METAL MAX Xeno – Recensione

La saga di RPG postapocalittici sbarca finalmente in Europa con l’ultimo episodio uscito in Giappone: METAL MAX Xeno è pronto a sporcare di sabbia la vostre PS4!

METAL MAX Xeno - Recensione

METAL MAX Xeno - RecensioneSiamo nel 209X. L’umanità si trova sull’orlo dell’estinzione. Tokyo, divenuta la più grande metropoli dell’Asia nei primi anni 2000, fu ribattezzata Tokio e diventò casa dell’intelligenza artificiale chiamata NOA che, pochi decenni dopo, causò un olocausto che ha distrusse la città e sterminò i suoi abitanti. I pochi sopravvissuti si rifugiarono nel sottosuolo di U-Tokio, fondando l’esercito di stanza nella sottomarina “Iron Base”. Tuttavia, l’operazione di annientamento totale portata avanti da NOA riuscì a raggiungere anche la città che ospitava la base, e l’intera area venne poi ribattezzata “Dystokio”: una landa desolata popolata unicamente da pericolose creature, metà macchina e metà mostro, chiamate “Sons of NOA(SoNs), a caccia dei pochi esseri umani rimasti. La nostra storia inizierà quando Talis, un misterioso cacciatore di mostri dotato di un braccio robotico, raggiungerà la Iron Base a bordo del suo carro armato scarlatto, per portare nuova speranza all’umanità.

Celebrando il suo venticinquesimo anniversario, la saga di METAL MAX fa finalmente capolino nel vecchio continente, con l’ultimo capitolo uscito in Giappone lo scorso aprile, il quattordicesimo di una saga (quinto, dei giochi che portano il nome di METAL MAX) che in patria viene amata da uno zoccolo duro di appassionati fin dai tempi del Famicom. Il motivo per il quale METAL MAX (e METAL SAGA) non è mai sbarcato dalle nostre parti rimane tuttora ignoto, specialmente considerando che alcuni dei titoli più recenti dell’epopea postapocalittica di Cattle Call sono giunti in Nord America, rimando purtroppo confinati al territorio a stelle e strisce. Grazie al lavoro di localizzazione e distribuzione di NIS AmericaKoch Media possiamo finalmente conoscere la creatura di Hiroshi Miyaoka, amico e stretto collaboratore di Yuji Horii, padre di DRAGON QUEST. L’atmosfera post-apocalittica che richiama — anche nel nome — la saga cinematografica di MAD MAX, viene trasposta abilmente in videogioco con le classiche meccaniche da RPG giapponese, ma con alcune componenti che distinguono METAL MAX dagli storici esponenti della saga che abbiamo imparato a conoscere durante la nostra carriera di giocatori. Scopriamo insieme se METAL MAX Xeno sarà un punto di ingresso ottimale per i nuovi fan europei.

  • Titolo: METAL MAX Xeno
  • Piattaforma: PlayStation 4
  • Genere: JRPG
  • Giocatori: 1
  • Software house: KADOKAWA GAMES, NIS America
  • Sviluppatore: KADOKAWA, Cattle Call, 24Frame, PURE
  • Lingua: Inglese (testi), Giapponese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 28 settembre 2018
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • DLC: non annunciati per l’Occidente
  • Note: primo titolo della saga sbarcato in Europa, uscito anche su PS Vita in Giappone; disponibile in edizione limitata sullo store di NIS America con spilla, colonna sonora, artbook e box da collezione

È stata proprio l’atmosfera post-apocalittica che da bambino ho conosciuto e apprezzato per la prima volta in Ken il Guerriero, ispirata anch’essa dal film di George Miller, a spingermi a occuparmi personalmente della recensione di METAL MAX Xeno. Non si tratta certamente di un titolo sul quale sono puntati i riflettori occidentali e italiani, soprattutto, ma ho avuto come il sentore di non doverlo lasciarlo passare inosservato, che si trattasse di un titolo che meritava di essere giocato e recensito nel migliore dei modi. Così, una volta avviato il gioco per la prima volta, mi sono ritrovato incollato a un’avventura appassionante, ma non priva di difetti, come andrò a spiegarvi di seguito.

