Le più grandi città della terra sono crollate. Delle enormi e mostruose creature identificate con il nominativo di Gigant sono spuntate dal nulla e hanno distrutto gran parte del mondo civilizzato. L’umanità ha tentato di difendersi con le armi convenzionali che, tuttavia, non hanno funzionato contro queste gigantesche minacce. Un ragazzo chiamato Ichiya Amakaze è riuscito, inaspettatamente, a sconfiggere uno di questi mostri utilizzando un potere speciale racchiuso in un Yorigami, degli esseri in grado di unirsi con gli umani per poter diventare l’unica arma efficace nelle battaglie contro i Gigant. Tuttavia, questa vittoria è stata breve: Ichiya ha perso il controllo del suo potere finendo per distruggere tragicamente la città che ha tentato di proteggere. Dopo questa sfortunata esperienza, ha perso conoscenza ed è stato rinchiuso in un luogo sicuro dove presto il suo fato si sarebbe compiuto.
Questo è l’inizio di RAY GIGANT, ultimo dungeon RPG di Experience Inc. con numerosi elementi visual novel e un accattivante stile grafico che, nonostante i numerosi cliché tratti da vari esemplari di animazione e videogiochi degli ultimi anni, tenta di portare un altro valido esponente del genere aggiungendo una ventata di freschezza all’ampio parco titoli di stampo dungeon RPG, spesso abbondanti in numero ma non in contenuti appetibili. Riuscirà ad avere successo o cadrà nell’oblio? Spero che questa mia recensione possa aiutarvi nello spendere al meglio i vostri soldi oppure conservarli al sicuro nel proprio portafogli in attesa di tempi e giochi migliori.
- Titolo: RAY GIGANT
- Piattaforma: PlayStation Vita
- Genere: Dungeon Crawler RPG, Visual Novel
- Giocatori: 1
- Software house: acttil
- Sviluppatore: BANDAI NAMCO Entertainment, Experience Inc.
- Lingua: Inglese (testi), Giapponese (doppiaggio)
- Data di uscita: 3 maggio 2016
- Disponibilità: digital delivery
- DLC: Non presenti
- Note: La versione giapponese contiene opening cantate da T.M.Revolution, Faylan e Yoshino Nanjou
Come Together
Il gioco ci narra subito le vicende attraverso un’ottima grafica e un eccellente doppiaggio in lingua originale. Fortunatamente, anche se il titolo è totalmente in lingua inglese, non è difficile comprendere la storia che, come ripetuto all’inizio, ha diversi cliché già ampiamente utilizzati in serie animate anime e giochi di stampo apocalittico. Una volta fatta la conoscenza del nostro primo eroe e dei suoi compagni attraverso alcune sezioni simili a quelle di una visual novel, saremo trasportati nella prima missione che ci spiegherà le basi del gioco. Una cosa che viene subito all’occhio è il fatto che i dungeon siano, ahimé, graficamente non eccelsi, a differenza di Stranger of Sword City, riproposto su PlayStation Vita e Xbox One non troppo tempo fa. Basterà però ingaggiare la prima battaglia con i Gigant di tipo 2 (i Gigant si dividono secondo scala di dimensione e affrontare i Gigant di tipo 1, quelli più giganteschi, richiederà una battaglia su più piani di gioco, con il nostro party che cercherà di sconfiggere il mostro da 3 diversi punti) per vedere la punta di diamante di questo titolo. Si tratta delle animazioni: siano esse da battle system, animazioni da filmati o anche character art, il lavoro di Experience Inc. sulla componente grafica di questo titolo è davvero maestoso, con personaggi animati in maniera veramente fluida durante le battaglie, i filmati o anche attraverso le immagini statiche che compariranno durante le sezioni di visual novel. Le battaglie, che andrò a descrivere nel dettaglio durante il prossimo paragrafo, saranno tutte caratterizzate dal dispendio di AP e l’aumento del livello dei personaggi sarà un pochino più strano rispetto a quello dei normali giochi di ruolo. La storia comunque va avanti piacevolmente e le meccaniche non risultano particolarmente complesse una volta comprese le tempistiche dell’uso degli AP e le debolezze dei mostri.
I Feel Fine
Le battaglie cominceranno una volta ingaggiato un segnalino che indicherà la presenza dei Gigant all’interno del dungeon: i segnalini gialli indicheranno un incontro normale, quelli rossi indicheranno un incontro dove, per eseguire le nostre tecniche, dovremo spendere il doppio degli AP richiesti dalla stessa e i segnalini blu, infine, ci garantiranno una sfida con i Gigant dove le nostre tecniche avranno un costo di esecuzione dimezzato. Inizialmente, i tre membri del party potranno compiere solamente tre azioni per volta per un massimo di cinque volte, per ogni azione avremo bisogno degli AP, punti che spenderemo per eseguire le tecniche quali attaccare, proteggerci e schivare; saltare il nostro turno ci farà si guadagnare AP, ma ci lascerà scoperti contro i nemici. Starà a noi, prima di ogni incontro, impostare il giusto setup di tecniche necessarie per la battaglia anche grazie alle tecniche elementari che ci permetteranno di avere la meglio su determinati tipologie di Gigant (che saranno più forti contro un certo tipo di arma e di elemento e deboli contro altri). Durante le battaglie più ostiche potremo contare sulla Slash Beat Mode (SBM), una tecnica che necessiterà degli SP (50 per la versione short e 100 per la versione completa). Durante questa modalità, il nostro personaggio principale, si fonderà con il suo Yorigami per raggiungere la forma Apotheosis, attivando così un mini-gioco simile a un rhythm game dove dovremo premere il tasto di attacco al momento giusto garantendoci una massiccia combo che porterà tantissimi danni al nemico. I nostri personaggi, inoltre, potranno anche essere colpiti dal parassitismo, una condizione nella quale dovremo usare i nostri punti vita per gli attacchi al posto degli AP. Da quanto descritto il battle system è vario e pieno di opzioni ma, almeno nelle prime fasi del gioco, ho purtroppo trovato solo un nemico impegnativo da abbattere: per quanto provato nel gioco è possibile andare avanti senza problemi o frustrazioni (tolte alcune trappole che potremo individuare nei dungeon, che toglieranno AP nel caso ci passassimo sopra).
