Come DOSEI MANSION “chiudeva” il trio di volumi (insieme a HENSHIN e Fiori di Biscotto) di apertura della collana di manga AIKEN di BAO Publishing, I paesaggi di Chinami apre il secondo giro di manga (insieme a I doni di Edo e Le anime di Edo) della casa editrice.
Con questo volume Akiteru Nomoto ci offre diverse storie brevi, tutte caratterizzate da un medesimo filo conduttore, la giovanissima Chinami. Chinami è, per l’appunto, una studentessa delle elementari che, durante la sua vita quotidiana, ha sempre a che vedere con “tipi strambi” (chi più chi meno) che popolano la sua città. Uno dei punti di forza dell’opera in questione è la capacità dell’autore di cullarci tra le esperienze vissute dalla giovane protagonista, in primis grazie ad uno stile di disegno leggerissimo e con un utilizzo ridotto all’osso dei retini, in secundis per la maturità mista a inesperienza con cui Chinami vive le sue avventure.
L’opera ha una suddivisione in storie brevi che, a differenza di HENSHIN, oltre che ad avere la medesima protagonista, seguono anche un filo temporale che permette di individuare e scandire al meglio la crescita della bambina. Siccome il volume è composto da un totale di sei storie, di seguito faremo riferimento solo alle prime due di esse.
“Il castello di detriti”
Tutti abbiamo avuto o avremo, nella vita, almeno un vicino di casa strano o problematico. Chinami, anche se così di giovane età, lo ha già e non ne è per niente contenta, perciò rimane molto spesso a casa per controllare che vada tutto bene nel quartiere. Quello che ha vicino casa è un vero e proprio cantiere che vede la costruzione di uno stranissimo palazzo composto di pietre spaccate e raffigurante elementi strani e diversi tra loro (a tratti inquietanti). La studentessa delle medie imparerà, con il tempo, a conoscere meglio i motivi che hanno portato quello strambo signore a costruire un’opera così strana e peculiare.
“Compleanno con papà Diavolo”
Non tutti i papà sono uguali, questo è risaputo, ma sicuramente pochi fanno i “maghi oscuri” nella vita e vanno poco a genio alle persone che incontrano. In questa storia, Chinami, entrerà in conflitto con il padre di un bambino pensando che questo non sia in grado di poter far festeggiare al figlio un compleanno degno di questo nome, arrivando persino a sottrarglielo.
Si potrebbe quindi dire che Chinami è una di quelle ragazzine che, di ritorno dal primo giorno di scuola, abbiamo descritto a nostra madre come “scostante”. Di fatto, l’antipatica della classe, per meglio calarsi nei panni dei novenni. La vediamo crucciata, arrabbiata, capricciosa nella primissima inquadratura, proprio quando abbiamo iniziato a leggere “I paesaggi di Chinami”. Ammetterete che non è davvero un grande inizio. Così come viene da storcere il naso quando scopriamo che una bambina della sua età decide deliberatamente e sistematicamente di marinare la scuola per ostacolare e denigrare la costruzione di un castello di pietre. Sarà anche grottesco, ma ai ragazzini non dovrebbe essere permesso di interferire con mondo o affari degli adulti, giusto? Ecco, la forza magnetica che pagina dopo pagina, superati gli attriti iniziali, ci spinge ad avventurarci nella lettura, è racchiusa nella capacità di Chinami di guardare al mondo con occhi trasparenti e animo sincero, disinteressato. A lei non importa di essere antipatica, di essere indietro con i compiti o di quello che penserà la gente nel vederla a spasso con un uomo addormentato. Chinami seguita, anche quando è stanca o ha paura, nel fare quello che le riesce meglio: crescere. Seguendola attraverso i sei racconti, la vediamo maturare e mettersi in discussione. Gli “svitati” che ammassano pietre da circa vent’anni lo fanno per amore, e un uomo il cui nome non promette nulla di buono è solo un padre colmo di affetto per il figlio.
La narrazione di tutte le storie, infatti, è leggera ma lascia anche al lettore il tempo di pensare e riflettere su quelle che sono le relazioni umane che si possono intraprendere durante la vita e la crescita di un individuo. Ci tengo inoltre a sottolineare la bontà dell’edizione BAO che, come per le altre che abbiamo avuto sotto mano, è dotata di sovracopertina e di carta di ottima qualità.
Strambi sì, ma con il cuore
Con Chinami anche noi impariamo a non giudicare i libri dalla copertina, ad affrontare tutto quello che non ci sembra “normale” e a non avere paura se scopriamo di essere bravi a farlo. È per questo che le perdoniamo il cipiglio e i modi poco affabili, ed è per questo che anche voi che state leggendo dovreste conoscere Chinami e i suoi paesaggi. Per essere “onesta con me stessa”, sono felice di essere andata oltre le prime pagine di questo manga, e sono ancor più felice di essermi ricreduta.
Da un punto di vista tecnico è notevolissimo lo stile dell’autore, che utilizza un numero veramente esiguo di retini, conservando un tratto semplice ma con disegni elaborati che non stancano l’occhio. I paesaggi di Chinami è disponibile in fumetteria e su Amazon.it a questo link.
Per chi vuole condividere le scelte di vita di una bambina
A cura di Lorenzo Rodio e Lucky Jack