SAKURA WARS – Prime impressioni sul nuovo capitolo della saga

Dopo anni di assenza, Sakura Wars torna in Europa con un capitolo inedito dal gameplay più action. Ecco le nostre prime impressioni sulle prime ore di gioco

Sakura Wars - Le prime impressioni sul nuovo capitolo della saga

Ci sono serie giapponesi che attendiamo da una vita intera, che ci tengono sospesi per anni speranzosi di assaggiare una fetta di questa gustosa torta. Ci costringono a giocarle in lingua originale, con il rischio di capirci poco o nulla, o ci conducono verso il mai piacevole lato oscuro, reperendole per vie traverse, invogliati da qualche traduzione amatoriale fatta da fan disperati come noi. Poi all’improvviso un lampo. Uno dei capitoli principali, nemmeno il più memorabile, arriva dalle nostre parti con un adattamento occidentale che suona come un “prendere o lasciare”. E noi, uomini di cultura quali siamo, ci accontentiamo, sperando sempre in un futuro migliore, che però costantemente tarda ad arrivare.

Questa, riassunta in poche righe, è un po’ la storia di Sakura Taisen, da noi conosciuta come Sakura Wars, una delle serie SEGA più amate e apprezzate in Giappone, tristemente destinata a vivere una clausura dettata dalla sua natura tremendamente di nicchia: una visual novel in stile anime, ma anche un po’ un simulatore di appuntamenti con un tocco di strategico a turni. Un mostro di Frankenstein videoludico dagli occhi a mandorla, che stregò i giocatori giapponesi proprio per la sua versatilità stilistica. Amore che è cresciuto capitolo dopo capitolo, tanto da diventare un progetto cross-mediatico di larghe vedute, fatto di spin-off, anime e addirittura spettacoli teatrali dal vivo.

Sakura Amamiya in Sakura Wars

Ma come mai torniamo a parlare oggi di questa serie abbandonata? Dopo l’uscita di Sakura Wars V: So Long My Love (il capitolo arrivato da noi grazie a NIS America), la saga è stata parcheggiata, come tanti altri progetti della grande S. Le poche vendite, la difficoltà e il costo di adattare un titolo del genere per l’Occidente, e l’allora poca ricettività dell’utenza verso certi titoli, spinsero SEGA a rivedere il futuro di Sakura Wars in attesa di tempi migliori. Tempi che a quanto pare oggi sono più che maturi per un nuovo capitolo. Una nuova storia che serve da soft-reboot per la serie, una ripartenza necessaria per avvicinare vecchi e nuovi giocatori dopo un colpo di spugna quasi fisiologico. Ed è così che la saga è di nuovo tra noi, senza sottotitoli o numerazioni. Semplicemente Sakura Wars, in una veste totalmente inedita che abbandona il vecchio sistema di combattimento a turni per un più “moderno” stile action, pur mantenendo intatto lo spirito della serie per la quale è diventata famosa.

Abbiamo avuto modo di provare le prime ore di Sakura Wars, e siamo qua per parlarvene, in attesa della recensione completa che arriverà a breve sulle pagine di Akiba Gamers.

Seijurou Kamiyama in Sakura Wars

L’uscita di Sakura Wars in Occidente è un evento che ci riempie di gioia, e ha destato il nostro interesse fin dal primo annuncio. Ed è stato nello stesso momento che hanno iniziato a sorgere i dubbi sull’efficacia del cambio di direzione del gameplay, principalmente per quanto riguarda il combat system, forse uno degli aspetti più caratterizzanti della serie. Questa nuova iterazione del titolo segue le orme dei suoi predecessori, partendo da un incipit simile e mettendoci al comando di una nuova Divisione Floreale della Imperial Combat Revue, in una versione alternativa della Tokyo degli anni ’40, dove lo sviluppo tecnologico ha permesso grossi passi in avanti su molteplici aspetti della vita. Dopo un lungo periodo di pace però il mondo è tornato ad essere minacciato dai demoni, scomparsi dieci anni fa dopo la sconfitta del Re Demone da parte delle eroine dei precedenti capitoli della saga. Spetterà a noi comandare una nuova squadra ed evitare così l’inizio di una nuova guerra che rischia di sterminare la razza umana.

