THE KING OF FIGHTERS o STREET FIGHTER? Questa domanda criptica, è una domanda che mi ha perseguitato tanto durante l’adolescenza, è stato come scegliere tra il bene e il male, tra il caffè e il the, tra tette grosse o un bel culo. E alla fine ho sempre virato in direzione SNK. Semplicemente perché il gioco aveva più personaggi e THE KING OF FIGHTERS è stato il primo videogame nel quale abbia mai potuto notare un cross over tra franchise, vedendo i personaggi di FATAL FURY lottare contro quelli di ART OF FIGTHING. Inoltre, se nel simulatore di mazzate capcomiano me la cavavo bene, in THE KING OF FIGHTERS ero proprio forte. Ne hanno avuto un assaggio BaSS, Kurama e Zechs nel nostro ultimo viaggio a Tokyo, mentre il magrolino proveniente dalla terra dei cazzotti umiliava ferocemente qualunque sfidante si presentasse al suo cospetto, online e non. Ma questa è un’altra storia.
Hey come on, come on!
La storia di THE KING OF FIGHTERS mi ha sempre affascinato, così come i suoi personaggi. Purtroppo la serie SNK non ha mai goduto di trasposizioni animate decenti, tolti alcuni OVA tratti da dei manga pseudo accettabili. Non ho accennato il film semplicemente perché ancora chiedo indietro il tempo che ho impiegato per vedere quella schifezza. Invece, sin dal suo annuncio, THE KING OF FIGHTERS: DESTINY cominciò ad affascinarmi, nonostante il design dei personaggi che all’inizio li faceva sembrare usciti da un pessimo filmato in CG risalente all’epoca PlayStation. La serie è curata e animata da iDragons Creative Studio, che si è occupata anche del lungometraggio di KINGSGLAIVE: FINAL FANTASY XV.
In totale abbiamo 24 episodi da circa 20 minuti l’uno (ma infarciti di pubblicità, riassunti e sigle che tolgono abbastanza tempo alla durata della puntata in sé) distribuiti a cadenza settimanale nel canale YouTube di SNK, in lingua originale sottotitolati in inglese. La storia narrata durante questa prima stagione si può dividere in due archi narrativi, e la prima parte sarà ispirata al primo capitolo di FATAL FURY in cui si è tenuto l’originale torneo THE KING OF FIGHTERS. Verremo quindi catapultati nella ridente cittadina comandata dal possente Geese Howard, South Town. Qui i vari team provenienti da tutto il mondo si scontreranno per contendersi il trofeo di “re” nella formula che tutti conosciamo, ovvero nella modalità tre contro tre, scendendo in campo uno alla volta. Conosciamo subito il GAROU Team, comprendente il mitico lupo solitario Terry Bogard, suo fratello Andy Bogard e il grande Joe Higashi, campione di Muai Thai, e la loro sanguinosa storia che li lega al malvagio Geese.
Protagonista da sempre della saga ritroviamo il Japan Team, con Kyo Kusanagi, Benimaru Nikaido (reso, letteralmente un coglione per non si sa quale motivo, prima cosa che mi ha fatto storcere il naso) e il massiccio Goro Daimon. Insieme a loro tutti gli altri protagonisti del primo capitolo della, THE KING OF FIGHTERS ’94, a cui è ispirato il secondo arco narrativo della serie. La storia infatti proseguirà fino allo scontro con il vero organizzatore del torneo, Rugal Bernstein, fino a regalarci il particolare cameo di due dei protagonisti della seconda stagione della serie. La software house ha infatti anticipato l’arrivo di due stagioni aggiuntive e di un film conclusivo per DESTINY.
Kurai… yagare!
Con l’incedere degli episodi impareremo a conoscere tutti i combattenti, ad eccezione dell’American Sports Team (neanche qui si calcolano minimamente, se non per un episodio, Heavy D!, Lucky Glauber e Brian Battler). Purtroppo uno dei miei team preferiti, il Korea Team composto da Kim Kaphwan, Chang Koehan e Choi Bounge non ha avuto un’introduzione simile a quella dei protagonisti della serie, ma a differenza dei loro colleghi americani hanno avuto qualche combattimento interessante. Nel corso di THE KING OF FIGHTERS: DESTINY saranno inoltre presenti delle “Side Story”, episodi speciali che mettono in risalto alcuni dei personaggi più iconici della saga. A differenza del resto delle puntate, queste sono non realizzate in CG, ma con veri e propri disegni qualitativamente spettacolari, ed è inutile dire che il sottoscritto le ha più che apprezzate.
La colonna sonora è composta da varianti dei classici brani che abbiamo imparato ad amare e apprezzare nei capitoli videoludici. Sono impazzito quando i miei timpani hanno cominciato a udire “Geese ni Kissu” o una versione leggermente modificata di “ESAKA?” (anche se, dovendo mettere i puntini sulle i, la versione di questa serie sarebbe dovuta essere quella tratta da THE KING OF FIGHTERS ’94). Inoltre, la sigla di apertura “The Awakening of Justice” è semplicemente stupenda e l’ending non è da meno: si tratta una nuova versione della splendida “Tears”, main theme di Kyo in THE KING OF FIGHTERS ’99. L’eccellenza del comparto sonoro si arricchisce grazie alla validità dei seiyuu e all’innesto dei suoni presi direttamente dal gioco che, insieme alle mosse speciali dei nostri combattenti, rientrano nei punti di forza di quest’opera.
Galactica Phantom! Otoko no ippatsu da, kora!
Purtroppo anche questa serie ha i suoi difetti. Il primo, che fortunatamente migliora di puntata in puntata, è la qualità dell’animazione: i primi episodi, come ripetuto prima, sembrano un brutto video in CG dell’epoca della prima PlayStation. Inoltre, i cambiamenti dal punto di vista estetico — Billy Kane con il mohawk è una delle cose più brutte che abbia visto durante il 2017 — oppure caratteriale, ad esempio Benimaru Nikaido e Robert Garcia sono stati ridotti a macchiette comiche: non si può proprio né vedere né sentire. Anche l’Ikari Team, che all’interno della serie compie più manovre militari che combattimenti, mi ha lasciato piuttosto deluso, insieme al fatto che Heidern, una volta arrivati alla sconfitta di Rugal, non abbia gettato via la fotografia della sua famiglia o che Kim Kaphwan non abbia ostentato la sua celebre posa dicendo la sua iconica frase “Aku wa yurusan!”, ma questi sono solo dei piccoli deliri di un fanboy. Inoltre gli episodi, come detto prima, tra riassunti, sigle e pubblicità sono veramente corti, ne suggerisco quindi la visione in blocco per godere in pieno dell’opera e non restare con l’amaro in bocca per una settimana aspettando la puntata successiva.
Un graditissimo regalo per i fan di SNK
In definitiva THE KING OF FIGHTERS: DESTINY rimane la più bella serie tratta da un picchiaduro, superando anche la leggendaria Street Fighter: Assassin’s Fist. Se avete giocato e amato i vecchi KOF nelle sale giochi o, come me, avete da sempre seguito le avventure di Terry, Kyo, Ryo e tutti i protagonisti della famosa serie SNK dovete seguire questa serie, anche se la qualità iniziale delle animazioni risulti scadente, noterete sicuramente un miglioramento graduale episodio dopo episodio. Attendiamo con ansia il seguito.
Consigliato ai fan