È bastato un solo proiettile per distruggere tutto. Una piccola scintilla che poco a poco diventava una fiamma che, sotto ai nostri occhi, bruciava tutto ciò che avevamo costruito, fino a tramutarlo in cenere. Fino ad allora non potevo capirlo, non conoscevo la sensazione di beatitudine che si ha quando si sta con i propri amici, né tantomeno conoscevo il dolore che si prova una volta che ci si separa. Non capivo cosa volesse dire volere bene a qualcuno. L’unica cosa rimasta era il senso di impotenza da cui ero pervaso, mentre cercavo di contenere la sensazione di non poter fare nulla. Il tutto mentre tentavo disperatamente di combattere contro quell’infinita fiamma ardente…
A due anni di distanza dall’uscita in Giappone sbarca in occidente The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel II, secondo capitolo della trilogia JRPG creata da Nihon Falcom. Il gioco è disponibile nelle versioni PlayStation 3 e PlayStation Vita ed è un seguito diretto del capitolo precedente, uscito per le medesime console lo scorso gennaio. Riusciranno Rean e i suoi amici a regalarci le stesse emozioni del primo capitolo? Vi ricordo che, visto che si tratta di un seguito diretto, la recensione e il titolo in questione potrebbero contenere spoiler relativi al titolo precedente.
- Titolo: The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel II
- Piattaforma: PlayStation 3, PlayStation Vita
- Genere: JRPG
- Giocatori: 1
- Software house: NIS America
- Sviluppatore: Nihon Falcom Corporation
- Lingua: Inglese (testi e doppiaggio)
- Data di uscita: 11 novembre 2016
- Disponibilità: retail, digital delivery
- DLC: costumi e oggetti di gioco a pagamento e gratuiti
- Note: compatibile con PlayStation TV; possibilità di importare il salvataggio del capitolo precedente per ricevere un bonus; cross-save
La storia inizierà esattamente un mese dopo la fine di Trails of Cold Steel, con la sconfitta di Rean a bordo dell’Ashen Knight Valimar da parte di Crow e del suo Azure Knight Ordine. Il protagonista si ritroverà sul picco di Eisengard Range, catena montuosa vicina alla sua città natale Ymir, assieme alla gatta parlante Celine che ricapitolerà gli ultimi avvenimenti del precedente gioco. Sia il giovane che il robot hanno subito molti danni durante la battaglia, ed è stato proprio grazie al sacrificio del mana da parte di Valimar se Rean è ancora in vita.
Il ragazzo è intenzionato a trovare i suoi compagni della Class VII, lasciando indietro il robot e discendendo la montagna. Purtroppo però, mentre ancora si sta riprendendo dalle ferite precedenti, viene attaccato da un golem magico creato durante la Dark Age. In suo soccorso interverranno non solo Celine, ma anche alcune vecchie conoscenze, che salveranno il protagonista e lo porteranno nel suo villaggio natio. Purtroppo però, il nostro protagonista non avrà molto tempo per riprendersi, a complicare la situazione ci sarà il rapimento di due persone a lui molto care, costringendoci a intraprendere una nuova avventura per poterle salvare.
Questo è solo l’inizio della trama di Trails of Cold Steel II, in cui l’ombra della guerra si fa sempre più presente sui protagonisti. A differenza del precedente gioco dove tra i temi principali potevamo trovare il superamento delle differenze e dei pregiudizi tra ceti sociali e il creare dei forti legami d’amicizia, questo capitolo verte molto su Rean e sul suo percorso di miglioramento personale per riuscire dove in passato ha fallito.
L’amicizia è magia, se hai punti da spendere…
Essendo un seguito diretto, ritroveremo il sistema di gioco già visto nel primo capitolo della trilogia. Dalla configurazione di tasti ai menu, la sensazione che si ha è di aver semplicemente cambiato disco di gioco come avveniva con i maestosi JRPG degli anni ’90. Questo lo potremo notare anche dal fatto che il protagonista partirà dal livello 40, anche se non avremo l’equipaggiamento e le arti apprese in precedenza. Ovviamente non saremo gli unici a partire da un livello più alto, la software house ha infatti equilibrato tutto rendendo non solo i nemici paritari ai protagonisti, ma anche aumentando gli effetti di pozioni e oggetti di cura.
