Facciamo i conti in tasca a Nintendo

Suonate gli allarmi, preparate i bunker antiatomici, fate scorta di borlotti in scatola: Nintendo sta fallendo… oppure no?

Nintendo Switch Online

Negli ultimi giorni si sta riaccendendo, come succede in maniera ormai abbastanza ciclica, un dibattito internettiano piuttosto infiammato sullo stato finanziario di Nintendo, a seguito della pubblicazione dei suoi bilanci riguardanti l’anno fiscale che sta per finire, i quali sulla carta possono far sorgere diversi dubbi su quanto effettivamente la compagnia sia in salute.

Andiamo a vedere quindi cosa c’è di vero e di falso, numeri alla mano, dietro a tutto questo: prima esamineremo i sintomi, e poi faremo una diagnosi. Per chiarezza, tutti i grafici mostrati sono stati presi direttamente dai dati forniti da Nintendo nel suo report di fine anno oppure dal profilo Twitter di Daniel Ahmad, analista finanziario videoludico che lavora per Niko Partners.

La prima notizia che ha fatto scalpore è stata l’abbassamento delle stime di vendita di Nintendo Switch che l’azienda stessa ha comunicato agli investitori e ai maggiori azionisti: precedentemente ci si auspicava una conclusione dell’anno fiscale giapponese 2018, che terminerà il 31 marzo 2019, con 20 milioni di console vendute globalmente. Questa previsione si è rivelata poi improbabile e l’azienda di Kyoto si è trovata costretta ad abbassarla a 17 milioni. Il grafico qui sotto riporta in rosso le vendite nette in milioni di yen a partire dal 2014, e in rosa, verde e blu i risultati operativi, il fatturato netto e quello attribuibile alle compagnie controllate.

Facciamo i conti in tasca a Nintendo

Il nuovo CEO di Nintendo Shuntaro Furukawa, in un report a Bloomberg ha poi chiarito, dicendo che gli è ancora oscuro il motivo del rallentamento nelle vendite di Switch, ma che non c’è motivo di preoccuparsi perchè l’azienda imparerà dagli errori del passato e dai dati raccolti per cercare di risolvere tutti i problemi. Dato che Nintendo Switch è una piattaforma ancora tutto sommato giovane, si sta cercando di stabilire delle fondamenta per consolidare il suo status e renderla profittevole anche nel lungo periodo, come succede peraltro ancora oggi con console considerabili “vetuste” nel mondo della tecnologia ma che ancora hanno un discreto mercato, come il Nintendo 3DS o Wii.

Sebbene azionisti e investitori si aspettino dei dividendi sempre maggiori, andando a guardare i freddi numeri e i grafici qui sotto viene mostrato come in realtà le finanze di Nintendo, almeno per quanto riguarda asset e liquidità, siano in salute, e anche invertendo la tendenza e immaginando il peggior scenario possibile, Nintendo potrebbe sopportare delle perdite pesanti negli anni a venire senza esserne troppo scalfita. Tutti i dati mostrati qui sotto sono in milioni di yen: il valore degli asset totali della compagnia raggiunge cifre astronomiche.

Facciamo i conti in tasca a NintendoDopo questa prima scoperta, sono arrivati poi i resoconti finanziari di altre aziende come Sony e Microsoft, che mostrano come Nintendo non sia più il colosso incrollabile di una volta (specialmente dopo il grande flop di Wii U):  il PlayStation Network, andando a prendere in considerazione soltanto abbonamenti a PlayStation+, vendite digitali e altri servizi software, da solo supera le entrate di tutta la divisione gaming di Microsoft, anch’essa in crescita, e nettamente i guadagni riguardanti il settore online di Nintendo, che comunque ha visto sempre un flusso di cassa positivo, considerando la grande differenza tra l’aumento relativo dei ricavi e l’aumento relativo dei costi, ottenendo quindi record di vendita e di profitto finale ma soltanto in questi ultimi anni.

Facciamo i conti in tasca a Nintendo

L’ultimo, metaforico, chiodo nella bara arriva da una statistica che mostra come gli ultimi due titoli della serie Pokémon, Let’s Go! Pikachu e Let’s Go! Eevee, abbiano venduto circa 10 milioni di copie in tutto il mondo (1.85 milioni di copie solo in Giappone) dalla data d’uscita. Questo basta a portarli al quinto posto della classifica dei giochi più venduti su Nintendo Switch, ma si evidenzia un altro problema: sono infatti parecchio indietro nella graduatoria di giochi della serie principale Pokémon, non contando gli spin off.

I titoli appena sopra di loro, Pokémon Sole e Pokémon Luna, sono avanti di quasi 7 milioni di copie vendute, pur rimanendo anche loro sotto la media della saga. Insomma, sembra che i mostri tascabili abbiano perso, negli ultimi anni, un po’ del loro mordente, venendo però comunque ampiamente compensati dalle entrate fuori scala di Pokémon GO. Questo grafico mostra come solo il 31% dei possessori di Nintendo Switch abbia installato o registrato una copia di Let’s Go! sul proprio hardware.

