Tokyo, 2006. È passato un anno dagli eventi di Yakuza Kiwami e dall’esplosione alla Millennium Tower che ha visto dieci miliardi di yen del Clan Tojo andare in fumo, oltre ad aver drammaticamente separato Kazuma Kiryu dalle uniche persone da lui considerate “di famiglia”. Quest’ultimo, ormai definitivamente ritiratosi dalla vita da gokudo, viene suo malgrado coinvolto nuovamente in questo mondo criminale dal quinto patriarca del clan suo successore, Yukio Terada, che viene assassinato da dei sicari in un cimitero.
Contattando il braccio destro di Shintaro Kazama, l’ormai capofamiglia Osamu Kashiwagi, Kiryu viene a conoscenza di una vera e propria guerra in corso fra il Clan Tojo di Tokyo, attivo nella regione del Kanto, e l’Alleanza Omi del Kansai, con quartier generale a Osaka. Per rispettare il volere del defunto Terada e di Yayoi Dojima, moglie del precedente capofamiglia, Kiryu tornerà quindi nel quartiere Sotenbori di Osaka, familiare a chi ha giocato a Yakuza 0, per cercare di ottenere un’alleanza o quantomeno una pace armata fra le due fazioni. Non tutto però andrà come previsto, e il nostro protagonista dovrà scontrarsi con Ryuji Goda, ex rampollo del clan Goda sfuggito al controllo di suo padre e autoproclamatosi Drago del Kansai, non disposto a firmare un armistizio.
Nonostante si tratti di un remake del secondo capitolo di Yakuza, uscito originariamente nel 2006 per PlayStation 2, Yakuza Kiwami 2 si discosta parecchio dal suo predecessore sotto praticamente tutti gli aspetti, risultando quindi più simile a titoli decisamente moderni come il recente Yakuza 6: The Song of Life (la nostra recensione la potete leggere qui).
- Titolo: Yakuza Kiwami 2
- Piattaforma: PC / Steam (PAL / EU)
- Versione analizzata: PC / Steam (PAL / EU)
- Hardware utilizzato: Intel i7-7700, Nvidia GTX 1070, 16 GB di RAM
- Genere: Azione, Avventura
- Giocatori: 1 (2 nei mini-giochi)
- Software house: SEGA
- Sviluppatore: Ryū Ga Gotoku Studio
- Lingua: Inglese (testi), Giapponese (doppiaggio)
- Data di uscita: 9 maggio 2019
- Disponibilità: digital delivery
- DLC: Clan Creator Bundle contenente tutti gli oggetti DLC usciti per console in vendita al prezzo di 19,99 €
- Note: terzo gioco della saga a uscire per PC, seguendo l’ordine cronologico anziché quello di uscita originale
Un Drago ormai maturo
La più grande differenza del gameplay di Yakuza Kiwami 2 rispetto a quello dei predecessori è data dall’assenza dei vari stili di lotta a cui eravamo abituati, ognuno adatto ad un certo tipo di nemico o di playstyle. Qui il Drago di Dojima utilizzerà un singolo stile, che sarà modificabile a piacimento salendo di livello e sbloccando skill aggiuntive. Invece di forzare il giocatore a scegliere in cosa investire i propri punti, e a dover andare avanti per un certo ramo abilità per non vedere l’investimento iniziale andare in fumo, sarà possibile sbloccare abilità uniche in qualsiasi ordine, purché si abbiano i punti esperienza necessari in ogni categoria. In generale, il combattimento risulta comunque molto più fluido e frenetico rispetto agli altri capitoli della saga, grazie anche ad una reintroduzione della possibilità di portarsi dietro armi (proprie e improprie) per poterle riutilizzare in un secondo momento, oppure rubandole direttamente ai nostri nemici caduti a terra. Davvero una chicca è invece il sistema degli alleati: completando alcune substory sarà infatti possibile registrare alcuni personaggi come “alleati” che, in caso ci trovassimo a combattere vicino a loro, ci aiuteranno permettendoci di compiere heat action uniche.
