CHAOS;CHILD – Recensione

Deliri, paranoie e illusioni erotiche per il nuovo capitolo della saga Science Adventure: CHAOS;CHILD

CHAOS;CHILD – Recensione

CHAOS;CHILD – RecensioneLa Chaos Child Syndrome è un particolare disturbo da stress post traumatico contratto dai bambini del quartiere di Shibuya sopravvissuti al terremoto del 2009. Oggi la città è rinata, immersa nella fitta rete del web e integrata quasi a forza nella moderna società giapponese, con un controllo capillare su strade e vita privata dei suoi cittadini. Ootani è uno dei suoi più illustri cittadini, un giovane eremita che trascorre il suo tempo conducendo fruttuosi livestream. Muore davanti al pubblico mangiando la sua stessa mano: un evento certo strano, su cui Takuru Miyashiro e soci del giornale scolastico decidono di investigare, poiché inserito in una serie di cruenti morti dalla stampa definita New Generation Madness.

Fra illusioni erotiche e rappresentazioni mitiche del sé, il dramma di CHAOS;CHILD inizia qui.

  • Titolo: CHAOS;CHILD
  • Piattaforma: PlayStation 4, PlayStation Vita
  • Genere: Visual Novel, Avventura
  • Giocatori: 1
  • Software house: PQube
  • Sviluppatore: 5pb., Nitroplus
  • Lingua: Inglese (testi), Giapponese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 24 ottobre 2017
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • DLC: non disponibili
  • Note: disponibile in edizione limitata con l’artbook ufficiale

Un giallo fantascientifico ma anche no, l’ultimo lavoro targato 5pb., che non fa del solo punto e virgola il suo legame con l’altisonante predecessore, ma anzi una vastissima sceneggiatura e un raccontarsi per nulla accessibile. A ricordare quel bel e lontano CHAOS;HEAD, suo diretto antecedente, è una fantascienza vicina ai più moderni stilemi sociali, capace di delineare una trama animata da umani troppo umani, sballottati come da tradizione fra misticismo e complotti industriali. Sono ragazzini un po’ saccenti – i protagonisti di questa visual novel – un po’ saccenti e un po’ insicuri, che affrontano problemi più grandi di loro perché scelti da scelte più in alto, perché nel mare di massificazione che l’internet ha generato si fa quel che può per sentirsi qualcuno e dar da mangiare a un’immagine del sé forse troppo alta per poter essere condivisa con la gente comune. Ancora una volta protagonisti sono i nerd, o quantomeno l’immagine che ne dà il Giappone, per un’opera mastodontica che strizza l’occhio al suo più scontato pubblico, regalandogli una visual novel che di visual ha ben poco: un esponente puro del suo genere, fiero di non scendere a patti con la natura del mercato, fiero di essere pane ma non circense. Un lento e prolisso pugno nello stomaco, CHAOS;CHILD si deve leggere e non giocare: preparate la bile.

Di chi sono questi occhi?

In CHAOS;CHILD, i motivi ricorrenti della serie Science Adventure sono inseriti in un contesto dinamico e dualistico, accomunati al filone da estetica e narrativa ma posti in un mondo diverso: il titolo si pone come seguito “diretto” di CHAOS;HEAD, visual novel che deve la sua fortuna più alla mole di trasposizioni ricevute che all’effettivo successo riscontrato nel mondo, poiché mai commercializzato oltre il Giappone. Gli eventi avvengono sei anni dopo il primo capitolo e a prescindere dai capitoli STEINS; sei anni dopo i traumatici eventi che hanno decimato la popolazione di Shibuya, quartiere della ben più nota capitale giapponese. La Chaos Child Syndrome è l’emblema di detti traumi, un disturbo da stress post traumatico che ha reso timorati di dio alcuni piccoli abitanti di Tokyo, perennemente in preda a crisi borderline e deliri paranoidi. A esasperare è un controllo serrato sulla vita dei cittadini, che pure non impedisce il compiersi di cruenti crimini, il cui richiamo con quanto successo subito prima del terremoto risulta avvisaglia fra tutti gli avidi consumatori di media, specie gli internetnauti – di cui il protagonista è degno esponente. Takuru Miyashiro si assume la responsabilità di investigare su questi strani fenomeni per conto del suo giornale scolastico, aiutato da una serie di promiscue femminucce e dirompenti maschietti suoi amici.

