DRAGON QUEST XI: Echi di un’era perduta – Recensione

Il mondo di Erdrea è sull'orlo della catastrofe e solamente il Lucente potrà salvarlo in DRAGON QUEST XI: Echi di un'Era Perduta.

DRAGON QUEST XI: Echi di un’era perduta - Recensione

DRAGON QUEST XI: Echi di un’era perduta - RecensioneIl nostro amico non è la prima persona che ha avuto l’appellativo di “Lucente”, no… Il primo Lucente nacque moltissimi anni fa, nell’Era degli Eroi. In quel tempo, il mondo di Erdrea era minacciato da una creatura formata da pura oscurità, che perseguiva uno scopo ignobile: rubare la sorgente della vita… il Cuore di Ygdrasil! Allora l’Albero del Mondo scelse uno dei suoi figli per destinarlo alla grandezza. Quel bambino era Darios, il Lucente Leggendario. Il Lucente partì per affrontare in battaglia l’Oscuro, ma non andò da solo. Un gruppo di eroi l’accompagnò, e tra essi c’era una grande saggia di nome Serenica. — Benedictus

A oltre un anno di distanza dal lancio giapponese arriva anche in Europa DRAGON QUEST XI: Echi di un’era perduta, undicesimo capitolo della celebre saga SQUARE ENIX che ci accompagna da oltre trent’anni, nata dall’abile penna di Yuji Horii. La versione occidentale vanta di tantissime nuove caratteristiche tecniche tra cui un comparto grafico ridefinito e la presenza del doppiaggio, assente nell’originale. Non solo si tratta del primo capitolo realizzato per PlayStation 4, ma anche dell’esordio della saga su PC. Ma riuscirà a far breccia nel cuore di noi giocatori occidentali?

  • Titolo: DRAGON QUEST XI: Echi di un’era perduta
  • Piattaforma: PlayStation 4, PC / Steam
  • Genere: JRPG
  • Giocatori: 1
  • Software house: SQUARE ENIX
  • Sviluppatore: SQUARE ENIX
  • Lingua: Italiano (testi), Inglese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 4 settembre 2018
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • DLC: nessuno
  • Note: edizione di lancio contenente oggetti aggiuntivi, edizione limitata esclusiva per lo SQUARE ENIX Online Store contenente Steelbook, colonna sonora, artbook e mappa del mondo; la software house sta lavorando alla realizzazione di una misteriosa versione per Nintendo Switch del titolo che in Giappone è disponibile anche su Nintendo 3DS

Il protagonista delle vicende di DRAGON QUEST XI: Echi di un’era perduta è un ragazzo che, come da tradizione, non possiede un nome, e saremo noi a doverglielo dare. Il giovane vive una tranquilla quotidianità nel piccolo villaggio di Roccapietra assieme a sua madre, spezzando la monotonia delle giornate grazie alla presenza della sua migliore amica e compagna di avventure Gemma. Per i due si avvicina un giorno molto importante, una delle tradizioni del loro villaggio dice infatti che al compimento della maggiore età ogni giovane dovrà avventurarsi sopra al Massiccio di Roccapietra e pregare lo Spirito della Terra.

Raggiunta la cima però i due si imbattono in dei pericolosissimi mostri che, dopo averli attaccati, rischiano di far precipitare Gemma giù dalla montagna. Sarà proprio in quel momento che la mano del protagonista emetterà un bagliore capace non solo di scacciare i nemici, ma anche di salvare la sua cara amica. Il ragazzo infatti possiede fin dalla nascita uno strano simbolo impresso sulla sua mano e, dopo essersi consultato con gli abitanti del villaggio, scopre una verità che fino a quel momento gli era stata celata.

Il protagonista scoprirà così di essere la reincarnazione del Lucente, colui che un giorno salverà il mondo di Erdrea da un’oscura minaccia. La sua prima missione sarà quella di recarsi nel regno di Hellador e incontrare re Carnelio, che da anni è in attesa del suo arrivo. Purtroppo per lui però il sovrano ha intenzioni ostili nei suoi confronti e, appena messo piede nel regno, fa arrestare il Lucente con l’accusa di essere portatore di sventura. Sarà proprio nelle carceri del regno che il protagonista incontrerà Erik, primo di una lunga serie di alleati che lo accompagneranno nel suo cammino alla ricerca di un modo per salvare il mondo dalla catastrofe.

