Yakuza 6: chi è Takeshi “Beat” Kitano?

Yakuza 6: chi è Takeshi Kitano?

“Beat” Kitano è uno degli attori che prestano volto, movenze e voce ai personaggi di Yakuza 6: The Song of Life. Avete mai sentito parlare di lui?

Yakuza 6: The Song of Life è finalmente sbarcato in Occidente, giusto qualche giorno fa; dopo quel dannato posticipo di un mese, il suo arrivo su PlayStation 4 è avvenuto lo scorso 17 aprile. Come mi sono già ampiamente espresso nella mia recensione, si tratta di un titolo meritevole, che non delude le aspettative e che sarà destinato ad essere un punto cruciale per l’intera saga. Nei capitoli più recenti della serie, come il meraviglioso Yakuza 0, Nagoshi e il Ryū Ga Gotoku Studio hanno coinvolto all’interno della produzione attori celebri del panorama televisivo e cinematografico giapponese, come l’eccentrico Riki Takeuchi nei panni di Hiroki Awano o Shingo Tsurumi nel ruolo dell’ambiguo Sagawa. Yakuza 6 non rompe certo la tradizione, offrendoci addirittura un ospite — per la prima volta — noto anche nel panorama cinematografico mondiale.

Come i più attenti sapranno, sto parlando di Takeshi Kitano, un attore, regista, produttore e chi più ne ha più ne metta, la cui carriera, iniziata negli anni ‘70, spazia dai lavori più disparati: dalla comicità all’arte, ma soprattutto ai film dedicati, per l’appunto, alla yakuza.

La carriera di Kitano è cominciata negli anni ‘70 all’interno del duo comico manzai TWO BEAT (da qui il nome “Beat” Takeshi), esordito nei locali del Sol Levante e poi sbarcato in televisione. Una decina di anni dopo Kitano ha deciso di procedere per la sua strada, sciogliendo la coppia e diventando in poco tempo uno dei tre più grandi comici del panorama nipponico. Negli anni ’80 ha portato al successo l’indimenticabile programma TV chiamato Fūun! Takeshi-jō, parecchio noto anche qui in Italia col nome di Takeshi’s Castle e soprattutto (per i più anzianotti di voi) per lo strabiliante adattamento della Gialappa’s chiamato Mai Dire Banzai. Si dice che la sua profonda conoscenza dell’ambiente mafioso sia dovuta ai locali nei quali ha lavorato come comico assieme al suo partner Kaneko, spesso frequentati dalla yakuza, all’interno dei quali ha appreso le più disparate storie riguardanti i boss e le loro famiglie.

Yakuza 6 non è stato il suo primo approccio al mondo dei videogiochi: nel 1986 ha occupato il ruolo di consulente e designer per il gioco per Famicom chiamato “Takeshi no Chōsenjō”, divenendo la prima celebrità giapponese a contribuire allo sviluppo di un videogame, promuovendo lo stesso anche attraverso una serie di spot in televisione. Purtroppo Famitsu e altri media lo hanno classificato come uno dei peggiori videogiochi di sempre, ma nonostante ciò a questo dobbiamo anche l’inizio di una popolare trasmissione chiamata GameCenter CX, il cui primo episodio era dedicato proprio allo sviluppo del catastrofico Chōsenjō.

Beat Takeshi è noto soprattutto per il suo lavoro di attore e regista in film polizieschi, d’azione e legati anche alla mafia giapponese, tra cui non possiamo non citare Violent Cop (1989), Sonatine (1993), Hana-bi (1997), Zatōichi (2003) e Outrage (2010), nonché le apparizioni nei due Battle Royale (ispirati dal dal romanzo omonimo) e nella recente trasposizione hollywoodiana di Ghost in the Shell. Nel 1988 ha lanciato la propria casa di produzione e talent managementOffice Kitano”, abbandonata proprio quest’anno e responsabile della schiera di attori noti sotto il collettivo di “Takeshi’s Army”, nonché del festival cinematografico Tokyo Filmex.

All’interno di Yakuza 6: The Song of Life, il personaggio di Kitano ricopre un ruolo piuttosto importante. Il suo alter-ego è Toru Hirose, guida della famiglia che porta il suo nome, in qualche modo un fulcro per le vicende dell’intero gioco. Hirose è un uomo all’apparenza pacifico e con un comportamento in linea col suo aspetto placido e piuttosto in la’ con gli anni, una piccola leggenda della mafia locale, la Yomei Alliance, capace anche di allevare uomini di valore come Nagumo e Matsunaga, che lo considerano alla stregua di un vero e proprio padre.

L’incredibile livello di dettaglio offerto dal Dragon Engine ci permette di godere della recitazione di Beat Takeshi non solo per via del caratteristico modo di parlare, ma anche della mimica facciale spaventosamente realistica e dalle movenze che richiamano in tutto e per tutto quelle dell’attore. Sono convinto che, avanzando nella storia, vi affezionerete a lui e non farete a meno di apprezzarlo come uno dei personaggi meglio riusciti del titolo e dell’intera saga. Unico rammarico è che probabilmente Yakuza non potrà più godere di collaborazioni di così alto retaggio come quella di Kitano: probabilmente non esistono attori giapponesi al pari di questo grande artista che merita di essere scoperto e vissuto in ognuna delle sue opere più caratteristiche anche dal pubblico nostrano.

Fateci sapere cosa ne pensate del ruolo di Beat Takeshi all’interno di Yakuza 6 e se anche a voi la sua performance ha messo i brividi come al sottoscritto.

Trent’anni passati a inseguire il sogno giapponese, fra un episodio di Gundam e un match a Street Fighter II. Adora giocare su console e nelle sale giochi di Ikebukuro che ormai, per quanto lontana, considera una seconda casa.

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