Questo nuovo capitolo di Sakura Wars decide di viaggiare su due strade parallele ed utilizza la formula del soft-reboot per aprirsi il più possibile ai giocatori. Nuove storie. Nuove eroine. Di giorno commedianti alle prime armi di una compagnia teatrale, alla bisogna piloti di mecha in grado di respingere l’avanzata demoniaca. Ma non manca il contentino per i fan della serie, che ritroveranno vecchie conoscenze e numerosi collegamenti ai giochi passati, con una presenza ben più marcata di quello che ci si potrebbe aspettare da un reboot, e senza che questo incida in negativo su chi si avvicina alla serie per la prima volta.

L’abbandono della grafica 2D per le fasi novel è un grande passo in avanti per la serie, che spinge su una recitazione più presente durante le fasi narrative e che si avvale ancora una volta del sistema LIPS, una meccanica a scelte multiple che in base alle risposte date permetterà di aumentare o meno l’affinità con le nostre compagne d’avventura. La maggior parte delle scelte sarà scandita da un timer, che ci obbligherà ad agire senza ragionare troppo. Se la nostra risposta soddisferà l’interlocutore aumenterà il livello di fiducia dei due, così da attivare nuovi eventi e situazioni, e addirittura portare alle famose sezioni da date-sim per cui la serie è conosciuta. Queste fasi da simulatore di appuntamenti rappresentano il modo perfetto per migliorare l’efficienza in battaglia delle ragazze, garantendoci l’accesso a mosse speciali o a una maggiore reattività sul campo grazie al morale favorevole, con la possibilità di innalzarlo ulteriormente sconfiggendo i nemici.

I primi capitoli del gioco servono ad introdurre i nuovi personaggi con cui andremo ad interagire, come Seijuro Kamiyama, il nostro alter ego digitale, o Sakura Amamiya il nuovo volto della serie, “ossessionata” dalla “vecchia” Sakura Shinguuji tanto da volerla superare nelle sue doti combattive e recitative. Queste prime ore scorrono in maniera piacevole, con un bilanciamento maggiore verso la parte narrativa, che sente l’esigenza di raccontarci il tutto con estrema cura, proponendo anche attività secondarie come minigiochi o sub quest. Attenzione però a non confonderlo con un JRPG. Per quanto gli originali vengano accomunati ad un SRPG per la particolarità del sistema di combattimento a turni strategico, la componente ruolistica è sempre stata ridotta all’osso, avendo come focus principale la storia e le sue interazioni sociali.

Anche Sakura Wars continua su questa linea di condotta. E sebbene ci si trovi di fronte ad un cambio di genere netto, abbracciando quello action alla hack and slash, anche in questo caso la componente RPG non emerge oltre la parte relativa alle missioni secondarie e qualche altro sporadico elemento. Il gameplay dice addio quindi alle griglie e i turni dei precedenti capitoli, già sostituiti in parte da un sistema di gioco che potremmo definire un antenato di quello impiegato da Valkyria Chonicles, per uno stile più action ed immediato. A bordo degli Spircle Fighters, i particolari mecha pilotati nel gioco, avremo la possibilità di sconfiggere i demoni e le loro creazioni robotiche grazie alla potenza del nostro mezzo.

Ogni Spiricle Fighter a nostra disposizione varia per tipologia d’attacco, mentre di base sfrutta lo stesso sistema di combo degli altri alternando le due tipologie di colpi, deboli e potenti. Gli Spiricle Fighters sono dotati di un sistema di propulsori che permette di effettuare doppi salti o evitare i colpi nemici con una rapida mossa evasiva, che se effettuata con il giusto timing, attiva una sorta di bullet time. Sempre a nostro vantaggio abbiamo una serie di mosse speciali e attacchi combinati, che si renderanno via via accessibili con l’aumento del livello di fiducia. Manca quindi un sistema di upgrade o di levelling, un po’ come nella serie classica, dando l’impressione di trovarci di fronte ad un sistema di combattimento molto basilare, specie nelle prime ore di gioco.