Echi di sirene

Dal punto di vista del gameplay DRAGON QUEST XI: Echi di un’era perduta pesca a piene mani gli elementi cardine dall’oltre trentennale tradizione della saga. Ci troviamo di fronte ad un JRPG dallo stampo classico che allo stesso tempo riesce a rendersi moderno prendendo spunto non solo da alcuni dei più celebri titoli attuali, ma anche e soprattutto dal decimo capitolo della saga mai rilasciato al di fuori dei confini nipponici. Il titolo ha infatti un impronta open world, con un vastissimo mondo esplorabile ricco di vita che è però suddiviso in macro aree. L’esplorazione sarà uno dei punti chiave della nostra avventura, potremo scegliere se percorrere gli immensi paesaggi a piedi e goderci così un panorama da sogno oppure viaggiare a bordo del nostro fidato destriero, con cui riusciremo a percorrere più velocemente ogni area.

E saranno proprio le cavalcature una delle novità introdotte in questo undicesimo capitolo che, seppur presenti anche in alcuni dei precedenti titoli della saga, sono state strutturate in un modo totalmente nuovo. Tra i tanti nemici presenti all’interno delle mappe di gioco sarà infatti possibile scorgerne alcuni brillanti che, una volta sconfitti, potranno essere cavalcati dal protagonista. Questo apre un mondo di nuove possibilità, visto e considerato che ogni cavalcatura possiede delle abilità uniche che ci permetteranno di visitare posti altrimenti inaccessibili.

Durante l’esplorazione ci capiterà di visitare una ricchissima varietà di ambientazioni, dagli avamposti sperduti nel deserto ai dungeon intrisi di pericoli, fino ad arrivare alle maestose città strutturate sfruttando lo stile architettonico di posti realmente esistenti. All’interno di esse sarà possibile acquistare oggetti ed equipaggiamento, riposare alla locanda o accettare le missioni secondarie dai tantissimi NPC presenti. Queste saranno perlopiù missioni di recupero oggetti o di caccia, alcune delle quali richiederanno l’utilizzo di abilità specifiche per sconfiggere i nemici. Negli accampamenti potremo invece utilizzare la Forgia Portatile che, grazie ad un semplice minigioco, ci permetterà di creare nuovi pezzi di equipaggiamento o di potenziare quelli che già possediamo.

Pimp my Stats

Anche il sistema di combattimento di DRAGON QUEST XI: Echi di un’era perduta si mantiene sui canoni tradizionali della saga, pur implementando parecchie migliorie. Come negli ultimi capitoli sarà ora possibile vedere i nemici direttamente sulla mappa di gioco che potremo attaccare preventivamente per iniziare lo scontro con qualche vantaggio. Andando avanti con la storia inoltre otterremo una comodissima balestra che ci permetterà di scagliare un dardo contro un nemico e attirare la sua attenzione, permettendoci così di evitare di essere assaliti da gruppi di mostri. Il titolo inoltre ci consente di scegliere tra due modalità di visuale durante le battaglie: quella fissa in cui i personaggi rimarranno fermi al proprio posto mentre sarà la telecamera a spostarsi, e quella dinamica in cui potremo muovere liberamente i protagonisti all’interno dell’area di combattimento. Quest’ultima però è una scelta puramente estetica, sarà del tutto inutile allontanarci dal nemico in quanto i suoi attacchi ci colpiranno ugualmente.

Nonostante il sistema di combattimento rimanga quello di sempre, in cui alleati e avversari attaccheranno in base a dei turni determinati dalla loro agilità, sono state implementate alcune novità capaci di svecchiare il titolo. Ogni personaggio ora possiede infatti una Griglia delle Abilità grazie alla quale potremo utilizzare i PA ottenuti salendo di livello per acquisire nuove tecniche, incantesimi o potenziamenti. Questo renderà molto più interessante la crescita del personaggio, in quanto potremo decidere liberamente quali abilità prediligere, uscendo dagli schemi fissi dei precedenti capitoli. Inoltre sarà possibile cambiare arma e membri della squadra in battaglia, senza andare a perdere turni, in modo da poter stabilire al momento quale sia la tattica migliore con cui affrontare quel determinato scontro.

Altre grande novità è la presenza dello status Pimpante. Durante i combattimenti i nostri personaggi potranno entrare in questo status che garantirà loro un discreto aumento temporaneo delle statistiche, oltre che la possibilità di infliggere danni critici più facilmente. A questo status sono inoltre legate delle tecniche co-operative chiamate Poteri Pimpanti, che vedono due o più personaggi unire le proprie forze per scatenare potentissimi attacchi o azioni curative.

