Dopo lunghi anni passati insieme a Rean, Lloyd e compagni, finalmente l’arco narrativo di Erebonia e Crossbell nella cornice di The Legend of Heroes termina con The Legend of Heroes: Trails into Reverie. Se questi nomi non vi dicono molto, quanto segue non farà per voi e l’unico consiglio che possiamo darvi è quello di recuperare assolutamente una delle migliori saghe JRPG esistenti sulla piazza, specie se amate la vita scolastica, gli intrighi politici e le meccaniche classiche dei bei tempi andati. Se, come pensiamo, siete qui poco prima di avvicinarvi al viaggio finale dopo Trails of Cold Steel IV, allora è tempo di preparare gli addii e confermarvi ancora una volta di essere di fronte alla qualità tipica di Falcom.
- Titolo: The Legend of Heroes: Trails into Reverie
- Piattaforma: PlayStation 5, PlayStation 4, Nintendo Switch, PC (Steam)
- Versione analizzata: PlayStation 5 (EU)
- Genere: RPG
- Giocatori: 1
- Publisher: NIS America
- Sviluppatore: Nihon Falcom
- Lingua: Inglese (testi), Giapponese o Inglese (doppiaggio)
- Data di uscita: 7 luglio 2023
- Disponibilità: retail, digital delivery
- DLC: per il gioco saranno rilasciati set di costumi aggiuntivi e set di oggetti per facilitare la nostra avventura
- Note: disponibile una Limited Edition esclusiva del NIS Online Store Europe che include al suo interno un artbook con copertina rigida, il CD della colonna sonora, una novel, una stampa in acrilico e una custodia Steelbook, il tutto racchiuso in un box da collezione
Abbiamo recensito The Legend of Heroes: Trails into Reverie con un codice PlayStation 5 fornitoci gratuitamente da NIS America tramite PLAION.
Probabilmente i più accaniti di voi avranno sfruttato la possibilità (ormai inesistente) di giocare con la traduzione in overlay, essendo Trails into Reverie uscito nel lontano 2020, ma la distribuzione locale va assolutamente supportata e l’arrivo in Occidente dell’ultimo capitolo è accompagnato da una trasposizione inglese di tutto rispetto, specie per l’impegno che c’è stato nel doppiaggio e del suo cast, il più grande di ogni capitolo finora uscito. Trails into Reverie è, in poche parole, la migliore conclusione che potessimo sperare, dall’oriente all’occidente.
A fare da testimonianza dell’intento di Falcom di tirare tutte le fila — metaforiche e letterali — della saga è l’impostazione a tre “vie” di Trails into Reverie chiamata Trails to Walk. In qualsiasi momento del gioco, escludendo alcuni blocchi narrativi imposti artificialmente, potremo cambiare prospettiva e osservare il percorso di Lloyd (Crossbell), Rean (Erebonia) o il misterioso protagonista C, ognuno con i propri numerosi gruppi e storie da raccontare. In generale però, la trama ruota attorno a ciò che è seguito dalla pace stabilita in Trails of Cold Steel IV e in particolar modo a un’organizzazione terroristica che non è completamente d’accordo con le decisioni prese dai governi coinvolti nelle situazioni del passato. Crossbell, ancora una volta, diventerà il teatro principale di alcuni degli eventi politici più importanti del continente, costringendo i nostri eroi a dover affrontare crisi su più fronti per riuscire a scrivere la sudata parola fine.
Squadra che vince non si cambia, si espande
Avere tutte queste prospettive rende Trails into Reverie in un certo senso più lineare rispetto al passato ma, parallelamente, anche più vasto e pieno zeppo di apparizioni di ogni tipo: da compagni a cui sarete di certo affezionati a personaggi forse marginali ma che hanno lasciato un segno nel corso della storia di Legend of Heroes. La ricchezza di Trails into Reverie è il suo pregio più evidente seppur raggiunto con il compromesso di non dare equamente spazio a tutti, anzi aspettatevi di vedere qualche personaggio di rilievo non proprio coinvolto in quello che sta accadendo ai propri amici. Ma c’è da aspettarselo quando bisogna intrecciare il cast di diverse saghe, e in generale questo non toglie mai la qualità alla scrittura di una storia coinvolgente e sentita.