La questione del cambio di gameplay è delicata e particolarmente soggettiva. Da fan della serie ci si può domandare del perché di un cambio così netto e drastico, mentre da “ultimi arrivati” la deriva action può diventare solamente un incentivo all’acquisto. C’è da chiedersi però, vista l’evoluzione della serie avvenuta con il quinto capitolo, perché non continuare su quella strada. Poche righe fa abbiamo citato non a caso Valkyria Chronicles per la vicinanza dei due gameplay. Proprio questo ci ha portato a ragionare su quanto si potesse ancora lavorare su quelle meccaniche, proponendo qualcosa di più vicino al concept originale del gioco, ma con un piglio più moderno ed attuale. Queste considerazioni però viaggiano in una zona grigia dettata dal mero gusto personale e, forse, da un pizzico di nostalgia.

C’è però qualcosa che non ci ha convinto dopo la nostra prova ed è facilmente inquadrabile nell’assenza di un sistema di targeting. Trovandoci ad affrontare più nemici a schermo, e dovendo gestire manualmente una telecamera non troppo reattiva, ci siamo trovati nella condizione di non aver sempre chiaro lo svolgimento a video dell’azione di gioco. Questo in particolar modo ha messo in evidenza un’altra “problematica” del gameplay action di Sakura Wars, i combattimenti aerei. Spesso capita di dover sconfiggere nemici volanti, raggiungibili solamente eseguendo un doppio salto. In questo caso si nota come la camera virtuale faccia fatica a seguire i nemici, facendo andare i nostri colpi a vuoto e rendendoci a nostra volta facili bersagli. Ci teniamo a sottolineare che questa problematica riguarda la build che abbiamo avuto modo di provare. È infatti disponibile per l’edizione giapponese un update che va a correggere alcune cose, come ad esempio l’aggiunta di un sistema di mira e la possibilità di salvare il gioco durante le fasi narrative, oltre a migliorare una performance tecnica non proprio pulita. L’aggiornamento dovrebbe essere disponibile in prossimità del lancio, con la speranza di poterlo testare prima della recensione per offrirvi un feedback più accurato possibile.

Per quanto riguarda l’appena citato comparto grafico, il salto qualitativo fatto da Sakura Wars in questa nuova incarnazione è notevole, e a beneficiarne maggiormente sono le fasi interattive con le protagoniste, con un set di animazioni che enfatizza e valorizza il lavoro svolto in fase di recitazione. Questo nuovo capitolo dice addio anche allo storico character design di Kosuke Fujishima (Oh, mia dea!, Sei in arresto!, Tales of) per affidarsi alla matita di Tite Kubo, diventato “immortale” con la serie di Bleach e dal tratto inconfondibile. Questo cambio di stile si adatta alla perfezione con il nuovo corso di Sakura Wars, con un’attenzione maniacale per le curve e le proporzioni spesso abbondanti delle protagoniste femminili, che guadagnano ulteriori punti una volta di fronte ai modelli 3D dei personaggi. Meno impattante il comparto tecnico delle battaglie, che mette in evidenza i già citati cali di frame rate, che speriamo vengano corretti col primo aggiornamento, e una minore attenzione ai dettagli, contrariamente alle altre fasi di gioco.

Manca ormai poco all’uscita di Sakura Wars in Europa. Il primo impatto con il gioco, nonostante il cambio netto di stile per quello che riguarda le battaglie, ci ha convinti in pieno, con un titolo che rispetta le atmosfere dei predecessori ed una storia che promette grandi soddisfazioni. Meno incisivo il sistema di combattimento, ma abbiamo ancora davanti a noi diverse ore prima di trarre le nostre conclusioni, e la patch in arrivo potrebbe cambiare totalmente la nostra opinione.

Sakura Wars sarà disponibile in esclusiva su PlayStation 4 dal prossimo 28 aprile. È uscita in questi giorni una serie animata dedicata a questo soft-reboot, che vi sconsigliamo di recuperare al momento dato che si svolge dopo il finale del gioco.


Ti abbiamo convinto a prenotare Sakura Wars? Il titolo uscirà in Europa in esclusiva su PlayStation 4. Puoi prenotarlo su Amazon seguendo questo link al prezzo di 59,99 €. La versione fisica del gioco includerà una copertina reversibile e un set di adesivi con i personaggi del gioco.

Dopo anni passati fra videogiochi, anime e serie TV sente ancora il bisogno di dire a tutti la sua su qualsiasi cosa. Anche se in realtà nessuno gli ha mai chiesto di farlo.

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