Interceptor

METAL MAX Xeno comincia con l’arrivo di Talis, protagonista a cui potremo dare il nome che più riteniamo opportuno, nei pressi della Iron Base, ultimo caposaldo della razza umana: il cacciatore di mostri, rimasto orfano dopo l’assassionio della madre a opera delle crudeli macchine SoNs, è stato condotto qui dalle parole del suo mentore, dopo aver preso possesso di un appariscente carro armato di colore rosso. Sarà proprio Red Rev, anche in questo caso liberamente ribattezzabile da noi giocatori, un po’ il perno sul quale ruoterà buona parte del gameplay. Nonostante, come in ogni JRPG che si rispetti, avremo a nostra disposizione un eroe e dei comprimari armati di tutto punto e in grado di contrastare anche a mani nude i nemici, saranno il carro di Talis e quelli che raccatteremo lungo il nostro cammino a darci manforte durante i numerosi combattimenti.

Quando pesti un mattoncino LEGO a piedi nudi.

Partendo solo col nostro eroe di fine secolo e col suo fido carro, accoglieremo tra le nostre fila una serie di compagni ottimamente caratterizzati, come il giovane meccanico della base, la prima fanciulla recuperata dalle grinfie di uno dei SoNs, il redivivo capo di una banda di scalmanati delinquenti, una procace guerriera e così via. Ciascuno potrà essere assegnato al carro armato che più ci aggrada e portato con noi in battaglia per formare un team di tre, nel puro stile RPG anni ottanta-novanta. Avremo un classico sistema di sviluppo formato da punti esperienza ed equipaggiamenti, con ulteriori potenziamenti nelle statistiche ottenibili portando a termine una serie di mini-obiettivi all’interno del gioco, come la scoperta di un certo numero di tesori, il ritrovamento di altri carri armati, la scoperta di nuovi avamposti (utilissimi per i viaggi istantanei all’interno della mappa) e tanto altro ancora. Di contro, i carri armati non guadagneranno punti esperienza e potranno essere potenziati unicamente con le parti che potremo plasmare alla base o ottenere sconfiggendo boss e andando a caccia di tesori: rendere più affidabili i nostri carri armati si rivelerà fondamentale, perciò a volte il grinding sfrenato potrebbe non essere l’unica soluzione per rafforzare il nostro party in vista del successivo grosso nemico da affrontare.

Il guerriero della strada

L’appassionante storia che vedrà Talis riunire un gruppo di sopravvissuti per resistere e sconfiggere una volta per tutte la più grande minaccia che l’umanità abbia mai affrontato verrà narrata attraverso un gameplay lineare e in qualche modo ciclico, che impararemo a gestire in maniera semplice sin dalle prime fasi di gioco. Il nostro obiettivo principale sarà quello di esplorare l’immensa landa desertica dell’antica Tokyo, scovando punti di interesse alla ricerca di sopravvissuti e nuove risorse per la base, sconfiggendo potenti boss e facendo i conti con gli immancabli scontri casuali. Tra un Tokyo Dome diroccato e i resti di quello che sembra il tempo Sensō-ji, ci imbatteremo in macchine e mostri-macchina che ci attaccheranno mentre saremo alla guida del nostro carro armato: tra le particolarità di METAL MAX Xeno troviamo la possibilità di attaccare preventivamente ciascuno di loro con una delle armi equipaggiate al nostro tank e persino di sconfiggerli prima ancora di avviare i classici combattimenti a turni.

“Sì, ma levati dal ca**o! Per dinci!”

Questi ultimi, decisamente classici nella concezione, possono essere modificati a nostro piacimento scegliendo tra l’attesa e i turni in tempo reale e persino velocizzati, anche nel bel mezzo di uno scontro. Potremo lottare a piedi e a bordo dei veicoli e cambiare da uno all’altro in qualsiasi momento. Dovremo stare bene attenti, tuttavia, a non lasciare il nostro party senza la protezione dei propri carri armati durante le battaglie contro i nemici più temibili, perché ciò significherebbe morte certa: mentre dalla barra degli HP dipende la saluta del personaggio, quella SP (Shield Point) indica la resistenza della corazza del rispettivo mezzo, con la possibilità addirittura di veder danneggiate le singole componenti nel corso degli scontri.

