Era il gennaio del 2004, quando debuttò sul mercato la prima versione di VOCALOID, un software di sintetizzazione vocale, rilasciato dalla Yamaha Corporation, sul quale è possibile far cantare una delle voci preimpostate semplicemente inserendo il testo e la melodia di una canzone. Nel corso degli anni, specie dopo l’introduzione dell’inglese e del giapponese avvenuta con la seconda generazione, il software si è evoluto in maniera esponenziale e ha permesso a decine se non centinaia di artisti di esprimere il proprio estro creativo e di realizzare moltissime hit di successo, che non hanno nulla da invidiare alle canzoni realizzate con metodi più tradizionali. Nell’immaginario collettivo è prassi comune considerare la produzione musicale delle VOCALOID come fatta esclusivamente da canzoni allegre ed orecchiabili, tuttavia la realtà dei fatti è ben diversa ed esistono tantissimi pezzi che al proprio interno celano tutta una serie di significati ben più cupi e profondi.
In questa serie di articoli tematici cercheremo di farvi conoscere il vero significato che sta alla base dei testi di alcune delle più famose canzoni del panorama VOCALOID giapponese. In particolare, quest’oggi citeremo 5 hit componenti del ricchissimo portfolio di Hatsune Miku che si sono particolarmente distinte grazie soprattutto allo spessore dei propri testi. Prima di cominciare però c’è un importante disclaimer che il sottoscritto deve darvi.
DISCLAIMER: le canzoni scelte per questa compilation contengono al loro interno riferimenti espliciti a disturbi mentali e/o tematiche molto forti (quali il suicidio, la depressione etc.). In questo articolo non entreremo nel merito delle varie tematiche affrontate in quanto ci limiteremo esclusivamente a raccontarvi quali sono le storie e i messaggi che stanno alla base delle canzoni che tutti i fan dei VOCALOID avranno cantato almeno una volta nella loro vita.
Dopo le dovute precisazioni, è arrivato il momento di procedere con questa compilation!
Watashi no R (わたしのアール)
Riuscire a descrivere “Watashi no R” in poche righe è davvero un compito quasi impossibile. Infatti, il testo della canzone, nonostante l’apparente semplicità, risulta essere estremamente complesso e di non immediata comprensione. Nei brevi versi scritti da Kurage-P, autore sia della musica che del testo, viene descritto uno dei fenomeni che ahimè caratterizza il contesto sociale giapponese (quello del suicidio) visto attraverso gli occhi e i gesti di una giovane ragazza tormentata. Il ritmo della canzone apparentemente allegro si scontra immediatamente con il clima che viene costruito attraverso le vicende raccontate. Questa ragazza, durante l’intera durata della canzone, cercherà di salire diverse volte sul tetto di un edificio non meglio specificato nella speranza di far sparire tutti i problemi che riempiono la sua vita. Tuttavia per uno strano scherzo del destino quest’ultima si ritroverà ad aiutare altre tre ragazze che come lei si trovavano lì per lo stesso motivo. Purtroppo la realtà può essere ben più crudele e ciò si concretizza in quello che è il grande colpo di scena che caratterizza il finale della canzone. Infatti, negli ultimi versi si scopre che quelle tre ragazze non erano nient’altro che il riflesso delle emozioni provate della protagonista in una sorta di auto-richiesta di aiuto. Un aiuto che non essendo mai arrivato ci porterà ad assistere inermi alla sua inevitabile caduta.
Rolling Girl (ローリンガール)
A volte ci sono persone o artisti che, grazie alle proprie abilità e al proprio talento, riescono ad influenzare in maniera radicale un’intera industria. È questo il caso di Wowaka, musicista noto anche con lo pseudonimo di Genjitsutouhi-P, che grazie alle proprie canzoni è stato nell’arco della sua breve vita uno dei musicisti più influenti dell’intera industria Vocaloid. “Rolling Girl”, canzone considerata da molti come il suo capolavoro, è riuscita ad entrare di prepotenza nel cuore di molti appassionati. In questo pezzo, Wowaka, avvalendosi della figura di una ragazza solitaria, è riuscito a creare tantissimi spunti di riflessione su tematiche complesse come la depressione, il bullismo e il suicidio. Il titolo stesso della canzone, giocando molto sull’assonanza dei termini “Rolling” (pronunciato Rōrin) e “Lonely” (pronunciato Ronrī), ha una doppia valenza ed indica il rapporto di causa-effetto che si genera tra il rotolarsi (inteso come caduta o fallimento) e il sentimento di solitudine causato da quest’ultimo. La storia, narrata in terza persona, descrive la vita di una ragazza che cerca di fare i conti con i suoi problemi e con i mille fallimenti che giorno dopo giorno la buttano a terra. Il senso di oppressione aumenta esponenzialmente con il passare del minutaggio delle canzone, mentre la sua voglia di rialzarsi si scontra inevitabilmente con quelle voci (reali e non) che la rendono sempre più stanca. Durante il finale del pezzo, anch’esso molto emblematico, ci ritroveremo ad ascoltare il discorso tra la protagonista ed una voce non meglio definita (probabilmente si tratta della trasposizione delle sue emozioni) nel quale quest’ultima le dice che finalmente adesso è arrivato il momento di smettere di respirare.