Uno dei pregi di giocare veramente tutti i Trails of è quello di riuscire a stabilire delle connessioni sincere, profonde e con ricordi vividi derivati da centinaia su centinaia di ore di gioco. Questo non è sempre possibile per tutti, soprattutto se uno volesse iniziare da oggi a farlo, eppure per coloro che nel corso del tempo hanno avuto modo di vivere queste storie con la dovuta calma Trails into Reverie è una sorta di epica rimpatriata che va ad esaltare quei valori che Legend of Heroes ha pian piano costruito, specie con Erebonia e Crossbell, se non addirittura più indietro. Già il fatto di poter trasmettere i numerosi salvataggi e conservare i legami che si sono costruiti è un segno indelebile del coinvolgimento Falcom vuole farvi provare vivendo le storie di Rean e Lloyd, intento pienamente riuscito e punta di diamante di tutta l’esperienza.
Il binario su cui viaggiano le loro due storie, e quella di C in una certa estensione, è parimenti personale che geopolitico e alla fine della fiera consegna esattamente il tipo di storia d’azione, coraggio e spirito di sacrificio a cui siamo stati abituati. In termini di colpi di scena e conclusioni non c’è ombra di errore, se non forse per la rivelazione dell’identità di C che avviene un po’ presto e anche in maniera possibilmente anticlimatica, ma già l’identità segreta è un mezzo cliché di cui potevamo anche fare a meno dato l’utilizzo abusato più di una volta in questo media. Se la vostra preoccupazione, come quella di molti, è il finire con delle trame ancora aperte possiamo tuttavia rassicuravi: Trails into Reverie chiude tutto quello che serviva chiudere e lascia lo spazio necessario alla nuova fase che avrà luogo nel prossimo futuro, almeno per noi occidentali.
Un corridoio lungo un futuro
Prima di concederci a nuove avventure e innovare i sistemi, Trails into Reverie ci mostra il massimo potenziale possibile di quello che abbiamo avuto finora. Come in passato, le novità sono poche e più che altro sono aggiunte che vanno a potenziare le funzioni già esistenti. Come detto il cast è enorme, arriverete ad avere 12 membri in gioco e con possibilità di cambio generose, ognuno con i propri equipaggiamenti, Quartz, Arts, Craft, S-Craft e via discorrendo. Se volete un compendio di tutti i sistemi finora usati, Trails into Reverie è esattamente quello e tutto sommato il gioco fa un buon lavoro nel semplificare tutta questa possibilità di personalizzazione attraverso dei menù più generalizzati e meno individuali, per quanto rimangano comunque datati nella loro impostazione classica.
In combattimento questo si traduce in delle battaglie sempre a turni ma, vista la scala dei personaggi potenzialmente coinvolti, oserei definire perfino campali. In particolar modo l’introduzione di alcune “inedite” meccaniche serve proprio ad alimentare quel senso di guerrieri coesi verso un unico fronte, tra queste la più significativa è senza dubbio la United Fronts, ovvero la possibilità di spendere la barra Assalto per attacchi e azioni di supporto che aumentano d’intensità più persone fanno parte del party.
La grossa novità però, in termini di gameplay, è la grande area conosciuta come Reverie Corridor: una serie enorme di dungeon generati proceduralmente che possono essere affrontati con quasi tutti i personaggi più rilevanti di Trails of, a patto di digerire un sistema gacha che ne sblocca alcuni, insieme a vari potenziamenti e oggetti utili. Il Reverie Corridor vi terrà occupati per ore e ore, progredendo in quantità seguendo i vostri sblocchi nella storia principale. Dentro troverete mostri di ogni genere, boss, mini-boss e perfino zone più ostiche di altre da affrontare. C’è tutto quello che vorreste vedere da un dungeon crawler ed è – senza mezzi termini – l’esaltazione migliore di tutto ciò che la saga ha da offrire in termini di gameplay. Peccato averci legato un sistema di gacha che sfrutta delle materie ottenute dai boss di alto livello, perché in un certo senso impone un limite artificiale in una saga che non ne ha mai avuti e – soprattutto – può bloccare l’accesso a personaggi preferiti qualora si fosse particolarmente sfortunati, specie se si considera che ottenere un eroe nel Reverie Corridor sblocca anche dei dialoghi particolari.
