Nella cornice del quartier generale della compagnia di distribuzione Crunchyroll a San Francisco, in una cerimonia che ha avuto come presentatore d’eccezione il pro wrestler e anime fan Xavier Woods, Kimetsu no Yaiba (Demon Slayer) ha fatto incetta di premi agli Anime Awards 2020, ottenendo non solo il riconoscimento di “Anime of the Year”, ma anche quelli di “Best Boy”, assegnato al giovane e intrigante protagonista Tanjiro Kamado, e di “Best Fight Scene”, giudicando proprio lo scontro conclusivo di questa prima stagione.
I Crunchyroll Anime Awards sono da sempre considerati una sorta di “Notte degli Oscar” dell’animazione nipponica, ma è importante fare presente una differenza sostanziale, e cioè che non sono certo la fiera del giudizio critico: permettendo a ogni appassionato nel mondo di votare secondo i suoi personali gusti, forniscono più che altro il campo di battaglia ideale per lo scontro tra le diverse fazioni di spettatori, senza alcun controllo.
Questa lotta all’ultimo sangue, della durata di un’intera settimana, ha infatti portato in passato a situazioni non proprio condivisibili, come quella del 2017: diciamolo onestamente, Yuri!!! on Ice che vince il titolo di “Anime of the Year” e altri cinque premi (tra i quali la miglior animazione), lo stesso anno nel quale sono iniziati anime del calibro di My Hero Academia, Haikyu!!, Drifters e Mob Psycho 100, è sembrato un po’ troppo forzato e ha portato a numerosissime critiche verso il sistema di votazione e di nomination. Visto il passato, immaginavo quindi che in molti non si sarebbero aspettati grandi risultati da queste premiazioni.
Quest’anno tuttavia, sono rimasto piacevolmente sorpreso da alcune scelte, tra le quali posso considerare una certezza proprio il premio “Best Fight”: come citato in precedenza, la versione animata di Demon Slayer, grazie al perfetto uso di immagini, suoni e colori, offre uno scontro di lame quasi palpabile che ti inghiotte in un vortice di mosse e dettagli salienti, sino al culmine della battaglia. È certamente uno dei migliori combattimenti dell’anno, tanto da rammentarmi alcune epiche scene di Bleach che erano sepolte nei mei ricordi. Per quanto riguarda le categorie dedicate ai singoli personaggi e in particolare al Best Boy, è la soggettività a fare da padrone: personalmente avrei votato altri, come l’originale protagonista di Fire Force (Shinra), o Senku di Dr. Stone (che in ogni caso ha vinto comunque il titolo di Best Protagonist) o qualcuno dei molti nuovi personaggi di My Hero Academia, come Mirio (Lemillion). Tuttavia, analizzandone look, storia e comportamento, è certamente una scelta condivisibile.
Per quanto riguarda il premio principale, il 2019 è stato l’anno di debutto moltissime serie di qualità: Dororo, The Rising of the Shield Hero, Dr. Stone, Fire Force, Vinland Saga, BEASTARS, The Promised Neverland, per non parlare di attesissime continuazioni come ONE PUNCH MAN II, Mob Psycho 100 II, L’Attacco dei Giganti III, DanMachi II, Sword Art Online Alicization – World of Underworld, o il nuovo capitolo de Le Bizzarre Avventure di JoJo… è impossibile avere un parere obiettivo, perché ognuno di noi cerca emozioni e trame differenti. Tuttavia, se anche non ritenete Demon Slayer il migliore degli anime che avete visto nel 2019, credo che comunque possiate ripetere a voi stessi “sì, poteva competere per questo titolo”.
Per quanto riguarda la qualità visiva, a mio personale giudizio, proprio Demon Slayer e Fire Force sono quelli che più mi hanno impressionato per l’uso dei colori e la cura dell’animazione, premio che invece ha vinto il secondo capitolo di Mob Psycho 100, congiuntamente a quello per la miglior opening. Opinione personale: Mob Psycho è certamente un anime di indiscutibile qualità, che avrebbe potuto lottare per una buona parte dei premi in palio, ma non per la “Best Animation” (anche solo per un fatto di continuità all’interno degli episodi); al massimo gli si può “perdonare” il premio conquistato di “Best Opening Sequence”: 99.9 cantato dal Mob Choir è obiettivamente una buona sigla d’apertura, una di quelle che mi sono subito messo ad ascoltare in macchina di prima mattina, paragonabile ad altre ottime opening con le quali era in competizione ma di certo non con quella di Dororo, con Black Catcher (Vickeblanka) di Black Clover, uscita forse troppo vicina alle votazioni, o con la mia preferita in assoluto, Mrs. Green Apple (Inferno) di Fire Force. Quest’ultima sigla mi aveva ammaliato a tal punto da non averne saltata una prima di ogni episodio (non negatelo, so che avete fatto lo stesso!) e per questo almeno a parere personale avrebbe meritato sicuramente il titolo.
Un’altra nota negativa (che mi fa pensare che forse sono io a non avere orecchio musicale) che devo constatare per questi Anime Awards è il titolo di “Best Ending Sequence”, vinto da Kaguya-sama: Love is War. Certamente Chikatto Chika Chikaa può forse essere un simpatico e orecchiabile balletto e infatti è stata ormai elevata a status di meme, ma Euterpe in persona non l’avrebbe nemmeno considerata avendo tra le mani closing del calibro di Black Clover, The Seven Deadly Sins, Boruto, o entrambe quelle di Vinland Saga: personalmente avrei votato proprio per Drown di Milet, la seconda sigla di chiusura di Vinland Saga.
Altre premiazioni con cui mi trovo d’accordo sono state quelle di “Best Girl”, assegnato a Raphtalia di The Rising of the Shield Hero (che mi ha rammentato molto Nami di One Piece, quantomeno per il dramma che la introduce) forse il miglior personaggio di un anime inizialmente molto promettente, e dai titoli di “Best Drama”, conferito a Vinland Saga e “Best Fantasy” attribuito a The Promised Neverland, entrambi anime degni di nota e meritevoli di almeno un riconoscimento. Per finire c’è poco da obiettare anche sui premi di “Best Director” (Tetsuro Araki e Masashi Koizuka, per la terza stagione Attack on Titan) e “Best Character Design” (per Dororo). Potevano forse essere assegnati ad altri, ma nessuno scenderebbe in piazza per contestarli.
Concludendo questa piccola rassegna sui Crunchyroll Anime Awards 2020, a mio parere, si può dire che sia stato senza dubbio uno dei migliori anni per la qualità dei concorrenti, offrendo risultati che possono essere in buona parte condivisibili, con le poche eccezioni descritte. Che sia questo un indice che gli appassionati di animazione giapponese siano diventati molto più critici e obiettivi? Io credo proprio di sì, e spero che i risultati del prossimo anno confermino questo andamento positivo, anche se l’autorità oggettiva ed effettivamente critica di questa premiazione rimane davvero poca.