Akiba Gamers compie 6 anni: ecco i nostri 6th Anniversary Awards

Akiba Gamers compie sei anni e, come da tradizione, ecco i nostri Anniversary Awards! Scoprite quali sono i giochi scelti da noi per quest’ultimo anno

Akiba Gamers compie 6 anni: ecco i nostri 6th Anniversary Awards

Siamo finalmente arrivati a sei. L’anno scorso, proprio in occasione del nostro quinto compleanno, abbiamo anticipato ai nostri lettori la nostra evoluzione, che ci ha portato a trattare, oltre che la parte videoludica, anche tante altre sfaccettature del Giappone, come ad esempio anime e manga, sempre nel nostro stile. Insieme, anche questa volta, ci prepariamo ad affrontare questo sesto compleanno cercando di garantirvi come sempre informazioni e letture utili e gradevoli, sperando di ampliare sempre più il nostro target e di fornirvi in futuro il migliore punto di riferimento per quanto riguarda l’animazione e i videogiochi giapponesi in Italia. Passano gli anni, cadono i capelli, crescono le panze, ma noi rimaniamo sempre gli stessi — più o meno. E quelli che trovate di seguito, come di consueto, sono gli Anniversary Awards: una serie di titoli usciti fra il marzo dello scorso anno e quello che sta per terminare, uno per ciascuno dei redattori che hanno voluto parteciparvi. Buon compleanno a noi!

OCTOPATH TRAVELER

OCTOPATH TRAVELER

Se OCTOPATH TRAVELER è finito così in alto nella lista dei migliori giochi del 2018 stilata a fine anno, io di sicuro ci ho messo un bello zampino. Non nascondo infatti, che nei dodici mesi da poco passati, è stato di sicuro il gioco che più mi ha divertito ed estasiato, sebbene presenti alcuni difetti strutturali, specialmente per il grinding necessario ai livelli alti e la disconnessione fra le storie di ognuno dei personaggi. Questo titolo è comunque bastato da solo a riaccendere la mia passione per quello che è il genere del gioco di ruolo alla giapponese, variante che negli ultimi anni mi aveva un po’ stancato, a favore invece della sua controparte occidentale.

Mi reputo una persona abbastanza semplice, e difatti ho apprezzato tantissimo la semplicità del titolo sviluppato da SQUARE ENIX e Acquire: sin dai primi minuti di gioco mi sono trovato davanti ad un prodotto dal gameplay e dalla presentazione apertamente nostalgica, sviluppato con il chiaro intento di ricordare i grandi classici JRPG dell’epoca SNES, come Chrono Trigger o FINAL FANTASY VI, ma con un twist: la grafica HD-2D che fornisce un effetto simil-tridimensionale a sprite piatti, rendendoli di sicuro più piacevoli e moderni alla vista, e sfruttando effetti particellari e di luce dinamici e dettagliati. Detto tra noi, credo che un comparto grafico simile farebbe andare a ruba un qualsiasi remake di titoli di quell’epoca…

Il cast di personaggi ben realizzato e con personalità uniche e la colonna sonora composta da Yasunori Nishiki, meravigliosa e anche particolare dal punto di vista di teoria musicale, vanno a coronare quello che è stato un bellissimo omaggio ai tempi passati, svecchiato per attrarre un’audience moderna. A quanto pare le vendite, che hanno superato di molto le aspettative di SQUARE ENIX, ne garantiranno un sequel, e sta persino per arrivare un titolo mobile nell’attesa (speriamo non solo in Giappone): sembra proprio che potrò tornare molto presto ad Orsterra, e non posso che esserne felicissimo.

Lorenzo Repetto (Theryer)

KINGDOM HEARTS III

KINGDOM HEARTS III

Per celebrare il sesto compleanno di Akiba Gamers mi sento di dover premiare il videogioco più chiacchierato non solo dell’anno corrente, ma dell’intero decennio. Sto parlando di KINGDOM HEARTS III che, negli anni, si è cucito su di sé – suo malgrado – un grande alone di mistero. “Verrà alla luce? Non si farà mai? Quando verrà pubblicato?”. Insomma, domande di questo genere spopolavano sul web fino a poco fa, tant’è che gli sviluppatori stessi di casa SQUARE ENIX hanno sempre scherzato sulla possibile uscita del titolo nei negozi in varie interviste, e proprio la lunga gestazione del titolo ha contribuito alla creazione del “mito” e ha spinto, in largo modo, le vendite nella prima settimana in cui KINGDOM HEARTS III è arrivato nei negozi.

