Travis Strikes Again, qualche anno fa, lasciava intendere che un terzo capitolo di No More Heroes era in cantiere, annuncio che si concretizzò all’E3 successivo, in cui venne svelato No More Heroes 3. Travis Touchdown sarebbe tornato in grande stile, accompagnato dal suo papà SUDA51, pronto a scrivere, dirigere e produrre questo nuovo capitolo.
Avanti veloce fino a venerdì scorso, data in cui No More Heroes 3 è finalmente arrivato sui Nintendo Switch di tutto il mondo, per cortesia di Grasshopper Manufacture e Nintendo.
- Titolo: No More Heroes 3
- Piattaforma: Nintendo Switch
- Versione analizzata: Nintendo Switch (EU)
- Genere: Action
- Giocatori: 1
- Publisher: Grasshopper Manufacture
- Sviluppatore: Grasshopper Manufacture
- Lingua: Italiano (testi), Inglese (doppiaggio)
- Data di uscita: 27 agosto 2021
- Disponibilità: digital delivery, retail
- DLC: nessuno
- Note: secondo SUDA51 è il capitolo conclusivo della saga, ma…
Abbiamo recensito No More Heroes 3 con un codice Nintendo Switch fornitoci gratuitamente da Grasshopper Manufacture tramite Heaven Media.
Cosa succederebbe se, anni dopo essere stato salvato da Elliott, E.T. tornasse sulla terra e volesse conquistarla? SUDA51 getta il proprio amore per il cinema, per lo sci-fi, e per tutto ciò che è geek nel calderone di No More Heroes 3, dando vita a quella che probabilmente è la storia migliore della saga.
Dopo aver conquistato per ben due volte la UAA (United Assassins Association) e aver riportato in vita i morti grazie a una console maledetta, in questo episodio Travis dovrà salvare il mondo dall’invasato Principe Fu, un alieno terribilmente crudele e sicuro di sé. Fu ha portato con se altri nove alieni, con cui intende conquistare Santa Destroy e l’intero mondo: starà ovviamente a Travis affrontare una battaglia all’ultimo sangue dopo l’altra contro la minaccia extraterrestre.
SUDA51 ha scritto ogni capitolo di questo terzo gioco come se fosse un episodio di un anime, con tanto di opening ed ending. Ci ha perfino infilato le pubblicità e i countdown per l’episodio successivo, come se le avventure di Travis andassero in onda su Netflix.
In tutto questo è riuscito a raccontare la migliore avventura dell’otaku, capace di pescare dai due precedenti capitoli e perfino da Travis Strikes Again, gioco che fino ad ora era considerato solamente uno spin-off inutile e mal riuscito. Invece Suda ha ricucito tutti i fili, compiendo solo un grosso scivolone verso il terzo atto, che speriamo possa venir corretto in futuro, quando un eventuale No More Heroes 4 vedrà la luce. SUDA51 mette subito in chiaro che ogni episodio di No More Heroes è importante, anche quelli non diretti da lui (il secondo) o quelli considerati dei meri spin-off (Travis Strikes Again), lo sottolinea più volte con i suoi protagonisti, parlando direttamente al giocatore con gag metatestuali o con frecciate dirette che lasciano poco spazio all’immaginazione.
Il miglior Travis di sempre
L’intero gioco mantiene un livello di stupore e stile simili, se non superiori, a quello dei precedenti capitoli. Goichi Suda scrive un Travis Touchdown coerente col passato, determinato a ritornare in cima e a proteggere ciò che ha di più caro. Travis si erge sopra tutti, mettendo purtroppo in ombra il cast di personaggi secondari, che non riesce a brillare come dovrebbe (eccezion fatta per Jeane e Sylvia). Ma per questa volta è giusto così: No More Heroes 3 è il ritorno di Travis, è lui l’unico protagonista ed eroe della terra. Gli altri possono avere le briciole, ma starà a lui avere la portata principale: il Principe Fu. A differenza del boss principale del secondo capitolo, con Fu, Grasshopper Manufacture dimostra di saperci ancora fare nello scrivere villain credibili e allo stesso tempo detestabili. Prima di ogni battaglia assisteremo a un approfondimento sul passato del principe alieno, che aiuterà a mettere solide basi a un altro dei folli personaggi di questo universo. Purtroppo la stessa cura non è riservata alla maggior parte degli altri alieni, ma anche qui ho intravisto un parallelismo con quanto fatto con Travis.