Ho trovato fin troppo esagerata la presenza di incontri di combattimento in strada contro delinquenti comuni, che a volte sembrano davvero soffocare il giocatore: raramente, anche durante la storia, spostandosi da un lato all’altro della città non si incapperà in almeno un paio di teppisti pronti a farsi pestare come pignatte. Un buon modo di guadagnare e di ottenere punti esperienza per potenziare il nostro Kiryu, ma che a volte sembra fin troppo eccessivo.
Kamurocho TripAdvisor
I due quartieri in cui si svolgono gli eventi di Kiwami 2, Sotenbori a Osaka e Kamurocho a Tokyo, sono stati realizzati nuovamente con una grandissima attenzione ai dettagli, risultando più vivi che mai. Oltre ai discorsi dei passanti che reagiranno dinamicamente agli eventi della storia principale, è stato inserito un gran numero di locali ed edifici esplorabili, la maggior parte con transizione senza nessun tempo di caricamento: questi ultimi appaiono solo in caso si entri nel Colosseo per combattere nell’arena o nel Club Four Shine per dare il via al minigioco gestionale. Tutte le attrazioni e i passatempi con cui ormai siamo familiari sono rimasti invariati, e l’esplorazione viene generalmente premiata dall’enorme quantità di chiavi di armadietti nascosti in ogni strada, che ci permetteranno di aprire scomparti che contengono utili consumabili o armi.
Per il giocatore stanco di menare le mani, può essere rilassante mangiare in uno dei locali caratteristici di Osaka, oppure ad un’izakaya. Poi, per smaltire la cena, ci si può intrattenere con una partita a VIRTUA FIGHTER 2.1 al Club SEGA o magari con una sfida a baseball al batting center: insomma, non c’è mai un minuto da perdere e davvero, per un giocatore completista, questa potrebbe essere la Mecca tanto agognata. Le substory o quest secondarie sono numerose, settantasei in totale, ma non tutte purtroppo sullo stesso livello, con alcune decisamente più noiose di altre e risolvibili anche sul posto in pochi secondi. La gestione del cabaret Club Four Shine e il Clan Creator, modalità presa da Yakuza 6 in cui aiuteremo la strampalata compagnia “edilizia” di Goro Majima a difendere le proprietà del Tojo Clan, sono sicuramente le attività secondarie più approfondite e redditizie. Queste si sbloccano andando naturalmente avanti con la storia e aprono diverse vie di guadagno alternativo inserendo un elemento gestionale e quasi di gacha game, vista la possibilità di ottenere carte di varia rarità raffiguranti personaggi utilizzabili come capitani nella modalità Clan Creator e hostess del cabaret.
Il ruggito del Drago(n Engine)
Il più grande passo in avanti di Yakuza Kiwami 2 è stato fatto sicuramente sotto il comparto grafico e tecnico, utilizzando il nuovissimo (ai tempi) Dragon Engine, motore grafico e fisico già visto in Yakuza 6: The Song of Life che, se su console aveva qualche limitazione legata all’hardware, qui può mostrarsi invece in tutto il suo splendore. Rispetto ai predecessori lo stacco è decisamente notevole, specialmente nella qualità delle espressioni facciali e degli ambienti di gioco che adesso sono più realistici, dinamici e cinematici che mai grazie anche all’uso di filtri in post-processing per migliorare dettagli come la radiosità delle luci. Se su console tutto questo aveva costretto gli sviluppatori a limitare il framerate massimo a 30 fotogrammi al secondo, qui questi ultimi sono completamente sbloccati. Tutte queste migliorie, com’è ovvio che sia, hanno un grosso impatto sulla performance del gioco; qui sotto abbiamo alcuni screenshot dove, con l’ausilio di un programma di monitoraggio esterno come MSI Afterburner (in alto a sinistra), si nota quanto effettivamente il gioco risulti pesante con i settaggi al massimo (SEGA stessa consiglia una GTX 1070 per un’esperienza ottimale). Giocando in 2K e con i settaggi al massimo solo raramente si riescono a superare i 60FPS, anche all’interno degli edifici, rimanendo sempre attorno ai 50.
