Hideo Kojima parla del suo prossimo gioco al Nordic Game 2016

Hideo Kojima

KOJIMA PRODUCTIONSDurante una sessione Q&A alla Nordic Game Conference, attualmente in corso d’opera a Malmo, Svezia, il Sommo Hideo Kojima ha stuzzicato gli spettatori con alcune piccole anticipazioni riguardanti il suo prossimo gioco, già confermato come esclusiva PlayStation 4 e in futuro anche PC, ma con Mister Metal Gear Solid in giro non si può mai essere sicuri.

Tant’è vero che, nonostante le modeste proporzioni della nuova KOJIMA PRODUCTIONS, Hideo-san è fermamente intenzionato a produrre un gioco dalle grandi dimensioni. Non è stato quindi possibile sbilanciarsi sui tempi, leitmotiv a cui gli indomiti seguaci del game designer sono ormai avvezzi.

I mezzi esigui a disposizione dello studio, inoltre, riguardano non solo la forza lavoro, ma anche i tool di sviluppo: se negli ultimi anni il game designer di Tokyo ha sempre utilizzato software interni, per la sua prossima creatura sarà obbligato a cercare un programma realizzato da terzi, il che spiega anche il suo peregrinaggio in giro per vari studios del globo alla ricerca del motore adatto. Certo, ora che è uscito da Konami, il fantastico Fox Engine è de facto un prodotto appartenente a terzi, ma insomma, sarebbe come chiedere indietro i regali all’ex fidanzata…

Tratto distintivo della sua personalissima idea di game design, Kojima-sama è intervenuto anche riguardo l’ormai celeberrima rottura della quarta parete, sperimentata ad esempio durante lo scontro con Psycho Mantis nel primo Metal Gear Solid (ci sarebbe anche quella cosetta del finale di The Phantom Pain, ma se non l’avete ancora visto spegnete subito il computer e correte a giocare), citando come esempio, strano ma vero, Disneyland: nei vari parchi gioco del mondo, il fruitore può sperimentare l’esperienza di innumerevoli mondi fantastici, trovandosi però tristemente di nuovo a contatto con la realtà quando si tratta di usare la toilette; nei parchi Disney, invece, anche le toilette sono “a tema”, in modo da adattarsi al mondo fantastico. Per Kojima, quindi, l’idea di essere “all’interno” del gioco è più importante della ricerca di uno sterile super-realismo. Non smetteremo mai di esserti grati per queste ultime parole, Sensei.

In tal senso va interpretata un’altra risposta partorita da quel cervello da milioni di yen: interrogato da Thomas Puha (uno di quelli con l’ufficio grande nella sede di Remedy Entertainment, autori di videogame cult come Max Payne e Alan Wake), riguardo la progressiva scomparsa dei giochi single-player e su quanto quest’ultimi abbiano ancora da dare al medium, Kojima si è limitato a suggerire di considerare un gioco non tanto per la sua durata, quanto piuttosto sul livello di immedesimazione che il giocatore riesce a raggiungere. Tuttavia, ha ammesso che rimane poco tempo per i giochi completabili in un paio di pomeriggi. C’è da chiedersi se ce ne sia mai stato, ma se si guardano i dati di vendita del primo Uncharted e altri giochi della scorsa generazione…

Esulando dai discorsi riguardo il gioco prossimo venturo, Kojima è passato a parlare (nessuno l’avrebbe mai ritenuto possibile) di sé stesso: molte persone sono convinte del fatto che il buon Hideo sia un perfezionista maniacale; cosa verissima, ammette Kojima. Tuttavia, sebbene il fine ultimo sia realizzare un gioco che soddisfi il suo autore, un gioco non può dirsi concluso finché non è nelle mani dei giocatori. In tanti sono convinti che Kojima manchi le consegne e strafori con il budget, ma non è poi così frequente, tant’è vero che, per sua ammissione, Hideo ha consegnato un lavoro fuori tempo massimo solo due volte. Rispetta molto i programmi e i tempi di consegna stabiliti.

Per finire, qualche curiosità riguardo la sua vita privata: visto che le sue giornate durano, purtroppo, solo ventiquattr’ore, la priorità numero uno sono, giustamente, i figli. Dopo aver dedicato tempo ai marmocchi, concentra le sue attenzioni sul cibo e il riposo. Fatto ciò, è il momento di cercare ispirazione da film, libri e tutti gli altri media possibili. Infine, dopo aver sudato le proverbiali sette camicie, il nostro si siede in poltrona, allenta la cravatta e si dedica allo studio, giocando i titoli più importanti del momento, come ad esempio l’apprezzato (da lui) Quantum Break, suggerendoli poi ai ragazzi del suo staff. Chiamatelo fesso.

Alleghiamo all’articolo la sessione Q&A qui riassunta, ove potrete ammirare il Grandissimo in tutto il suo splendore.

https://youtu.be/G8xBJzDMHQU

Fonte: Nordic Game Conference via DualShockers

Studente di architettura napoletano, ha imparato a giocare a Super Mario Bros. prima ancora di saper leggere. Il resto è tutta una logica conseguenza.