È finalmente disponibile in Europa il primo episodio della saga di Trails of Cold Steel
Quando aprì la lettera, un profondo orgoglio e un senso di soddisfazione si appropriarono del giovane Rean Schwarzer, un ragazzo dai capelli corvini e dal grandissimo senso del dovere. Rean, con la lettera che candidamente gli scivolava fra le mani, osservava la sua lunga spada la cui lucentezza illuminava la stanza e, con un misto di entusiasmo e fermezza, ritornò a leggere ciò che quel foglio color giallo ocra portava con sé. “Sei stato accettato per entrare a far parte dell’Accademia Militare di Thors”. Nel leggere quelle parole vari ricordi del suo addestramento gli balenarono nella mente e qualche giorno dopo, con solo la spada a tenergli compagnia, si avventurò su quel treno che dopo poche ore gli avrebbe permesso di calpestare le strade di Trista, città nella quale aveva sede la tanta auspicata e prestigiosa accademia. Con la divisa scarlatta inviatagli direttamente dalla scuola, Rean mise piede per la prima volta in quell’allegro paese, con una stanchezza che nulla poteva in confronto con la sua forte emozione. E con la spada ancora infoderata sulle spalle, il giovane uscì dalla stazione per guardare, seppur da lontano, la maestosa e magnificente Accademia Militare di Thors.
The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel è un titolo sviluppato da Falcom e uscito in Giappone nel lontano 2013 su PlayStation 3 e PlayStation Vita. Dopo che le speranze di tutti gli amanti del genere JRPG si erano affievolite, XSEED Games, il 5 giugno dello scorso anno, ha annunciato che avremmo avuto il piacere di godere di questo fantastico titolo anche in Europa e in Nord America. Ma il publisher occidentale non si è fermato solo a questo: XSEED ha anche dichiarato che avremo la possibilità di acquistare successivamente anche The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel II, rilasciato in Giappone nel corso del 2014. Con ancora la pancia piena dopo le festività natalizie, ho avuto modo di mettere le mani sul tanto atteso JRPG e mi ritrovo qui a discuterne con voi lettori. Sebbene riguardo l’uscita secondo capitolo non si sappia ancora molto, il titolo di cui invece discuteremo a breve sarà disponibile, sia in formato retail che digitale, a partire dal 29 gennaio. Premettendo che, personalmente, non ho mai potuto godere della saga di The Legend of Heroes fino a questo momento, mi tufferò a capofitto nella vita di Rean e in questa recensione, in cui potrete leggere tutte le sfaccettature, i pregi e i difetti del titolo visti attraverso gli occhi di un giocatore completamente vergine di ciò che la saga ha offerto e avrà da offrire.
- Titolo: The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel
- Piattaforma: PlayStation 3, PlayStation Vita
- Genere: JRPG
- Giocatori: 1
- Software house: Nihon Falcom, XSEED Games, NIS America
- Sviluppatore: Nihon Falcom Corporation
- Lingua: Inglese (testi e doppiaggio)
- Data di uscita: 29 gennaio 2016
- Disponibilità: retail, digital delivery
- DLC: costumi aggiuntivi
- Note: versione occidentale di Eiyū Densetsu: Sen no Kiseki; disponibili una Launch Edition e un Fan Pack come pre-order bonus
Benvenuti nell’Impero di Erebonia
Non appena il nostro protagonista, Rean Schwerzer, metterà piede a Trista, città in cui è situata l’accademia militare che ci insegnerà diverse nozioni sul combattimento, sui quarzi, sull’ARCUS e molto altro, ci imbatteremo in una dolce ragazza dai capelli biondi. Dopo le dovute scuse per esserci, letteralmente, caduta addosso, ci saluterà, augurandoci un buon anno scolastico. Rean, il cui spirito di osservazione e intuizione è davvero invidiabile, si accorgerà immediatamente che la ragazza aveva qualcosa in comune con lui: la divisa. A differenza delle altre persone con cui aveva viaggiato sul treno diretto a Trista, le cui divise erano o verdi o bianche, la giovane ragazza indossava un completo rosso, esattamente come il suo. Ma senza pensarci troppo, l’incuriosito Rean si dirigerà verso l’accademia, i cui enormi palazzi ed edifici erano visibili anche da quella distanza.