Oltre alla sua fama di videogioco cult, l’action RPG creato dalla mente di Tetsuya Nomura ha davvero convinto sia la critica che il pubblico, nonostante qualche perplessità da parte di quest’ultimo. Per quanto mi riguarda, neofita della saga da qualche anno grazie alle innumerevoli remaster edition sulle console di nuova generazione, in KINGDOM HEARTS III c’è stato tutto ciò che avrei voluto dal titolo. Largamente anticipato dai vari capitoli che lo hanno preceduto, il titolo riprende la storia del trio composto da Sora, Paperino e Pippo mentre raggiungono nuovamente il mondo di Hercules. Da lì, parte la loro avventura che si fa strada per vari mondi Disney-Pixar che presentano tante caratteristiche uniche, non solo a livello grafico e stilistico, ma soprattutto a livello di gameplay (ballare insieme a Rapunzel oppure volare sulle spalle del fido Baymax).

Il sistema di combattimento, pur presentando delle lievi migliorie e abilità speciali addizionali, come la presenza delle attrazioni dei parchi Disney, non presenta innovazioni degne di nota, bensì rimane fedele alle stesse dinamiche che l’hanno reso famoso. KINGDOM HEARTS III, quindi, si riconferma un action-RPG dinamico e colorato, le luci e gli effetti visivi sono mozzafiato e coloratissimi grazie al hardware delle console di ultima generazione e lasciano pochi spazi a dubbi: SQUARE ENIX ha fatto un lavoro impeccabile e certosino per quanto riguarda la veste grafica del titolo. I minigiochi, le missioni secondarie sulla Gummiship, i collezionabili permettono al titolo un post-game all’altezza delle aspettative, considerando la semplicità nel portare a termine alcuni compiti e il drop rate generoso di molti oggetti che ci serviranno per forgiare keyblade devastanti, come l’Ultima Weapon.

La trama cerca di districare, quanto più possibile, tutti i nodi di una storia che è diventata nel tempo assai contorta e macchinosa, e lo fa regalandoci tutte (o quasi) le risposte di cui avevamo bisogno, con colpi di scena e la presenza di un cast corale finalmente riunito per le battute finali (e finalmente, direi). Insomma, per me KINGDOM HEARTS III è stato uno dei più begli RPG degli ultimi tempi ed è promosso a pieni voti, malgrado qualche incertezza nella sceneggiatura. Ha saputo regalarmi emozioni contrastanti, dai momenti di drammaticità e pathos ad altri più spensierati e leggeri. Inoltre, considerando Nomura, dobbiamo tenerci pronti per futuri sequel della storia di Sora, Riku e compagnia cantante che, con molta probabilità, conoscendo i tempi biblici della software house, potranno debuttare sulla prossima generazione di console.

Pia Colucci (Elhaym)

RESIDENT EVIL 2

RESIDENT EVIL 2

Ho subito voluto mettere le cose in chiaro piazzandomi in prima linea per il miglior gioco di questa stagione, che per un retrofag come me non può non essere RESIDENT EVIL 2. Ricordo, appena uscito l’annuncio all’E3 2018, di aver capito dai primi secondi che si trattava dell’atteso remake di uno dei titoli che ho più amato e, dopo averlo divorato, posso dirvi e consigliarvi a mani basse RESIDENT EVIL 2. I perché sono tanti: tornerete in alcuni posti e incontrerete nuovamente alcuni personaggi che hanno fatto la storia di CAPCOM e le fortune della prima PlayStation ma soprattutto, e secondo la mia opinione, vi spaventerete nuovamente dopo tanto tempo. Devo essere sincero, non ho apprezzato RESIDENT EVIL 7: biohazard, buonissimo gioco, per carità, ma portatore di un nome che non lo identificava a pieno. Sul remake del secondo capitolo le cose cambiano e il feeling di déjà vu, unito ad un’ampia rigiocabilità e all’introduzione della modalità completamente gratuita The Ghost Survivors, sono tutte frecce che mi sento di scoccare per motivarvi all’acquisto e per motivare il fatto che, a mio parere, questo sia il gioco dell’anno. Qualsiasi dubbio poi potrà essere risolto nella bella recensione di Zechs che vi farà capire il valore del gioco, i suoi punti di forza e i suoi minimi difetti.