Da tenere bene a mente anche il fatto che, fatta eccezioni per le mitragliatrici dai colpi illimitati e per le armi dei nostri guerrieri “a piedi”, le munizioni dei carri potrebbero finire nel bel mezzo di una schermaglia, perché si consumano anche per gli attacchi preventivi effettuati nell’open world: per questo motivo in particolare, questi ultimi potranno essere effettuati anche da distanze più ravvicinate con l’arma che più ci aggrada e addirittura con uno dei tank degli altri personaggi, non per forza con quello di Talis. Sia per l’esplorazione nel deserto, sia per le aree sotterranee, potremo scegliere chi impersonare. La mappa del mondo, infatti, è disseminata di zone costruite nel sottosuolo che potranno essere esplorate solo a piedi, una sorta di piccoli dungeon dove trovare tesori e oggetti utili a innalzare il livello tecnologico della nostra base e dove affrontare nemici sempre più potenti, ma anche edifici utili in termini di storia da esplorare e dove assistere a cutscene più o meno essenziali ai fini di trama.

Daje regà! Verso il Nuovo Mondo!

Oltre la sfera del tuono

A differenza di molti altri esponenti di questo genere, il protagonista di METAL MAX Xeno, tale Talis (perdonate il gioco di parole) parla e possiede una forte personalità, un carattere non proprio usuale per l’eroe di turno: scontroso, diffidente verso gli altri e dal passato terribile, ha giurato vendetta nei confronti dei mostri che hanno ridotto il mondo a una distesa di sabbia e decimato la sua specie. Molti degli eventi ci metteranno, tuttavia, di fronte a scelte che potrebbero in qualche modo cambiare il suo atteggiamento nei confronti dei comprimari o farci perseverare col suo fare disfattista. C’è da dire, però, che in contrapposizione a lui troviamo personaggi più allegri come Yokki, figure paterne come il Mastro Lindo postapocalittico D’Annunzio e il vecchio Jingoro, che non mancherà mai di tirare spesso in ballo argomenti imbarazzanti.

Giusto a proposito di tali discorsi, sappiate che uno dei punti che METAL MAX Xeno andrà spesso a toccare nei suoi dialoghi secondari è la riproduzione: ogni qual volta ci capiterà di condurre alla Iron Base un esemplare di sesso femminile, Jingoro non farà altro che proporle di diventare una sforna-bambini per non lasciar estinguere la razza umana, con l’immancabile disagio delle polvere malcapitate (fatta eccezione per la splendida Maria, ormai non più di primo pelo).

Fury Road

Il fanservice citato poc’anzi è coadiuvato dallo splendido character design di Oda Non, celebre illustratore hentai, che non mancherà di lasciarci a bocca aperta con i suoi meravigliosi artwork che di tanto in tanto faranno capolino durante la storia, non nascondendo di certo l’occupazione principale del disegnatore. Al pregevole character design viene sommato il monster design curato da Atsuji Yamamoto, la cui carriera è legata a doppio filo a questa serie, noto in patria anche per manga come SABER CATS.

Mettendo da parte gli artisti, ci troviamo davanti a un titolo PlayStation 4, qui in Occidente, palesemente concepito per console portatile: in Giappone, infatti, METAL MAX Xeno nasce come titolo cross-platform, ma principalmente indirizzato all’irriducibile PlayStation Vita. Le ambientazioni, i modelli poligonali in cel shading, persino la dimensione stessa di testi e interfacce fanno sembrare la versione PS4 del gioco di KADOKAWA un porting costruito senza troppi pensieri. A maggior ragione verrebbe da pensare: “Ma un titolo PS Vita che gira su PlayStation 4 non dovrebbe avere problemi di sorta in termini di fluidità, giusto?”. E invece no: Xeno gira sì a 60 fps, ma spesso assisteremo a dei vistosi cali e rallentamenti, anche in aree dove, inspiegabilmente, non dovrebbero verificarsi; per fortuna si tratta di problemi riscontrati solo sulle PS4 standard, dato che giocato su PlayStation 4 Pro non ho riscontrato alcun tipo di imperfezione, sotto questo punto di vista.