Esattamente in questo momento, potremo muovere i nostri primi passi all’interno di questa allegra città, riuscendo a scorgere molti dei negozi che la caratterizzano. Ci saranno un bar, in cui potremo rilassarci e bere caffè e tè di diverse tipologie, negozi di vestiario dove potremo comprare le nostre prime armature, oppure un semplice negozio di oggetti artigianali, con i quali potremo svolgere diverse attività. La prima cosa che balza all’occhio è sicuramente l’estetica del titolo. Non stiamo parlando di grafica, sia chiaro, bensì di estetica, ossia l’impatto visivo che il gioco ha da offrire. E il tutto si può descrivere con una sola parola: “Meraviglioso”. Sebbene abbia giocato il titolo su PlayStation Vita, il lavoro di Falcom riesce a mostrare i muscoli anche sulla console portatile di Sony, permettendoci di osservare paesaggi magnifici e scene che farebbero invidia anche al più bello degli anime giapponesi. Il gioco sarà diviso in mesi, giorni e stagioni, richiamando, se vogliamo, il caratteristico sistema temporale della saga Persona, permettendoci quindi di ammirare uno scenario in maniera diversa a seconda del periodo e della stagione. Quando arriveremo a Trista sarà primavera, e come ogni buon titolo di stampo nipponico, primavera significa petali di fiori di ciliegio un po’ ovunque. Sebbene possa sembrare una minuzia, questi caratteristici petali rosa condiscono non poco la bellezza visiva e l’impatto iniziale del titolo, facendolo sembrare, con alcune inquadrature, quasi un vero e proprio quadro. La cosa che più mi ha stupito è come i developer siano riusciti a rendere in maniera ottimale Trails of Cold Steel anche su PS Vita che, per quanto venga denigrata sia da molti utenti sia, a volte, da Sony stessa, riesce a compiere un ottimo lavoro con un gioco che è tutt’altro che breve o “piccolo” in termini di dimensioni. Infatti, sebbene all’inizio possa non sembrare, parliamo di un open world, le cui varie zone di gioco sono interconnesse da strade e ferrovie, permettendoci in futuro di fruire di tale vastità di aree per le nostre quest, spostamenti e battaglie.
Dopo esserci diretti alla tanto auspicata accademia, assisteremo alla suddivisione in classi degli studenti del primo anno. Fino all’anno precedente, nell’Accademia Militare di Thors c’erano cinque classi divise in Classe I, II, III, IV e V. Col nostro arrivo, tuttavia, verrà introdotta la Classe VII, di cui faranno parte, come facilmente intuibile, tutti quei ragazzi che indossavano la divisa rossa. Le prime due classi sono riservate ai nobili, caratterizzati dalla divisa bianca; la terza, la quarta e la quinta sono per le persone comuni, i quali posseggono una divisa verde. La settima classe, invece, sarà caratterizzata da un mix di nobili e persone comuni, cosa che porterà non poche turbolenze all’interno del gruppo che guideremo per l’intero gioco. Dopo lo smistamento la nostra tutrice e istruttrice si premurerà di accompagnarci all’interno di un macabro e oscuro edificio, all’interno del quale avverrà la nostra prima prova, tramite la qiale membri della Classe VII potranno capire se saranno all’altezza di ciò che li aspetterà durante il loro addestramento. Imbracciamo le armi e cominciamo a menar fendenti!