Riccardo Piras (Hiruma)

DRAGON QUEST XI: Echi di un’era perduta

DRAGON QUEST XI: Echi di un’era perduta

Questo è stato per me un anno speciale a livello videoludico: se, come me, la prima cosa per cui valutate positivamente o negativamente un videogioco è la trama, allora potete immaginare la mia condizione di perenne ipersalivazione tra NieR: Automata (che ho recuperato solo qualche mese fa) e l’uscita di KINGDOM HEARTS III, che come molti attendevo da praticamente metà della mia vita. Ma, nonostante questo, non sono qui a celebrare né l’uno né l’altro, né tantomeno la mia saliva. Il gioco che quest’anno mi ha colpito di più è senza dubbio DRAGON QUEST XI: Echi di un’era perduta.

Sono mesi che ormai BaSS e Zechs mi sentono ripetere “Ragazzi, ma che giocone è DRAGON QUEST?”. E probabilmente continuerò a ripeterlo a lungo. I geniacci di SQUARE ENIX hanno tirato fuori dal cilindro l’ennesima meraviglia, unendo una longevità a dir poco spaventosa, tra trama principale e post game, ad un comparto tecnico strabiliante. Per dirne una, ho personalmente amato la opening, così come gli scenari delle città e dei dungeon, mai ripetitivi e pieni di particolari interessanti. È appunto la cura al dettaglio che rende questo gioco un pilastro dei JRPG, dalla bellezza dei costumi secondari dei personaggi alle side quest fantasiose e mai banali. Senza contare l’ampia gamma di emozioni che il gioco è riuscito a donarmi, facendomi passare da avere le lacrime agli occhi per le risate ad avercele per la commozione.

Potrei stare qui per ore a scrivere frasi poco sensate in cui ripeto ciclicamente che il gioco è fenomenale, ma preferisco fare la persona seria e consigliare a qualunque amante dei giochi di ruolo di sedersi per un’ottantina di ore davanti alla TV e recuperarsi questo fantastico titolo.

Francesco Mastrorosa (Akkarin)

TALES OF VESPERIA Definitive Edition

TALES OF VESPERIA Definitive Edition

Andando a riguardare gli ultimi mesi di uscite non posso fare a meno di ripensare ad alcuni titoli già citati e analizzati dai miei colleghi, tutte grandissime produzioni di qualità che hanno impiegato anni e anni di sviluppo. Ma c’è anche chi ha aspettato, come me, ben dieci anni per una remastered in alta definizione. Va bene, starete pensando che le versioni rimasterizzate a volte sono fatte senza criterio e in maniera frettolosa. TALES OF VESPERIA Definitive Edition, invece, è stato un colpo al cuore. Poter mettere mano alla versione ampliata uscita su PlayStation 3 e relegata al solo mercato nipponico è stata un’emozione grandissima, al pari forse dell’uscita di Devil May Cry 5.

Il team di sviluppo è riuscito a dare nuovo lustro alle avventure di Yuri Lowell e compagnia, non solo per le texture in HD, ma facendo girare il gioco a 60FPS, quasi sempre stabili, ad esclusione della versione Nintendo Switch che durante le fasi di esplorazione raggiunge circa i 50FPS. Ma prima di gridare allo scandalo, sappiate che ho comprato proprio questa versione, in edizione limited, perché il modo migliore di giocare ai titoli della saga di Tales of è in portatile, e Nintendo Switch tiene testa alle altre piattaforme su cui è uscita questa nuova edizione di TALES OF VESPERIA.

