Il Ricettacolo Spirituale è l’arma definitiva inventata dai Profeti per mantenere l’ordine in un mondo dominato da egocentriche personificazioni del male. I Malevoli, catalizzatori dell’energia maligna del pianeta, rappresentano una minaccia costante per l’umanità, e nel corso della storia è stato necessario opporglisi con misure drastiche, donando potere a chi non ne meritava, chi poi l’ha usato per i propri scopi. Armato di Manto delle Braci, il nostro compito è proprio quello di riprenderci ciò che ci appartiene di diritto e impedire che i Malevoli gettino il mondo nell’oblio.
MALICIOUS può senza dubbio definirsi un’esperimento audace: rilasciato ormai cinque anni fa su PlayStation 3, il titolo si proponeva come un ibrido fra meccaniche boss-rush a elevata difficoltà a la DARK SOULS e immediatezza dei combattimenti à la DYNASTY WARRIORS, il tutto contornato da un lore discretamente ispirato per contestualizzare un’azione di gioco priva di qualsivoglia intermezzo. Eppure, MALICIOUS soffriva di una struttura portante appena accennata e mai veramente approfondita, culla di una direzione artistica meravigliosa ma incubo per chi cerca una bella storia da giocare altrettanto bene.
- Titolo: MALICIOUS FALLEN
- Piattaforma: PlayStation 4
- Genere: Action, Hack and Slash
- Giocatori: 1
- Software house: Sony Interactive Entertainment
- Sviluppatore: Alvion Inc.
- Lingua: Italiano (testi)
- Data di uscita: 21 febbraio 2017
- Disponibilità: digital delivery
- DLC: nessuno
- Note: versione definitiva del titolo uscito su PS3 e PS Vita
MALICIOUS FALLEN, e prima ancora MALICIOUS: Rebirth, si sono posti quel compito di donar giusto lifting a un gioco già parecchio provato dal peso di uno sviluppo travagliato, regalandogli un rinnovato comparto tecnico, nuovi capitoli e diverse migliorie strutturali. Sarà riuscito questo terzo remake a dar degno lustro a questo concentrato di ottime idee? Forse no.
Foglie d’Erba
Il comparto narrativo di MALICIOUS FALLEN segue la stessa strada atipica scelta dai suoi predecessori, ovvero quella di una sezione dedicata nel menù principale in cui è possibile conoscere la storia del mondo di gioco attraverso la lettura di frammenti di testo spesso accompagnati da bellissime illustrazioni. Il mondo di MALICIOUS è dominato da ambiziosi alla ricerca di un potere troppo grande da gestire, troppo bello da non usare per scopi personali e troppo forte da non consumare l’umanità del portatore. Un potere che viene gestito con avidità ed egoismo ma sempre per cause condivisibili, a volte anche giuste. Eppure è un potere che non appartiene ad altri se non ai Profeti, entità guardiane dell’ordine del mondo, ed è per questo che ai Profeti deve tornare.
È oltremodo affascinante perdersi fra le storie più o meno lunghe scritte dai ragazzi di Alvion, e il lore è una chicca con cui deliziarsi in quei bui pomeriggi di aprile, a patto però di sopportare uno stile e una traduzione assai discutibili. La narrazione procede secondo i classici binari di un fantasy di serie B, pregno di metafore blasonate e topoi fin troppo comuni della letteratura di genere, con aggiunti un pessimo editing e una ancor più pessima traduzione dall’inglese. Un peccato anche considerando che un’idea del genere meritava una maggior contestualizzazione all’interno del gameplay stesso, magari con qualche riferimento reciproco fra racconti e boss fight, mentre invece risulta essere un semplicissimo extra con cui intrattenersi quella scarsa mezz’ora.
Spamma che ti passa
Caratteristica dei Musou, da cui questo titolo trae ispirazione, è sicuramente quel button mashing che permette di contrastare orde di nemici concatenando le solite quattro combo che colpiscono un’area il più possibile vasta e infliggono danni il più possibile ingenti. Il tutto volto a ottenere con immane brama il riempimento di quella barra berserk, al compimento della quale rilasciare il colpo potentissimo che deciderà le sorti della battaglia. MALICIOUS personalizza furbescamente questo semplice sistema di combattimento, fallendo però nell’offrire al giocatore una lista di combo ampia ma assolutamente inutile. Nemmeno i costanti power-up post boss fight costituiscono un incentivo ad approfondire le strategie contro i giganteschi mostri, già di per sé limitate dalla mancanza di una qualsivoglia componente RPG. Nonostante le battaglie contro i boss siano indubbiamente ispirate, divertenti e impegnative, e nonostante sia possibile decidere l’ordine in cui è possibile affrontarli, è proprio il battle system a risultare il punto più debole del gioco poiché frustrante e non divertente, che costringe il giocatore a usare quelle uniche quattro combo realmente efficaci e relega negli abissi dell’oblio ombre di un progresso in realtà mai davvero tangibile.