Le sfere del drago

Il comparto tecnico di DRAGON QUEST XI: Echi di un’era perduta è davvero di altissimo livello. Il character design è ideato nuovamente da Akira Toriyama, che per questo undicesimo capitolo è riuscito a discostarsi parecchio dalla sua opera più famosa, Dragon Ball. Per quanto ci siano dei personaggi che ricordano alcuni dei guerrieri del celebre manga, i protagonisti sono stati realizzati in modo ineccepibile e ognuno di essi possiede delle caratteristiche che lo rendono unico. Anche le ambientazioni sono state curate nei minimi dettagli, ed è magnifico vedere come il mondo di gioco sia estremamente vivo.

Il comparto sonoro è stato curato nuovamente da Koichi Sugiyama che, come sempre, è sinonimo di altissima qualità. Fin dalle prime note della celebre fanfara è impossibile non notare il lavoro certosino del compositore che in oltre trent’anni non ha mai deluso. Certo, alle volte ci verrebbe da chiederci se non sia il caso di svecchiare anche la colonna sonora del gioco, ma forse con un comparto audio totalmente rinnovato l’esperienza non sarebbe più la stessa. Menzione d’onore al doppiaggio inglese che è veramente ben realizzato, mentre qualche piccola pecca la troviamo in fase di localizzazione. Non sarà infatti raro sentire dei nomi diversi da quelli che leggeremo su testo, rendendo così l’esperienza dissonante.

Come già anticipato all’inizio della recensione, la versione occidentale di DRAGON QUEST XI: Echi di un’era perduta contiene al suo interno tantissime novità. Tra queste spicca la modalità Missione Estrema, che potremo selezionare non appena inizieremo una nuova partita: si tratta di un modo per rendere più ardua la nostra avventura, impostando delle limitazioni che aumenteranno esponenzialmente la difficoltà del gioco. Una vera e propria sfida ideata per i giocatori più esperti, che potranno di volta in volta mettere nuove limitazioni per mettere alla prova le proprie capacità.

A chi consigliamo DRAGON QUEST XI: Echi di un’era perduta?

Sono fermamente convinto che DRAGON QUEST XI sia il titolo perfetto sia per tutti coloro che si approcciano per la prima volta con un JRPG di stampo classico, che per i veterani già cultori della saga di Horii. Mentre questi ultimi saranno affascinati dalla ricchezza della trama e dalle innovazioni introdotti, i neofiti rimarranno folgorati dalla bellezza grafica del titolo e da quanto il suo gameplay sia tanto semplice quanto ben strutturato.

SQUARE ENIX è riuscita a creare un ottimo compromesso tra innovazione e tradizione che sarà capace di ammaliare chiunque si avventuri nel mondo di Erdrea.

  • Uno dei migliori comparti tecnici visti finora
  • Gameplay classico ma ricco di innovazioni
  • Trama strutturata egregiamente…

  • …Ma con alcuni momenti troppo sbrigativi
  • Alcune discrepanze tra doppiaggio e localizzazione
  • Lo stile di gioco dinamico è totalmente inutile
DRAGON QUEST XI: Echi di un’era perduta
4.8

L’attesa ha dato i suoi frutti

Noi occidentali abbiamo dovuto aspettare più di un anno per poter mettere le mani su DRAGON QUEST XI: Echi di un’era perduta e mai l’attesa fu ripagata così bene. SQUARE ENIX ha infatti svolto un lavoro fuori dal comune per migliorare un titolo che, già di partenza, era un vero capolavoro. Tecnicamente non gli si può dire nulla, la sua fluidità unita alla bellezza delle ambientazioni rende l’esperienza di gioco davvero mozzafiato. Se non fosse per qualche piccola pecca dovuta a dei momenti un po’ sbrigativi durante la trama, qualche scelta poco apprezzabile per la localizzazione e una soundtrack che, dopo trent’anni, forse sarebbe il caso di rinnovare, ci troveremo di fronte ad un titolo perfetto. Ma anche nelle sue imperfezioni non posso che considerarlo un vero e proprio capolavoro imperdibile.

Raro esemplare di panda sardo cresciuto a bambù e JRPG. Soffre di sindrome di Stoccolma nei confronti di SQUARE ENIX, ed è disposto a privarsi del sonno pur di spulciare all’inverosimile ogni titolo gli capiti fra le mani.

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