Will You Be There
L’aumento di livello in questo gioco è dato dal dispendio di alcuni materiali che troveremo sia sconfiggendo i Gigant che all’interno dei dungeon. Grazie a queste risorse potremo aumentare l’evolve tree, diviso in tre rami principali: l’item tree, il physical tree e il command tree. Per salire di livello, come in un normale JRPG, dovremo utilizzare una delle risorse disponibili per aumentare il physical tree, di colore giallo, dove potremo decidere che statistica aumentare come attacco, difesa, HP e agilità, divisi in tre icone principali. Sulla sinistra, utilizzando alcune risorse rosse, potremo aumentare l’item tree, il quale con altre risorse ci permetterà di aumentare il grado dei nostri oggetti o di riceverne di nuovi. Sulla destra invece, con le risorse di colore azzurro, potremo vedere il command tree e imparare nuove tecniche di vario genere, sia utilizzabili all’interno del combattimento, sia alcune skill passive, come bonus contro determinati tipi di nemici o altri particolari attributi del personaggio. Le modifiche fatte al command tree potranno essere azzerate con altrettante risorse e quindi potremo rimediare ad eventuali errori fatti in precedenza. Tale evolve tree è a prima vista complicato ma, una volta capito il suo funzionamento, diventerà un’innovazione molto gradita.
Fat Lip
RAY GIGANT, oltre alle splendide animazioni delle battaglie e all’ottimo sistema per salire di livello, offre alcune strane caratteristiche, come la possibilità di aumentare o diminuire di peso attraverso il cibo che potremo prendere nella caffetteria oppure anche durante le battaglie. Consumare determinati tipi di cibi grassi porterà a un aumento dell’attacco e dei punti vita, ma diminuirà la nostra velocità e l’agilità richiesta per schivare gli attacchi e, allo stesso modo, i tipi di cibi più leggeri favoriranno la velocità e l’agilità a discapito della potenza di attacco e della vita. Parlando in termini di colonna sonora, il gioco ha dei brani molto orecchiabili e carini in stile funk, anche se non memorabili: tra le tracce degne di nota posso segnalare Judgment of Answerer oppure Dance of Kukulka, ma suggerisco di ascoltare l’intera OST per via della variegata quantità di generi presenti nell’intero comparto musicale.
Fly away
Siamo giunti al momento del paragrafo dedicato ai punti a sfavore del titolo. Come primo difetto, avendo avuto l’onore di poter recensire il già citato Stranger of Sword City, posso affermare che, nonostante RAY GIGANT sia stato sviluppato più di recente, la cura degli ambienti durante l’esplorazione dei dungeon sembra quasi imbarazzante se messa a confronto con i risultati dell’altro titolo, almeno nelle fasi iniziali del gioco (sembra quasi di vedere un vecchio gioco per PlayStation 2). Le battaglie, per quanto spettacolari in termini di animazioni, dopo un po’ potrebbero annoiare anche perché, se inizialmente non avremo nessun problema con gli AP, successivamente far salire i nostri personaggi di livello diventerà piuttosto complicato. Anche qui non è possibile poter tracciare la propria mappa all’interno di un dungeon e potremo recarci in un determinato punto della stessa in maniera autonoma, caratteristica che molti dei giocatori di dungeon RPG old school potrebbero trovare detestabile.
A chi consigliamo RAY GIGANT?
Consiglio questo gioco innanzitutto agli amanti dell’animazione giapponese: storia e setting prende spunto da opere come GOD EATER e alcuni grandi anime degli ultimi anni, come Shingeki no Kyojin. I neofiti dei dungeon RPG potranno tranquillamente esordire con questo gioco, visto che la difficoltà non è affatto terribile come in altri esemplari della stessa tipologia e potrebbero trovare nella parte narrativa una ventata di freschezza rispetto al vai e vieni dai labirinti.
- Bello da vedere e con un battle system accattivante
- Giocabile anche dai neofiti del genere
- Buon doppiaggio e trama interessante…
- …Ma piuttosto scontata
- Alla lunga può annoiare
- Assenti le opening theme della versione giapponese
RAY GIGANT
Una gioia da vedere, divertente da giocare
RAY GIGANTera un gioco su cui puntavo, ma non ero cert fosse così interessante fino a quando non l’ho giocato: ho infatti notato che la complessità del battle system, del sistema per far salire di livello i personaggi e tutti gli altri extra enunciati nella recensione hanno pienamente soddisfatto le mie aspettative. Il titolo di Experience possiede ovviamente i difetti di cui vi ho parlato, ma è una buona avventura di stampo shonen che entrerà nel vostro cuore, una volta comprese al meglio le meccaniche un pochino complesse. Considerando gli sconti sui giochi giapponesi che spesso vengono proposti sul PlayStation Store nostrano, presto o tardi sarà un titolo da non lasciarsi sfuggire.