FINAL FANTASY IX compie 20 anni: intervista a Hiroyuki Ito

FINAL FANTASY IX

SQUARE ENIX torna oggi sui nostri schermi con una nuova intervista dedicata a FINAL FANTASY IX, atta a celebrare il ventesimo anniversario del gioco, uscito nel lontano 2000 sulla prima PlayStation. Dopo esserci gustati le interviste a Kazuhiko Aoki e Toshiyuki Itahana, la compagnia ce ne propone una terza dedicata al game director Hiroyuki Ito.

Qui sotto potete trovare i punti più importanti dell’intervista:

  • Sebbene il gioco fosse accompagnato dallo slogan “ritorno alle radici”, Ito ha sempre considerato questa cosa davvero poco chiara, o quantomeno non era chiaro a quale “radici” si facesse “ritorno”. Ovviamente si riferivano al primo FINAL FANTASY. Crede comunque che un senso migliore a quello slogan sia “riportate il tutto alla sua vera natura”.
  • I brani composti da Nobuo Uematsu giocano un ruolo importantissimo nell’esprimere nel migliore dei modi il mondo di FINAL FANTASY IX, e quella preferita dal game director è senza ombra di dubbio il tema principale, elemento ricorrente della celebre serie. Infatti, come dichiarato dallo stesso Ito, si riesce a percepire la sensazione di trovarsi davanti a un vero FINAL FANTASY ogni volta che sente quella melodia. Un altro brano che apprezza molto è il prelude, in quanto durante lo sviluppo il buon Uematsu era solito affermare che “comporre un brano è facile”.
  • Sapere che a 20 anni di distanza FINAL FANTASY IX continua a essere così amato dai giocatori è motivo di vanto per Ito. Secondo lui, non si può considerare completato un titolo solo quando arriva sugli scaffali dei negozi, ma bensì quando i fan lo hanno giocato e lo hanno veramente apprezzato.

Quale altra interessante intervista ci proporrà SQUARE ENIX? Per scoprirlo sarà solo necessaria una piccola attesa!

Fonte: SQUARE ENIX via Gematsu

Prestigiatore, ballerino di break dance, produttore cinematografico, traduttore ufficiale di frasi imbarazzanti per prodotti R18, fondatore di Akiba Gamers: un curriculum da fare invidia a Johnny Sins, ma che non regge il confronto con la sua smodata passione per i giochi d’importazione e per i tegolini.

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