Captain Tsubasa Zero ~Kimero! Miracle Shot~ – Recensione

Un secondo mobage dedicato a Tsubasa e compagni è appena approdato in Giappone! Ecco a voi Captain Tsubasa Zero ~Kimero! Miracle Shot~

Captain Tsubasa Zero ~Kimero! Miracle Shot~ – Recensione

Appena entrati nel secondo arco narrativo, ovvero quello relativo al torneo delle scuole medie, la nuova trasposizione animata della serie Captain Tsubasa è stata affiancata da un free-to-play per dispositivi mobile che ha da poco visto la luce in Giappone.

Captain Tsubasa Zero ~Kimero! Miracle Shot~, questo il nome del gioco in questione, differisce dal già presente CAPTAIN TSUBASA: Dream Team per un dettaglio ben preciso: l’appartenenza. Se infatti quest’ultimo vuole tirare in ballo tutto il materiale disponibile per il brand, concentrandosi più sul manga, il mobage preso in esame per questa recensione, sia per stile dei modelli che delle varie immagini presenti al suo interno, vuole invece basarsi interamente sull’attuale anime a cura di David Production Inc, studio già noto per le spettacolari trasposizioni de Le Bizzarre Avventure di JoJo. Per quanto però sia divertente poter ammirare dal principio le avventure del giovane Tsubasa nel mondo del calcio (anche se, per l’ennesima volta, sarebbe bello riuscissero finalmente ad andare avanti), sentivamo davvero la necessità di un secondo gioco mobile? Vediamo un po’.

Captain Tsubasa Zero ~Kimero! Miracle Shot~

Il gioco, sin dal suo annuncio ufficiale, si era già fatto vedere per quel che era, ovvero uno pseudo-simulatore calcistico con alcuni lati vagamente tattici, comandato però da un gameplay quasi del tutto automatico. Esatto: tutto quello che succederà nella parte “giocata” delle partite avrà vita propria, una vita che non sentirà praticamente la necessità dell’utente se non per, nel vero senso della parola, premere un tasto ogni tanto. Il tasto in questione è quello delle combo, che saranno stabilite attraverso un’apposita barra circolare caricata man mano nel corso della partita e sarà possibile utilizzarla solo quando accumulata una determinata quantità. Questa permetterà al nostro personaggio in possesso di palla di sferrare la sua personale skill per poi passare ad altri membri della squadra, che a loro volta utilizzeranno la propria abilità per passarla nuovamente (e così via tante volte quanto il numero di combo indicate prima dell’attivazione), per concludere quasi sempre con un tiro da parte dell’attaccante. Queste particolari azioni avranno luogo, così come le parate, se il personaggio in nostro possesso avrà un coefficente di potenza superiore a quello dell’avversario, altrimenti verremo fermati senza problemi. Sebbene l’attivazione di questa funzionalità sia a indiscrezione del giocatore, i passaggi effettuati, l’uso delle suddette abilità e praticamente tutto il resto è deciso dalla CPU, per cui torneremo a fissare lo schermo in tempo zero proprio subito dopo la pressione del pulsante. Dal punto di vista giocato non è proprio la migliore delle esperienze, visto e considerato che ci troveremo spesso e volentieri a inveire come animali contro lo schermo proprio perché la CPU non sarà delle migliori, con giocate discutibili, personaggi che non passano o tirano nelle migliori occasioni, e si lasciano fregare come dei fessi.

Fuori dalle partite avremo però a disposizione una serie di opzioni per rendere il tutto vagamente gestionale, con la possibilità di evocare giocatori la cui importanza e rarità non è dovuta solo al numero di stelle in loro possesso, ma addirittura dalla tecnica che li accompagnerà. Ogni evocazione infatti, almeno quelle grandi e importanti, vedrà l’arrivo tra le nostre fila di un nuovo giocatore e una skill, che a seconda della rarità sarà più importante e meno generica. Alcuni infatti, quelli di rarità più bassa e decisamente anonimi, condivideranno alcune abilità casuali di poco conto, mentre quelli più importanti e rari potranno contare invece su una particolare giocata caratteristica più o meno nota ai fan della serie. La possibilità di aumentare il numero di stelle dei vari personaggi, il livello, gli oggetti abilità e tantissime altre cose, rendono Captain Tsubasa Zero ~Kimero! Miracle Shot~ quantomeno un po’ profondo e divertente, un qualcosa che effettivamente invoglia l’utente a stare incollato allo schermo per trovare sempre nuovi e forti giocatori e allenarli nel miglior modo possibile in vista delle tantissime partite che dovremo affrontare, cambiando le tecniche a proprio piacimento e creando così proprio team perfetto.

