Street Kart è in cerca di fondi per salvare il business dal fallimento

Street Kart è in cerca di fondi per salvare il business dal fallimento

Se siete stati in Giappone, sicuramente avrete messo piede almeno una volta nella spettacolare mecca per gli otaku che risponde al nome di Akihabara, e probabilmente tra un negozio e l’altro vi sarà capitato di veder sfrecciare per strada alcuni go-kart guidati da persone con indosso costumi di personaggi vari grazie al servizio Street Kart.

Non c’è voluto poi tanto perché questo, originariamente conosciuto con il nome MariCar con tanto di costumi legati anche al mondo e ai personaggi Nintendo, attirasse proprio l’attenzione della casa di Kyoto, che non si è fatta scrupoli a portare il tutto per vie legali.

MariCar ha quindi cambiato nome in Mari Mobility Development (vista la similitudine con il nome Mario Kart) e poi in Street Kart, con la totale rimozione dei costumi a tema Nintendo, ma tutto questo non è bastato. Lo scorso 30 gennaio giunse infatti la triste notizia che l’appello presentato alla Corte Suprema era fallito, e che quindi sono stati costretti a pagare qualcosa come 50 milioni di yen in danni.

Oltre al danno, anche la beffa: per via del COVID-19, il servizio ha ovviamente risentito molto della mancanza di turismo e delle misure di emergenza, mettendo davvero in crisi l’attività che, già di per sé, non se la stava più passando bene.

Da fine aprile però si è deciso di fare appello all’intero mondo attraverso una campagna crowdfunding sulla piattaforma Campfire, dove vengono richiesti qualcosa come 2 milioni di Yen per riuscire a salvare l’attività. Ma per concludere nel peggiore dei modi un anno da dimenticare, al momento di questa notizia, ovvero qualcosa come oltre un mese dopo l’apertura della raccolta fondi e a -24 alla fine, il massimo che sono riusciti a raccogliere sono… 1.000 Yen, che equivalgono ad appena 8 €.

Non si prospetta una missione facile, ma ci auguriamo di tutto cuore che il pubblico riesca a dare un po’ di solidarietà a questa divertente attività.

Fonte: Hachima Kiko via SoraNews24

Prestigiatore, ballerino di break dance, produttore cinematografico, traduttore ufficiale di frasi imbarazzanti per prodotti R18, fondatore di Akiba Gamers: un curriculum da fare invidia a Johnny Sins, ma che non regge il confronto con la sua smodata passione per i giochi d’importazione e per i tegolini.

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