Francesco Bellomo (BaSS)

SOULCALIBUR VI

SOULCALIBUR VI

Scegliere un titolo che abbia segnato quest’annata è stato davvero difficile, probabilmente se dovessi essere il più oggettivo possibile sceglierei KINGDOM HEARTS III o DRAGON QUEST XI, ma do il mio voto a SOULCALIBUR VI. Sono cresciuto a pane e tie-in, ma tra un Naruto: Ultimate Ninja e Dragon Ball Budokai Tenkaichi, capitava spesso di passare intere giornate con amici a giocare classici come TEKKEN o per l’appunto SoulCalibur. Ritrovarmi tra le mani questo capitolo è stato incredibile, sono stato travolto da una valanga di nostalgia quando per la prima volta, dopo aver inserito il disco nella console, mi sono ritrovato a scegliere tra i personaggi giocabili, ricordando quando da piccolo usavo esclusivamente Ivy o Nightmare.

Oltretutto la scelta è in parte dovuta ad un ragionamento che inevitabilmente mi son ritrovato a fare, ossia, tra gli enormi titoloni che hanno caratterizzato quest’anno, questo è quello che ho giocato non solo per la maggiore, ma con più costanza, al punto tale che è ormai inevitabile inserire il disco ogni qual volta mi ritrovo ad essere in compagnia di amici.

Di certo SOULCALIBUR VI non è un gioco perfetto, e spesso mi ritrovo davanti piccoli bug e glitch che segnano la fine dello scontro, facendo sì che siano loro a vincere il match al posto degli sfidanti. Ma è dannatamente divertente e vario, ogni personaggio unico, e di certo, se non lo avete già fatto, passerete ore e ore a studiare a pieno il moveset del vostro main character e quello dei vostri personaggi avversari.

Giovanni Macina (Joe)

Yakuza 6: The Song of Life

Yakuza 6: The Song of Life

Fra tutti i giochi con cui ho avuto a che fare in questo ultimo anno non potevo che scegliere Yakuza 6: The Song of Life, uno dei titoli che ha maggiormente catturato il mio interesse per tutta la sua durata e probabilmente uno dei miei Yakuza preferiti, assieme allo Zero. Nonostante non sia esente da difetti di carattere tecnico dovuti all’allora immaturità del Dragon Engine e alcuni altri piccoli problemi, il sesto Yakuza ha dalla sua parte una trama incredibilmente coinvolgente e ricca di colpi di scena, ma soprattutto una nuova città — Onomichi, ricca di scorci meravigliosi, storie appassionanti e soprattutto un meraviglioso cast di comprimari per il sempreverde Kazuma Kiryu, che con The Song of Life si avvia verso la pensione: l’adorabile Nagumo, il tenero Yuta e lo strano, ma carismatico Hirose, magistralmente interpretato da Takeshi “Beat” Kitano. Consiglierei di giocare Yakuza 6 praticamente a chiunque, nonostante per farlo sia necessario conoscere almeno in parte le vicende avvenute in precedenza e soprattutto il rapporto che lega Kiryu alla figura di Haruka Sawamura.

Alessandro Semeraro (Zechs)

Devil May Cry 5

Devil May Cry 5

Questo nuovo anno videoludico ha sfornato alcuni titoli che hanno avuto un impatto davvero importante per me. Dalla maestosità di DRAGON QUEST XI, all’innovazione tradizionalista di OCTOPATH TRAVELER fino ad arrivare ad uno dei giochi per me più atteso di sempre, KINGDOM HEARTS III. Nonostante ciò, avendo già parlato davvero tanto di questi titoli sulle pagine di Akiba Gamers, ho deciso di scegliere un titolo più recente ma che ha saputo davvero coinvolgermi e divertirmi, Devil May Cry 5.

La nuova avventura di Dante, Nero e del misterioso V. non è stata solo estremamente divertente da giocare, grazie anche alle differenziazioni di gameplay tra i tre protagonisti, ma è anche un piccolo gioiellino dal punto di vista tecnico, capace di riportare sulla giusta strada una saga che ultimamente aveva preso qualche sbandata di troppo. Un ottimo lavoro in casa CAPCOM, che mai come in questi ultimi due anni si è dimostrata capace di imparare dai propri errori e creare un titolo capace di soddisfare appieno le aspettative dei propri fan.

Federico Schirru (Faith)

Dal 2013 la redazione di Akiba Gamers si prodiga nell'informare e intrattenere gli appassionati di videogiochi giapponesi. Dal 2018 il sito parla anche di Giappone, anime, manga, cinema e tanto altro.

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