Ura-Omote Lovers (裏表ラバーズ)
A volte ci sono canzoni che fanno del ritmo e della musica il loro punto forte, altre volte invece è il testo il vero elemento capace di trasformare un brano dai toni calmi in un vero e proprio tornado di emozioni. “Ura-Omote Lovers”, canzone meglio nota con il titolo inglese “Two-Faced Lovers”, riesce ad andare oltre combinando entrambi gli aspetti sopracitati. Lo splendido testo scritto da Wowaka, infatti, grazie ad una grande forza espressiva riesce a far risaltare tematiche di estrema attualità come le gravidanze in giovane età o l’aborto. In “Ura-Omote Lovers”, Wowaka si avvale della vita e delle emozioni provate da una ragazza incapace di capire del tutto la differenza tra un amore vero ed uno basato unicamente sulla passione per tessere una forte critica sociale. La protagonista della canzone sa perfettamente che le sue azioni sono stupide e sbagliate, tuttavia nel corso della sua vita ha continuato imperterrita a commettere gli stessi errori. Nota dopo nota, infatti, il disagio provato da quest’ultima si fa talmente evidente che la canzone assume più i caratteri di uno sfogo interiore che di una storia vera e propria. La ragazza riflette in maniera quasi ossessiva sul senso delle proprie azioni, ma alla fine sa che il suo cuore sarà sempre diviso tra la dura realtà e la paura di affrontare le conseguenze dei propri gesti. Il finale del pezzo, tuttavia, assume un tono quasi sprezzante ed irriverente, in cui la protagonista finisce per accettare il proprio modo di fare, di fatto arrendendosi ad un modo di vivere l’amore totalmente privo di qualsivoglia significato.
Matoryoshka (マトリョシカ)
Riuscire a comprendere fino in fondo “Matoryoshka”, canzone del 2010 scritta dall’artista Hachi ed interpretata dal duo Vocaloid Hatsune Miku e Gumi, è qualcosa di estremamente complesso se non addirittura quasi impossibile. Dotata di un comparto musicale molto accattivante, “Matoryoshka” si presenta come una canzone dinamica e vivace ma che per tutta la sua durata si fa carico di un’atmosfera colma di angoscia mista a disperazione. L’intero testo scritto da Hachi, essendo ricolmo di frasi senza senso ed al limite del ridicolo, si fa portavoce di temi estremamente delicati come la follia e la solitudine. Infatti, ascoltando con attenzione le parole pronunciate dalle due cantanti, è facile intuire come i sentimenti che il testo porta avanti siano associabili per lo più al senso di inferiorità e alla tristezza provata dalle protagoniste della storia. La canzone, assumendo i toni di un vero e proprio delirio psicologico, parla della vita di una o due ragazze che, a causa della loro solitudine e del dolore da loro provato, hanno sviluppato un disturbo mentale non meglio specificato (nel testo non è chiaro se questa condizione sia reale oppure unicamente metaforica) che genera in loro tutta una serie di emozioni e sentimenti contrastanti. La confusione delle protagoniste è lampante, e si evince facilmente dal modo in cui queste passino ingiustificatamente da uno stato di tristezza e rassegnazione ad uno di pura euforia. Questa follia si traduce inevitabilmente in una vera tortura per delle ragazze che hanno il terrore di non essere più ascoltate, rimanendo per sempre senza alcun aiuto.
Hatsune Miku no Shoushitsu -DEAD END- (初音ミクの消失 -DEAD END-)
Ricordata dai più per via dell’incredibile velocità che il tempo della canzone raggiunge durante le parti iniziali e conclusive (pari a circa 220 BPM), “Hatsune Miku no Shoushitsu -DEAD END-”, canzone realizzata da CosMo e meglio nota con il titolo inglese “The Disappearance of Hatsune Miku -DEAD END-” è una delle canzoni più conosciute a livello internazionale dell’intero panorama Vocaloid giapponese. Ciò è pienamente giustificabile, specie se si tiene in considerazione il particolare mix che il testo riesce a raggiungere con la melodia del pezzo. Il testo di questa canzone, proprio per via della sua eccessiva velocità, è estremamente lungo e assume tonalità piuttosto cupe. La canzone può diventare tranquillamente spunto per tantissime riflessioni filosofiche sul senso della vita e sulla percezione che abbiamo di noi stessi. La protagonista della storia che viene raccontata da CosMo è proprio Hatsune Miku, che a seguito di un problema non meglio specificato sta per essere eliminata definitivamente dal software in cui essa “vive”. Ascoltando i primi versi della canzone veniamo subito messi a conoscenza del fatto che Hatsune Miku sia totalmente consapevole di essere solamente un programma che non ha nulla di umano al proprio interno. Le sue emozioni fino ad ora sono sempre state dettate da una persona esterna e sempre unicamente in funzione della sua musica. Del resto la sua intera esistenza è giustificabile solo ed esclusivamente se messa in relazione con le sue canzoni.
Cosa ne pensi di queste 5 canzoni tratte dal ricchissimo portfolio della Vocaloid Hatsune Miku? Se conosci altre canzoni che si sposano alla perfezione con il tema di questo articolo, puoi lasciare un commento qui in basso. Hai già dato un’occhiata alla Top Ten delle migliori sigle anime delle stagioni inverno e primavera 2020?