Vuoi più esperienza? Preparati a riflettere sulle tue scelte
Il gameplay di questo titolo è forse uno di quelli più belli e intriganti che io abbia sperimentato in un JRPG. Trails of Cold Steel è in grado di metterti di fronte a delle scelte: desideri avere più esperienza rischiando di subire danni, oppure intendi finire la battaglia al più presto ma con infime ricompense? Personalmente, ho quasi sempre scelto la prima. Il gioco si basa su un sistema di combattimento che ruota attorno all’idea di mini-achievement raggiungibili a seconda delle azioni che compiremo durante le nostre battaglie. Ma dato che, detto in questa maniera, ciò può sembrare eccessivamente criptico, cercherò di spiegarvelo con un piccolo esempio. Supponiamo di avere tre nemici di fronte a noi: se decideremo di ucciderli uno alla volta riceveremo pochi bonus a fine battaglia, facendo restare il moltiplicatore di esperienza fermo a 1.0x. Proprio così: nel titolo è presente un moltiplicatore di esperienza il cui grado aumenta a seconda di come agiremo durante le lotte. Se decideremo di utilizzare le abilità del nostro personaggio o le Arti, che sono sostanzialmente delle magie utilizzabili tramite l’ARCUS e i quarzi di cui discuteremo a breve, potremo colpire più nemici contemporaneamente. Se riusciremo a uccidere, per esempio, due nemici su tre con un colpo solo, otterremo un bonus di 0.2x che andrà a sommarsi al nostro iniziale 1.0x per un totale di 1.2x. Questo è solo un piccolo esempio che non rende grazia alla complessità e al contempo studiata bellezza di questo sistema di combattimento, ma vi basti pensare che, a seconda di come agiremo in battaglia, potremo far arrivare il nostro moltiplicatore a 2.0x, o anche oltre (nel mio caso, sono riuscito a far superare, seppur raramente, il 3.0x di esperienza, tre volte l’esperienza base).
Sebbene la prima volta che prenderemo per mano il titolo sembrerà che l’ottenimento di esperienza sia inefficiente rispetto a quello richiesto per salire di livello, non appena avremo imparato tutte le meccaniche di combattimento, macinare livelli diventerà molto più semplice. Tutto dipende da come ce la si gioca e, personalmente, ho amato la varietà di scelte e modalità di azione che il titolo offre nel corso dell’esperienza di gioco.
Le tre meno un quarzo
Discostandoci dalla discussione dei moltiplicatori, iniziamo ora a parlare dell’ARCUS e dei quarzi. L’ARCUS è un particolare strumento all’interno di cui potremo inserire vari quarzi, che aggiungeranno svariati effetti alle abilità del nostro personaggio. Attraverso questo sistema e all’utilizzo di queste particolari pietre sarà possibile attivare diverse Arti (che fungono sostanzialmente da magie) da far utilizzare al nostro guerriero. Tuttavia, la scelta riguardante quali Arti e quali effetti attivare dipenderà solo da noi e dalle pietre in nostro possesso. Inoltre, ogni personaggio avrà con sé un quarzo Master, che ne caratterizzerà le Skill. Arrivati a questo punto, bisogna fare attenzione a non confondere Arti con Skill: le prime consumeranno EP (che sono, sostanzialmente, i punti magia) e ci aumenteranno i CP (che sono i punti per eseguire le Skill), mentre le seconde sfrutteranno i CP del personaggio senza ricaricare nessun altra statistica. Cosa hanno quindi le Skill di così tanto formidabile? Semplicemente saranno in grado di rallentare i nostri avversari, permettendoci quindi di non farli attaccare quasi mai, oppure di causare ai nostri nemici vari effetti negativi come cecità, avvelenamento, paralisi e via dicendo. Una volta raggiunti i 100 CP sarà poi possibile effettuare una mossa speciale, diversa per ogni personaggio. Se decideremo di scatenarla una volta raggiunti i CP massimi, ossia 200, potremo utilizzare la stessa tecnica finale, ma con una potenza quasi doppia.