La struttura di gioco rimarrà quindi pressoché invariata, con l’unico grande cambiamento che vedrà l’esplorazione passare da lineare a open world; tra dungeon e città, incapperemo nei soliti combattimenti, sessioni di storia, eventi secondari e minigiochi. Un’altra grande variazione la si percepisce con lo scorrere del tempo: se nel primo capitolo trovavamo delle fasi giornaliere e la possibilità di passare al giorno successo riposando, in questo dovremo aspettare determinati eventi che faranno avanzare i giorni. A tornare invece, anche se in una veste un po’ diversa, è il sistema di Bonding in cui dovremo sempre spendere dei Bonding Point per poter accedere agli eventi, che potranno essere innescati solo durante determinati giorni.
Ritornerà anche il sistema di equipaggiamento dei personaggi e soprattuto l’ARCUS, oggetto che ci permetterà di equipaggiare ai nostri protagonisti le arti di battaglia. Ogni Arcus ha diversi slot dedicati ai Quartz, speciali cristalli che una volta inseriti in uno slot ci conferiscono un’abilità. Questi potranno essere ottenuti sia in battaglia, che nelle fasi esplorative grazie ad alcuni forzieri. L’ultimo metodo per ottenerli è fabbricarli utilizzando i Sephit, frammenti di cristalli elementali che potranno essere fusi insieme per creare un nuovo Quartz. Inoltre ogni personaggio possiede inoltre le Crafts e le S-Break, abilità uniche che si ottengono salendo di livello.
Friends with benefits
Anche il sistema di combattimento è rimasto pressochè invariato dal capitolo precedente, ci troviamo sempre di fronte a un battle system a turni in cui ogni personaggio può agire spostandosi nell’area di combattimento. In determinati turni ci saranno dei bonus sfruttabili sia alleati che nemici, come ad esempio il ripristino di una percentuale di HP o l’aumento dei danni critici. Nell’eventualità che un nostro attacco manchi il bersaglio, questo ci contrattaccherà direttamente e viceversa. Questa possibilità è maggiori in questo secondo capitolo, Falcom ha infatti diminuto l’accuratezza degli attacchi fisici sia dei protagonisti che degli avversari dandoci così maggiore possibilità di contrattacco. Allo stesso tempo ha invece aumentato la potenza delle Art, che diventeranno fondamentali per capovolgere le sorti di una battaglia.
Il nostro party potrà essere composto da quattro personaggi, che potranno essere linkati tra di loro a coppie. A seconda del livello di Bonding che c’è tra i due personaggi collegati potremo eseguire attacchi consecutivi o aiutarli automaticamente in caso di difficoltà. Un altro vantaggio dei Link è il poter utilizzare le tecniche Overdrive; caricando una speciale barra avremo l’opportunità di sfruttare questa portentosa tecnica che non solo ci restituirà un’ingente somma di HP, EP e CP, ma darà a chi la utilizza tre turni immediati e la possibilità di utilizzare Art senza doverle caricare.
Durante alcuni scontri contro i boss più ostici avremo l’opportunità di salire a bordo del mecha Valimar. In queste fasi il combattimento sarà un po’ diverso, avremo l’opportunità di scegliere quale parte del corpo dei nostri nemici attaccare per poter effettuare più danni. Inoltre, in caso di colpo critico, avremo l’opportunità di eseguire un attacco consecutivo. Le statistiche del mecha sono molto più alte degli altri protagonisti anche perché si troverà solo a combattere anche se, andando avanti nel gioco, potremo portare dei personaggi come supporto. Anche Valimar possiede le sue Craft uniche che saranno capaci di tirarci fuori anche dagli scontri più pericolosi.
