Monster Boy e il Regno Maledetto per PC – Flash Review

Ryuichi Nishizawa e Game Atelier hanno collaborato per creare il perfetto erede spirituale di Wonder Boy, progetto perfettamente riuscito in questo meraviglioso Monster Boy e il Regno Maledetto

Monster Boy e il Regno Maledetto per PC - Flash Review

Monster Boy e il Regno Maledetto ci propone una storia tanto semplice quanto accattivante: la giornata di Jin stava andando molto bene, fino a quando non vide suo zio Nabu, in preda ad un attacco di follia o forse ai fumi dell’alcool, solcare il cielo sopra ad un barile brandendo minacciosamente una strana bacchetta magica. Allarmato, il nostro protagonista si arma e parte alla ricerca di suo zio, che non si fa trovare impreparato… e trasforma il ragazzo in un maialino, destino che toccherà anche a tutti gli altri abitanti del regno. Da qui la nostra missione sarà chiara: aiutare Jin a fermare suo zio e rompere la maledizione, con l’ausilio di sei magiche sfere che dovrebbero poter salvare il regno.

Raccogliere l’eredità di un franchise come Wonder Boy non è semplice: pur non essendo mai stata una serie dall’estremo successo, infatti, è ricordata con affetto dai fan, che in questo Monster Boy e il Regno Maledetto si aspettavano un vero e proprio sequel spirituale (diventato poi ufficiale con il benestare di SEGA), grazie alla collaborazione fra lo studio di sviluppo francese Game Atelier e Ryuichi Nichizawa, creatore originale della serie.

  • Titolo: Monster Boy e il Regno maledetto
  • Piattaforma: PC / Steam
  • Versione analizzata: PC / Steam (EU)
  • Hardware utilizzato: Intel i7-7700, Nvidia RTX 2070, 16GB di RAM
  • Genere: Platform, Avventura
  • Giocatori: 1
  • Software house: FDG Entertainment
  • Sviluppatore: Game Atelier
  • Lingua: Italiano (testi), Inglese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 25 luglio 2019
  • Disponibilità: digital delivery
  • DLC: nessuno
  • Note: già disponibile su PlayStation 4, Nintendo Switch e Xbox One, anche in edizione retail

Monster Boy e il Regno maledetto si dibatte sapientemente fra il puro platforming e il genere cosiddetto metroidvania, reso popolare appunto da serie come Castlevania e Metroid. Invece di una serie di livelli lineari da superare in successione, qui abbiamo invece una mappa davvero enorme (fortunatamente traversabile abbastanza rapidamente grazie ai portali di viaggio rapido) formata da lunghi corridoi, che si estende parecchio non solo in orizzontale ma anche in verticale, con tantissimi segreti da scoprire durante il percorso per i giocatori più curiosi. Alcune di queste aree che incontreremo all’inizio del gioco spesso non saranno raggiungibili con i poteri che avremo inizialmente, dandoci quindi l’opportunità di riesplorare più avanti contenuti già visti per sbloccare nuove strade o segreti.

Nel corso della nostra avventura il pericolo più grande non sarà dato dalle sezioni a piattaforme quanto dalla folta presenza di nemici che infestano ogni area di gioco: questi possono essere sconfitti utilizzando le pure maniere forti, oppure la magia: Jin, inizialmente costretto al solo corpo a corpo, diventerà sempre più abile e il suo arsenale magico alla fine del gioco avrà davvero tanti assi nella manica, fra palle di fuoco, tornado e boomerang. Purtroppo, i nemici rinascono fin troppo rapidamente, non permettendo un’esplorazione accurata delle stanze più grandi. Il nome “Monster Boy” nel titolo non è messo a caso: tramite i poteri delle sfere infatti, Jin sarà in grado di mutare forma a piacimento scegliendo fra maiale, serpente, rana, leone, drago e umano, con ogni forma unica adatta ad un certo tipo di gameplay e praticamente richiesta per superare certe fasi di gioco.

Sul fronte dei checkpoint, questi sembrano essere stati piazzati in maniera non proprio eccelsa: spesso avremo uno o due punti di salvataggio automatico piazzati molto vicini fra loro e intervallati da sezioni di gioco facilissime, per poi rimanere a secco dopo sezioni particolarmente frustranti o comunque più lunghe del solito. Queste piccole pecche nel gameplay non vanno comunque a minare un’esperienza di gioco in massima parte positiva, aiutata anche da un comparto artistico magistrale, sia sul fronte visivo che su quello sonoro: ecco infatti che a degli sprite animati e disegnati a mano molto simili a quelli di un cartone animato, con una personalità unica che rende persino i nemici adorabili, si accompagna una colonna sonora allegra e che mi sono ritrovato ad ascoltare spesso anche dopo aver smesso di giocare, perfetta per il contesto e il tema.

Insomma, Monster Boy e il Regno Maledetto è perfetto per grandi e piccini, veterani e novizi, e fra le versioni Nintendo Switch, Xbox OnePlayStation 4 (qui potete leggere la recensione completa) e PC non c’è una differenza così grande rispetto a quanto mi aspettassi, grazie anche alla semplicità intrinseca del titolo e ai bassi requisiti tecnici richiesti per farlo girare.

Monster Boy

  • Grafica adorabile, coloratissima e pulita
  • Grande varietà di enigmi e approcci
  • Una colonna sonora stellare
  • Mappa veramente ampia e contorta…

  • …Ma con un piazzamento dei checkpoint rivedibile
  • I nemici rinascono fin troppo in fretta
  • Controlli mouse e tastiera poco intuitivi
Monster Boy e il Regno Maledetto
4.5

Il metroidvania che farei giocare a mio figlio

Monster Boy e il Regno Maledetto riesce non solo a catturare perfettamente lo spirito dei suoi predecessori, ma anche a creare un prodotto godibile sia dai veterani del genere che dai neofiti, che magari vogliono avvicinarvisi per la prima volta. Lo stile grafico adorabile disegnato a mano e le animazioni fluide e ben dettagliate sono davvero una gioia per gli occhi: il 2D aiuta in questo senso, evocando un’atmosfera unica reminescente di una qualche favola, soltanto un po’ più oscura dal solito. Anche sul fronte del gameplay, pur soffrendo di alcuni problemi di piazzamento di checkpoint e nemici, Game Atelier è riuscita a realizzare un fantastico metroidvania, reso vario dal numero di approcci utilizzabili per avanzare nel gioco e dalla grande quantità (e qualità) di aree di gioco ed enigmi. Ryuichi Nishizawa non ha perso il tocco magico, e questo può assolutamente considerarsi il miglior titolo del franchise finora.

Ossessionato da Le Bizzarre Avventure di JoJo e METAL GEAR, pensa che TRIGGER abbia salvato gli anime. Darebbe tutto pur di vedere un nuovo Trauma Center e il finale di Berserk; generalmente ti vuole bene, finché non gli parli di microtransazioni.

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