L’incedere della trama troverà grembo fra gli ostacoli dei nostri e fra i deliri di Taku, quest’ultimi unica vera forma di interazione concessa al giocatore. La meccanica del Delusional Trigger promette infatti una luce diversa per alcuni momenti particolarmente emotivi, in cui la già compromessa psiche del nostro si troverà a decidere la loro chiave di lettura e il successivo fantasticarci. È possibile scegliere una visione positiva, negativa o neutra, che non determinerà l’incedere della trama ma condurrà a un finale più o meno lieto – a seconda appunto di come si sarà deciso di determinare le visioni. Il gameplay è comunque disposto a venire incontro alle esigenze del giocatore più curioso e pigro con una serie di autosalvataggi posti immediatamente prima di ogni decisione, così da poter assaggiare i diversi risvolti propostici dalla mente di Taku. Si parla di una chiave di lettura alternativa e niente più, che non cambierà pressoché nulla ma donerà al canovaccio un quid particolare. Questo perché la storia di CHAOS;CHILD è solida, mai disposta a scendere a patti con interazioni o karma per raccontarsi così com’è e come deve essere, sorretta da uno sviluppo coerente dei personaggi e monolitica nel suo considerarsi pura visual novel.

Solo una Visual Novel

Ed è forse questo il problema principale della produzione. Là dove un Danganronpa riesce attraverso acuti espedienti ad accontentare un pubblico meno avvezzo al genere, e dunque a proporsi a un più ampio spettro di potenziali giocatori, CHAOS;CHILD è solo una visual novel e tale intende rimanere. Un esponente standard per il genere a cui appartiene, un libro che fa del supporto digitale una mera facciata, un videogioco che di gioco ha davvero poco. Consapevole di questa sua natura estrema, l’approccio a questa deve essere una decisione presa con il dovuto carico di esperienza e pazienza sulle spalle, poiché l’infinito dipanarsi di dialoghi, digressioni, compendi e database potrebbe scoraggiare il piccolo ma curioso neofita. C’è da leggere, signori, e pure tanto: non aspettatevi animazioni dinamiche o tavole particolari a scandire il ritmo, apprezzate il raro fanservice le volte in cui capita e considerate oasi la tazza di camomilla con cui vi accompagnerete per il tragitto. Difetto dichiarato è invece l’assenza di una qualsivoglia forma di localizzazione in italiano, che rende il titolo sempre meno accessibile e sempre meno adatto al grande pubblico.

Una sceneggiatura dunque prolissa, ma che si sforza in ogni suo momento di trovare una degna contestualizzazione nella sua società, molto simile alla nostra e meno estrema di tante altre: elementi quali smartphone, PC, internet, forum e social network sono gli strumenti dei quali i protagonisti si avvalgono per informarsi e vivere, grazie ai quali il gioco espleta una narrativa densa e onnicomprensiva, animata unicamente da sfondi e personaggi disegnati a mano ed effetti scenici per cambio parte e focus che citano grafica digitale e videomaking. A rendere un po’ più lieto il lento incedere è una colonna sonora emozionante e rilassante anche se ripetitiva, un doppiaggio giapponese attestato su buoni livelli e spesso presente, per un lavoro che sarebbe possibile definire mastodontico se vi fosse la possibilità di scegliere almeno un’altra lingua.

A chi consigliamo CHAOS;CHILD?

Consigliamo CHAOS;CHILD a chi è già fan delle Science Adventure, che ritroveranno un quarto ma secondo episodio rispettoso dei classici canoni narrativi ed estetica shonen, ghiacciati in dieci anni di prolisso successo. Lo sconsigliamo invece a chi si approccia al genere per la prima volta, perché l’impatto potrebbe essere letale. Consigliato a chi fa di pazienza e tisane la sua vita, perché lui o lei saranno degni di gustare un’esperienza profonda e completa, un videogioco paradigma integerrimo del suo altrettanto integerrimo genere.

  • Narrativa eccellente
  • Personaggi caratterizzati
  • Una visual novel pura

  • Poco accessibile
  • Assenza di localizzazione in italiano
  • Una visual novel pura
CHAOS;CHILD
3.5

Un centro fuori dal centro

CHAOS;CHILD è un’esperienza alternativa, un esponente puro del suo genere la cui bellezza si lascia assaporare senza gingilli o fronzoli tipici di opere più moderne. Un comparto narrativo onnicomprensivo e profondo e disegni stupefacenti ma statici per un gioco che è davvero tutto qui, pur con i fiumi di testo che lo accompagnano. Se in grado di reggere, vi ritroverete in libreria uno dei migliori thriller psicologici degli ultimi tempi, un ottimo esponente di una saga che – diciamocelo, andrebbe recuperata un po’ tutta. Se ne consiglia l’assunzione dopo una dovuta preparazione psicologica o un periodo di ferie pagate.

Ha sconfitto Cortex prima ancora di cominciare a parlare. Ama i videogiochi a 360 gradi, ha un canale YouTube dove si diverte a mettersi in ridicolo e continua a farsi bullizzare dalla PC master race perché è nato e morirà console gamer.