Shina Ninomiya e Arata Mizunashi, coppia di giovani programmatori geniali impiegati dalla software house Enigma, sono quasi riusciti a completare World’s Odissey: un MMORPG avanzatissimo, con NPC e mondi di gioco in grado di mutare dinamicamente e rapportarsi con il giocatore in un modo del tutto nuovo. Non tutto però va come previsto: Shina sparisce dalla circolazione rimanendo in qualche modo intrappolata nel mondo virtuale di World’s Odissey e Arata, rimasto nel mondo reale, deve risolvere un mistero legato all’hacking del database di Enigma… Il tema della realtà virtuale che in qualche modo prende il sopravvento sulla vita delle persone viene ripreso spesso nell’intrattenimento giapponese, ed è proprio di questo che andrà a trattare Death end re;Quest, titolo considerato fra i più ambiziosi di Compile Heart per narrativa e flessibilità, ma che in questa versione PC non riesce ad esprimere tutto il suo potenziale: andiamo a vedere perché. Seguendo questo link potrete leggere la recensione completa e più in dettaglio della versione originale per PlayStation 4.
- Titolo: Death end re;Quest
- Piattaforma: PC / Steam
- Versione analizzata: PC / Steam (EU)
- Genere: JRPG
- Giocatori: 1
- Software house: Idea Factory International
- Sviluppatore: Galapagos RPG, Compile Heart
- Lingua: Inglese (testo), Giapponese e Inglese (doppiaggio)
- Data di uscita: 22 febbraio 2019
- Disponibilità: digital delivery
- DLC: decine di pack con oggetti di gioco, costumi alternativi e personaggi aggiuntivi
- Note: disponibile in digitale anche in versione Complete Deluxe Edition, che include tutti i DLC
Il gameplay di Death end re;Quest ci vedrà, per un buon 50% del tempo, progredire nella storia impersonando Shina e compagni, guidandoli per il mondo in rovina di un dismesso World’s Odissey attraverso zone e dungeon ampi e labirintici ma nella stragrande maggioranza dei casi dal level design poco ispirato e dalle ambientazioni di fondo piuttosto piatte, intervallate da schermate di caricamento. In queste aree dei nemici, veri e propri “bug” generati dal sistema, ci inseguiranno per attaccarci e ostacolarci.
Il combattimento si svolge secondo un sistema ibrido a turni che risulterà familiare a chi già conosce i titoli Compile Heart, dove sarà possibile muovere liberamente i nostri personaggi per il campo di battaglia in modo da ottenere l’angolazione perfetta per colpire anche più nemici alla volta. A cambiare le carte in tavola ci penseranno alcuni accorgimenti, come la presenza di zone del terreno con malus o bonus, oltre ad una barra chiamata Glitch che una volta riempita ci permetterà di entrare nella Glitch Mode, uno stato alterato che potenzierà le nostre statistiche (praticamente un reskin del Fairize di Fairy Fencer F). Il nostro party potrà avere fino a quattro personaggi controllabili, che verranno reclutati andando avanti per la storia, ognuno con una propria distribuzione di statistiche, punti di forza e debolezze.
Il restante 50% del gioco invece lo passeremo nel mondo reale, con la sottotrama di Arata che dovrà supportare la programmatrice intrappolata nel gioco e svelare il mistero che si cela dietro all’hacking dei database di Enigma. Ecco che qui Death end re;Quest si trasforma invece in una vera e propria visual novel, un gradito cambio di ritmo per un gioco che diventerebbe altrimenti in fretta ripetitivo. Anche queste sezioni di gameplay non sono prive di difetti: sono presenti infatti alcune scelte che il nostro personaggio si troverà a fare, che nel peggiore dei casi potrebbero portare ad un game over istantaneo senza darci nessuna possibilità di reagire, facendoci perdere buone fette di progresso.
L’aspetto sicuramente più negativo di questa versione PC va riscontrato nell’adattamento tecnico. Sin dai primi minuti di gioco ho potuto notare, nell’ordine: gli indicatori di input a schermo che non cambiavano usando mouse e tastiera oppure un controller, un supporto a risoluzioni più alte di 1080p “falso” realizzato semplicemente facendo un upscaling di risoluzione e ingrandimento dei menu e una telecamera a comandi invertiti e non disattivabili. Da questo è evidente che questo porting è stato pensato solo in un secondo momento rispetto al target principale, il mercato console.
- Storia interessante e matura
- Colonna sonora orecchiabile
- Personaggi principali ben caratterizzati
- Ibrido fra JRPG e visual novel ben gradito
- Level design poco ispirato
- Ambientazioni di gioco piattissime
- Pieno di incertezze tecniche
Death end re;Quest
Questo porting mi sta un po’ stretto…
La base di Death end re;Quest è rimasta la stessa: abbiamo quindi una storia davvero interessante e ben scritta, oltre a dei personaggi principali tutto sommato non eccessivamente piatti, il tutto coadiuvato da un battle system che funziona alla grande ma che ormai Compile Heart ci ha fatto conoscere a memoria. Dal passaggio da console a PC, tuttavia, non ha guadagnato nulla che me lo faccia preferire rispetto all’originale, anzi se possibile è stato persino peggiorato: incatenato da un supporto mouse/tastiera terribile che praticamente rende il controller una scelta obbligata, una telecamera invertita che sguscia ovunque come un’anguilla, un “falso” supporto a risoluzioni superiori al Full HD e tante altre piccole frustrazioni tecniche mi fanno promuovere il gioco in sé, ma bocciare questa versione. Meglio su console.