Per narrare le vicende di questo terzo episodio, la direzione mescola fra di loro più tecniche: dalle classiche cutscene ricche d’azione a una formula animata di cui ho accennato qualche paragrafo più in alto, passando da degli intermezzi da salotto televisivo ambientati nel vero salotto di Travis fino a un’avventura testuale per narrare alcune delle missioni secondarie del gioco. No More Heroes 3 non ha paura di sperimentare, né nella trama né nel gameplay, cercando sempre di proporre qualcosa che stupisca il giocatore. Purtroppo laddove la trama è un centro a pieni voti, tutto il resto si rivela quasi del tutto un buco nell’acqua.
Niente più Eroi 3: ritorno al 2007
Ve ne parlai approfonditamente lo scorso anno, in occasione della recensione del porting su Nintendo Switch dei primi due capitoli. Nel 2007 SUDA51 decise di mandare un forte messaggio polemico al genere open world che stava pian piano diffondendosi. Voleva far capire che ripetere mille volte le stesse azioni per poter raggiungere le fasi migliori del gioco poteva annoiare il giocatore. Così creò una Santa Destroy volutamente noiosa, con minigiochi tediosi e sfide ben più difficili della campagna principale. Quella critica però venne vista come uno dei più grossi difetti della produzione, tant’è che in No More Heroes 2, non diretto da lui, l’open world venne completamente obliterato, per lasciar posto a più battaglie e a minigiochi più divertenti.
Undici anni dopo, SUDA51 torna a dirigere un capitolo di No More Heroes e incautamente ci rimette dentro una sezione open map, divisa in cinque grandi aree per lo più vuote, in cui muoversi con il mezzo più scomodo e ingovernabile di sempre: la moto rossa fiammante di Travis. Quello che ai tempi era solo una critica al mercato videoludico ora non può essere vista come tale, perché nel mentre il genere si è evoluto. Nel mentre c’è stato tra gli altri anche un signorino chiamato The Witcher 3. Così, se mi riproponi una formula che già non era il massimo nel 2007, quattordici anni dopo, non puoi aspettarti complimenti, e devi essere pronto all’ondata di insulti che ti arriverà dai nuovi giocatori, nonostante qualche fan incauto cerchi di difenderti a spada tratta.
Nonostante ciò, c’è qualche piccola miglioria alla Santa Destroy del 2007, come il viaggio rapido e il poter salvare anche all’infuori del motel. Si tratta comunque di funzionalità che sono sul mercato da almeno otto anni. Nulla di così innovativo da far perdonare la presenza di queste fasi noiose e tediose. Come già anticipato, le cinque aree di gioco sono per lo più vuote, popolate da NPC tutti uguali (inspiegabilmente tutti vestiti da poliziotti) e con indicatori sparsi per le sfide a punti che, ancora una volta, non possono essere ripetute o riavviate ma richiederanno una ripetizione dell’accettazione delle stesse. A niente serve inserire una miriade di collezionabili o rendere obbligatori degli scontri per poter proseguire con la trama, soprattutto se anche qui ci troviamo di fronte a sei nemici diversi che si ripetono in molteplici ondate, con il viaggio in mezzo ostacolato dagli stessi difetti del gioco del 2007. Dimostri solamente di non aver imparato nulla, o di credere talmente tanto in te stesso da non accettare nessuna possibilità di miglioramento.
Ma anche lato gameplay fortunatamente non è tutto da gettare via: il combat system rimane divertente e le boss battle restano il fiore all’occhiello della produzione (dopo il cast e la trama). Dite addio ai modelli diversi di Beam Katana, ma date il benvenuto al DEATH Glove, direttamente da Travis Strikes Again, uno speciale guanto futuristico (coi colori rosso e blu dei Joy-Con) che permetterà all’otaku di rovesciare a suo vantaggio gli scontri con delle tecniche speciali. Ovviamente è ancora presente la slot, che permette sia di ottenere vantaggi dopo ogni uccisione sia di tornare in vita dopo un game over. Inoltre, come per la trama, durante gli scontri principali Suda e il suo team hanno cercato di proporre sfide sempre diverse, con escamotage veramente riusciti e perfettamente in stile con la natura del brand. Un po’ meno riuscite invece le sfide di combattimento che, come già anticipato, propongono i pochi mob in ondate spesso ripetitive.