Purtroppo, sebbene sia stato inserito il supporto al 4K, il testo, l’interfaccia utente e specialmente i sottotitoli dei dialoghi risultano un pochino sgranati; si nota anche la differenza fra le cutscene in-game e quelle pre-renderizzate, che utilizzano invece immagini a più bassa risoluzione. Gli screenshot precedenti sono stati catturati ad una risoluzione di 2560×1440 con tutti i settaggi al massimo, tranne l’anti-aliasing, settato nella sua variante SMAA; esiste anche la versione SSAA supersampled, che essenzialmente renderizza l’immagine ad una risoluzione molto più alta facendo poi downsampling per farla apparire più chiara: quest’ultimo settaggio ha portato i fotogrammi al secondo a rimanere intorno ai 10/15, e SEGA stessa ne sconsiglia l’utilizzo. Gli screenshot subito sotto invece rappresentano una stima decisamente più accurata e di uso comune: con una scheda video dalle prestazioni simili o equivalenti ad una GTX 1070 (Vega 64, 1660 Ti) ad una risoluzione di 1920×1080 si superano tranquillamente gli 80 fotogrammi al secondo.
A chi consigliamo Yakuza Kiwami 2?
Come si evince dal titolo, essendo un sequel diretto del primo Yakuza, normalmente sarebbe d’obbligo per i nuovi giocatori iniziare dal titolo precedente: fortunatamente, all’inizio del gioco è possibile guardare una sequenza di flashback che raccontano senza lesinare dettagli tutta la storia e gli intrecci di Yakuza Kiwami, permettendo ai neofiti di apprezzare questo remake rendendolo il più accessibile possibile anche sotto questo frangente, e rinfrescando la memoria ai veterani. Purtroppo, vista la cronica mancanza della localizzazione italiana, chi non mastica l’inglese si ritroverebbe ben presto a capire molto poco della storia.
- Gameplay frenetico e fluidissimo
- Il Dragon Engine esprime al massimo le sue potenzialità
- Il sistema di miglioramento di Kiryu è molto più intuitivo
- Una quantità esagerata di minigiochi
- Colonna sonora un po’ sottotono
- I menu e i sottotitoli risultano lievemente sfocati a risoluzioni alte
- Inizio un po’ lento, anche per gli standard Yakuza
- Manca puntualmente la localizzazione italiana
Yakuza Kiwami 2
Il metro con cui tutti i remake dovrebbero confrontarsi
Yakuza Kiwami 2 rappresenta davvero un punto altissimo nel panorama dei remake che negli ultimi anni stanno letteralmente invadendo il mercato videoludico, facendo leva sulla nostalgia per gli originali. In questo caso, fa piacere constatare come il lavoro fatto da SEGA e dal Ryū Ga Gotoku Studio non sia un mero specchietto per le allodole ma un prodotto di altissima qualità, in cui prendendo a piene mani dal vecchio e dal nuovo si è riusciti ad amalgamare e realizzare un gioco dalle meccaniche profonde ma intuitive allo stesso tempo; una storia oscillante fra l’hard-boiled, l’azione e lo spy movie, che va al piccolo trotto ma riesce comunque ad essere sempre avvincente e condita da una quantità esagerata di missioni e passatempi secondari, nessuno messo a caso. Il Clan Creator, la gestione del Cabaret e la storia di Goro Majima non esistevano nel titolo originale, ma in questa rivisitazione comunque non stonano affatto, il tutto condito dalla ciliegina sulla torta: un Dragon Engine in grandissimo spolvero, non più limitato dall’hardware PlayStation 4, che oltre a fare un figurone riesce ad essere pane per i denti anche della scheda video più performante. Yakuza Kiwami 2 è, senza ombra di dubbio, un golden standard: l’eroe a cui ogni remake che voglia farsi rispettare dovrebbe aspirare.