Oltre la guerra, le attività della pace
Come esemplifica però il Reverie Corridor, in Trails into Reverie c’è davvero tanto da fare oltre a seguire la storia. Passando dalle classiche occasioni sociali con i propri compagni fino alla gestione dell’equipaggiamento fino al minimo dettaglio, Trails into Reverie è una festa di minigiochi iconici come Who Wants to be a Mirranaire? e Magical Alisa, ma ce ne sono tantissimi altri da vivere. Inoltre il Reverie Corridor sblocca anche delle scene aggiuntive – chiamate Daydreams – che si svolgono in parallelo agli eventi dei tre percorsi principali.
In termini di resa visiva per ognuno di questi aspetti, Trails into Reverie apporta sicuramente qualche leggero tentativo di migliorare la grafica di gioco ma, in generale, siamo sempre allo stesso livello qualitativo di Trails fo Cold Steel IV, il che è ottimo ma chiaramente lontano da quelli che sono gli standard attuali. Il futuro sarà più radioso per Falcom con un cambio di passo ma per ora è la direzione artistica a trainare il tutto, ricordando quanto il design dei personaggi, dell’ambientazione e di tutti i lavori digitali dietro cutscene e immagini statiche siano il cavallo di battaglia di Trails of, insieme alla colonna sonora. In questo caso specifico c’è di cui andare contenti, specie perché gli arrangiamenti provenienti da diversi capitoli passati, insieme agli inediti, creano un bel misto di composizioni che da sole potrebbero costituire la perfetta playlist dell’appassionato più accanito. Chiaramente in termini di performance nude e crude non c’è assolutamente nulla da ricriminare, provando il gioco su PlayStation 5 avevamo più che il necessario per far girare Trails into Reverie.
L’unica cosa che ha stonato un po’ nel corso di tutta l’esperienza con il gioco è stata l’assenza delle classiche battaglie tra mecha a cui eravamo abituati da un po’ di capitoli a questa parte, utilizzate principalmente per un singolo momento chiave della storia. Non che sia un difetto così evidente, ha anche delle motivazioni in termini di narrazione, tuttavia era una feature che funzionava abbastanza bene per dare l’idea della grandezza delle battaglie e averla “persa” in un capitolo così ricco e corale forse non è stata una decisione così vantaggiosa per l’esperienza finale.
Che destino attende queste tre figure? Usa il sistema Trails to Walk per passare da Rean Schwarzer a Lloyd Bannings e alla figura mascherata “C” per determinare il destino dei personaggi principali e trovare luoghi dentro Zemuria. Usa la tattica di United Front. Scopri nuovi alleati e sfide nelle sale del True Reverie Corridor!
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A chi consigliamo The Legend of Heroes: Trails into Reverie?
The Legend of Heroes: Trails into Reverie è un prodotto squisitamente consigliato ai fan della saga e a chi ha giocato con dovizia tutti i capitoli precedenti, da sconsigliare come punto di ingresso per la serie. Come consuetudine per i titoli Falcom, nemmeno Trails into Reverie è stato localizzato in lingua italiana, per questa ragione vi servirà comprendere appieno l’inglese per poter cogliere ogni sfumatura di dialoghi e trama.
- La degna conclusione di storie eccellenti
- Il Reverie Corridor è l’esaltazione totale di tutto il gameplay of
- Il cast più grande dell’intero franchise…
- …Ma alcuni personaggi hanno pochi minuti di gloria
- L’introduzione di meccaniche gacha
The Legend of Heroes: Trails into Reverie
Chiudere le vie del passato per un nuovo futuro
The Legend of Heroes: Trails into Reverie è un sentito addio ad anni di gioco, il migliore possibile in quello che la saga ha sempre offerto nel corso del tempo. Chiaramente l’apertura a un nuovo percorso rende questo capitolo meno amaro, tuttavia è la sua ricchezza a darci veramente quel senso di nostalgia tra apparizioni di amici di un tempo e personaggi chiave nella storia di Crossbell ed Erebonia. Il Reverie Corridor è un gigantesco parco giochi in cui divertirsi con il più grande cast del franchise, per quanto alcuni elementi gacha lo piaghino un po’ dall’interno. Trails into Reverie è però capace di farsi perdonare quelle piccole sbavature, costellando con un nuovo, dolce ricordo il grande album di memorie riempito dalle vite di Lloyd, Rean e tutti coloro che ci hanno accompagnato in questa avventura.