Miwa, lanciami i componenti!
Dal punto di vista tecnico Trails of Cold Steel II, nonostante in Giappone sia disponibile da qualche anno, non è invecchiato male. Ci troviamo di fronte a una grafica in stile anime pulita e nitida sia nella versione portatile che in quella casalinga. Grande punto a favore è senza dubbio il character design, che ci regala personaggi estremamente definiti il cui aspetto riesce a combaciare la loro personalità. Anche i mecha che incontreremo, a partire da Valimar, sono curati nel minimo dettaglio e sono stati creati quasi a ricordare quella che forse è la più famosa serie di robottoni nipponici, Mobile Suit Gundam.
Anche per quanto riguarda il comparto audio il lavoro svolto e di ottima fattura, fornendoci non solo un ottimo doppiaggio ma anche un OST capace di accompagnarci nelle nostre avventure con un ritmo sempre incalzante. Il vero punto di forza del gioco è senza dubbio la sceneggiatura, con un cast ricchissimo di personaggi con una caratterizzazione totalmente differente tra loro ed una trama ricca di eventi il lavoro svolto da Falcom è veramente egregio. Questo si riflette direttamente sulla longevità del titolo, che ci terrà incollati davanti allo schermo per tantissime ore, senza contare le sorprese che la software house ci ha riservato per il post-game.
Unica pecca a mio avviso è la difficoltà che ci riserva il gioco fin dalle prime fasi: se siamo fuori allenamento con i JRPG potremo infatti trovarci in serio pericolo. La quantità di nemici che ci troveremo ad affrontare in un singolo combattimento è variabile, ma può capitare di essere presi alla sprovvista da un gruppo di cinque o sei nemici e morire senza essere riusciti a sferrare nemmeno un colpo.
A chi consigliamo The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel II?
Innanzitutto, è impossibile iniziare Trails of Cold Steel II se prima non avremo completato il primo capitolo, non è un titolo che si può giocare puramente per il gameplay. La trama è fondamentale, complessa e ricca di avvenimenti che verrebbero persi se non si ha concluso il gioco precedente.
Detto questo, lo consiglio a tutti coloro che amano i JRPG in cui la storia la fa da padrone, agli amanti dei mecha e ovviamente a tutti coloro che si sono innamorati del primo capitolo.
- Personaggi caratterizzati egregiamente
- Grafica pulita e sonoro impeccabile
- Estremamente longevo…
- …Forse troppo
- Difficoltà alta anche nelle prime fasi di gioco
- Impossibile goderselo per chi non ha giocato il primo
The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel II
Una volta saliti a bordo di Valimar non vorrete più scendere
Se non si fosse capito sono da sempre un patito di JRPG (ma va?) e sono sempre pronto a esplorare nuovi mondi e conoscere nuovi personaggi. Parto da un presupposto che la mia prossima affermazione mi farà inimicare buona parte non solo degli utenti del sito, ma anche dei miei esimi colleghi. Non sono un grandissimo fan dei robottoni e in molti casi ammetto di partire con un po’ di pregiudizio nei loro confronti, anche se ci sono dei titoli che li contengono che amo, in ogni settore dell’intrattenimento. Fortunatamente The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel II, grazie alle sue molteplici sfaccettature e alla caratterizzazione forte ma allo stesso tempo equilibrata dei personaggi, che plasma un cast completo e complesso, mi ha convinto a rivalutare anche altri esponenti del genere mecha. La trama è veramente complessa, e ho dovuto ripassare la storia del capitolo precedente di cui ricordavo veramente poco. Questi elementi, per una persona come me con la passione per la scrittura, sono stati fondamentali per premiare il lavoro svolto da Falcom, minuzioso fino all’ultimo dettaglio. E poi insomma ci sono ragazzi e ragazze per ogni gusti, ci sono i mecha, c’è la guerra, ma che volete di più?