Facciamo i conti in tasca a Nintendo
Ad onor del vero, questa non è assolutamente la prima volta che si parla di possibili “fallimenti” di Nintendo. Il discorso si ripete infatti ciclicamente da anni, con diversi video come questo e articoli che, specialmente nel periodo disastroso post-Wii U, mostravano come Nintendo sembrasse effettivamente avere grossi problemi, molto più di quelli attuali.

Non posso far altro che dare la stessa diagnosi e arrivare più o meno alle stesse conclusioni a cui altri sono già arrivati, cinque anni fa e adesso: Nintendo, beneficiando del mercato gaming che è ormai letteralmente esploso e diventato completamente mainstream, sta ottenendo una continua crescita per quanto riguarda i margini di profitto, la trazione anteriore da parte di vendite e guadagni rispetto al passato sulla gestione operativa è evidente. Ciò nonostante ha diversi ostacoli da superare se vuole riuscire a ricolmare il gap con le altre case produttrici, e questi ostacoli riguardano principalmente la mancanza di servizi aggiuntivi: console come PlayStation 4 e Xbox One fanno dell’esperienza online il loro perno principale e uno dei maggiori selling point, considerandosi più come un “centro d’intrattenimento”, tramite il quale è possibile ascoltare musica, guardare serie tv e film in streaming, navigare in internet, trasmettere nativamente i propri gameplay senza l’uso di una capture card, e molto altro.

Cosa si fa su Switch? Si gioca, principalmente, e poco altro. Per persone che hanno a disposizione un PC o altre console questo potrebbe non essere un problema, ma per altri potrebbe essere una grossa limitazione e sono comprensibili il loro disagio e le loro lamentele a riguardo. Sebbene sia stato fatto qualche passo in avanti, l’arretratezza costante di Nintendo per quanto riguarda il suo comparto online è quello che a mio parere sta tarpando di più le ali alla console ibrida, che offre qualcosa che gli altri sistemi non possono dare, sacrificando però troppe comodità (non dimentichiamoci mai cose come l’orribile schema per attivare la chat vocale su Splatoon 2, o la mancanza di una porta ethernet nativa nella dock di Switch, pur supportandola senza problemi tramite un adattatore di terze parti).

Il nuovo modello di Switch, che dovrebbe arrivare quest’anno stando a diversi rumor, non sembra, sulla carta, risolvere i problemi qui sopra elencati, andando ad enfatizzare ancora più la portabilità a fronte di un costo più contenuto. Con le vendite in calo del Nintendo 3DS, che ha ormai raggiunto la fine del suo ciclo di vita, l’azienda di Kyoto ha bisogno di un nuovo dispositivo entry level nella fascia al di sotto dei 200 euro e questa console “lite” potrebbe andare a collocarsi proprio lì, probabilmente mirata ai giocatori più giovani e meno esigenti, lasciando però con un pugno di mosche l’audience più hardcore che già si è vista sfuggire di mano Wii U a causa di marketing non chiaro e poco supporto di terze parti.

Facciamo i conti in tasca a Nintendo

Ovviamente questa è solo speculazione e siamo tutti in attesa di un annuncio ufficiale e dettagli concreti. Per reiterare, la mia opinione è che l’unico o quantomeno il più sicuro modo che Nintendo abbia per riuscire a tenere il passo con le altre console è quello di modernizzarsi e “seguire la corrente” per quanto riguarda il settore online. NO a splitter, adattatori e applicazioni da scaricare sullo smartphone per usare la chat vocale, a salvataggi in cloud automatici e universali, browser web integrati e server dedicati per il multiplayer.

Solo il futuro ci potrà dire cosa Nintendo farà effettivamente, e già qualche indizio potrebbe arrivare dal Direct di oggi, dove tra le altre cose ci si aspetta un annuncio per una versione “Pro” di Nintendo Switch Online, dal costo più elevato e mirata agli hardcore gamers. Io personalmente mi accontenterei anche di un umile browser, che persino il 3DS già aveva, ma non ho molte speranze. La differenza nel modo in cui Nintendo conduce gli affari rispetto alle altre aziende ha dei lati positivi, ma nella maggior parte dei casi porta a fare un passo avanti e due passi indietro; come lo Yoshi che ho fatto cadere giù dalla pedana su Smash ieri. Good times.

Ossessionato da Le Bizzarre Avventure di JoJo e METAL GEAR, pensa che TRIGGER abbia salvato gli anime. Darebbe tutto pur di vedere un nuovo Trauma Center e il finale di Berserk; generalmente ti vuole bene, finché non gli parli di microtransazioni.

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