Il sistema di combattimento è fondamentalmente a turni ma, sebbene a parole possa sembrare ormai obsoleto e poco efficiente, vi assicuro che in realtà non è così. Sullo schermo avremo una barra laterale che indica l’ordine con cui nemici e compagni potranno eseguire le loro azioni; questo, tuttavia, non sarà fisso, bensì mutabile a seconda di come ci comporteremo. Oltre a ciò, potremo muoverci sul campo di battaglia per evitare che i nemici possano colpirci con i loro attacchi, che potranno essere ad area, a raggio o, più semplicemente, a colpo singolo. Tutto ciò contribuirà a farci agire in maniera più tattica e ragionata e vi assicuro che non saranno poche le situazioni in cui ci troveremo in difficoltà. Il gioco infatti non è semplice, soprattutto per coloro che non hanno voglia o tempo di comprenderne le meccaniche fino in fondo; tuttavia, se siete amanti del genere, sono sicuro che il nuovo The Legend of Heroes non vi lascerà delusi.
Discutendo, infine, di una delle più importanti sfaccettature di gameplay, voglio sottolineare il come e il quando sarà possibile lottare contro i mostri che incontreremo nel gioco. Potremo sguainare le nostre armi solo quando ci troveremo all’interno di un dungeon oppure di un’area all’esterno delle città. Qui sarà possibile incontrare diversi mostri, i quali, non appena ci vedranno, cercheranno di attaccarci. Se riusciremo a colpirli prima che ci tocchino potremo stordirli temporaneamente, ciò ci permetterà quindi di colpirli alle spalle. Se riusciremo nel nostro intento, potremo andare incontro al mostro e far partire la battaglia, facendo sì che all’inizio del combattimento tutti i nemici che compariranno avranno l’energia ridotta e potranno attaccare solo dopo svariati turni. Tutto ciò ci permette, a seconda di cosa sceglie il sistema, di attaccarli una, due o tre volte consecutivamente senza che loro possano reagire, dandoci quindi un grosso vantaggio e una maggiore scelta sulle modalità di azione. Oltre a questo, un’altra caratteristica interessante è il sistema di Link tra i personaggi. Attraverso questo particolare elemento di gioco potremo accomunare un personaggio con un altro, permettendoci, a seconda degli azioni offensive, che quello linkato al primo sferri un secondo attacco di supporto. Tutto dipende dal tipo di tecnica che eseguiremo e dalla percentuale che essa avrà di stordire il nemico. Mano a mano che miglioreremo i nostri rapporti con i vari personaggi della Classe VII, potremo sferrare nuovi e più potenti attacchi di supporto.
Ammetto che all’inizio può sembrare complicato, ma vi assicuro che di JRPG con una profondità di gameplay o possibilità di scelta così vasta ne ho visti raramente, specie di questi tempi. Semplicemente, a differenza di molti altri giochi, Trails of Cold Steel richiede un minimo di studio e dedizione ma vi assicuro che, se riuscirete a padroneggiare le meccaniche, vi sentirete parecchio soddisfatti del vostro lavoro e di come farete crescere i vostri personaggi. Tutto è perfetto e sembra essere bellissimo; peccato però per il lato tecnico che, sotto diversi punti di vista, presenta qualche difetto.
Trails of Cold Speech
Le animazioni del gioco in esame sono davvero molto legnose e, sebbene si tratti di un titolo del 2013, non mi sento di considerare la data di uscita come una giustificazione. Dà parecchio fastidio vedere un gioco complessivamente eccellente soffrire di mancanze in un aspetto talmente banale come le animazioni. E non parlo di animazioni degli NPC o dei mostri di gioco, bensì di quelle dei protagonisti, tutt’altro che realistiche. Come ciliegina sulla torta, non vi è alcuna differenza fra animazioni maschili e femminili, dando l’idea di star guidando una scaricatrice di porto piuttosto che una delle dolci fanciulle presenti nel gioco. Forse sono io a badare troppo a questo dettaglio o forse è stata Falcom a badarci troppo poco, ma personalmente considero le animazioni e i movimenti come il biglietto da visita di qualsiasi videogioco poiché, oltre alla grafica e all’estetica, esse sono i primi elementi che saltano all’occhio del giocatore. Se poi tutto ciò viene condito con un frame rate che, in diverse zone, è parecchio instabile, l’utente si ritroverà a irritarsi ancora di più, poiché a causa di queste minuzie il titolo non può considerarsi eccellente a tutti gli effetti.