Per quanto riguarda i controlli di movimento invece, Grasshopper Manufacture ha utilizzato lo stesso schema di comandi dei due capitoli precedenti, ripubblicati su Nintendo Switch lo scorso dicembre. I Joy-Con sono utilizzati bene e sono abbastanza precisi, ma per le fasi finali vi consiglio un controller pro o di affrontare il titolo in modalità portatile.
Tu devi essere bello dentro
No More Heroes 3 non è un bel vedere. Se i modelli dei protagonisti sono molto buoni, lo stesso non si può certamente dire di tutto ciò che lo circonda. Dalle cinque zone già criticate, che presentano modelli post datati vecchi anche per Nintendo Switch, ad alcuni collezionabili che sembrano impagliati, rompendo l’illusione e dando proprio l’impressione di giocare a qualcosa di obsoleto. Tecnicamente ci sono alcuni cali di frame, sia in situazioni tranquille sia in quelle più agitate, ma fortunatamente l’ultima patch ha parzialmente risolto il problema, anche se gli FPS restano abbastanza traballanti.
Lato audio invece, anche per questo terzo episodio abbiamo un ottimo doppiaggio inglese, che vede il ritorno delle storiche voci del cast, e una colonna sonora eccellente, che spazia dal metal al rock passando per una musicalità pop delle sigle degli anime.
Fatti strada fino al vertice della classifica dei supereroi galattici! Sfodera la tua Beam Katana e preparati ad affrontare i supereroi più famigerati della galassia in No More Heroes 3 per Nintendo Switch! Diventa Travis Touchdown, il leggendario assassino otaku, e tuffati in una spettacolare missione per salvare il mondo da un’invasione aliena!
Dopo un lungo viaggio alla ricerca di se stesso, l’assassino a pagamento Travis Touchdown torna a casa, a Santa Destroy, giusto in tempo per assistere a un’invasione aliena! Il responsabile di questa aggressione intergalattica non è altri che il boss criminale Jess-Baptiste VI, per gli amici Principe FU. Per decidere il destino della Terra, FU ha creato la classifica dei supereroi galattici composta dai più letali assassini alieni che ha conosciuto durante la sua permanenza forzata nella prigione di Blackhole. Travis, un tipo che non ha mai avuto paura di sporcarsi le mani, deve adesso scalare questa singolare classifica per riappropriarsi del titolo di assassino numero uno… Oh, e anche per salvare il pianeta!
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A chi consigliamo No More Heroes 3?
Consiglio No More Heroes 3 solo ai fan sfegatati di Travis Touchdown. A chi non si è perso un capitolo, a chi ha giocato Travis Strikes Again. Solo loro infatti saranno in grado di chiudere un occhio su tutta la serie di difetti che ho elencato in sede di recensione. Solo loro potranno trovare del buono nell’ultima opera di Suda, e potranno innamorarsi follemente del miglior Travis Touchdown di sempre.
- Il miglior Travis e la miglior trama della serie
- Cerca sempre nuovi modi di stupire
- Colonna sonora e doppiaggio inglese ottimi
- Gli stessi difetti del primo No More Heroes, che ha 14 anni
- Tecnicamente inadeguato, anche per Nintendo Switch
No More Heroes 3
No More Heroes 3, so bad it's so good?
No More Heroes 3 esce a undici anni dal secondo capitolo. Undici anni che probabilmente per SUDA51 non sono passati, dato che si è ostinato a rimettere un comparto open world/open map e quella cavolo di moto che scivola e si schianta. Un errore che trasuda sufficienza e zero voglia di migliorarsi. Suda ha reso perfino Travis Strikes Again più importante di quello che doveva essere. Tecnicamente inadeguato ma allo stesso tempo il miglior capitolo della serie per trama e soprattutto per scrittura di Travis. Ai tempi si sarebbe detto so bad it’s so good, ma ora? Sono convinto che ai fan duri e puri dell’otaku questo capitolo piacerà alla follia (soprattutto per alcune trovate nelle fasi finali) ma per tutti gli altri, il mio consiglio è quello di voltarvi dall’altra parte.