Captain Tsubasa Zero ~Kimero! Miracle Shot~

Come modalità il titolo non differisce poi tanto dal suo collega Dream Team, offrendo partite di storia che però sarà necessario ripetere più volte contro le stesse squadre, giusto per allungare il brodo, dato che la sua attinenza all’anime attualmente in corso e il nuovo arco narrativo appena iniziato lo rendono attualmente scarno di contenuti e varietà narrativa. In suo supporto provano a venire le modalità extra, che però non saranno sbloccate fin dal principio e richiederanno quindi di passare un bel po’ attraverso lo story mode (almeno fino al capitolo 4 e 5) prima di riuscire a fare altro. Tra queste troviamo non solo la classica lega PvP (non in tempo reale, ci mancherebbe! Anche se lo fosse c’è solo da guardare lo schermo, quindi non cambierebbe niente) dove sarà possibile affrontare i team assemblati da altri utenti e cercare di scalare le varie categorie, ottenendo speciali monete di gioco con cui sarà possibile acquistare skill extra e oggetti abilità, ma dove ben presto i giocatori free-to-play si scontreranno con l’impenetrabile barriera degli utenti paganti. Segue una più fattibile e intrigante modalità storia originale, che vedrà come protagoniste due ragazze i cui ruoli sono (guarda caso) gli stessi di Tsubasa e Wakabayashi, intente a prendere parte ai feroci campionati scolastici fino a oggi dominati da soli personaggi maschili. Caratteristica probabilmente presa in prestito dall’attuale serie Inazuma Eleven Ares, che vede adesso la presenza di team misti.

Captain Tsubasa Zero ~Kimero! Miracle Shot~

Essendo un prodotto principalmente “da vedere” più che da giocare, fortunatamente dal lato grafico troviamo una realizzazione davvero carina, con scenari e campi ricreati dall’attuare serie TV, che ospiteranno a darsi battaglia dei modelli in formato SD (Super Deformed) dei vari personaggi. Molto belle sono anche le giocate speciali di cui questi saranno dotati, ciascuna ricreata fedelmente e davvero divertente da ammirare in azione durante le innumerevoli partite a cui dovremo assistere. Insomma, tutto sommato per un titolo che va principalmente guardato e basta, almeno si può dire che la parte grafica non lascia a desiderare.

Una pesante sconfitta

Riassumendo il tutto: ce n’era veramente bisogno? La mia risposta sfortunatamente è no. In un panorama videoludico a secco da troppo tempo di titoli VERI tratti dalla serie Captain Tsubasa, il visivamente stupendo pachinko e il mobage Dream Team già disponibile ormai da tempo bastano e avanzano come antipasti… ma gli appassionati hanno davvero voglia di più! Con la nuova trasposizione animata attualmente in onda e giunta proprio ora nel vivo dell’azione, si potrebbe davvero pensare di tirar fuori qualcosa all’altezza invece che sprecare energie in qualcosa come questo Captain Tsubasa Zero ~Kimero! Miracle Shot~ davvero da dimenticare. Nella speranza che non si tratti di un’occasione sprecata, e che gli sviluppatori continuino a dimostrare interesse nel realizzare titoli dedicati a Tsubasa e compagni. Insomma, se proprio giocare non vi interessa e siete contenti anche nel fissare lo schermo e basta, allora probabilmente questo titolo potrebbe anche interessarvi in qualche modo. Ma in quel caso non sarebbe meglio dirottare il proprio tempo nella visione della nuova trasposizione animata (o di altro, scelta vostra)?

Meglio salvare spazio per altri giochi…

Prestigiatore, ballerino di break dance, produttore cinematografico, traduttore ufficiale di frasi imbarazzanti per prodotti R18, fondatore di Akiba Gamers: un curriculum da fare invidia a Johnny Sins, ma che non regge il confronto con la sua smodata passione per i giochi d’importazione e per i tegolini.

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