Non avremo ancora le macchine volanti, è vero, ma quanti di voi avrebbe mai pensato che in futuro la serie Mobile Suit Gundam avrebbe visto diventare realtà tante cose ritenute all’epoca davvero impensabili? Abbiamo assistito alla nascita delle riproduzioni a grandezza reale dell’attuale Unicorn Gundam e del buon vecchio RX-78-2 che lo ha preceduto, con quest’ultimo che invece è passato dallo stare fermo in bella mostra al muovere direttamente i primi passi in quel di Yokohama. Anche la Cina non se ne vuole stare con le mani in mano, e andrà infatti a ospitare in futuro una riproduzione del Freedom Gundam. Ma in quanto tecnologie?
Qualcosa inizia a muoversi anche da quel lato, e per la precisione, inizia a muoversi con la mente, rendendo lo Psycommu più reale che mai. Ma niente paura: il tutto, almeno al momento, è a dimensioni ridotte!
Si tratta infatti di un modellino, reso disponibile da Zeonic Technics di BANDAI da ormai qualche tempo, che ripropone una versione motorizzata dello Zaku da dover assemblare quasi fosse un GUNPLA, e attraverso l’apposita app mobile è possibile impostare le varie sequenze di movimento che questo dovrà intraprendere. Qui è però subentrato il NeU, un team di ricerca creato dall’unione della Tohoku University e di Hitachi, che ha sostituito il classico controller attraverso applicazione mobile con un più tecnologico dispositivo a fascia da posizionare sulla testa.
Dopo un classico processo di sincronizzazione, questo dispositivo è in grado di misurare il flusso sanguigno cerebrale e inviare dati via wireless proprio allo smartphone, interagendo con la app di movimento e permettendo così allo Zaku di muoversi. Il sensore può distinguere tra tre diversi livelli di attività cerebrale, che potrà essere assegnato a una sequenza di movimento diversa.
Il sistema è ovviamente ancora in sviluppo, ma potete immaginarvi come potrebbero essere i vostri GUNPLA con questa tecnologia implementata? Certo, a patto che il tutto si fermi qui e non si arrivi a implementarli nei Gundam a grandezza reale. Abbiamo già visto cosa può succedere.
Fonte: Tohoku University, Hitachi via SoraNews24