A tutto ciò viene parzialmente in soccorso il sopraccitato sistema di accumulazione dell’energia berserk, qui proposto in una versione abbastanza originale. La barra viene sostituita da un contatore numerico con limite posto a 9999, a cui si può attingere in ogni momento della partita per potenziare la forza fisica del personaggio o recuperare la salute. Tale indicatore si riempie attraverso l’uccisione della miriade di mob sparsi per le arene: eliminandone un certo numero attraverso certe mosse, eseguendo determinate azioni in determinati modi, parate perfette e così via, il giocatore verrà premiato con un aumento drastico dei punti guadagnati. Un sistema tutto sommato intelligente, che costringe ad approfittare di tutti quanti gli strumenti di cui il gioco dispone per sconfiggere degnamente gli agitatissimi boss. A tal proposito, è da segnalare forse il secondo problema più incisivo del gameplay: la gestione della telecamera. Premendo due volte il pulsante R1 potremmo bloccare la visuale esclusivamente sul boss di turno, seguendone gli spostamenti anche nel caso di movimenti improvvisi o proiezioni verso l’alto tali da impedirci non solo di osservare nella loro pienezza i suoi movimenti, ma anche di concentrarci su attacchi laterali o colpi dalla distanza di altri nemici. Saremo dunque costretti a disabilitare il lock, a perdere di vista il boss e a sottoporci a costanti attacchi a sorpresa che inevitabilmente ci porteranno al Game Over. Decisamente frustrante.
Il castello errante di MALICIOUS
Tecnicamente, l’operazione di restyling è davvero ben fatta, con 60 fps granitici anche durante le fasi più concitate e texture a 1080p a cui è stato semplicemente applicato un filtro HD per non appesantire il tutto. La direzione artistica è assolutamente ispirata, presenta uno stile steampunk tipico di anime come Il castello errante di Howl dai tratti morbidi, ma di impatto per via di una caratterizzazione estetica degli abomini degna del migliore dei DARK SOULS. Niente di troppo originale, ma la cura ripostavi è palpabile.
Anche sul fronte della longevità siamo su ottimi livelli: il titolo viene proposto a 29,90 € e offre circa quindici ore di storia fra i quattro capitoli disponibili a un livello di sfida più che impegnativo, ammorbidito anche dai Continua limitati che il giocatore ha a disposizione per tornare immediatamente in vita dopo esser stato sconfitto. In aggiunta, anche modalità quali time attack e attacco a punti offrono una sfida ulteriore seppur non diametralmente nuova, ma comunque in grado di offrire quelle ore in più a un pacchetto che, almeno per quanto riguarda l’offerta proposta, vale la spesa.
A chi consigliamo MALICIOUS FALLEN?
Consigliamo MALICIOUS FALLEN a chi ha saputo apprezzare le precedenti versioni, poiché troveranno in questa ennesima riproposizione una più o meno degna offerta. Lo consigliamo anche agli amanti dei boss-rush e degli hack and slash particolarmente impegnativi, a patto di venire a patti con un sistema di combattimento purtroppo frustrante e una gestione di combo e power-up ancora da valorizzare.
- Direzione artistica di impatto
- Comparto tecnico decente
- Impegnativo e ispirato, ottima offerta proposta
- Sistema di combattimento da rivedere
- Gestione approssimativa delle risorse
- Gestione della telecamera frustrante
- Storia da ristrutturare
MALICIOUS FALLEN
Sii il tuo miracolo
Dire che MALICIOUS FALLEN sia l’ennesima occasione sprecata sarebbe corretto ma noioso: diciamo invece che è un piatto pieno di ottime spezie a cui manca il sugo per rendere il tutto omogeneo. Tante buone idee che non vengono altrettanto ben approfondite, tante belle chicche che non vengono né contestualizzate né ricamate adeguatamente intorno al gioco, tanto lavoro da fare per un gioco già alla sua terza riedizione. Eppure, MALICIOUS potrebbe tranquillamente essere considerato quel Foglie d’Erba che impegnò Walt Whitman per tutta la sua vita, ma che solo dopo dieci edizioni gli valse il posto di padre della letteratura americana: magari, fra altre sette edizioni, riuscirà ad essere il gioco che si merita di essere. Adesso, purtroppo, ancora non ci siamo.