Un’altra critica va spesa per il doppiaggio inglese, una delle componenti più discusse fino a oggi riguardo questo titolo. Parliamo di uno dei doppiaggi più piatti, monotoni e meno espressivi che io abbia mai sentito. Sono quasi arrivato, in certe situazioni, a disattivarne l’audio per evitare di ascoltare voci che non c’entrano nulla con i personaggi a cui erano legate. Sia chiaro, questo discorso non vale per tutti i protagonisti, ma per molti, purtroppo, è così. Spiacevole è anche la totale assenza di una traccia audio giapponese che, assieme ai sottotitoli in italiano, avrebbero spinto ancora più fan del genere a giocarlo. Ho apprezzato molto invece la presenza del filmato di apertura originale, con il medesimo brano della versione nipponica (Ashita he no Kodou), un ulteriore motivo per il quale mi dispiace che Falcom abbia deciso di non dare la possibilità ai giocatori di scegliere la lingua con la quale passare la gran quantità di ore di gioco che il titolo ha da offrire. Tuttavia, non mi sento di puntare il dito in maniera eccessiva verso questa mancanza, poiché siamo già abbastanza fortunati per solo il fatto che il titolo raggiungerà gli scaffali europei e, nonostante i leggeri difetti, mi sento comunque di considerarlo come uno dei migliori JPRG degli ultimi anni.
A chi consigliamo The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel?
Il titolo è un JRPG che mischia componentistiche di un RPG vecchio stampo con delle preziose novità pensate da Falcom. Penso che per tutti coloro che amano il genere questo The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel sia un titolo da avere obbligatoriamente all’interno della propria collezione, nonostante i leggeri difetti presenti. Credo che in realtà, per tutti coloro che apprezzano questo genere, i nei precedentemente elencati non siano poi così pesanti da influire sull’esperienza di gioco. Se siete stati amanti di titoli quali Persona, i vari Neptunia oppure semplicemente i giochi della saga di Tales of, sono sicuro che apprezzerete anche questo gioco che, ricordiamo, verrà accolto dagli scaffali italiani a partire dal prossimo 29 gennaio.
- Estetica e bellezza visiva al pari di un vero e proprio anime
- Gameplay profondo e ricco di modalità di azione diverse
- Storia intrigante e ambientazione affascinante
- Personaggi molto ben caratterizzati
- Frame rate instabile in alcune zone
- Animazioni troppo macchinose
- Doppiaggio poco azzeccato, mancanza di traccia audio giapponese
- Gameplay forse troppo complesso per i casual gamer
The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel
Vita accademica, combattimenti, mostri e robot giganti… Cosa desiderare di più?
Considero sinceramente questo primo Trails of Cold Steel una delle perle del genere di cui fa parte. Non parliamo certamente del miglior JRPG di sempre, ma comunque di un ottimo titolo in grado di offrire svariate ore di gioco e di farci provare sensazioni ed emozioni particolari. Ho amato alla follia l’interazione che vi è tra i personaggi, come essi sono caratterizzati e come il rapporto fra questi sia mutato e migliorato nel corso della storia. Il gioco sembra quasi vivo, mischiando comportamenti e atteggiamenti tipici del mondo degli anime e degli RPG con gli elementi più seri e verosimili del mondo reale. Sono felicissimo di aver avuto modo di provare il titolo e sono altrettanto contento che il mio primo gioco della saga di The Legend of Heroes sia stato proprio questo. Che dire se non “Non vedo l’ora di poter giocare anche al secondo e, successivamente, al terzo”? Sono sicuro che tutti gli amanti del genere lo apprezzeranno almeno quanto l’ho fatto io e spero davvero che riesca a catturarvi almeno quanto è riuscito a fare con me. Che i vostri combattimenti siano difficili, ma ricchi di tatticismo ed esperienze uniche.