La colonna sonora, curata da Satoshi Kadokura come molti altri episodi della serie, non brilla per originalità e orecchiabilità dei pezzi: fatta eccezione per alcuni brani, risulterà spesso ripetitiva e a tratti fastidiosa, fortunatamente gli effetti sonori svolgono al meglio il proprio ruolo e i doppiatori sono quasi tutti di prim’ordine. Quasi, perché alcuni personaggi — nemmeno tanto secondari — saranno inspiegabilmente interpretati da voci che sembrano quasi amatoriali: vi lascio il piacere di scoprire da soli a chi faccio riferimento.

A chi consigliamo METAL MAX Xeno?

Questo quinto episodio di MAD M— ehm, METAL MAX, il primo a giungere in Europa, è un punto di partenza ideale anche per chi non ha mai sentito parlare di questa saga prima d’ora. Nonostante la sua palese natura di gioco di ruolo per console portatili, è un titolo in grado di offrire decine e decine ore di intrattenimento a tutti gli appassionati di questo genere, sia ai più esigenti alla ricerca di una curva di difficoltà crescente, sia a quelli che sono alla ricerca di JRPG con un’ambientazione e un gameplay un po’ diversi dal solito. Se vi aspettate un gioco con una grafica mozzafiato e paesaggi da lasciare senza respiro, volgete il vostro sguardo altrove, perché due dei principali difetti del titolo firmato KADOKAWA è per l’appunto la scarsa varietà di ambientazioni (praticamente solo deserti e rovine) e un comparto tecnico davvero troppo datato per una console come PlayStation 4.

  • Ottimo character design
  • Buona personalizzazione dei mezzi
  • Trama semplice, ma appassionante
  • Inspiegabilmente assuefacente

  • Comparto tecnico troppo datato
  • Doppiaggio e colonna sonora trascurabili
  • Ambientazioni poco varie
  • Gameplay alquanto ripetitivo
METAL MAX Xeno
3.8

Ottimo esordio europeo per una storica saga

Parlando in termini personali, METAL MAX Xeno è stata una piacevole sorpresa. Sin dai primi istanti di gioco sono stato catturato dall’atmosfera postapocalittica, dai personaggi e dalle situazioni, dalle meccaniche di gioco e da quel bisogno di esplorare, accrescere la mia potenza di fuoco e scoprire quanti esseri umani fossero ancora sopravvissuti. La trama, nonostante non brilli certo per originalità, è stata capace di spingermi a ore e ore di grinding necessarie ad attraversarla e il bisogno di potenziare i miei mezzi armati mi ha esortato a esplorare in lungo e in largo deserti e dungeon alla ricerca di nuove componenti e collezionabili che potessero accrescere il livello tecnologico della base. Tuttavia, se devo parlarne oggettivamente, l’opera di Cattle Call e KADOKAWA soffre di una poca varietà in termini di ambientazioni e di ripetività del gameplay, ma soprattutto della sua natura di titolo per console portatile spinto forzatamente su PlayStation 4; nonostante una “potenza di fuoco” maggiore rispetto a quella di PS Vita, il gioco non è esente da inspiegabili cali di frame rate (assenti su PS4 Pro) e il livello di dettaglio generale non vi farà certo pensare che si tratti di un titolo della generazione corrente. Nonostante ciò, invito tutti gli appassionati del genere e dell’ambientazione alla “MAD MAX” a dargli almeno una possibilità, se non al day one almeno quando saranno disponibili le prime offerte. Se deciderete di supportare la saga, beh… TANK you for playing!

Grazie, Boobie-Wan.

Trent’anni passati a inseguire il sogno giapponese, fra un episodio di Gundam e un match a Street Fighter II. Adora giocare su console e nelle sale giochi di Ikebukuro che ormai, per quanto lontana, considera una seconda casa.

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