e altre serie acquisite da Dynit in quegli anni, con uno staff romano o misto. Niente contro i doppiaggi milanesi, ci mancherebbe, ma li trovo più “mosci”, specialmente da quando gli anime hanno cominciato a latitare da mediaset e dalla tv nostrana in generale. Del resto si sono ammosciati pure quelli romani.
Anche se sarà l’ennesima volta che lo dico, come abbia fatto la Dynit a farsi scappare una licenza così succosa (e anche altre) fino ad oggi non lo capirò mai. E non capirò mai neanche il motivo per cui nè la Yamato nè la succitata mediaset, in quegli anni ancora attive nell’acquistare nuovi titoli, non ne abbiano approfittato per fregargliela da sotto il naso (per carità, meglio niente Bleach piuttosto che adattato e censurato dalla mediaset di quei tempi, lol). E poi c’era anche la Panini Video: forse, grazie a Bleach, ci sarebbe ancora, o quantomeno avrebbe resistito un po’ di più.
Anche in questo, italiani bravi come pochi a darsi la zappa sui piedi. 😅
Saki Sanobashi
Marco Balzarotti non è male su Zaraki, però ha un timbro troppo pulito, ce ne sarebbe voluto uno più “sporco”. Una scelta migliore sarebbe stata Alessandro D’Errico; Balzarotti l’avrei messo invece a doppiare Aizen, che al contrario non mi è piaciuto per niente.
Ma poi la Dynit, attraverso varie incarnazioni, è la leader del mercato anime italiano da DECENNI: possibile sentire ancora, nel 2021, roba tipo “Kenuccio” al posto di “Ken-chan”? Per non parlare poi di Aizen pronunciato “Aisen”… Anche se sarebbe dovuto passare in tv quasi un decennio fa, Bleach è stato comunque acquistato e doppiato per conto di una piattaforma online, quindi non hanno neanche la scusante di eventuali direttive mediaset stile “poveri ragazzini italiani che non capiscono le usanze culturali giapponesi e si traumatizzano”; motivazione che tra l’altro ormai non reggerebbe neanche se Bleach andasse in onda su Italia 2…
Gerly
Premetto che anche io farò considerazioni da fan. Chiacchera da bar per intenderci. Il doppiaggio non mi è dispiaciuto affatto. Temevo tantissimo anche perchè secondo me, parte della “magia” di bleach sta nelle voci dei protagonisti. Ovviamente il doppiaggio giapponese e quello italiano sono due cose distinte (come la grammatica e la lingua) quindi una banale “trasposizione dei timbri di voce” avrebbe reso l’effetto di “tradurre letteralemente” una frase. Unica cosa che avrei cambiato, Riccardo Rovatti era PERFETTO per Mayuri ed invece lo hanno “usato” per Yamamoto Genryusai